Gravine di Santo Stefano - castellaneta
near Castellaneta, Puglia (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Insediamento rupestre di Santo Stefano
Esterno
È ubicata nella gravina di Santo Stefano, a circa 3 chilometri da Castellaneta, anticamente costeggiata per un tratto dalla Via Appia. L’escavazione della cripta, le cui prime tracce si trovano in un documento del 1258, dovrebbe risalire all’anno Mille e s’inserisce in un insediamento di notevoli proporzioni sviluppato su più piani e nel tempo modificato per usi non abitativi. Vi si accede tramite un’ampia scalinata che inizia sul ciglio della gravina in prossimità di una masseria. L’ingresso è molto ampio a causa dello sfondamento di una parete.
Le grotte che compongono l’insediamento sono disposte su almeno tre livelli, riutilizzate di recente come ricoveri per animali.
Interno
Ha forma pseudo-rettangolare divisa in due parti, navata e presbiterio, separati da due passaggi architravati irregolari poggianti su pilastri addossati alle pareti e su un pilastro centrale oggi mozzo. La parete di fondo della navata è caratterizzata da un pilastro di sostegno volgente ad arco sulla destra e formante un ampio riquadro sulla sinistra.
L’orientamento e la mancanza di altare hanno fatto pensare, in passato, ad un semplice oratorio privato non adibito al culto liturgico vero e proprio, ma ad una osservazione più attenta venne rilevata la presenza di un archivolto absidale e di una rudimentale calotta, segni inequivocabili di un luogo di culto: in questo caso il presbiterio potrebbe corrispondere alla nicchia arcuata posta a sinistra dell’ingresso, sormontata da due finestrelle e rivolta ad Est secondo l’orientamento liturgico. Si pensa quindi che abside e altare siano stati eliminati in seguito all’abbassamento del piano generale dell’ambiente, ipotesi sostenuta dalla posizione centrale della cripta nel contesto dell’insediamento come punto di convergenza per i cenobiti.
Affreschi
Sul pilastro della parete sinistra troviamo un San Nicola in stile bizantino, dipinto con tratti di contorno monocromi su sfondo azzurro in atto di benedire alla greca. La tunica e il pallio sono ricche, e regge un libro di colore giallo. È databile attorno alla seconda metà del XIII o XIV secolo.
Il primo affresco visibile entrando nella cripta è Santo Stefano, risalente al 1300, che ha dato il nome alla gravina. Anche questo santo, dipinto secondo canoni bizantini, è riccamente vestito; sulla tunica bianca indossa una veste ricamata, la dalmatica, i piedi sono calzati e regge con la mano destra un libro e con la sinistra un incensiere. Lo sfondo è a zone sovrapposte gialla e azzurra, gialla e rossa. La testa è nimbata, il naso e le mani sono allungati. Dell’iscrizione esegetica si legge bene solo la lettera «S», mentre il resto del nome è indecifrabile.
Esterno
È ubicata nella gravina di Santo Stefano, a circa 3 chilometri da Castellaneta, anticamente costeggiata per un tratto dalla Via Appia. L’escavazione della cripta, le cui prime tracce si trovano in un documento del 1258, dovrebbe risalire all’anno Mille e s’inserisce in un insediamento di notevoli proporzioni sviluppato su più piani e nel tempo modificato per usi non abitativi. Vi si accede tramite un’ampia scalinata che inizia sul ciglio della gravina in prossimità di una masseria. L’ingresso è molto ampio a causa dello sfondamento di una parete.
Le grotte che compongono l’insediamento sono disposte su almeno tre livelli, riutilizzate di recente come ricoveri per animali.
Interno
Ha forma pseudo-rettangolare divisa in due parti, navata e presbiterio, separati da due passaggi architravati irregolari poggianti su pilastri addossati alle pareti e su un pilastro centrale oggi mozzo. La parete di fondo della navata è caratterizzata da un pilastro di sostegno volgente ad arco sulla destra e formante un ampio riquadro sulla sinistra.
L’orientamento e la mancanza di altare hanno fatto pensare, in passato, ad un semplice oratorio privato non adibito al culto liturgico vero e proprio, ma ad una osservazione più attenta venne rilevata la presenza di un archivolto absidale e di una rudimentale calotta, segni inequivocabili di un luogo di culto: in questo caso il presbiterio potrebbe corrispondere alla nicchia arcuata posta a sinistra dell’ingresso, sormontata da due finestrelle e rivolta ad Est secondo l’orientamento liturgico. Si pensa quindi che abside e altare siano stati eliminati in seguito all’abbassamento del piano generale dell’ambiente, ipotesi sostenuta dalla posizione centrale della cripta nel contesto dell’insediamento come punto di convergenza per i cenobiti.
Affreschi
Sul pilastro della parete sinistra troviamo un San Nicola in stile bizantino, dipinto con tratti di contorno monocromi su sfondo azzurro in atto di benedire alla greca. La tunica e il pallio sono ricche, e regge un libro di colore giallo. È databile attorno alla seconda metà del XIII o XIV secolo.
Il primo affresco visibile entrando nella cripta è Santo Stefano, risalente al 1300, che ha dato il nome alla gravina. Anche questo santo, dipinto secondo canoni bizantini, è riccamente vestito; sulla tunica bianca indossa una veste ricamata, la dalmatica, i piedi sono calzati e regge con la mano destra un libro e con la sinistra un incensiere. Lo sfondo è a zone sovrapposte gialla e azzurra, gialla e rossa. La testa è nimbata, il naso e le mani sono allungati. Dell’iscrizione esegetica si legge bene solo la lettera «S», mentre il resto del nome è indecifrabile.
Waypoints
Waypoint
673 ft
Inizio del sentiero
Il sentiero si imbocca da viale aldo moro. C'è molto spazio per parcheggia.
Waypoint
571 ft
Buco nella recinzione...
Noi abbiamo superato la recinzione, ma volendo si può salire facilmente dal punto precedente
Intersection
509 ft
Cancello chiuso
Prima di arrivare al cancello chiuso sulla destra c'è un piccolo passaggio. Prendere questo piccolo sentiero
Waypoint
436 ft
Gradini nella roccia
Una volta scesi nel letto del fiume, continuare dritto risalendo per i gradini scavati nella roccia
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