Forca Viola-Cima dell'osservatorio - M. Redentore
near Spina di Gualdo, Marche (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Percorso di andata e ritorno sui Monti Sibillini, lunga ed impegnativa (la traccia prevede anche 6,5 km in più) poiché, non conoscendo le condizioni in cui versasse la stradina sterrata che conduce a Foce San Lorenzo, si è preferito lasciare l’auto nei pressi della Chiesetta di Santa Maria della Cona. Il clima mite (18°) ha aiutato indubbiamente, se la temperatura fosse stata più alta non avremmo potuto fare così tanti km (tra l’altro quasi sempre esposti). La stradina bianca sterrata, fatta per lo più di ciottoli e pietruzze, non risulta essere particolarmente infida per le auto; sono presenti alcuni tratti leggermente più insidiosi ma andando a velocità ridotta è percorribilissima anche da utilitarie che non presentino il 4X4. Consiglio di lasciare l’auto vicino la chiesetta a coloro che vogliono godere di una vista panoramica d’eccezione su campi di grano, violette, papaveri e più in fondo fioritura di lenticchie, in un mix di colori strabiliante e stupefacente; coloro che invece preferiscono accorciare di parecchi km (partendo di buon mattino) possono trovare sicuramente posto più giù a Fonte San Lorenzo.
Anche in questo weekend di fine Giugno vigono i divieti circa il passaggio per Castelluccio di Norcia da qualunque direzione per una migliore gestione del flusso turistico legato al periodo della fioritura delle lenticchie (quest’anno in misura notevolmente maggiore rispetto all’estate scorsa, dove ci fu una consistente siccità che andò irrimediabilmente a segnare l’intero raccolto- piuttosto esiguo). Si percorre un breve tratto della SP136 per poi svoltare a sinistra ed imboccare la famosa sterrata bianca che si presenta come una dolce discesa (almeno all’andata) leggermente pendente in alcuni tratti. Si arriva in ben poco a Fonte San Lorenzo dove verrete colpiti dalle vasche stracolme d’acqua utilizzate come abbeveratoio dalle mandrie di bovini e ovini pascolanti in zona. Si segue il CAI 551 su di un sentiero di brecciolino che svolta in una faggeta e dopo un’irta salita (circa 100m in 500m) ci si trova in un prato sfalciato fin a raggiungere Capanna Ghezzi. Seguiamo qui per le indicazioni per il CAI 552 fin a quando, in località Pianacce, decidiamo di compiere un taglio evitandoci così qualche tornante. Siamo immersi nella vegetazione del Parco dei Monti Sibillini tra ranuncoli, tarassaco, margherite e violette. A questo punto l’atmosfera da bucolica diventa maggiormente montana, si passa su di un fondo sassoso dove in alcuni punti è necessario camminare accanto alla roccia. C’è una forte nebbia che si muove da un lato all’altro, rendendo impossibile osservare la piana di Castelluccio e le cime minori dei Sibillini. La foschia non consente di fare piani, è instabile, si spera che scompaia così da permetterci di compiere il giro così come preventivato in partenza. Sono a pochi m dalla vetta di Cima San Lorenzo raggiungibile attraverso la salita su di un crinale ripido e Scosceso dove in alcuni tratti occorre arrampicarsi. C’è fitta nebbia proprio sopra la mia testa e così decido di non compiere questa salita, la veduta da questa vetta ne sarebbe inficiata. Proseguo per la Cima dell’Osservatorio, detta così perché proprio qui verso la fine dell’800 si decise di costruire un osservatorio meteorologico mai più realizzato. Si discende per re-immettersi sul sentiero che ci condurrà verso la Cima del Redentore, dove a circa 500 m avvistiamo dei banche di nebbia residui dello scorso inverno che non pregiudicano in alcun modo il nostro incedere (sono infatti stazionate ai lati). Raggiunta la maestosa Cima del Redentore, ci si concentra sul prossimo passaggio: Pizzo del Diavolo. Si percorrono pochi metri, ci si ferma poco prima del cammino di cresta in quanto la visibilità- causa nebbia- è fortemente compromessa e nei punti più impegnativi potrebbe davvero costarci caro. Ahimè, per oggi non è percorribile, a malincuore facciamo retrofront; se avremo possibilità di ritornare non ci sfuggirà. Si ripercorre a ritroso il sentiero con un’unica variazione, si taglia capanna ghezzi per raggiungere in minor tempo possibile la faggeta di San Lorenzo. Necessari i bastoncini telescopici e partire con sé una buona riserva d’acqua, possibilità di rifornimento solo ad inizio sentiero. Il sentiero, bene ricordarlo, è quasi tutto esposto quindi è fondamentale mettere una protezione solare sul viso e braccia.
Anche in questo weekend di fine Giugno vigono i divieti circa il passaggio per Castelluccio di Norcia da qualunque direzione per una migliore gestione del flusso turistico legato al periodo della fioritura delle lenticchie (quest’anno in misura notevolmente maggiore rispetto all’estate scorsa, dove ci fu una consistente siccità che andò irrimediabilmente a segnare l’intero raccolto- piuttosto esiguo). Si percorre un breve tratto della SP136 per poi svoltare a sinistra ed imboccare la famosa sterrata bianca che si presenta come una dolce discesa (almeno all’andata) leggermente pendente in alcuni tratti. Si arriva in ben poco a Fonte San Lorenzo dove verrete colpiti dalle vasche stracolme d’acqua utilizzate come abbeveratoio dalle mandrie di bovini e ovini pascolanti in zona. Si segue il CAI 551 su di un sentiero di brecciolino che svolta in una faggeta e dopo un’irta salita (circa 100m in 500m) ci si trova in un prato sfalciato fin a raggiungere Capanna Ghezzi. Seguiamo qui per le indicazioni per il CAI 552 fin a quando, in località Pianacce, decidiamo di compiere un taglio evitandoci così qualche tornante. Siamo immersi nella vegetazione del Parco dei Monti Sibillini tra ranuncoli, tarassaco, margherite e violette. A questo punto l’atmosfera da bucolica diventa maggiormente montana, si passa su di un fondo sassoso dove in alcuni punti è necessario camminare accanto alla roccia. C’è una forte nebbia che si muove da un lato all’altro, rendendo impossibile osservare la piana di Castelluccio e le cime minori dei Sibillini. La foschia non consente di fare piani, è instabile, si spera che scompaia così da permetterci di compiere il giro così come preventivato in partenza. Sono a pochi m dalla vetta di Cima San Lorenzo raggiungibile attraverso la salita su di un crinale ripido e Scosceso dove in alcuni tratti occorre arrampicarsi. C’è fitta nebbia proprio sopra la mia testa e così decido di non compiere questa salita, la veduta da questa vetta ne sarebbe inficiata. Proseguo per la Cima dell’Osservatorio, detta così perché proprio qui verso la fine dell’800 si decise di costruire un osservatorio meteorologico mai più realizzato. Si discende per re-immettersi sul sentiero che ci condurrà verso la Cima del Redentore, dove a circa 500 m avvistiamo dei banche di nebbia residui dello scorso inverno che non pregiudicano in alcun modo il nostro incedere (sono infatti stazionate ai lati). Raggiunta la maestosa Cima del Redentore, ci si concentra sul prossimo passaggio: Pizzo del Diavolo. Si percorrono pochi metri, ci si ferma poco prima del cammino di cresta in quanto la visibilità- causa nebbia- è fortemente compromessa e nei punti più impegnativi potrebbe davvero costarci caro. Ahimè, per oggi non è percorribile, a malincuore facciamo retrofront; se avremo possibilità di ritornare non ci sfuggirà. Si ripercorre a ritroso il sentiero con un’unica variazione, si taglia capanna ghezzi per raggiungere in minor tempo possibile la faggeta di San Lorenzo. Necessari i bastoncini telescopici e partire con sé una buona riserva d’acqua, possibilità di rifornimento solo ad inizio sentiero. Il sentiero, bene ricordarlo, è quasi tutto esposto quindi è fondamentale mettere una protezione solare sul viso e braccia.
Waypoints
Comments (3)
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Information
Easy to follow
Scenery
Difficult
Impeccabile descrizione di uno scenario molto vario che ripaga tutti i gusti, delineando occasionalmente la coesistenza di più stagioni col progredire di quota.
Bonitas vistas. Un abrazo
Magnifiques panoramas! La montagne est belle! Merci pour le voyage!👍👍