Esplorazione per Cengia dell'Osvaldo (fallita) e percorrenza CAI487 (completamente abbandonato)
near Casoni, Veneto (Italia)
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Itinerary description
Chi ben comincia, è a metà dell'opera; e infatti, fino a metà siamo arrivati.
Partiti con i migliori propositi da lato strada che porta a Forno abbiamo innescato subito il Cai487 che sale a destra con buona pendenza, praticamente è un ex strada forestale ora in disuso che portava con tutta probabilità a casera Pian Grant e dava accesso a tutti i boschi circostanti.
Arrivati al 2⁰ chilometro, poco dopo i ruderi di casera Pradamio, abbiamo iniziato a sospettare che non sarebbe stata una salita semplice, la devastazione di Vaia qui si manifesta in tutta la sua potenza, lungo la maggior parte della carrareccia che sale vi sono una moltitudine di sfasci che rendono l'avanzamento davvero difficoltoso, stancante e soprattutto stressante, proprio ciò che una escursione non dovrebbe essere.
Senza gps e una cartina sul telefono ci si perde.
Abbiamo insistito cmq nel cammino fino a giungere poco dopo il 4⁰ chilometro a casera Pian Grant, dalla quale il 487 continua per portarsi verso l'attacco della cengia, nostro obiettivo.
Dopo poco meno di 1 chilometro lasciata casera Pian Grant, a malincuore abbiamo deciso di interrompere l'uscita e rientrare, in considerazione che:
- l'avanzamento e l'arrivo all'attacco della cengia avrebbe richiesto un'altra ora di salita tra schianti sempre più fitti e difficoltà di orientamento
- arrivare a percorrere la cengia dell'Osvaldo, esposta e scivolosa, stanchi e con bassa concentrazione sarebbe stato inopportuno
- l'anello di rientro sarebbe diventato troppo impegnativo per quelle che erano le nostre aspettative odierne
- avevamo esaurito le bestemmie.
Per dare un significato all'escursione odierna, siamo riusciti a fare un anello prendendo, in località Col Pradamio, un sentiero ben marcato ma non presente su Tabacco (si su OSM), che scende verso nord, attraversando tra altro una zona con delle rovine di trincee ben conservate.
Il sentiero, inizialmente esposto e scivoloso (porre attenzione) diviene pian piano più gestibile anche se non privo di qualche difficoltà di orientamento nella parte iniziale.
Scesi all'asfalto, circa a 2km da dove avevano parcheggiato, rinfrescati alla fontana con ottima acqua, siamo noiosamente rientrati al punto di partenza.
Non siamo riusciti nell'intento di raggiungere la cengia ma l'appuntamento è solo rimandato.
Mi sento di sconsigliarvi, decisamente, di percorrere il Cai487 che versa in condizioni pessime, in stato di abbandono totale e pesantemente impattato da Vaia; sarebbe altresì auspicabile che il Cai di Zoldo intervenisse, se non ripristinando la traccia, almeno inibendone l'accesso con qualche cartello segnalatore.
Scriverò loro per segnalare ciò, perché ritengo che se affrontata con leggerezza, e senza la dovuta dotazione di gps, l'escursione possa rivelarsi insidiosa e perdersi non è difficile.
Qualche punto acqua qua e là si trova.
Copertura telefonica buona.
Classificazione "difficile" per lo più per l'orientamento.
Partiti con i migliori propositi da lato strada che porta a Forno abbiamo innescato subito il Cai487 che sale a destra con buona pendenza, praticamente è un ex strada forestale ora in disuso che portava con tutta probabilità a casera Pian Grant e dava accesso a tutti i boschi circostanti.
Arrivati al 2⁰ chilometro, poco dopo i ruderi di casera Pradamio, abbiamo iniziato a sospettare che non sarebbe stata una salita semplice, la devastazione di Vaia qui si manifesta in tutta la sua potenza, lungo la maggior parte della carrareccia che sale vi sono una moltitudine di sfasci che rendono l'avanzamento davvero difficoltoso, stancante e soprattutto stressante, proprio ciò che una escursione non dovrebbe essere.
Senza gps e una cartina sul telefono ci si perde.
Abbiamo insistito cmq nel cammino fino a giungere poco dopo il 4⁰ chilometro a casera Pian Grant, dalla quale il 487 continua per portarsi verso l'attacco della cengia, nostro obiettivo.
Dopo poco meno di 1 chilometro lasciata casera Pian Grant, a malincuore abbiamo deciso di interrompere l'uscita e rientrare, in considerazione che:
- l'avanzamento e l'arrivo all'attacco della cengia avrebbe richiesto un'altra ora di salita tra schianti sempre più fitti e difficoltà di orientamento
- arrivare a percorrere la cengia dell'Osvaldo, esposta e scivolosa, stanchi e con bassa concentrazione sarebbe stato inopportuno
- l'anello di rientro sarebbe diventato troppo impegnativo per quelle che erano le nostre aspettative odierne
- avevamo esaurito le bestemmie.
Per dare un significato all'escursione odierna, siamo riusciti a fare un anello prendendo, in località Col Pradamio, un sentiero ben marcato ma non presente su Tabacco (si su OSM), che scende verso nord, attraversando tra altro una zona con delle rovine di trincee ben conservate.
Il sentiero, inizialmente esposto e scivoloso (porre attenzione) diviene pian piano più gestibile anche se non privo di qualche difficoltà di orientamento nella parte iniziale.
Scesi all'asfalto, circa a 2km da dove avevano parcheggiato, rinfrescati alla fontana con ottima acqua, siamo noiosamente rientrati al punto di partenza.
Non siamo riusciti nell'intento di raggiungere la cengia ma l'appuntamento è solo rimandato.
Mi sento di sconsigliarvi, decisamente, di percorrere il Cai487 che versa in condizioni pessime, in stato di abbandono totale e pesantemente impattato da Vaia; sarebbe altresì auspicabile che il Cai di Zoldo intervenisse, se non ripristinando la traccia, almeno inibendone l'accesso con qualche cartello segnalatore.
Scriverò loro per segnalare ciò, perché ritengo che se affrontata con leggerezza, e senza la dovuta dotazione di gps, l'escursione possa rivelarsi insidiosa e perdersi non è difficile.
Qualche punto acqua qua e là si trova.
Copertura telefonica buona.
Classificazione "difficile" per lo più per l'orientamento.
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