Monte Grappa: Possagno (TV)-Cima Mandria passando per Castel Cesil e M.te Palon (sent. 195-212-198) 2022-04-18 10:31
near Col de Draga, Veneto (Italia)
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L'escursione, di media difficoltà inizia dal Tempio del Canova, località Possagno (TV), nella pedemontana trevigiana, in prossimità del quale parcheggiamo l'auto.
Nel complesso la difficoltà dell'escursione è di tipo E ma con discreto dislivello e con la necessità di prestare la dovuta attenzione in alcuni tratti del sentiero di discesa.
Lasciamo la visita del celebre edificio neoclassico al termine del giro e individuiamo i segnavia CAI sul lato nord del piazzale incamminandoci alla sinistra dell'edificio. Decidiamo di percorrere un anello antiorario seguendo diritti il segnavia numero 195 direzione Castel Cesil anziché il n. 189 (S. Rocco/Bocca di Forca) che sfrutteremo in discesa.
I due sentieri si equivalgono, difficoltà tecniche di fatto non ce ne sono, tuttavia il sentiero 195 è sicuramente meno ripido e ottimamente segnalato a differenza del 198 che scende con pendenze davvero sostenute. Inoltre in alcuni punti le indicazioni sul 198 erano poco chiare (presenti delle ambigue fettucce attaccate agli alberi). Infine la parte alta (verso Bocca di Forca) richiede sicuramente attenzione causa tracciato stretto su pendio esposto (di certo da evitare con ghiaccio, neve o molto fango). Se avete problemi alle ginocchia o la discesa ripida vi crea problemi invertite il giro.
Il sentiero 195 si immette ad un certo punto sulla strada asfaltata "degli alpini" che percorriamo brevemente verso sinistra ma che subito abbandoniamo in corrispondenza del cartello CAI che ci fa risalire il bosco a destra. Non camminiamo molto prima di incontrare altri segnavia che indicano il bivio per cima della mandria, nostra meta finale, raggiungibile col sentiero CAI n. 212 che proviene dal Monte Tomba.
Noi si devia a destra per Castel Cesil/ 212 Cavaso. A Castel Cesil ci arriviamo con breve camminata in salita seguendo la linea delle trincee, fenditure che come profonde ferite non ci abbandoneranno per tutto il percorso fino a cima della mandria (e anche oltre volendo).
Consiglio di non mancare assolutamente questa deviazione per vivere una fra le testimonianze storiche sulla grande guerra più interessanti del territorio.
L'itinerario 212 "percorre quasi tutta la dorsale a est del Monte Grappa in cui passava il fronte orientale, dopo la disfatta di Caporetto (ottobre 1917). Nel corso della Grande Guerra, il Tomba fu ambito da entrambi gli schieramenti perché costituiva, assieme al Monfenera, una breccia nel sistema difensivo italiano. Castel Cesil e Monte Palon rappresentarono invece un ottimo punto d'osservazione per gli italiani verso il Piave e una postazione di “massima resistenza”. Dal Tomba e dal Palon la vista spazia a 360 gradi sulle vette feltrine e la pianura."
A Castel Cesil "accanto alle trincee si possono visitare diverse postazioni di artiglieria, le gallerie destinate al deposito dei materiali, le baracche per il ritrovo della truppa e l’osservatorio". Luoghi tanto belli (il panorama sarà sempre uno dei punti forti del percorso) quanto terrificanti sono gli eventi occorsi ormai 100 anni fa.
Ritornati sui nostri passi si riprende il percorso in salita direzione cima Mandria, camminando sempre all'interno o seguendo l'impressionante linea fortificata che ci conduce in 15 minuti circa al rifugio Palon. Da qui il panorama a 360 gradi è davvero emozionante ... non solo per lo sguardo che spazia libero verso il Piave ma soprattutto per le straordinarie testimonianze storiche riportate alla luce dal paziente lavoro dell'Associazione Alpini di Possagno.
Da Rifugio Palon ci portiamo all'omonima cima - 1306 metri- percorrendo il c.d. sentiero della memoria e circa 100 metri di dislivello. Il sentiero recuperato dagli alpini permette di camminare in un museo all'aperto all'interno di trincee, gallerie e visitando baraccamenti e appostamenti (peccato la cartellonistica ormai sbiadita).
In cima al Palon (che è un panettone erboso) si può ben comprendere perché fosse stato scelto come punto di osservazione strategico sulla pianura trevigiana e sul Piave.
In cima ritroviamo anche il segnavia CAI 212 (ma anche il segnavia E7 sentiero europeo) che ci indica la via per Cima della Mandria, in lontananza già ben visibile con la sua chiesetta abbarbicata e il tricolore esposto al forte vento.
L'evidente sentiero di cresta, un poco faticoso per il ripido pendio da risalire, ci conduce a Bocca di Forca, stretto valico ad est della Cima della Mandria che si raggiunge volendo anche su asfalto (per arrivarci in bicicletta da Possagno bisogna affrontare una delle salite più dure d'Italia, il salto della Capra).
Da qui alcune stradine asfaltate e non permettono di raggiungere le tante malghe della zona. Verso nord si apre il panorama sugli ampi pascoli della Valle delle Mure. Affrontiamo l'ultimo crinale erboso del Monte della Mandrie per raggiungerne la sommità a quota 1482 m.
Come detto non si tratta di una cima solitaria (ci si arriva in auto volendo), né difficile, ma l'itinerario che ci ha portato alla sua conquista implica fatica ed impegno e, soprattutto, ci permette davvero di comprendere e conoscere un territorio splendido sia dal punto di vista naturalistico che sotto quello storico.
Vi do un consiglio: proseguite lungo il crinale seguendo la linea tracciata idealmente dalle recinzioni di legno. Anche se non ci sono indicazioni il percorso è intuitivo. Poco oltre ecco altre trincee, scavi, fenditure, ferite ... e l'occhio incredulo segue all'infinito quella crepa lungo il terreno ... e si può solo immaginare cosa poteva essere 100 anni fa quello splendido luogo ... o forse non si può davvero immaginare. Sul terreno, il giorno di Pasquetta, una distesa di crochi colorava le creste ed i prati ... mi piace pensare a questi splendidi fiori come un omaggio della terra ai giovani soldati periti lassù.
Fate comunque attenzione a questa parte del percorso in quanto le trincee non sono nè segnalate nè protette e in alcuni punti si tratta di scavi profondi anche un paio di metri.
Qui, in stagione, le malghe sono aperte.
Ritornati al valico di Bocca di Forca deviamo verso la strada asfaltata e giusto oltre il guard rail ci immettiamo in ripida discesa sull'evidente sentiero CAI 189 per San Rocco/Possagno che solca il versante erboso (attenzione a non perdere il segnavia CAI che ad un certo punto in corrispondenza di uno stretto tornante destrorso ci fa invece proseguire diritti sul traverso che taglia il pendio). Come anticipato inizialmente il sentiero si mantiene davvero molto molto ripido anche nel bosco. Il fondo è misto terra, sassi e radici. Potrebbero esser utili i bastoncini.
Le indicazioni bianco rosse in alcuni punti sono decisamente confuse o scarse anche per la presenza di svariate tracce ipoteticamente percorribili. Con un po' di intuito si riesce a capire dove andare.
Il mio percorso, ad esempio, poco oltre una strada asfaltata che incrociamo e subito abbandoniamo, si infila a sinistra di una proprietà privata in discesa. In quel punto infatti, in mancanza di segnaletica la mia scelta sembrava la più logica (in alternativa si poteva procedere diritti).
Più a valle, superati alcuni tronchi posizionati di traverso a mò di sbarramento e intuito che lungo quel segmento i segnavia erano stati cancellati dagli alberi vado a finire nel percorso ufficiale (confermato dai segnavia). Mi accorgo, dunque che al bivio dovevo probabilmente proseguire diritta anziché scendere a destra verso la proprietà privata.
Sempre in discesa, con pendenze via via minori si giunge ad uno slargo (capitello antoniano appeso ad un albero) che si attraversa per proseguire in mezzo alla vegetazione in discesa su sentiero lastricato che piega leggermente a sinistra.
Brevemente si giunge alla strada asfaltata che da Possagno porta alla Chiesa di San Rocco. Invece dell'asfalto optiamo per scendere lungo la via crucis che termina al bivio dei cartelli CAI presenti sul piazzale del Tempio.
Per approfondimenti:
https://www.tempiocanoviano.it/
https://www.massicciodelgrappa.it/it/grande-guerra
(da qui ho tratto le informazioni sulle testimonianze storiche)
Nel complesso la difficoltà dell'escursione è di tipo E ma con discreto dislivello e con la necessità di prestare la dovuta attenzione in alcuni tratti del sentiero di discesa.
Lasciamo la visita del celebre edificio neoclassico al termine del giro e individuiamo i segnavia CAI sul lato nord del piazzale incamminandoci alla sinistra dell'edificio. Decidiamo di percorrere un anello antiorario seguendo diritti il segnavia numero 195 direzione Castel Cesil anziché il n. 189 (S. Rocco/Bocca di Forca) che sfrutteremo in discesa.
I due sentieri si equivalgono, difficoltà tecniche di fatto non ce ne sono, tuttavia il sentiero 195 è sicuramente meno ripido e ottimamente segnalato a differenza del 198 che scende con pendenze davvero sostenute. Inoltre in alcuni punti le indicazioni sul 198 erano poco chiare (presenti delle ambigue fettucce attaccate agli alberi). Infine la parte alta (verso Bocca di Forca) richiede sicuramente attenzione causa tracciato stretto su pendio esposto (di certo da evitare con ghiaccio, neve o molto fango). Se avete problemi alle ginocchia o la discesa ripida vi crea problemi invertite il giro.
Il sentiero 195 si immette ad un certo punto sulla strada asfaltata "degli alpini" che percorriamo brevemente verso sinistra ma che subito abbandoniamo in corrispondenza del cartello CAI che ci fa risalire il bosco a destra. Non camminiamo molto prima di incontrare altri segnavia che indicano il bivio per cima della mandria, nostra meta finale, raggiungibile col sentiero CAI n. 212 che proviene dal Monte Tomba.
Noi si devia a destra per Castel Cesil/ 212 Cavaso. A Castel Cesil ci arriviamo con breve camminata in salita seguendo la linea delle trincee, fenditure che come profonde ferite non ci abbandoneranno per tutto il percorso fino a cima della mandria (e anche oltre volendo).
Consiglio di non mancare assolutamente questa deviazione per vivere una fra le testimonianze storiche sulla grande guerra più interessanti del territorio.
L'itinerario 212 "percorre quasi tutta la dorsale a est del Monte Grappa in cui passava il fronte orientale, dopo la disfatta di Caporetto (ottobre 1917). Nel corso della Grande Guerra, il Tomba fu ambito da entrambi gli schieramenti perché costituiva, assieme al Monfenera, una breccia nel sistema difensivo italiano. Castel Cesil e Monte Palon rappresentarono invece un ottimo punto d'osservazione per gli italiani verso il Piave e una postazione di “massima resistenza”. Dal Tomba e dal Palon la vista spazia a 360 gradi sulle vette feltrine e la pianura."
A Castel Cesil "accanto alle trincee si possono visitare diverse postazioni di artiglieria, le gallerie destinate al deposito dei materiali, le baracche per il ritrovo della truppa e l’osservatorio". Luoghi tanto belli (il panorama sarà sempre uno dei punti forti del percorso) quanto terrificanti sono gli eventi occorsi ormai 100 anni fa.
Ritornati sui nostri passi si riprende il percorso in salita direzione cima Mandria, camminando sempre all'interno o seguendo l'impressionante linea fortificata che ci conduce in 15 minuti circa al rifugio Palon. Da qui il panorama a 360 gradi è davvero emozionante ... non solo per lo sguardo che spazia libero verso il Piave ma soprattutto per le straordinarie testimonianze storiche riportate alla luce dal paziente lavoro dell'Associazione Alpini di Possagno.
Da Rifugio Palon ci portiamo all'omonima cima - 1306 metri- percorrendo il c.d. sentiero della memoria e circa 100 metri di dislivello. Il sentiero recuperato dagli alpini permette di camminare in un museo all'aperto all'interno di trincee, gallerie e visitando baraccamenti e appostamenti (peccato la cartellonistica ormai sbiadita).
In cima al Palon (che è un panettone erboso) si può ben comprendere perché fosse stato scelto come punto di osservazione strategico sulla pianura trevigiana e sul Piave.
In cima ritroviamo anche il segnavia CAI 212 (ma anche il segnavia E7 sentiero europeo) che ci indica la via per Cima della Mandria, in lontananza già ben visibile con la sua chiesetta abbarbicata e il tricolore esposto al forte vento.
L'evidente sentiero di cresta, un poco faticoso per il ripido pendio da risalire, ci conduce a Bocca di Forca, stretto valico ad est della Cima della Mandria che si raggiunge volendo anche su asfalto (per arrivarci in bicicletta da Possagno bisogna affrontare una delle salite più dure d'Italia, il salto della Capra).
Da qui alcune stradine asfaltate e non permettono di raggiungere le tante malghe della zona. Verso nord si apre il panorama sugli ampi pascoli della Valle delle Mure. Affrontiamo l'ultimo crinale erboso del Monte della Mandrie per raggiungerne la sommità a quota 1482 m.
Come detto non si tratta di una cima solitaria (ci si arriva in auto volendo), né difficile, ma l'itinerario che ci ha portato alla sua conquista implica fatica ed impegno e, soprattutto, ci permette davvero di comprendere e conoscere un territorio splendido sia dal punto di vista naturalistico che sotto quello storico.
Vi do un consiglio: proseguite lungo il crinale seguendo la linea tracciata idealmente dalle recinzioni di legno. Anche se non ci sono indicazioni il percorso è intuitivo. Poco oltre ecco altre trincee, scavi, fenditure, ferite ... e l'occhio incredulo segue all'infinito quella crepa lungo il terreno ... e si può solo immaginare cosa poteva essere 100 anni fa quello splendido luogo ... o forse non si può davvero immaginare. Sul terreno, il giorno di Pasquetta, una distesa di crochi colorava le creste ed i prati ... mi piace pensare a questi splendidi fiori come un omaggio della terra ai giovani soldati periti lassù.
Fate comunque attenzione a questa parte del percorso in quanto le trincee non sono nè segnalate nè protette e in alcuni punti si tratta di scavi profondi anche un paio di metri.
Qui, in stagione, le malghe sono aperte.
Ritornati al valico di Bocca di Forca deviamo verso la strada asfaltata e giusto oltre il guard rail ci immettiamo in ripida discesa sull'evidente sentiero CAI 189 per San Rocco/Possagno che solca il versante erboso (attenzione a non perdere il segnavia CAI che ad un certo punto in corrispondenza di uno stretto tornante destrorso ci fa invece proseguire diritti sul traverso che taglia il pendio). Come anticipato inizialmente il sentiero si mantiene davvero molto molto ripido anche nel bosco. Il fondo è misto terra, sassi e radici. Potrebbero esser utili i bastoncini.
Le indicazioni bianco rosse in alcuni punti sono decisamente confuse o scarse anche per la presenza di svariate tracce ipoteticamente percorribili. Con un po' di intuito si riesce a capire dove andare.
Il mio percorso, ad esempio, poco oltre una strada asfaltata che incrociamo e subito abbandoniamo, si infila a sinistra di una proprietà privata in discesa. In quel punto infatti, in mancanza di segnaletica la mia scelta sembrava la più logica (in alternativa si poteva procedere diritti).
Più a valle, superati alcuni tronchi posizionati di traverso a mò di sbarramento e intuito che lungo quel segmento i segnavia erano stati cancellati dagli alberi vado a finire nel percorso ufficiale (confermato dai segnavia). Mi accorgo, dunque che al bivio dovevo probabilmente proseguire diritta anziché scendere a destra verso la proprietà privata.
Sempre in discesa, con pendenze via via minori si giunge ad uno slargo (capitello antoniano appeso ad un albero) che si attraversa per proseguire in mezzo alla vegetazione in discesa su sentiero lastricato che piega leggermente a sinistra.
Brevemente si giunge alla strada asfaltata che da Possagno porta alla Chiesa di San Rocco. Invece dell'asfalto optiamo per scendere lungo la via crucis che termina al bivio dei cartelli CAI presenti sul piazzale del Tempio.
Per approfondimenti:
https://www.tempiocanoviano.it/
https://www.massicciodelgrappa.it/it/grande-guerra
(da qui ho tratto le informazioni sulle testimonianze storiche)
Waypoints
Religious site
1,016 ft
Inizio escursione dal Tempio del Canova
Waypoint
1,417 ft
a sx su sentiero
Waypoint
2,341 ft
a sx
Waypoint
2,420 ft
a sx
Waypoint
2,420 ft
a dx
Waypoint
2,459 ft
a.sx
Waypoint
2,505 ft
a dx
Waypoint
2,791 ft
dx e poi sx
Waypoint
3,207 ft
dx
Waypoint
3,501 ft
a sx su mulattiera
Waypoint
3,453 ft
a dx x monte palon
Waypoint
3,488 ft
a sx su asfqlto
Waypoint
3,635 ft
a dx per sentiero
Waypoint
3,635 ft
dx con direzione Castel Cesil/212 - Cavaso
Waypoint
3,635 ft
dx castel cesil
Waypoint
3,597 ft
dx per castel cesil
Waypoint
3,598 ft
0001593
Waypoint
3,550 ft
0001594
Waypoint
3,681 ft
trincee castel cesil
Waypoint
3,706 ft
cima cesil
Waypoint
3,716 ft
seguire 212 monte palon cima mandria
Waypoint
4,009 ft
percorso della memoria
Waypoint
4,238 ft
cima palon
Waypoint
4,238 ft
0001603
Waypoint
4,585 ft
a sx su cresta
Waypoint
4,592 ft
0001605
Waypoint
4,831 ft
cima mandria
Waypoint
4,814 ft
0001607
Waypoint
4,572 ft
su strada a dx direzione 189
Waypoint
4,244 ft
a sx su pendio di traverso
Waypoint
4,241 ft
sx su pendio segnavia
Waypoint
4,241 ft
0001611
Waypoint
4,047 ft
giu a dx
Waypoint
3,782 ft
a dx
Waypoint
3,549 ft
segnavia 189 giù diritti
Waypoint
2,949 ft
a sx su sentiero
Waypoint
2,884 ft
diritti giu
Waypoint
2,756 ft
a dx
Waypoint
2,805 ft
a sx
Waypoint
2,492 ft
In questo punto si finisce sul tracciato ufficiale del sentiero 189. Girare a dx
Waypoint
1,075 ft
tempio del canova
Waypoint
1,078 ft
0001621
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Easy to follow
Scenery
Moderate
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