Dolomiti d’Ampezzo: Terza Cengia del Pomagagnón e Punta Erbing da Lariéto
near Alvera, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Escursione per cengia attrezzata che traversa, con tratti di forte esposizione, una “vera croda” con vista costante sulla mitica conca di Cortina, delimitata dal Sorapíš a sinistra alle Tofane a destra, con in mezzo tutto il resto.
Non appena si scavalca la forcella di fine cengia, entrano in scena il Monte Cristallo da vicino e, sulla media distanza, l’incredibile Croda Rossa d’Ampezzo.
Se non ci fossero le attrezzature, sarebbe una cengia veramente impegnativa.
Con le attrezzature presenti – di fatto quasi sempre cavi con funzione di “corrimano” – la cengia diventa media nella mia scala delle cenge, ma l’itinerario nel suo complesso rimane difficile.
La guida di riferimento è «Guida alle vie ferrate e ai percorsi in cengia di Cortina d’Ampezzo e dintorni – di Fabio Cammelli».
Cammelli ha valutato “EEA” come difficoltà escursionistiche complessive e “PD” come difficoltà di via ferrata.
Alla fine è un’escursione di mezza giornata, e si può scegliere se partire presto o tardi a seconda delle temperature previste o dell’esposizione rispetto alla luce del sole che si vuol trovare.
Avvicinamento alla Terza Cengia del Pomagagnón
La partenza è dal parcheggio in località Lariéto che si trova appena prima dell’omonimo agriturismo.
Si imbocca il sentiero CAI 211 che scorre di fatto su una stradetta ciclabile.
Si tralascia il bivio per Forcella Zumeles da cui si ritornerà a fine escursione e anche quello per il Rifugio Mietres: si arriva, infine, a un altro bivio con indicazioni per sentiero CAI 202 verso Forcella Pomagagnon e “Terza Cengia”.
Si prosegue per questo sentiero fin sotto lo strappo finale per Forcella Pomagagnon dove c’è un incrocio di sentieri al “Gravon del Pomagagnon”: qui si gira a destra sempre per indicazioni Terza Cengia e in poche decine di metri si arriva sotto parete dove inizia l’itinerario.
Percorrenza della Terza Cengia del Pomagagnón
Il percorso è obbligato e, tanto per togliere ogni dubbio, è pure segnato con vernice rossa e qualche ometto.
Si inizia sotto roccia su larga bancata ghiaiosa e poi su ripida placca irregolare fino a trovare il primo cavo di aiuto.
Da qui in poi iniziano i tratti più stretti ed esposti, sia su base rocciosa che su cornice ricoperta di terre dure e passaggi tra mughi tagliati.
È inutile fare una descrizione dettagliata, bisogna godersi il percorso che, ripeto, è obbligato.
Nel finale, c’è una larga e ripida placconata diagonale.
Verso la fine, girandosi indietro, si capisce quanto è esposto questo camminamento.
I cavi sono quasi sempre con funzione corrimano, ma ci sono pure un paio di brevi passaggi dove senza cavo bisognerebbe procedere in “arrampicata orizzontale”.
Attenzione che in vari punti ci sono piccole sporgenze rocciose ad altezza testa.
Dalla forcella finale c’è una traccia che conduce all’ometto di vetta di Punta Erbing – più o meno una cinquantina di metri in linea d’aria.
Rientro da Punta Erbing per Forcella Zumeles
Si continua semplicemente in direzione di Forcella Zumeles: tutto segnato con qualche saltino, dove si appoggiano le mani, prima di entrare nel bosco.
Da Forcella Zumeles si scende, a ritrovare il percorso dell’andata, per un canalone inizialmente molto ripido nella sua conformazione originale, ma che è stato molto ben “addomesticato” con delle traverse di legno che hanno creato una moltitudine di tornantini e una traccia di facile e costante pendenza.
Dal traverso boschivo verso Forcella Zumeles si possono fare varie deviazioni sulle scenografiche punte e forcelle secondarie che si staccano a pochi metri di distanza.
Io ho fatto un paio di queste “esplorazioni” che però ho cancellato dalla registrazione GPS.
**********
Come sempre, in cengia sotto fascia rocciosa il GPS ha sofferto di qualche rimbalzo di segnale, ma in un’escursione come questa il GPS può servire solo per non perdere tempo in avvicinamento e chiusura.
Il dislivello reale dell’escursione è di poco più di 800 metri e non oltre 1.200 come indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
Non appena si scavalca la forcella di fine cengia, entrano in scena il Monte Cristallo da vicino e, sulla media distanza, l’incredibile Croda Rossa d’Ampezzo.
Se non ci fossero le attrezzature, sarebbe una cengia veramente impegnativa.
Con le attrezzature presenti – di fatto quasi sempre cavi con funzione di “corrimano” – la cengia diventa media nella mia scala delle cenge, ma l’itinerario nel suo complesso rimane difficile.
La guida di riferimento è «Guida alle vie ferrate e ai percorsi in cengia di Cortina d’Ampezzo e dintorni – di Fabio Cammelli».
Cammelli ha valutato “EEA” come difficoltà escursionistiche complessive e “PD” come difficoltà di via ferrata.
Alla fine è un’escursione di mezza giornata, e si può scegliere se partire presto o tardi a seconda delle temperature previste o dell’esposizione rispetto alla luce del sole che si vuol trovare.
Avvicinamento alla Terza Cengia del Pomagagnón
La partenza è dal parcheggio in località Lariéto che si trova appena prima dell’omonimo agriturismo.
Si imbocca il sentiero CAI 211 che scorre di fatto su una stradetta ciclabile.
Si tralascia il bivio per Forcella Zumeles da cui si ritornerà a fine escursione e anche quello per il Rifugio Mietres: si arriva, infine, a un altro bivio con indicazioni per sentiero CAI 202 verso Forcella Pomagagnon e “Terza Cengia”.
Si prosegue per questo sentiero fin sotto lo strappo finale per Forcella Pomagagnon dove c’è un incrocio di sentieri al “Gravon del Pomagagnon”: qui si gira a destra sempre per indicazioni Terza Cengia e in poche decine di metri si arriva sotto parete dove inizia l’itinerario.
Percorrenza della Terza Cengia del Pomagagnón
Il percorso è obbligato e, tanto per togliere ogni dubbio, è pure segnato con vernice rossa e qualche ometto.
Si inizia sotto roccia su larga bancata ghiaiosa e poi su ripida placca irregolare fino a trovare il primo cavo di aiuto.
Da qui in poi iniziano i tratti più stretti ed esposti, sia su base rocciosa che su cornice ricoperta di terre dure e passaggi tra mughi tagliati.
È inutile fare una descrizione dettagliata, bisogna godersi il percorso che, ripeto, è obbligato.
Nel finale, c’è una larga e ripida placconata diagonale.
Verso la fine, girandosi indietro, si capisce quanto è esposto questo camminamento.
I cavi sono quasi sempre con funzione corrimano, ma ci sono pure un paio di brevi passaggi dove senza cavo bisognerebbe procedere in “arrampicata orizzontale”.
Attenzione che in vari punti ci sono piccole sporgenze rocciose ad altezza testa.
Dalla forcella finale c’è una traccia che conduce all’ometto di vetta di Punta Erbing – più o meno una cinquantina di metri in linea d’aria.
Rientro da Punta Erbing per Forcella Zumeles
Si continua semplicemente in direzione di Forcella Zumeles: tutto segnato con qualche saltino, dove si appoggiano le mani, prima di entrare nel bosco.
Da Forcella Zumeles si scende, a ritrovare il percorso dell’andata, per un canalone inizialmente molto ripido nella sua conformazione originale, ma che è stato molto ben “addomesticato” con delle traverse di legno che hanno creato una moltitudine di tornantini e una traccia di facile e costante pendenza.
Dal traverso boschivo verso Forcella Zumeles si possono fare varie deviazioni sulle scenografiche punte e forcelle secondarie che si staccano a pochi metri di distanza.
Io ho fatto un paio di queste “esplorazioni” che però ho cancellato dalla registrazione GPS.
**********
Come sempre, in cengia sotto fascia rocciosa il GPS ha sofferto di qualche rimbalzo di segnale, ma in un’escursione come questa il GPS può servire solo per non perdere tempo in avvicinamento e chiusura.
Il dislivello reale dell’escursione è di poco più di 800 metri e non oltre 1.200 come indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
Waypoints
Waypoint
5,570 ft
02 - Bivio sentieri CAI 211 204 in località Pousa de Zumeles
Waypoint
5,373 ft
04 - Uscita da CAI 211 verso indicazioni Forcella Pomagagnon e Terza Cengia
Comments (3)
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Zio Mario, mi hai fatto venire una gran voglia di fare questa Terza Cengia del Pomagagnón!
Caro ZioMario, grazie per la solita, dettagliatissima e interessante relazione. Ieri con altri 4 amici ho seguito questo itinerario per buona parte e devo dire che è stato molto appagante.
Abbiamo avuto solo un piccolo momento di disorientamento nel prendere la traccia di uscita dal ghiaione sotto la forcella di Punta della Croce (seguendo un altro escursionista non abbiamo visto l'omino), per il resto tutto abbastanza comodo.
La “ferrata” in effetti è un sentiero attrezzato per avere un po' di sicurezza nei passaggi più esposti (anche se in un paio di brevi passaggi delicati non c'è il cavo e bisogna procedere con grande cautela), le maggiori difficoltà (niente di particolare comunque) si incontrano nel superare roccette e placchette poco esposte tra un tiro di cavo e l'altro.
Interessante e divertente la discesa per la via normale, con semplici e piacevoli passaggetti su roccia, che richiedono solo un po' di attenzione perché sprotetti.
Arrivati a forcella Zumeles abbiamo deviato dalla tua traccia per trovarci giù a Passo Tre Croci passando sotto il rifugio di Son Forca per il sentiero 203.
Escursione veramente gratificante alla scoperta di un angolo stupendo e poco trafficato dalla massa di turisti delle Dolomiti.
Ciao rinoStroXin,
mi fa molto piacere che avete apprezzato questo itinerario che sta così vicino a Cortina ma che riesce comunque a dare uno “stacco di solitudine” con viste molto scenografiche.
Io ci sono molto affezionato perché … mi è servito per “riportarmi sul Pianeta Terra” subito dopo “le viste e le tensioni marziane” della salita alla Croda Rossa d’Ampezzo.
Buone escursioni per il resto delle ferie … e anche dopo! 😉