Foliage alla Camosciara tra meravigliosa natura, fauna e avventura

Siamo venuti ad ammirare le bellezze della valle della Camosciara, incastonata tra il monte Mattone, il monte Amaro e il Monte Capraro, vette di quasi 2000 metri costellate di praterie e stupendi boschi di pini, faggi, aceri, ginepri, querce, peri selvatici, biancospini e tante altre specie floristiche. La fauna di queste valli è ineccepibile : lungo il percorso ad anello troverete facilmente cervi, daini e cavalli selvatici, più raramente cinghiali, volpi e lupi.
Il percorso parte dal parcheggio a pagamento obbligatorio (5€), dove sono vari chioschi bar e servizi, e dove parte il trenino-bus per le cascate. Dopo circa 1 km del primo tratto della strada asfaltata segnata come G1, si svolta a sinistra per il sentiero I2 che sale in direzione Civitella Alfedena. Il sentiero costeggia e in gran parte si sovrappone a un torrente, per cui sono imprescindibili gli scarponi da trekking ed è necessario fare attenzione al fango sempre presente. Attenzione anche al sentiero perché, seppur sia sempre presente la segnaletica biancorossa, il bivio con il sentiero H3 non è indicato chiaramente da alcuna tabella come invece per tutte le altre intersezioni. Si prosegue in salita fino a Colle Jajacque (mt.1187), dove nei pressi di un fontanile con una sorgente d’acqua si divide dal sentiero I2 il tratto G4, che inboccheremo per tornare indietro verso la strada asfaltata che va alle cascate, passando ora in modo più leggero in una bellissima faggeta. Scendendo al fiume che costeggia la strada, attenzione a non farsi trarre in inganno pensando che lo si debba guadare: il percorso lo costeggia per un breve tratto a ritroso fino a trovare un ponte. Da qui si reimbocca la strada asfaltata fino in fondo, dove riprende un ultimo tratto di sentiero che sale fino alle cascate, e poi si torna indietro lungo tutto il percorso asfaltato G1 fino al parcheggio di partenza.
Percorso senza particolari difficoltà anche per escursionisti alle prime esperienze, da segnalare ovviamente la capacità di mantenersi in equilibrio salendo nel primo tratto, dove non è possibile procedere se non con scarponi da trekking impermeabili su sentiero fangoso e sassoso e con numerosi (facili) guadi di piccoli torrenti.