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Fénis

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Trail stats

Distance
11.96 mi
Elevation gain
4,242 ft
Technical difficulty
Easy
Elevation loss
4,242 ft
Max elevation
4,517 ft
TrailRank 
69 3
Min elevation
1,640 ft
Trail type
Loop
Moving time
4 hours 52 minutes
Time
7 hours 31 minutes
Coordinates
3127
Uploaded
May 3, 2023
Recorded
May 2023
  • Rating

  •   3 1 review
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near Tillier, Valle d’Aosta (Italia)

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Itinerary description

Ella è pur questa Italia, su cui piovei dal cielo nembi sanguigni, su cui schierai nell' aria squadroni armati? Ella è pur quella dessa, a cui con globi di fuoco incenerii le campagne, con aprimento d'abissi rapii le terre, con nuvoli di locuste ritolsi il sole? Egli è pur in Italia che si vendettero si care alla pubblica fame le carni dei cavalli e de' cani, che sepper si dolci alle madri le membra, che si mangiarono, de' loro figliuoli? Non son già elle si antiche, che tu non possa ancor ricordartele, le inondazioni del tuo Tevere, o Roma? le rovine de' tuoi tremuoti, o Siena, o Rimini, o Benevento? l'eccidio delle tue pestilenze, o Genova, o Napoli, o Mantova, o Milano? Quanto tempo è, Italia, che si scosser le tue frontiere al fiero squillo delle trombe ottomane? Quanto tempo è che fischiò all'orecchio de' tuoi confini il flagello dell'infelice Marsiglia? Quanto tempo è che si sparse la morte a desolare le tue campagne togliendonc le greggie a' pascoli, l'armento a' lavori? Quanti allora si videro languir digiuni sul campo inculto, e trarsi a stento il pan dalle zolle colla stanca fatica delle lor braccia?
Che è ciò che fate, o malvagi? Morrete dunque sotto de' colpi prima di riconoscer la mano che vi percuote? Non è ella dunque assai palese l'ira di Dio sopra di voi? Ardirete voi qui d'ascrivere la vostra pena a colpa della natura, a capriccio della fortuna? Chi è, o cicchi, chi è il padrone della natura, chi l'arbitro della fortuna degli uomini? Non è egli Dio? Non apparisce il governo più o men favorevole che egli ne fa, secondochè più o meno ce ne rendiam meritevoli pe' nostri fatti? Le guerre e le paci, le pioggie e sereni, le annate fertili ed ubertose dipendono oggimai d'altro che dal concorso a' suoi altari, o dal ricorso a'
(1) Geremia, c. xxv.
(2) Isaia, c. I.
suoi Santi? Congiuri a' nostri danni quanto vi ha di sinistro nella natura, o se ne finge nella fortuna; se con palesi dimostrazioni di penitenza e di pianto ci venga fatto di guadagnare il padrone dalla nostra, non si ved' egli che in cielo, in terra e in mare tutto cede, piega e s'arrende alla forza del suo gran braccio? Che ci rimane dunque a temere, se temiam Dio? Ma se di lui non temiamo, che non ci resta a temere di lui? Vedete!» E il monaco segnò, per la seconda volta, ai Bellanesi la rovina della loro patria.
Siccome i miei lettori, qualche volta nella loro vita, avranno pur udito un sermone sacro, mi dispenso da ripetere, una per una, le altre parole or d'esortazione, or di minaccia che pronunziò fra Girolamo; solo avvertiremo come costui insistesse perchè su quel medesimo luogo, dove la Beata Vergine era comparsa piangente ad un pio eremita di Lezzeno, si rizzasse, coi denari dell'elemosina, un santuario a ricordare il disastro della patria e la misericordia della Madonna.
Siccome i miei lettori, qualche volta nella loro vita, avranno pur udito un sermone sacro, mi dispenso da ripetere, una per una, le altre parole or d'esortazione, or di minaccia che pronunziò fra Girolamo; solo avvertiremo come costui insistesse perchè su quel medesimo luogo, dove la Beata Vergine era comparsa piangente ad un pio eremita di Lezzeno, si rizzasse, coi denari dell'elemosina, un santuario a ricordare il disastro della patria e la misericordia della Madonna.
A fine della predica un fraticello si ficcava nella folla a raccogliere le offerte che fioccavano generose nella borsa del convento; poi padre Girolamo indossati i sacri indumenti, colla reliquia sacra per le lagrime di Maria, benediva Bellano e il suo popolo.
La folla si riponeva in processione dietro i frati fino alla piccola cappella, che oggi ancor sorge presso una valletta; vi veniva deposta l'immagine venerata, rinchiusa a forti chiavistelli e lasciata la chiave in custodia ad una truppa di montanari accorsi a far la sentinella a quel luogo sacro. Temevasi dai cattolici che qualche drappello d'eretici potesse rapire e disperdere quel sacro palladio della patria. In seguito, frati e popolo scendevano nel deserto paese a impiangerne le rovine.
La folla si riponeva in processione dietro i frati fino alla piccola cappella, che oggi ancor sorge presso una valletta; vi veniva deposta l'immagine venerata, rinchiusa a forti chiavistelli e lasciata la chiave in custodia ad una truppa di montanari accorsi a far la sentinella a quel luogo sacro. Temevasi dai cattolici che qualche drappello d'eretici potesse rapire e disperdere quel sacro palladio della patria. In seguito, frati e popolo scendevano nel deserto paese a impiangerne le rovine.
I due bravi che, da dietro il tronco d'un annoso castagno, avevano assistito alla cerimonia, come videro partir la folla, si posero in cammino per la Mugiasca.
Ti pare che in Bellano non ci sia religione? si fece ad osservare Scorticavillani rivolto al compagno.
- Valeva proprio la pena di vederla, quella burletta; recita bene quel frate e fa quattrini.
Vorresti mo mettere in dubbio il miracolo; forse che la Madonna, per la grazia di suo Figlio, non può fare un miracolo?
- Può piangere e può ridere, come rido anch'io in barba a que' di Bellano. Ma lasciamo le Madonne e i Santi, e meniamo più presto le gambe, a guadagnare il tempo perso per la strada; se no tiniamo a fare come l'asino del pentolajo.
- In men d'un' ora siamo a Vendrogno.
- Ma bisognerà fermarci ad aspettare la nuova muta di cani, ch'ha da rinforzar la voce e i denti alla caccia selvatica; poi ci sarà un'altra ora e mezza fino a Marmoro.
- E domani, e doman l'altro ci toccherà la nespola di questa passeggiata tra i sassi e le spine, finchè quel dannato barcajuolo non reca le casse. Oh! m'ha da sentire Mangiavino come lo ringrazierò di tener due galantuomini in ballo per la sua lumaca di barca.
-
Tra questi discorsi allungarono i passi.



In quel punto s'aperse una delle finestre della stanza di sopra, e piovettero nel cortile noci, nocciuole e castagne secche, i confetti della montagna; e insieme s'udi la voce d'una donna, la padrona della casa.

( Bravel »
« Evviva la sposa ! » risposero le ragazzine, al complimento di mamma Agnese.

Intanto che si divertono ad arraffar di terra le frutta, regalate dalla madre della sposa, penetriamo in casa. Già il dissi, l'uscio era aperto. Entriamo pure. Nella prima stanza, a piano terreno, troviamo una vecchia conoscenza dei lettori dei Promessi Sposi, un giovinetto di quindici anni, sveglio la sua parte, e che, per via di cugini e di cognati, veniva ad essere un po' nípote della padrona di casa. Era Menico, che la mamma della sposa, occupata dietro la figliuola, aveva chiesto, come in imprestito, ai parenti per tutto quel giorno; é il ragazzo era venuto volontieri a prestar mano a ripulire, rassettare la casa.
Il pavimento era lustro, che vi si poteva mangiar sopra; non una ragnatela sulle pareti e alla soffitta, e tersi i vetri. Quanto alla mobiglia, se non era nuova, non man. cava di certa decenza; e in quella prima stanza vedevate un vecchio tavolo di noce, con quattro scranne, e l'aspo, che ad ogni ora che foste passati ne' di feriali, avreste sentito girare, girare, e que del paese dicevano : « Come lavora quella Lucia Mondella ! » Dimenticava sulla parete, di contro l'uscio del cortiletto, una tela dipinta, ma cosi rabescata, presso la cornice, di buchi, che stavasi attaccata per un miracolo. Dalla figura del santo e dell'anima. le, che gli vegliava appresso, pareva dovess'essere un sant'Antonio abate, ma nessuno sapeva raccapezzare se la bestia avesse piuttosto il grifo o il rostro, due corna o due ali, e lo stesso curato, nella filza de’santi del calendario, non ne aveva trovato uno d'affibbiargli quella figura. Questo quadro era stato recato da Pasturo, insieme alla dote di Agnese, in casa Mondella, e s'era sempre conser vato, come una reliquia dei buoni nonni; e per non offendere alcun personaggio, celeste, se lo chiamava, dalla .corte, con nome generico il Santo della casa. Nelle' gran. di disgrazie, nei momenti in cui l'anima ha bisogno di consolazioni, si ricorreva a cotesto lare domestico, e una macchia d'olio, sotto la cornice del quadro, indicava che
alla parete erasi appesa, qualche volta, una lampada per devozione. I lettori, che già conoscono le tribulazioni, in addietro, delle due donne, possono immaginarsi in quale occasione sarà stato acceso quel lume al Santo della casa.
Nella stanza più interna trovavansi la cucina, bene arredata di pentole, pignatte, padelle, caldaie, paiuoli, e altre stoviglie necessarie in una famiglia. Pero al focolare non v'era legna sugli alari, e sparecchiata era pure la mensa, se togli una bottiglia e tre bicchieri della sera prima. Ora tornando nella prima stanza, saliamo al piano superiore, dove sono radunate molte contadine, dai baldanzosi fianchi, le quali si fanno ressa di gomitate per essere le prime salutare la sposa. Con grembiale e fazzoletti di colori brillanti e care nel garbo della vita e nell'avvenenza del volto, ispirano giocondità a vederle esultare nel tripudio di quella giornata di festa. «Viva la sposa ! » strepitano in coro tutte quelle donne, forzando. là cosi a farsi vedere.
Finalmente ecco la Lucia, che compare abbigliata del corredo di nozze; due donné le vengono dietro; Agnese, tutta gioiosa, e una signora vestita di nero, forestiera e vedova, che ha promesso di farle da matrina nel matrimonio. Dove tolgo io adesso le parole a descrivere la sposa, se non le copio dal Manzoni?
I neri e giovanili capelli, spartiti sopra la fronte, con una bianca e sottile dirizzatura, si ravvolgevan, dietro il capo, in cerchi moltiplici di trecce, trapassaté trapassaté da lunghi spilli d'argento, che si dividevano all'intorno, quasi a guisa de'raggi d'an'aureola, come ancora usano le contadine nèl Milanese. Intorno al collo aveva un vezzo di granati alternati con bottoni d'oro a filigrana: portava un bel busto di broccato a fiori, con le maniche separate e allacciate da bei nastri: una corta gonnella di filaticcio di seta a pieghe, fitte e minute, due calze vermiglie, due pianelle, di seta anch'esse, a ricami »
Appena comparsa, fu una ressa delle amiche a rubarsi la sposa, la quale, adoperando qui ancora frasi non no. stre, s'andava schermendo, con quella modestia un po'guerriera delle contadine, facendosi scudo alla faccia col go. mito, chinandola sul busto, e aggrottando i lunghi e neri sopraccigli, mentre pero la bocca s'apriva al sorriso con l'ornamento particolare del giorno delle nozze, e con quello quotidiano d'una modesta bellezza com'era bella la Lucial E la madre Agnese ne gongolava tutta ; e, rivolta alla forestiera:
Che ne dice, eh! , le domando, e della mia Lucia ? « Una Madonna da dipingerla in Chiesa, » rispondeva la
vedova, facendo arrossire, fin nel bianco dell'occhio, la sposa, che aveva udite le parole.
In un momento, le amiche e le comari circondarono la Lucia, chi lodandone il vezzo del collo, chi il busto di broccato, e chi la gonnella. Ella aveva voluto vestirsi a quel modo, con segreto dispiacere della madre, che l'avrebbe voluta abbigliata col corredo di nozze, regalatole da quella buona donna della vedova di Milano; che le s'era, in quella occasione, mostrata per una vera seconda madre.
« Prima per le buone creanze » avevale detto Agnese « hai a metterti quella vesta di seta della signora, e la collana colle perle; poi tu avanzerai tutte, attillata come una cittadina: ,
<0 mamma, che credete mai? la buona signora sa s'io lo fo per dispetto a non mettermi oggi la roba di suo regalo; e poi, a dirvela, mi parrebbe d'offendere il Signore, con un atto di vanità, dopo che ci ha salvati da tante tri. bolazioni, io e lui. »

E nel pronunziare quel lui le si dipinse sul volto, rubando anche qui altre frasi, una gioia temperata da un turbamento leggiero, quel placido accoramento che si mostra di quando in quando sul volto delle spose, e, senza scomporre la bellezza; le dà un carattere particolare.

Waypoints

PictographPhoto Altitude 1,694 ft
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PictographPanorama Altitude 1,792 ft
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Panorama

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PictographPhoto Altitude 1,689 ft
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PictographPhoto Altitude 1,678 ft
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PictographPhoto Altitude 1,721 ft
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Tillier

PictographPhoto Altitude 1,789 ft
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Tillier

PictographPanorama Altitude 2,012 ft
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Panorama

PictographPhoto Altitude 2,258 ft
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Rovarey

PictographPhoto Altitude 2,405 ft
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PictographPanorama Altitude 2,525 ft
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Veduta di Fenis

PictographPanorama Altitude 2,901 ft
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Panorama

PictographPhoto Altitude 3,242 ft
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Foresta

PictographPanorama Altitude 3,831 ft
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Panorama

PictographPanorama Altitude 4,056 ft
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Le Pieiller

PictographPanorama Altitude 4,040 ft
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Le Coteau

PictographPanorama Altitude 4,098 ft
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Panorama

PictographPanorama Altitude 4,276 ft
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Panorama

PictographPanorama Altitude 4,316 ft
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Panorama

PictographPanorama Altitude 4,385 ft
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Panorama

PictographPhoto Altitude 4,485 ft
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Cappella di San Grato

PictographPanorama Altitude 4,469 ft
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Punto panoramico

PictographPanorama Altitude 4,486 ft
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Punto panoramico dei polli

PictographPanorama Altitude 4,465 ft
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Panorama

PictographPanorama Altitude 4,462 ft
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Panorama

PictographPhoto Altitude 4,365 ft
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Eremo di Saint Julien

PictographPhoto Altitude 4,290 ft
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Eremo

PictographPanorama Altitude 4,265 ft
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Eremo di Saint Julien

PictographPanorama Altitude 4,412 ft
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Panorama

PictographPanorama Altitude 4,027 ft
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Panorama

PictographPanorama Altitude 4,022 ft
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Marcellat

PictographPanorama Altitude 3,956 ft
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Marcellat

PictographPanorama Altitude 3,928 ft
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Panorama

PictographPanorama Altitude 3,724 ft
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Panorama

Comments  (1)

  • Photo of Stefano&Carla&Dana
    Stefano&Carla&Dana Aug 17, 2023

    Ho fatto questo percorso con mio marito e la mia cagnolina il 17 agosto 2023.

    Adatta ad una giornata di pioggia, l'escursione non è per niente interessante e a dispetto di ciò che riporta wikiloc il dislivello globale è di 1000m misurati con garmin.

    Nel castello non si può entrare con i cani a meno di non poterli tenere in braccio e quindi non siamo entrati.

    La salita è morbida e la discesa semplicissima.

    L'eremo è carino ma nulla di che.

    Non c'è acqua lungo il percorso se non a fenis.

    Il giro si chiude in circa 6 ore

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