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G-MONEGLIA,Monte Comunaglia,Punta Baffe.Punta Moneglia

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Trail stats

Distance
8.48 mi
Elevation gain
3,333 ft
Technical difficulty
Easy
Elevation loss
3,333 ft
Max elevation
1,679 ft
TrailRank 
53 2.3
Min elevation
18 ft
Trail type
Loop
Coordinates
1133
Uploaded
April 21, 2020
Recorded
April 2020
  • Rating

  •   2.3 1 review
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near Moneglia, Liguria (Italia)

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Itinerary description

Percorso ad anello piuttosto faticoso ma molto frequentato, che percorre la cresta sommitale del Monte
Moneglia, per poi percorrere l'allungato costone di Punta Baffe e scendere al mare presso Punta Moneglia, i cui bastioni rocciosi sono in parte raggiungibili con un elementare via di salita tra le rocce. L’ambiente è davvero affascinante e tranquillo, dove regnano le rocce di arenaria che sembrano spuntare dall’acqua cristalline.
SI può arrivare a Moneglia con Auto o Treno. Proveniendo dalla stazione ferroviaria si scende verso il centro del paese per
alcune decine di metri, fino a notare sulla destra l'imbocco dei sentieri segnalati per il Monte Moneglia. segnato con una doppia XX
Si sale una scalinata e ci si immette in una viuzza che taglia verso destra; giunti a monte dell'altura su cui sorge il castello di Moneglia si incontra una stradina asfaltata, che porta ad uno spiazzo presso alcuni cassonetti della spazzatura. Si piega a destra lungo una stradina asfaltata che sale decisamente tra case isolate e orti; si lascia a sinistra un sentiero per Punta Moneglia e si prosegue lungo la rotabile fino ad un tabellone con carta escursionistica. Qui si prende a destra indicato da vari segnavia; giunti su un piccolo costone, si piega a sinistra, trascurando la diramazione segnalata con due rombi rossi diretta a Montelungo. Salendo nel bosco accanto ad una recinzione, si giunge ad un altro bivio, si imbocca la diramazione segnalata con due croci rosse. Il sentiero si innalza ripido tra pini e arbusti, fino
ad innestarsi sulla Costa di Comunaglia (quota 298). Si prosegue a destra lungo il sentiero di crinale,
aggirando una piccola gobba e risalendo il ripido risalto successivo. Quando il sentiero piega a destra
per aggirare il Monte Comunaglia, conviene continuare lungo il crinale per portarsi alla sovrastante
croce. (La croce, posta a poche decine di metri dalla vera cima del Monte Comunaglia, è un bellissimo punto panoramico sulla baia di Moneglia, sull'Appennino Spezzino e sulla riviera fino a Punta Mesco). Proseguendo lungo il crinale, si scavalca la vera cima del Monte Comunaglia, da cui il panorama si apre anche verso ovest, e si scende in breve alla sella successiva, dove si ritrova il sentiero segnalato. Scavalcata una gobba poco marcata, si affronta un'ultima ripida salita che porta ad un tavolino in legno. Pochi metri più avanti, si sbuca sulla cima orientale del Monte Moneglia (circa due ore da Moneglia) coperta da alberi e macchia. Si scende tra gli arbusti verso ovest, giungendo alla selletta tra le due cime, dove si trova un bivio. Si scende a sinistra (segnavia: due cerchi rossi vuoti), perdendo rapidamente quota lungo un sentiero sconnesso, che procede tra radi arbusti ai margini di una zona colpita da un tremendo incendio nel 2016. Ci si innesta sul contrafforte sud-ovest del Monte Moneglia e si raggiunge un importante crocevia in località Colle del Lago (312 m).
Il sentiero che si dirige verso sinistra può essere utilizzato per abbreviare notevolmente il percorso: esso taglia il versante sud del Monte Moneglia quasi in piano, e in poche decine di minuti porta al bivio di quota 308; presso questo bivio ci si ricongiunge con il percorso descritto in seguito.
Si continua dritti lungo l'ampio contrafforte che offre bellissime viste su Punta Manara, prima con alcuni brevissimi saliscendi e poi in lieve discesa. Lasciato a destra un sentiero che scende a Riva Trigoso, si raggiunge la Torre di Punta Baffe.
Si tratta di una delle numerose torri costruite nel XVI secolo dalla Repubblica di Genova per avvistare i pirati. Era in comunicazione visiva con le vicine torri di Punta Moneglia e di Punta Baffe (oltre che con il distante eremo di Punta Mesco), e tra queste tre torri è di gran lunga quella meglio conservata. All'interno, una scala a pioli permette di salire al piano superiore e di osservare il panorama da una finestrella.
Trascurando un altro sentiero che scende a Riva Trigoso, si continua dritti lungo la dorsale di Punta Baffe (segnavia: Sentiero Liguria e punto e linea rossi), con bei panorami verso est. Giunti sul ciglio delle falesie di Punta Baffe, il sentiero piega decisamente a sinistra scendendo in diagonale tra gli arbusti. Si lascia a destra una diramazione indicata con segnavia blu, si attraversano alcune vallecole e infine si entra nel grande impluvio della Vallegrande. Contornato a monte l'agriturismo Nûa Natûa, si incontra un bivio (quota 70 circa). A sinistra il Sentiero Liguria contorna in piano la parte terminale della Vallegrande, a destra il "percorso botanico" ripassa accanto all'agriturismo e scende in breve sul fondo della Vallegrande, dove transita la "strada delle gallerie".
La spiaggia di Vallegrande può essere raggiunta attraversando la strada e imboccando un breve tratto di sentiero che percorre il coronamento di un muro. Giunti sulla scogliera, si scende a destra per roccette gradinate (corde fisse) e in pochi metri si è sulla spiaggia.
Presso l'imbocco della galleria che si apre in direzione di Moneglia, si diparte un ampio sentiero che sale a gradini. In breve tempo ci si riporta sul Sentiero Liguria, che si segue verso destra in salita. La ripida ascesa si svolge tra arbusti e radi pini, nel primo tratto sul ciglio delle falesie con spettacolare vista sul mare. Man mano che si sale, invece, ci si addentra nella macchia, fino a raggiungere l'ampio sentiero pianeggiante proveniente dalla Costa del Lago. Si segue la comoda traccia verso destra, contornando la Vallettina e poi lasciando a destra la diramazione per il Salto nel Blu. Si contorna anche la Valletta e si giunge ad un crocevia in località Costa di Comunaglia (quota 238).
Il sentiero di destra scende alla Spiaggia della Valletta, incastonata tra le spettacolari falesie di Punta Moneglia.
Si continua dritti lungo il Sentiero Liguria, tagliando in lieve discesa un versante che a tratti offre scorci sulla baia di Moneglia. Contornata dall'alto una villetta, si giunge ad un bivio già incontrato all'andata. Da qui, girando a destra si ritorna a Moneglia lungo la spiaggia

Waypoints

PictographWaypoint Altitude 486 ft

g Cresta Venino

PictographWaypoint Altitude 69 ft

g Moneglia,Stazone Ferroviaria/Parcheggi

Moneglia . I più bei borghi d'Italia Il nome
Il borgo – riporta una cronaca del 1537 – fu chiamato Monilia in latino, che vuol dire gioielli preziosi “per cagione dei fruttiferi e ameni colli” circostanti. Il termine monilia si riferisce dunque alla ricchezza della vegetazione, i cui frutti sono paragonati a gioielli.   La storia
IV sec., in una mappa stradale dell’Impero Romano, la Tavola Peutingeriana conservata alla Biblioteca Nazionale di Vienna, è citata la località ad Monilia, di certo esistente già ai tempi di Cesare Augusto, come rileva una carta custodita ai Musei Vaticani.
1051, i terrazzamenti a ulivo sono già diffusi nella zona di Moneglia, come mostra la donazione di alcuni uliveti fatta dal marchese Alberto al monastero di San Venerio.
1176, probabile costruzione del castello di Villafranca, per opera della Repubblica di Genova che contendeva il territorio ai Malaspina.
1290, sono poste sulla parete esterna della chiesa di Santa Croce due maglie della catena che chiudeva il porto di Pisa, a memoria della disfatta dei pisani da parte dei genovesi; durante il Medioevo e per tutto il Cinquecento, Moneglia condivide le sorti della Repubblica di Genova, alla quale fornisce marinai e capitani, come in occasione della battaglia navale della Meloria del 1284.
1527, nasce a Moneglia il pittore Luca Cambiaso.
1828, un dipinto di Giovanni Migliara ritrae il poeta e librettista Felice Romani in barca davanti al castello di Moneglia, in compagnia di Vincenzo Bellini: si tramanda che avrebbero lavorato insieme alla stesura della “Norma” nella casa monegliese di Romani. I Genovesi nel XII secolo posero a difesa di Moneglia due fortezze: quella di Villafranca, a levante, fu distrutta durante l’ultima guerra e parzialmente recuperata una ventina d’anni fa; su quella di Monleone, a ponente, nei primi del Novecento fu costruito un curioso castelletto in stile Coppedè. Dall’alto della fortezza di Villafranca si vede chiaramente la struttura del borgo, stretto da un lato tra mare e collina, e dall’altro tra due campanili: quello della chiesa di ponente, San Giorgio, e quello della chiesa di levante, Santa Croce. Fino all’età moderna il borgo era diviso in due da un torrente, poi coperto, che separava nettamente i due quartieri, ognuno dei quali aveva la propria chiesa e il proprio cimitero. E ancora oggi si discute se sia più bella la chiesa di San Giorgio o quella di Santa Croce. Difficile dirlo. San Giorgio, fondata dai monaci benedettini nel XIV secolo, conserva il chiostro francescano del secolo successivo, due polittici gotici di grande valore, anch’essi quattrocenteschi – opera di Giovanni da Pisa e di Giovanni Barbagelata – e una magnifica tela ritenuta opera giovanile di Luca Cambiaso, un maestro del Cinquecento europeo. Molto elegante l’altare maggiore in marmi policromi del Seicento. Proseguendo verso levante attraverso l’antico carruggio medievale, su cui si affacciano portali in ardesia del XV e XVI secolo, si arriva alla casa natale di Luca Cambiaso, e subito dopo al piazzale della settecentesca chiesa di Santa Croce. I suoi tesori cominciano all’esterno con il “risseu” ottocentesco, che riprende la tradizione ligure di decorare i sagrati delle chiese con mosaici di ciottoli, e continuano all’interno, dove l’occhio si ferma soprattutto sulle torsioni delle Madonne del Maragliano, grande scultore del legno, e sul crocefisso bizantino che dà nome alla chiesa, secondo la leggenda miracolosamente arrivato dal mare. All’esterno, si osservano il rilievo marmoreo del 1290 che ricorda la partecipazione di due monegliesi alla battaglia della Meloria del 1284, in cui i genovesi distrussero la flotta pisana, e due maglie della catena strappate al porto di Pisa. Sullo stesso piazzale si trovano la casa in cui abitò e morì Felice Romani, poeta melodrammatico e librettista per Rossini, Bellini, Donizetti, e l’edificio più antico di Moneglia, l’oratorio dei Disciplinanti. Fondato presumibilmente intorno al X secolo, l’oratorio è internamente decorato con quattro strati di affreschi, recentemente restaurati, che vanno dal Duecento al Settecento. Gli affreschi della parte bassa delle pareti sono secenteschi, quelli delle lunette appartengono al secolo successivo. Andiamo a vedere in una piazzetta la fontana con la scultura di un’onda. La spiaggia è di là dalla strada. Intorno al castello di Villafranca, che ospita il centro studi dedicato a Felice Romani, un giardino botanico mediterraneo accoglie i visitatori. Noi passiamo in rassegna tutte le piante: agave, gi­­nestra, timo, cappero spontaneo, vite americana, gelsomino, canna, palma, glicine, finocchio selvatico. Ed è subito mare.

PictographSummit Altitude 1,401 ft

g Monte Comunaglia (435m)

La parte sommitale del monte è composta da tre rilievi il più alto dei quali raggiunge i 521 metri. La montagna è collegata con la Punta Moneglia, che si spinge nel Mar Ligure, tramite un crinale che comprende il vicino monte Comunaglia. Sulla cima del Monte Moneglia convergono i territori dei comuni di Moneglia, Casarza Ligure e Sestri Levante, tutti e tre appartenenti alla Città metropolitana di Genova.[2]. Dalla cima del monte si gode di un ottimo panorama sulla costa e sulle montagne liguri.

PictographSummit Altitude 1,679 ft

g Monte Moneglia (521m)

La parte sommitale del monte è composta da tre rilievi il più alto dei quali raggiunge i 521 metri. La montagna è collegata con la Punta Moneglia, che si spinge nel Mar Ligure, tramite un crinale che comprende il vicino monte Comunaglia. Sulla cima del Monte Moneglia convergono i territori dei comuni di Moneglia, Casarza Ligure e Sestri Levante, tutti e tre appartenenti alla Città metropolitana di Genova.[2]. Dalla cima del monte si gode di un ottimo panorama sulla costa e sulle montagne liguri.

PictographWaypoint Altitude 62 ft

g Punta Moneglia

agli scogli della Punta di  Moneglia. In estate, da qui è possibile tuffarsi nelle limpide acque della punta.

PictographWaypoint Altitude 576 ft

g Torre di Punta Baffe

La torre di Punta Baffe Un ginepro oversize si erge davanti all’antico torrione ben restaurato. Ci arrampicheremmo volentieri sulla scaletta di ferro esterna che porta alla sommità, ma mancano i primi pioli. Un filo spinato ci convince a lasciar perdere del tutto. Ci accontentiamo di sbirciare all’interno della torre, dove una scaletta di legno porta al secondo piano. Troviamo qualche avanzo e una canottiera! Decisamente un bivacco vissuto… Curiosità:  la torre di Punta Baffe, eretta dalla Repubblica di Genova, è sempre stata usata per avvistamento e segnalazione. Il sistema di segnalazione consisteva nel bruciare fascine di erica secca, inumidite di giorno e cosparse d’olio di notte, per avvertire i concittadini dell’arrivo dei vascelli saraceni. Più recentemente, nell’ultima guerra, la direzione dei cantieri navali di Riva impiegava presso la torre un paio di lavoratori. Questi, in caso di incursione aerea, issavano su un’asta metallica un grosso bidone di benzina vuoto verniciato di bianco, battezzato dalla gente “pallone”. Così, quando nelle officine si propagava il grido “ù balùn! ù balùn!”, era tutta una fuga a ripararsi nelle gallerie ex ferroviare per Moneglia! Qualche passo oltre la torre… e siamo circondati di bellezza. A Levante la serie di promontori a picco sul mare e sotto di noi, incastonata nel verde, la casetta dell’agriturismo Nüa Natüa. A Ponente le rocce scoscese sulle acque turchesi, l’abitato di Riva e Punta Manara.

Comments  (1)

  • sanne switzar Jun 6, 2021

    I have followed this trail  verified  View more

    Veel klauteren dus niet zo makkelijk te lopen.

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