Gran Paradiso dal rifugio Vittorio Emanuele II

Gran Paradiso 4061 mt s.l.m.
Rifugio Vittorio Emanuele II 2732 mt s.l.m.
Questo è il dislivello da salire in soli 5 km circa.
La sveglia è alle 03.15, lentamente cominciamo ad alzarci e vestirci, giretto in bagno con un'acqua così fredda che ti sveglia all'istante.
Andiamo nel rifugio per la colazione dove troviamo già altra gente, ci facciamo un pieno di energie con nutella , burro , miele e caffè.
Ritorniamo alla camera per mettere gli imbraghi e prendere gli zaini, fortunatamente il rifugio mette a disposizione uno spazio dove lasciare le cose superflue che prenderemo al ritorno. Frontali accese e si parte, ci sono altri già in cammino e altri ci seguono, il sentiero attraversa una pietraia che è dietro al rifugio per andare a salire sulla sinistra della morena , si procede con attenzione ma spediti, la voglia di salire è al massimo.
Iniziamo ad incontrare la.prima neve ma continuiamo ancora un pezzetto fino a che valutato il caso ci mettiamo i ramponi e ci leghiamo in cordata.
Le corde le avevamo già preparate con i classici nodi a palla tra uno e l'altro in modo da non perdere tempo la mattina .
Finalmente siamo pronti e si riparte, ecco subito una bella pettata che adesso sale sulla destra dell'invaso, cerchiamo di tenere un buon ritmo ma stiamo attenti a non esagerare perché siamo appena partiti.
Si riprendono alcune cordate che poi ci ripasseranno quando più in alto facciamo una pausa, chi ha i bastoncini e chi la piccozza.
Ci sfottiamo a vicenda raccontandoci che dopo appiana, in realtà sono una pettata dietro l'altra, arriviamo a scollettare e qui è leggermente più tranquilla, da sinistra arrivano quelli che hanno pernottato allo Chabod, altro punto di partenza per l'accensione al Gran Paradiso.
In questo tratto la dorsale è molto larga , poi impenna nuovamente e seguiamo la traccia proprio in verticale di quelli che sono già passati, intanto albeggia, è uno spettacolo, l'emozione di essere lì in quel momento è forte, spengiamo le frontali e dopo poco servono subito gli occhiali da sole, in lontananza sulla sinistra si distingue la vetta mentre a dritto vediamo la schiena d'asino che fa un'ampio giro da destra a sinistra.
È faticoso e si sente un pò l'altitudine, adesso facciamo un ritmo di circa cinquanta passi poi una piccola pausa così riusciamo a recuperare fiato .E siamo finalmente sotto la vetta. Qui sembra l'Hillary step , tutti in fila ad aspettare di poter salire, rispetto al passato le guide hanno attrezzato sullo spigolo sinistro dei gradini in acciaio stile ferrata in modo da fare una specie di anello ed evitare un tratto lungo di incrocio tra chi sale e chi scende, in questo modo la parte in comune risulta di una trentina / quaranta metri.
L'attesa sulla stretta cengia è lunghina e l'aria frizzante entra nei vestiti sudati, speriamo di fare presto ad uscire da lì.
Finalmente siamo in vetta con la Madonnina, c'è posto per quattro o cinque persone, facciamo le foto di rito e via per lasciare il posto agli altri.
Adesso c'è la parte più tecnica, un traversino esposto da fare con calma , per sicurezza ci sono dei ganci dove passare la corda e con attenzione anche questa parte fila liscia. Risiamo alla base dell'anello dove facciamo un brek, rifacciamo i nodi a palla che avevamo sfatto per poter passare la corda nei ganci.
Il panorama è veramente magnifico, oltre a tutte le Alpi si distinguono bene il Monte Bianco, il Monviso, ed il Rosa? Così pare.
Scendiamo, manteniamo la distanza per avere la corda tesa, scendendo ti accorgi ancora di più di quanta salita si era fatta.
Più in basso la neve comincia ad allentarsi e diventa sempre più faticosa, nonostante i ramponi si scivola tipo pattinaggio. Non siamo soli nemmeno in discesa , ma nel frattempo ancora qualcuno sale.
Finalmente si arriva dove i pericoli oggettivi finiscono e ci sleghiamo così ognuno può tenere il suo passo.
Piano piano arrivo alla morena mi tolgo i ramponi e seguendo gli ometti rientro al rifugio.
Sono sfinito , quasi mi pare di avere la febbre.
Polenta e spezzatino, ecco il ricostituente giusto, una bella piattata e una bella birra.
Altro che febbre, ora sono di nuovo a posto, sto ancora realizzando la salita e discesa fatte, mi pare di avere vissuto un sogno
Sono soddisfattissimo, adesso ultimo sforzo torniamo giù al parcheggio e poi a casa.
La consiglio tantissimo.
C'erano diverse persone che avevano la guida, sicuramente consigliabile per chi non ha mai fatto niente del genere e non ha qualche amico per andare.

Attenzione:
Le escursioni che pubblico non comportano garanzia di riuscita per chi decide di seguirle , tutto dipende dalla preparazione e dalla capacità dell'individuo , va tenuto conto delle condizioni meteo e della condizione dei sentieri o tracce che possono cambiare con il tempo . Inoltre pur cercando di essere il più obbiettivo possibile nelle valutazioni queste sono e rimangono soggettive . Raccomando pertanto di valutare bene le difficoltà che si incontreranno prima di affrontare una escursione e declino ogni responsabilità di qualsiasi tipo .