Ficuzza: Sentiero del Lupo
near Bivio Lupotto, Sicilia (Italia)
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Itinerary description
Itinerario Anello
Partenza/arrivo SS118 - N 37°54'16" - E 13°22'40”
Lunghezza km 10,0
Guadagno mt 586
Pendenza media 10,1%/-11,4%
Pendenza max 37,6%/-35,5%
Elevazione min/max mt 538/882
Tipo di suolo strada forestale 18%, pista forestale 58%, sentiero 24% km 4,4-6,8
Livello difficoltà Medio (E)
Il percorso dell’escursione si sviluppa in buona parte nel territorio dell’ex feudo Lupo, in una delle zone meno frequentate della RNO Ficuzza e Cappelliere.
Il feudo Lupo, già noto come "Chiano di lo Lupo" in documenti del XVI secolo, insieme ai feudi Ficuzza, Lupotto, Cappidderi ed ai sette feudi della Baronia di Godrano, furono acquisiti da Re Ferdinando di Borbone, grande appassionato di caccia, per farne una riserva venatoria. Il feudo Lupo si sviluppava tra i feudi Cappidderi e Ficuzza, con un vertice a Quattro Finaite (quattro confini).
Il vasto complesso così riunito di 7400 ha dato forma all’attuale RNO Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago, area naturale protetta istituita con Decreto Assessoriale n. 365/44 del 26 luglio 2000 della Regione Siciliana.
Oggi per Bosco Ficuzza si intende l’area boschiva a nord di Rocca Busambra fino alla SP26, che collega la SS118 a Godrano; mentre l’area boschiva a nord della SP26 viene indicata come Bosco del Cappelliere.
Il toponimo Lupo indica un ampio Cozzo (780 mt slm), isolato da balze di arenaria, a testimonianza della presenza
del nobile predatore estintosi per le ripetute campagne di abbattimento succedutesi dal medioevo.
L’escursione inizia da uno degli accessi forestali al bosco del Cappelliere, in prossimità del bivio Lupo, ed attraversa il vallone Schiavo, una tra le più belle aree boschive della Riserva per la monumentalità dei suoi Cerri di Gussone, che crescono nel suo fondovalle.
Il Cerro di Gussone è una quercia caducifoglia endemica della Sicilia, dove forma fitte formazioni forestali sul versante tirrenico dei Nebrodi e nel bosco della Ficuzza, a quote comprese fra 700 e 1000 metri. E’ molto simile al Cerro comune, da cui si differenzia per essere specie termofila, per la forma delle foglie, più ampie e con margine meno profondamente inciso, e delle ghiande più voluminose.
Il fusto è alto sino a 25 mt, le foglie sono lunghe 10-18 cm, le ghiande sono lunghe 28-42 mm con diametro di 18-23 mm, ricoperte per circa un terzo della loro superficie da una capsula squamosa.
Altre specie che hanno colonizzato il Vallone Schiavo, oltre alla Roverella, sono il Frassino e le Conifere mediterranee, questi ultimi introdotte con i rimboschimenti degli anni ’50. In particolare il Frassino ha trovato nel Vallone Schiavo condizioni ambientali particolarmente favorevoli, raggiungendo con diversi esemplari dimensioni ragguardevoli.
In prossimità del km 2,6, nelle stagioni invernali particolarmente piovose, si forma un caratteristico gorgo effimero.
Al km 3,0 si devia sulla strada forestale che, partendo da Quattro Finaite, attraversa tutto il bosco del Cappelliere.
Al km 4,2 si lascia la strada forestale, deviando a sinistra verso la parte più suggestiva del percorso, la cresta che separa per oltre 2 km il Vallone Schiavo a SW dal Vallone Arcera a NE. Il percorso è in buona parte su sentiero naturale, percorrendo tratti di antiche mulattiere che attraversavano il bosco.
La cresta è formata da balze e rilievi arenacei grigi con inclusioni gialle, che insieme alla fitta vegetazione arborea e arbustiva, agli scorci panoramici su Vallone Schiavo e Rocca Busambra da un lato, Vallone Arcera dall’altro, offrono tanti scorci naturalistici di suggestiva bellezza.
La specie arborea prevalente è la quercia da sughero, che in questo sito conta numerosi esemplari. La specie arbustiva prevalente, in alcune zone tappezzante, è l’erica arborea.
Il sentiero, proprio perché poco battuto, presenta alcuni punti di poco agevole passaggio.
Dal km 5,5 al km 5,8 la vegetazione arborea cambia a Conifere mediterranee, ormai vetuste ed in cattivo stato, molte invase dall’edera, senza che sia stato avviato alcun ciclo di trasformazione con le specie autoctone.
Particolare attenzione bisogna porre al km 5,75. Il sentiero sembra proseguire in direzione W, mentre bisogna deviare in direzione N verso l’avvallamento che conduce a Cozzo Lupo. Alla fine dell’avvallamento il sentiero si biforca in direzione W e NE in salita, dobbiamo proseguire (dx) in quest’ultima direzione su un tratto di vecchia mulattiera scavata nell’arenaria, che passa a pochi metri da una profonda parete di arenaria verso Vallone Arcera.
Superato questo punto critico, si prosegue facilmente raggiungendo, nei pressi di Cozzo Lupo, un perfetto punto di sosta, un bucolico pianoro con al margine una monumentale quercia da sughero, forse la più bella della Riserva.
Il percorso riprende in discesa, passando da sentiero a pista forestale, fino a raggiungere al km 7,3 la strada forestale che conduce a Val dei Conti. In questo tratto si incontrano evidenti tracce della presenza di cinghiali, dal grufolamento agli insogli.
Al km 7,9 deviazione a sn, in leggera salita su pista forestale, verso Cozzo Mirto, l’altura che affianca la SS118, che offre una bella veduta panoramica verso il lago dello Scanzano. La vegetazione arborea prevalente è il Frassino. Dal km 9,0 il percorso è in discesa, fino a chiudere l’anello al km 9,5. Fine del percorso al km 10.
L’escursione richiede una attenta programmazione, specie per le condizioni meteo che dovranno essere buone e con assenza di nebbia per non comprometterne la sicurezza. Per apprezzare al meglio i paesaggi è preferibile una giornata con buona visibilità.
L’itinerario si presta ad essere percorso nelle diverse stagioni dell’anno, per apprezzare le varie vesti dell’ambiente boschivo, ovviamente estate esclusa. Un periodo particolare per la visita è la seconda metà di febbraio, prima metà di marzo, per le suggestioni inaspettate che può offrire la fioritura dell’Erica arborea sulla cresta tra il Vallone Schiavo ed il Vallone Arcera.
Il mio giudizio finale: escursione impegnativa ma entusiasmante.
Waypoints
P/A
Partenza/arrivo SS118 - N 37°54'16" - E 13°22'40” L’escursione inizia da uno degli accessi forestali al bosco del Cappelliere, in prossimità del bivio Lupo, ed attraversa il vallone Schiavo, una tra le più belle aree boschive della Riserva per la monumentalità dei Cerri di Gussone, che crescono nel suo fondovalle.
Bivio Lupo
Bivio Lupo
Cerro di Gussone
L’escursione inizia da uno degli accessi forestali al bosco del Cappelliere, in prossimità del bivio Lupo, ed attraversa il vallone Schiavo, una tra le più belle aree boschive della Riserva per la monumentalità dei Cerri di Gussone, che crescono nel suo fondovalle. Il Cerro di Gussone è una quercia caducifoglia endemica della Sicilia, dove forma fitte formazioni forestali sul versante tirrenico dei Nebrodi e nel bosco della Ficuzza, a quote comprese fra 700 e 1000 metri. E’ molto simile al Cerro comune, da cui si differenzia per essere specie termofila, per la forma delle foglie, più ampie e con margine meno profondamente inciso, e delle ghiande più voluminose. Il fusto è alto sino a 25 mt, le foglie sono lunghe 10-18 cm, le ghiande sono lunghe 28-42 mm con diametro di 18-23 mm, ricoperte per circa un terzo della loro superficie da una capsula squamosa.
Vallone Schiavo 2
L’escursione inizia da uno degli accessi forestali al bosco del Cappelliere, in prossimità del bivio Lupo, ed attraversa il vallone Schiavo, una tra le più belle aree boschive della Riserva per la monumentalità di alberi di una specie endemica di quercia, il Cerro di Gussone, che crescono nel suo fondovalle. Il Cerro di Gussone è una quercia caducifoglia endemica della Sicilia, dove forma fitte formazioni forestali sul versante tirrenico dei Nebrodi e nel bosco della Ficuzza, a quote comprese fra 700 e 1000 metri. E’ molto simile al Cerro comune, da cui si differenzia per essere specie termofila, per la forma delle foglie, più ampie e con margine meno profondamente inciso, e delle ghiande più voluminose. Il fusto è alto sino a 25 mt, le foglie sono lunghe 10-18 cm, le ghiande sono lunghe 28-42 mm con diametro di 18-23 mm, ricoperte per circa un terzo della loro superficie da una capsula squamosa. Altre specie che hanno colonizzato il Vallone Schiavo, oltre alla Roverella, sono Frassino e Conifere mediterranee, queste ultime introdotte con i rimboschimenti degli anni ’50. In particolare il Frassino ha trovato nel Vallone Schiavo condizioni ambientali particolarmente favorevoli, raggiungendo con diversi esemplari dimensioni ragguardevoli.
Bosco di Frassini
Altre specie che hanno colonizzato il Vallone Schiavo, oltre alla Roverella, sono il Frassino e le Conifere mediterranee, questi ultimi introdotte con i rimboschimenti degli anni ’50. In particolare il Frassino ha trovato nel Vallone Schiavo condizioni ambientali particolarmente favorevoli, raggiungendo con diversi esemplari dimensioni ragguardevoli.
Gorgo effimero
In prossimità del km 2,6, nelle stagioni invernali particolarmente piovose, si forma un caratteristico gorgo effimero.
Bivio 1 sn
Al km 3,0 si devia sulla strada forestale che, partendo da Quattro Finaite, attraversa tutto il bosco del Cappelliere.
Torre del Bosco
Torre del Bosco
Bivio 2 sn
Al km 4,2 si lascia la strada forestale, deviando a sinistra verso la parte più suggestiva del percorso, la cresta che separa per oltre 2 km il Vallone Schiavo a SW dal Vallone Arcera a NE, in buona parte su sentiero naturale, percorrendo tratti di antiche mulattiere che attraversavano il bosco.
Querce da Sughero
La specie arborea prevalente è la quercia da sughero, che in questo sito conta numerosi esemplari.
Panorama
La cresta è formata da balze e rilievi arenacei grigi con inclusioni gialle, che insieme alla fitta vegetazione arborea e arbustiva, agli scorci panoramici su Vallone Schiavo e Rocca Busambra da un lato, Vallone Arcera dall’altro, offrono tanti scorci naturalistici di suggestiva bellezza.
Affioramenti di arenaria
La cresta è formata da balze e rilievi arenacei grigi con inclusioni gialle
Panorama
La cresta è formata da balze e rilievi arenacei grigi con inclusioni gialle, che insieme alla fitta vegetazione arborea e arbustiva, agli scorci panoramici su Vallone Schiavo e Rocca Busambra da un lato, Vallone Arcera dall’altro, offrono tanti scorci naturalistici di suggestiva bellezza.
L'ambiente della cresta
Al km 4,2 si lascia la strada forestale, deviando a sinistra verso la parte più suggestiva del percorso, la cresta che separa per oltre 2 km il Vallone Schiavo a SW dal Vallone Arcera a NE, in buona parte su sentiero naturale, percorrendo tratti di antiche mulattiere che attraversavano il bosco. La cresta è formata da balze e rilievi arenacei grigi con inclusioni gialle, che insieme alla fitta vegetazione arborea e arbustiva, agli scorci panoramici su Vallone Schiavo e Rocca Busambra da un lato, Vallone Arcera dall’altro, offrono tanti scorci naturalistici di suggestiva bellezza. La specie arborea prevalente è la quercia da sughero, che in questo sito conta numerosi esemplari. La specie arbustiva prevalente, in alcune zone tappezzante, è a sua volta l’erica arborea. Il sentiero, proprio perché poco battuto, presenta alcuni punti di poco agevole passaggio.
Pineta
Dal km 5,5 al km 5,8 la vegetazione arborea cambia a Conifere mediterranee, ormai vetuste ed in cattivo stato, molte invase dall’edera, senza che sia stato avviato alcun ciclo di trasformazione con le specie autoctone.
Vallone Arcera
Vallone Arcera
Bivio 3 dx
Particolare attenzione bisogna porre al km 5,75. Il sentiero sembra proseguire in direzione W, mentre bisogna deviare in direzione N verso l’avvallamento che conduce a Cozzo Lupo.
Bivio 4 dx
Alla fine dell’avvallamento il sentiero si biforca in direzione W e NE in salita, dobbiamo proseguire (dx) in quest’ultima direzione su un tratto di vecchia mulattiera scavata nell’arenaria
Balza di arenaria
... che passa a pochi metri da profonde pareti di arenaria verso Vallone Arcera
Quercia da sughero monumentale
Superato questo punto critico, il sentiero prosegue raggiungendo, nei pressi di Cozzo Lupo, un perfetto punto di sosta, un bucolico pianoro con al margine una monumentale quercia da sughero, forse la più bella della Riserva.
Insoglio
Un segno di attività del cinghiale è rappresentato dagli insogli, pozze d‘acqua a cui il cinghiale si reca abitualmente per il bagno di fango; la pozza non deve essere profonda né di acqua limpida in quanto la funzione che deve assolvere il ―bagno‖ è quella di inglobare nel fango i parassiti per poi eliminarli, una volta che questo si è seccato, mediante energici sfregamenti contro rocce o tronchi d‘albero.
Bivio 5 sn
Bivio 5 sn
Bivio 6 sn
Il percorso riprende in discesa, passando da sentiero a pista forestale, fino a raggiungere al km 7,3 la strada forestale che conduce a Val dei Conti.
Bivio 7 sn
Al km 7,9 deviazione a sn, in leggera salita su pista forestale, verso Cozzo Mirto, l’altura che affianca la SS118, che offre una bella veduta panoramica verso il lago dello Scanzano. La vegetazione arborea prevalente è il Frassino.
Val dei Conti
Val dei Conti
Serra Mirto
Serra Mirto
Lago Scanzano
Lago Scanzano
Bivio 8 sn
Dal km 9,0 il percorso è in discesa, fino a chiudere l’anello al km 9,5
Comments (2)
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Bel percorso,complimenti!
Tuttavia consiglio a chi vuole seguirlo di considerare il periodo e l' questo perché al chilometro 5,63 circa,la vegetazione fa confondere e c'è il serio rischio di perdersi peggiorando la propria situazione in prossimità del tramonto,quindi occhio!!per il resto bellissimo🌱🌲💚Buona Natura a tutti.
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Information
Easy to follow
Scenery
Moderate
Purtroppo è diventato impraticabile. Dove prima era difficile trovare il sentiero senza indicazioni come diceva qualcuno 9 mesi fa, ora non si può più passare (circa a metà del percorso). Gli alberi, vivi e anche morti, hanno ricoperto i sentieri, è impossibile passare senza tuffarsi nelle piante. Abbiamo provato a continuare un po' ma dopo 500 metri siamo tornati indietro, graffiati dalla testa ai piedi. Peccato.