Ficuzza: Rocca Busambra versante sud est
near Mezzojuso, Sicilia (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Partenza/arrivo N 37°51'26.74" - E 13°25'21.69"
Lunghezza km 7,03
Guadagno/perdita mt 624/-624
Pendenza media 16,7%, -16,7%
Elevazione min/max mt 1059/1613
Tipo di suolo sentiero, terreno naturale non agevole
Difficoltà livello Impegnativo
Rocca Busambra, con i suoi 1612 mt, è il rilievo più alto della Sicilia occidentale. E’ un massiccio calcareo formatosi, a seguito di sedimentazione in acque marine, 200 milioni d'anni fa. Proprio la disposizione, in direzione est-ovest e l'altezza della Rocca determinano il formarsi di una barriera naturale alle correnti d'aria provenienti da nord, che determinano condizioni climatiche favorevoli alla crescita dei rigogliosi boschi di Ficuzza (1).
Il versante settentrionale del complesso è caratterizzato da pareti calcaree verticali, alte 350 metri sul sottostante bosco Ficuzza. Il versante meridionale digrada rapidamente, ma senza strapiombi.
Il punto di partenze dell’escursione, in località Cozzo Tondo, si raggiunge dalla strada forestale che sale da Alpe Cucco verso Portella del Vento.
Il primo tratto del percorso è, su terreno maturale senza sentiero, all’interno del bosco, fino a raggiungere Scala Ciurinu (in siciliano il toponimo scala indica un sentiero che supera rapidamente un dislivello), rapida via di accesso alla dorsale di Rocca Busambra.
Il primo tratto del percorso sulla dorsale è in continua e costante salita (pendenza media 20%).
Al km 1,0, in località Piano Tramontana, si incontra una delle Neviere (2) del versante sud del rilievo (h mt 1245), ancora in buono stato.
Bisogna percorrere con particolare attenzione il passaggio, sulla cresta della dorsale, dal km 1,7 al km 2,0. Al km 1,8 punto panoramico in direzione nord verso Alpe Cucco. Dalla stessa posizione si può ammirare un tratto della parete verticale di Rocca Busambra ed un evidente tratto di stratificazione flysh.
Superato il primo punto critico, il percorso dal km 2,0 al km 2,8 è su agevole sentiero (pendenza media 14%).
A km 2,43 (h mt 1451) si incontra la seconda Neviera (2).
Diventa particolarmente impegnativo, per l’elevata pendenza (p. media 30%) ed il suolo roccioso su sentiero appena accennato, il percorso tra i km 2,8 e 3,07. Superato questo tratto, ci affacciamo su un pianoro caratterizzato dalla presenza di un enorme ripetitore radio passivo, ben visibile dalla sottostante valle. Siamo nella parte più alta di Rocca Busambra, ma non ancora in vetta. Bisogna risalire di qualche metro per ammirare la dorsale in direzione est, mentre dal pianoro si aprono scorci panoramici sul sottostante bosco in direzione NE e N.
Due particolari evidenze si notano nel pianoro: nel margine W vegetano, protetti da ampie fratture, un gruppo di aceri; il terreno è tracciato da numerose tane di arvicole.
Per raggiungere la vetta bisogna proseguire per altri 300 mt in direzione W, verso un punto geodetico ed una Madonnina.
Questo è il momento topico dell’escursione. Il complesso di Rocca Busambra ha una notevole prominenza sul territorio circostante e dalla sua vetta si gode di uno spettacolare panorama a 360°.
Qualche suggerimento per chi volesse fare questa esperienza. Innanzitutto bisogna prestare particolare attenzione alle condizioni meteo, sono necessari assenza di vento e cielo sereno; anche una minima copertura nuvolosa comporterebbe percorrere il tratto più impegnativo del percorso con scarsa visibilità.
Nelle giornate con elevata visibilità, dalla vetta si riescono a vedere l’Etna ad E e le isole Egadi ad W.
Anche nel percorso di ritorno, in discesa, bisogna prestare particolare attenzione nel breve tratto con elevata pendenza.
1) Bosco Ficuzza
Il Bosco della Ficuzza, simbolo della foresta siciliana nel suo aspetto più antico, possiede ambienti naturali così dissimili tra loro, che spesso si parla di “mosaico della vegetazione”. Oggi si estende per oltre 7000 ettari e interessa i comuni di Corleone, Godrano, Mezzojuso, Marineo e Monreale; rappresentando l’unica grande macchia verde della Sicilia Occidentale.
L'area boscosa dei feudi di Ficuzza, Lupo e Cappelliere fu risparmiata dal disboscamento fino ai primi anni dell'Ottocento perché territorio impervio e roccioso, di alta collina, meno adatto dei circostanti alla pratica dell'agricoltura. Il bosco fu sfruttato come riserva di legna da ardere.
Il Bosco è costituito da estese foreste sempreverdi di maestosi lecci centenari, antichi querceti, che ancora oggi rappresentano l’emblema di quel bosco originario; i boschi di Roverella, antichi più di 400 anni, convivono con i boschi più recenti, naturali e impiantati dall’uomo.
Nella distesa del verde boschivo si erge Rocca Busambra, un’imponente rocca calcarea a strapiombo che emerge per oltre 1600 mt, categorizzandosi come il rilievo più alto della Sicilia occidentale e ponendosi a barriera da un capo all’altro del bosco, rappresenta un particolare biotipo di grande interesse botanico.
2) Neviere
Lungo l’itinerario per l’ascesa dal versante est alla cima di Rocca Busambra si incontrano due neviere, la prima ai margini di piano Tramontana a quota 1250 mt slm, la seconda più in alto a quota 1474 (foto).
Fino agli anni ’50, le feste estive patronali siciliane non potevano svolgersi senza la disponibilità di un buon quantitativo di neve ghiacciata necessaria per la produzione di gelati e sorbetti.
La neve ghiacciata era infatti, prima della diffusione delle moderne tecnologie, l’elemento base per refrigerare durante la stagione estiva. La materia prima, il ghiaccio ottenuto dalla neve, proveniva dalle principali alture siciliane ed era il risultato di una particolare e fiorente economia montana.
Nei mesi invernali squadre di nevaioli (nivalora), salivano in montagna dopo ogni nevicata per accumulare la neve all’interno di grandi fosse (neviere) naturali o realizzate dall’uomo. La neve raccolta veniva successivamente compattata per originare la formazione del ghiaccio.
In primavera la neve ghiacciata veniva ricoperta con paglia, rami e foglie di faggio, per formare uno strato isolante che ne consentisse la conservazione fino ai mesi estivi.
Dal mese di giugno e per tutta l’estate i nivalora salivano in montagna nelle ore più fresche del pomeriggio per il taglio dei blocchi di ghiaccio. Questa operazione veniva effettuata con le spadone (sbarruni) ed il ghiaccio veniva asportato in forma di grossi parallelepipedi. Ogni blocco veniva foderato con paglia e caricato sui muli per essere trasportato, nelle fresche ore notturne, lungo i tortuosi e poco agevoli sentieri montani, nei paesi del comprensorio.
Waypoints
Partenza
Il punto di partenze dell’escursione, in località Cozzo Tondo, si raggiunge dalla strada forestale che sale da Alpe Cucco verso Portella del Vento.
Scala Ciurinu
Il primo tratto del percorso è, su terreno maturale senza sentiero, all’interno del bosco, fino a raggiungere Scala Ciurinu (in siciliano il toponimo scala indica un sentiero che supera rapidamente un dislivello), rapida via di accesso alla dorsale di Rocca Busambra.
Piano Tramontana
Piano Tramontana
Neviera Busambra 3
h 1245 mt slm Neviere Lungo l’itinerario per l’ascesa dal versante est alla cima di Rocca Busambra si incontrano due neviere, la prima ai margini di piano Tramontana a quota 1250 mt slm, la seconda più in alto a quota 1474 (foto). Fino agli anni ’50, le feste estive patronali siciliane non potevano svolgersi senza la disponibilità di un buon quantitativo di neve ghiacciata necessaria per la produzione di gelati e sorbetti. La neve ghiacciata era infatti, prima della diffusione delle moderne tecnologie, l’elemento base per refrigerare durante la stagione estiva. La materia prima, il ghiaccio ottenuto dalla neve, proveniva dalle principali alture siciliane ed era il risultato di una particolare e fiorente economia montana. Nei mesi invernali squadre di nevaioli (nivalora), salivano in montagna dopo ogni nevicata per accumulare la neve all’interno di grandi fosse (neviere) naturali o realizzate dall’uomo. La neve raccolta veniva successivamente compattata per originare la formazione del ghiaccio. In primavera la neve ghiacciata veniva ricoperta con paglia, rami e foglie di faggio, per formare uno strato isolante che ne consentisse la conservazione fino ai mesi estivi. Dal mese di giugno e per tutta l’estate i nivalora salivano in montagna nelle ore più fresche del pomeriggio per il taglio dei blocchi di ghiaccio. Questa operazione veniva effettuata con le spadone (sbarruni) ed il ghiaccio veniva asportato in forma di grossi parallelepipedi. Ogni blocco veniva foderato con paglia e caricato sui muli per essere trasportato, nelle fresche ore notturne, lungo i tortuosi e poco agevoli sentieri montani, nei paesi del comprensorio.
Neviera Busambra 4
h 1452 mt slm Neviere Lungo l’itinerario per l’ascesa dal versante est alla cima di Rocca Busambra si incontrano due neviere, la prima ai margini di piano Tramontana a quota 1250 mt slm, la seconda più in alto a quota 1474 (foto). Fino agli anni ’50, le feste estive patronali siciliane non potevano svolgersi senza la disponibilità di un buon quantitativo di neve ghiacciata necessaria per la produzione di gelati e sorbetti. La neve ghiacciata era infatti, prima della diffusione delle moderne tecnologie, l’elemento base per refrigerare durante la stagione estiva. La materia prima, il ghiaccio ottenuto dalla neve, proveniva dalle principali alture siciliane ed era il risultato di una particolare e fiorente economia montana. Nei mesi invernali squadre di nevaioli (nivalora), salivano in montagna dopo ogni nevicata per accumulare la neve all’interno di grandi fosse (neviere) naturali o realizzate dall’uomo. La neve raccolta veniva successivamente compattata per originare la formazione del ghiaccio. In primavera la neve ghiacciata veniva ricoperta con paglia, rami e foglie di faggio, per formare uno strato isolante che ne consentisse la conservazione fino ai mesi estivi. Dal mese di giugno e per tutta l’estate i nivalora salivano in montagna nelle ore più fresche del pomeriggio per il taglio dei blocchi di ghiaccio. Questa operazione veniva effettuata con le spadone (sbarruni) ed il ghiaccio veniva asportato in forma di grossi parallelepipedi. Ogni blocco veniva foderato con paglia e caricato sui muli per essere trasportato, nelle fresche ore notturne, lungo i tortuosi e poco agevoli sentieri montani, nei paesi del comprensorio.
Laghetti Coda di Riccio
I laghetti Coda di Riccio sono una delle caratteristiche zone umide del Bosco di Ficuzza. I due invasi sono ottenuti con lo sbarramento del torrente Rocca D'Elice nel quadro di un inutile e dispendioso tentativo, della seconda metà del Novecento, di coltivare un'ampia area disboscata ai piedi di Rocca Busambra. Intorno a questi invasi si è sviluppata una interessante vegetazione ripariale di Typha e vi trovano rifugio numerose specie palustri, dalle tartarughe, ai numerosi anfibi ed agli uccelli di lago: aironi, anatidi, svassi.
Cozzo Tondo
Cozzo Tondo
Portella del Vento
m 1120, caratterizzata da affioramenti di calcari pelagici del Cretaceo di colore bianco e rosso. Dalla portella seguono, procedendo verso oriente, il Pizzo di Casa m 1211 e il Pizzo Marabito m 1178, nel territorio di Mezzojuso. Il rilievo poi, si stempera con il morbido (argilloso) Pizzo di Mezzaluna m932, nelle Campagne di Campofelice di Fitalia. Il territorio intorno al Pizzo di Casa è conosciuto dai locali come Marabito, toponimo derivato dal termine arabo murabit che significa: “colui che predica l'Islam nella via”. Il termine è anche entrato nel dialetto siciliano: murabitu, nel significato di morigerato. Il Pizzo di Casa ed il Pizzo Marabito sono rilievi di compatti calcari dolomitizzati del Triassico superiore (Norico-Retico) sormontati da formazioni pelagiche giurassiche e cretaciche alcune delle quali presentano spettacolari pieghe tettoniche. I rilievi sono circondati da pascoli montani, dalla parte orientale del bosco di Bifarera e dal castagneto di Mezzojuso. A nord del Pizzo di Casa si estende la Valle Cerasa, luogo che oltre a conservare tracce di una fiorente attività rurale, con mulini, recinti e casali diruti, offre elementi di eccezionale naturalità, mosaico di boschi, radure e anfratti di roccia arenaria frequentato da fauna rara ed esigente. La parte del bosco che si sviluppa a nord del Piano di Tramontana e del Pizzo di Casa offre un paesaggio particolarmente suggestivo. Valli e colline sono infatti accidentate da creste aguzze di arenaria parallele tra loro ed emergenti dal bosco. Pizzo Morabito è luogo di leggende che riguardano tesori (truvature) argutamente custoditi da demoni all'interno di grotte rese invisibili o inaccessibili con la magia. Le leggende prendono probabilmente spunto dai resti sul posto di un piccolo insediamento medioevale abbandonato.
Ciacca della Bifarera
La Ciacca di Bifarera (o sciacca) propriamente detta, è una profonda spaccatura beante parallela alla parete nord di Rocca Busambra, usata nel passato dalla mafia per fare sparire i cadaveri delle sue vittime. Con lo stesso nome comunemente si indica anche la valle tettonica, accessibile e percorsa da sentiero, che separa la parete di Busambra dalla Rocca Ramusa, m1286. Una volta raggiunta la sella tra Ramusa e Busambra, uno stretto sentiero assediato da macchia di rosacee spinose piega a sud a raggiungere le creste di Busambra. Da qui, per un percorso tra pascoli aridi e steppe, accidentato, sassoso e privo di sentiero evidente, si può raggiungere la vetta. L'ultimo tratto è estremamente ripido.
Alpe Ramosa
La Rocca Ramusa è un torrione isolato nella parte occidentale di Busambra e del Bosco della Ficuzza, è difficilmente accessibile per i suoi versanti verticali e sub verticali, ma esiste un percorso agevole ad anello che ne compie il periplo. Nel piano inclinato sommitale crescono fitti e numerosi lecci che a causa dell'esiguità del suolo si mantengono arbustiformi o addirittura cespugliosi, da cui il nome dialettale di ramusa. Il nome ottocentesco, deducibile dalla cartografia borbonica, era Pizzuoccolo, tutt'ora usato dai pastori anziani. Poi è divenuto Pizzo della Campana e oggi Rocca Ramusa.
Pizzo Campana
Pizzo Campana
Comments (6)
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Bellissime foto, complimenti. Molto bella anche la descrizione
Semplicemente stupenda la foto con Vicari e l'Etna. Gli altri paesi che si vedono potrebbero essere Montemaggiore sulla sinistra del vulcano e le Petralie leggermente sulla sinistra?
Ottima descrizione e indicazioni percorso. Andremo su questa via nei prossimi giorni per realizzare un video Bosco Ficuzza- Busambra
Bella descrizione e belle foto. Siamo stati ieri, ma sto leggendo bene il post solo ora e ieri, essendo senza guida, ci siamo fermati al panorama nord che guarda sul Rifugio Alpe Cucco: è stato magnifico in ogni caso.
Complimenti per la puntuale descrizione anche naturalista del percorso e del territorio, belle le foto, anche se sembrano scattate in tempi diversi...
E grazie 🙏
Ottima descrizione del territorio e buona traccia. Grazie la seguo con interesse