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Dolomiti Bellunesi: Monte Coro per il Boràl de l’Órs, Zéngia del Re e Cengia Van del Castèl (Cengia dei Camosci) da La Stanga

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Trail stats

Distance
14.17 mi
Elevation gain
10,269 ft
Technical difficulty
Experts only
Elevation loss
10,269 ft
Max elevation
6,494 ft
TrailRank 
73
Min elevation
1,450 ft
Trail type
Loop
Time
12 hours 14 minutes
Coordinates
10371
Uploaded
June 20, 2018
Recorded
June 2018
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near Casa Candaten, Veneto (Italia)

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Itinerary description

Escursione IMPRESSIONANTE dove si ritrovano un po’ tutte le caratteristiche possibili nella “categoria selvaggio”.
Se si tolgono le due cenge resta un bellissimo “Giro del Monte Coro” di media difficoltà, con qualche singolo passaggio un po’ impegnativo.
La salita per il Boràl de l’Órs è molto adatta a chi cerca itinerari al di fuori degli schemi dove conta sapersi orientare pur in presenza di ometti e segni in vari tratti.
Discesa finale per la via normale tracciata CAI che passa per il bel Rifugio Furio Bianchet.
A mio giudizio, l’anello “light senza cenge” non avrebbe logica se percorso in senso inverso.
Le due cenge – Zéngia del Re e Cengia Van del Castèl o Cengia dei Camosci – “disegnano” un secondo anello più alto e stretto intorno alla vetta del Monte Coro.

Sconsiglio il senso inverso di percorrenza delle cenge se non si conoscono già in questo senso.
Intendo che si devono conoscere (o qualcuno di un eventuale gruppo deve conoscerle) sul campo e non solo da una guida o una traccia GPS.
Per le cenge l’itinerario completo di questa escursione è valido se il meteo è sicuro al 110% e anche più: ci vuole tempo, si possono fare errori lunghi da recuperare e le cenge (specialmente la Van del Castèl) arrivano nel momento della giornata in cui i prevedibili nebbia, pioggia o temporali renderebbero la situazione molto preoccupante.
Da non sottovalutare l’impegno fisico generale specialmente per la Van del Castel che – sempre nella versione odierna – arriva dopo parecchie ore e quasi 2.000 metri di dislivello nelle gambe.
Chi vuole godersi le cenge arrivando in perfetto relax può naturalmente pernottare al Rifugio Furio Bianchet e salire per la via normale verso il Monte Coro.

Come sempre il GPS nei tratti sotto roccia delle cenge e nei canali stretti “disegna delle linee alquanto fantasiose”.
Come sempre ho cercato di raddrizzare manualmente queste inesattezze.
La traccia aiuta senz’altro ma non è il Vangelo.
In cengia comunque non serve a nulla, e con queste cenge non verrà mai in mente di guardarla, c’è dell’altro a cui pensare.
Il punto peggiore di ricezione, e di maggior correzione manuale, è all’imbocco dalla Val Ru da Molin a inizio escursione: è un tratto con buona traccia a terra, nessun problema.

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Premessa
Questo itinerario è stato percorso il 19 giugno 2018, e tutte le osservazioni e considerazioni successive possono valere in pieno solo per quel giorno.
Non descrivo i ben noti tratti CAI di tutta la via normale per il Monte Coro che passa per il Rifugio Furio Bianchet.

Da La Stanga per la Val Ru da MolÍn fino al bivio di salita per il Boràl de l’Órs
Si imbocca il CAI 502 a fianco del Ristorante Bar alla Stanga e si arriva facilmente, sotto un’antenna telefonica, al bivio tra i sentieri per la Val de Piero e la Val Ru da Molín.
Si va a sinistra in direzione Val Ru da Molín e si sale comodamente in direzione nord con l’esposizione che aumenta verso il fondo della Val Cordevole.
C’è un breve tratto che si può definire di “vera cengia” su solido camminamento “strettino” e poi si svolta a destra per entrare in Val Ru da Molín.
Si oltrepassa il fianco con i “Cógoi de le Procuratíe” (citazione da Piero Rossi) e si arriva, con lungo traverso, al punto di attraversamento dell’impluvio del Ru da Molín.
Si prosegue dall’altro lato – sinistra direzione salita o destra idrografica – oltrepassando il bivio con la traccia che sale a La Spirlonga e poi un breve tratto franato del sentierino che è facilmente aggirabile.
Avanti ancora a lungo sullo stesso lato fino a quando i segnavia (per lo più ometti e rami tagliati) fanno attraversare nuovamente l’impluvio a questo punto senza portata d’acqua.
In realtà sono “tracciate” un paio di alternative e vanno bene tutte e due: un’alternativa prosegue per un breve tratto nel greto torrentizio.
Dall’altro lato si continua ancora su sentierino fino ad entrare nell’impluvio per l’ultima parte.
Ora gli ometti guidano in divertenti passaggi tra i massi dove si possono usare le mani ma mai a livello di vera arrampicata se si sta un po’ attenti.
Si arriva così al bivio di salita (verso sinistra) per il Boràl de l’Órs che si trova appena prima di alcuni covoli sotto fascia rocciosa.
C’è un ometto appena dentro la traccia di salita.
Poco dopo il bivio si trovano un riparo sotto un enorme roccione al centro dell’impluvio e l’altro bivio (con vari ometti e freccia) in zona La Crosèra dove a destra si salirebbe verso il Forzelón, bivio anticipato anche da iscrizioni in rosso su roccia.
Dunque, se si notano questi ultimi riferimenti bisogna tornare indietro di qualche decina di metri lineari.
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È importante conoscere bene la Val Ru da Molín perché si “frequenta” anche in discesa a fine escursione di vari itinerari; come esempi vedi:
Risalita del Boràl de l’Órs fino alla Forcella del Boràl de l’Órs
All’inizio è un sentierino abbastanza continuo, ma serve attenzione per rimanere attaccati alla traccia a terra quando si fa labile.
Ometti e rami tagliati aiutano, con pochi segni rossi.
Dopo almeno 300 metri di dislivello si dovrebbero individuare delle lamiere a terra di un ex ricovero, che anticipano una valletta boschiva di buona pendenza.
Si arriva a una bassa fascia rocciosa (freccia rossa alla base) con qualche movimento non difficile di I° grado, che anticipa una “quasi cengetta” verso sinistra che porta dentro un vallone per lo più erboso.
Prima della testata del vallone si esce a destra per boschetto e, seguendo i segni rossi, si entra nel lungo vallone (ancora erboso) che sale fino alla Forcella del Boràl de l’Órs.

Dalla Forcella del Boràl de l’Órs alla deviazione per l’attacco della Zéngia del Re
Dalla forcella si entra quasi subito sul sentiero CAI della via normale per la vetta del Monte Coro, e si sale fino alla base del ben noto stretto canaletto incassato tra due alte e verticali paretine rocciose.
Per la vetta del Monte Coro si entrerebbe a sinistra dentro il canaletto, mentre per l’attacco della Zéngia del Re si va diritti per tracce inizialmente quasi in piano.
Prima di arrivare alla base del canaletto, si passa anche davanti al punto di uscita della Cengia Van del Castèl o Cengia dei Camosci, ma … è inutile spiegarlo adesso perché sarà più che evidente a fine escursione.

Avvicinamento all’attacco della Zéngia del Re
Dal bivio con la via normale per la vetta del Monte Coro, si seguono le labili tracce fino a un caratteristico “larice fulminato” di cui è rimasto solo il tronco senza alcun ramo.
Dopo il “larice fulminato” si entra diretti nel Van della Rejìna o Van de la Rìsena di cui alla foto pubblicata con cerchietto rosso che indica la direzione.
È piuttosto ripido, se si inciampa non si finisce in valle come nelle cenge ma ci si fa molto male.
Si possono fare molte linee; io ho fatto un'ansa verso destra e sono poi rientrato verso sinistra.
Si può anche scegliere di stare molto più a destra verso la dorsale delle Pale dei Camòrz e tagliare giù alla fine.
Da quel punto ci sarebbe una bellissima visuale completa sulla Zéngia del Re – come ho visto su una guida –, ma la luce buona arriva nel primo pomeriggio.
All'orario del mio passaggio la Zéngia del Re è tutta in ombra e non fotografabile da lontano.
La Zéngia del Re inizia sulla sinistra in basso del Van della Rejìna o Van de la Rìsena.
Purtroppo ho dimenticato di documentare fotograficamente il “Grand Hotel Monte Coro”: è così definito un ricovero naturale – ottimo per le emergenze – che si trova poche decine di metri prima del “larice fulminato”.

Zéngia del Re
Famosissima e generalmente descritta come “vertiginosa” con due passaggi chiave, specialmente il primo nel senso di percorrenza odierno.
Per il resto la traccia di cengia è “abbastanza” comoda e pulita, e se non fosse per il (grande) salto che c’è di lato si potrebbe definire appena impegnativa.
Tuttavia è molto impegnativa proprio per la necessità di essere immuni a vertigini e alla paura del vuoto in generale.
È corta e non comporta un lungo impegno di concentrazione.
Tecnicamente trovo più impegnativi la risalita del canalone in uscita (solo come tecnica di uso mani e piedi) e soprattutto la crestina che riporta verso lo Spallone Occidentale del Monte Coro: l’attacco della crestina è ben più aereo e vertiginoso della Zéngia del Re.
Tornando ai due passaggi chiave:
  • Il primo è quello più famoso e fotografato nelle guide, dove una leggera sporgenza di roccia costringe a mettere i piedi su un piccolo appoggio (con “loppa” erbosa) più basso della linea di cengia e veramente “a filo del vuoto”; bisogna un po’ appendersi (o fare equilibrio) con le mani e il tutto è assimilabile a un II° grado; però quando l’ho visto mi sono semplicemente inginocchiato e ho “gattonato” sotto la leggera sporgenza; funziona con zaini piccoli e nulla di appeso al lato interno (tanto meno i bastoncini che non si usano in questa cengia).
  • Il secondo è un “Passo del Gatto” dove si sta un po’ a metà tra l’essere inginocchiati e quasi sdraiati; in realtà poco prima ce n’è un altro più breve che è più sicuro del passaggio esterno dove ti porterebbe la traccia di cengia.

Cresta di collegamento tra Zéngia del Re e Cengia Van del Castèl o Cengia dei Camosci
Primi metri piani, stretti e quasi funambolici: roccia solida qui, impossibile non guardare giù e in lontananza, entusiasmante ma ATTENZIONE!
Poi si sale alcuni metri sul I° grado, anche II° ma forse non ho guardato bene i passaggi meno ripidi perché ho sempre cercato quelli solidi, che esistono in mezzo a molte linee che solide non sono.
Poi spiana ed è più comoda fino alla base dello Spallone Occidentale del Monte Coro: qui si è proprio sotto la verticale di un’ottima posizione fotografica pochi metri oltre la vetta del Monte Coro (visitata in precedenza durante questa versione dell’escursione).
È molto importante questo punto perché è il bivio dove inizia la Cengia Van del Castèl o da dove si può rientrare direttamente sul tracciato CAI che riporta verso la discesa al Rifugio Bianchet.

Cengia Van del Castèl o Cengia dei Camosci o Viàz dei Camosci
Intanto è lunga-lunga e comporta un lungo-lungo impegno di concentrazione.
Impensabile, a mio giudizio, affrontarla senza i “Fer da Tac”, ovvero i ramponcini da prato o forestali.
Come difficoltà si divide nettamente in due, con la prima parte che va dai waypoint 27 al 28, vale a dire fra i due spalloni ovest e sud del Monte Coro.
A mio giudizio non c’è proprio paragone fra l’esposizione di questo tratto e quella molto pubblicizzata della Zéngia del Re: vince questa!
Solo con un drone si potrebbe documentare oggettivamente cos’è questo tratto.
Io ho fatto qualche foto in avanti e qualcuna all’indietro quando potevo girarmi per far riposare le gambe che lavorano sempre allo stesso modo, MA NESSUNA TORSIONE DI LATO PER TENTARE QUALCHE PANORAMICA: NON ERA PROPRIO IL CASO.
Anche qui segnalati due passaggi chiave, tutti e due nella primissima parte.
Il primo è effettivamente molto stretto, ma stando ben attaccati alla parete è ben gestibile: è inutile rimarcare che “anche lo zaino deve essere stretto” senza nulla attaccato all’esterno.
I bastoncini non sono appesi perché si usano molto in questa cengia erbosa, e bisogna fare attenzione a come gestirli in questo tipo di passaggi.
Il secondo passaggio chiave è IL VERO PASSAGGIO CHIAVE DI TUTTA L’ESCURSIONE.
Non ho rischiato alcuna foto.
È un po’ come il primo passaggio chiave della Zéngia del Re con la differenza che non si può gattonare perché la base è più stretta, di lato non è tutta roccia solida dove fare equilibrio con le mani (si trova il punto guardando MOLTO bene), i piedi stanno su minimi appoggi di terra (chiaramente terra che sta sopra qualcosa di più solido, ma sempre terra) e l’esposizione è di qualche ordine di grandezza superiore.
Funziona con fiducia sui ramponcini e senza guardare troppo gli oltre 1.000 metri che stanno sotto il sedere (nel senso del proprio lato B) a sbalzo.
Poi un po’ si allarga, un po’ si restringe, c’è più margine di manovra ma non vedo margini di errore.
Dopo aver girato lo Spallone Sud del Monte Coro (ometto al punto di aggiramento), la cengia diventa una vera bancata erbosa, sempre da abbastanza a piuttosto inclinata, ma sufficientemente larga per stare più tranquilli.
A dire il vero, tutte le varie guide che ho consultato indicano il doppiaggio dello Spallone Sud del Monte Coro in corrispondenza di un caratteristico torrioncino roccioso che sta qualche metro sopra l'ometto.
Quando sono arrivato nei pressi del torrioncino – che è ben visibile anche da lontano – ho notato una traccia che proseguiva quasi in piano verso l'esterno: l'ho seguita per curiosità e sono giunto alla piazzola con l'ometto.
Poi ho visto dall'altro lato che ci si collegava facilmente con la prosecuzione della cengia.
Alla fine si può dire che sono due possibilità altrettanto valide per superare questo punto spettacolare.
Aggirato lo Spallone Sud del Monte Coro, la progressione deve rimanere prudente, l’esposizione è meno evidente ma sempre molto accentuata.
Si restringe in un solo punto, ma non è nulla in confronto al passaggio chiave della prima parte.
Da fine cengia si rientra subito sul tracciato CAI della via normale al Monte Coro, e per questa escursione si scende al Rifugio Furio Bianchet e poi sulla SR 203 in località Casa de la Vècia.

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Il dislivello reale dell’escursione è poco più di 1.900 metri e non 3.130 come indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.

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Waypoints

PictographWaypoint Altitude 1,451 ft

01 - Parcheggio località La Stanga al km 13-VIII SR 203

PictographWaypoint Altitude 1,679 ft
Photo of02 - Uscita da CAI 502 in corrispondenza di un'antenna telefonica

02 - Uscita da CAI 502 in corrispondenza di un'antenna telefonica

Segue tratto anche un po' esposto ma ben improntato a terra.

PictographWaypoint Altitude 2,073 ft
Photo of03 - Attraversamento Ru da Molin Photo of03 - Attraversamento Ru da Molin Photo of03 - Attraversamento Ru da Molin

03 - Attraversamento Ru da Molin

Segue traccia discreta con svariati ometti.

PictographWaypoint Altitude 2,694 ft

04 - Inizio eventuale breve tratto intermedio nel greto del Ru da Molin

PictographWaypoint Altitude 2,834 ft
Photo of05 - Uscita da greto Ru da Molin per buona traccia sulla destra direzione marcia

05 - Uscita da greto Ru da Molin per buona traccia sulla destra direzione marcia

PictographWaypoint Altitude 3,020 ft

06 - Rientro nel greto del Ru da Molin

Come per il waypoint 04.

PictographWaypoint Altitude 3,151 ft
Photo of07 - Uscita dalla Val Ru da Molin per il Boral de l'Ors in zona La Crosèra Photo of07 - Uscita dalla Val Ru da Molin per il Boral de l'Ors in zona La Crosèra

07 - Uscita dalla Val Ru da Molin per il Boral de l'Ors in zona La Crosèra

PictographWaypoint Altitude 3,681 ft

08 - Breve tratto con traccia molto poco evidente: attenzione alla direzione

Ci sono due ometti vicini, ma non molto visibili, dove la traccia si perde, e sembrano orientati per indicare di salire anziché continuare a traversare.
Almeno io li ho intesi così e ho sbagliato.
Dopo pochi minuti ho capito che "non funzionava bene" e sono ritornato sui miei passi.

PictographWaypoint Altitude 4,237 ft
Photo of09 - Lamiere a terra (di un ex ricovero) per riferimento

09 - Lamiere a terra (di un ex ricovero) per riferimento

Qualche decina di metri dopo queste lamiere che certificano di stare sulla via giusta, c'è un ometto poco visibile sulla sinistra che sta all'imbocco di una valletta di bosco rado, di buona pendenza e che bisogna seguire a lungo.
Con il senno di poi, si farebbe decisamente meno fatica calzando i ramponcini, anche se la valletta è sicurissima e i Fer da Tac non sono strettamente necessari.
Non vale la pena portarli solo per questo tratto, ma se stanno già nello zaino perché non usarli?

PictographWaypoint Altitude 4,846 ft
Photo of10 - Tratto di I° grado misto erba rocce con freccia rossa all'inizio

10 - Tratto di I° grado misto erba rocce con freccia rossa all'inizio

Ho indicato questo semplice I° grado perché "stacca leggermente" rispetto al resto della salita per la Forcella del Boràl de l’Órs , anche se è mooolto più semplice di svariati passaggi in zona cenge.
Poi si piega a sinistra per breve e facile cengetta e si entra nel vallone di cui alla foto del prossimo waypoint.

PictographWaypoint Altitude 5,179 ft
Photo of11 - Segno rosso al doppiaggio di una costola che porta nel canale finale per la Forcella del Boràl de l’Órs Photo of11 - Segno rosso al doppiaggio di una costola che porta nel canale finale per la Forcella del Boràl de l’Órs Photo of11 - Segno rosso al doppiaggio di una costola che porta nel canale finale per la Forcella del Boràl de l’Órs

11 - Segno rosso al doppiaggio di una costola che porta nel canale finale per la Forcella del Boràl de l’Órs

Verso la fine del vallone che precede il segno rosso del waypoint, è logico dover piegare a destra (direzione salita) e puntare una selletta.
Tuttavia non c'è evidenza di traccia e, mentre riflettevo un attimo, è uscito un camoscio che mi ha guardato ed è subito tornato indietro.
A volte basta seguire i camosci per trovare la via migliore: l'ho seguito e ho visto subito il segno su una piccola roccia, seguito da altri due su alberi (dopo il doppiaggio della costola) che stavano su una traccia "riemersa".

PictographWaypoint Altitude 5,490 ft
Photo of12 - Punto foto nel canale finale per la Forcella del Boràl de l’Órs

12 - Punto foto nel canale finale per la Forcella del Boràl de l’Órs

PictographWaypoint Altitude 5,725 ft
Photo of13 - Forcella del Boràl de l’Órs

13 - Forcella del Boràl de l’Órs

PictographWaypoint Altitude 6,036 ft
Photo of14 - Caratteristico facile canalino per la vetta del Monte Coro e bivio per la Zéngia del Re Photo of14 - Caratteristico facile canalino per la vetta del Monte Coro e bivio per la Zéngia del Re Photo of14 - Caratteristico facile canalino per la vetta del Monte Coro e bivio per la Zéngia del Re

14 - Caratteristico facile canalino per la vetta del Monte Coro e bivio per la Zéngia del Re

PictographWaypoint Altitude 6,232 ft
Photo of15 - Inizio dolce pendio sommitale ricoperto di rododendri Photo of15 - Inizio dolce pendio sommitale ricoperto di rododendri Photo of15 - Inizio dolce pendio sommitale ricoperto di rododendri

15 - Inizio dolce pendio sommitale ricoperto di rododendri

PictographWaypoint Altitude 6,454 ft
Photo of16 - Ometto di vetta del Monte Coro Photo of16 - Ometto di vetta del Monte Coro Photo of16 - Ometto di vetta del Monte Coro

16 - Ometto di vetta del Monte Coro

PictographWaypoint Altitude 6,396 ft
Photo of17 - Punto foto a ovest della vetta del Monte Coro Photo of17 - Punto foto a ovest della vetta del Monte Coro Photo of17 - Punto foto a ovest della vetta del Monte Coro

17 - Punto foto a ovest della vetta del Monte Coro

PictographWaypoint Altitude 6,103 ft
Photo of18 - Larice 'fulminato' per riferimento verso la Zéngia del Re Photo of18 - Larice 'fulminato' per riferimento verso la Zéngia del Re Photo of18 - Larice 'fulminato' per riferimento verso la Zéngia del Re

18 - Larice 'fulminato' per riferimento verso la Zéngia del Re

Dopo il larice fulminato si entra diretti nel Van della Rejìna o Van de la Rìsena di cui alla foto con cerchietto rosso che indica la direzione.
È piuttosto ripido, se si inciampa non si finisce in valle come nelle cenge ma ci si fa molto male.
Si possono fare molte linee; io ho fatto un'ansa verso destra e sono poi rientrato verso sinistra al waypoint seguente.
Si può anche scegliere di stare molto più a destra verso la dorsale delle Pale dei Camòrz e tagliare giù alla fine.
Da quel punto ci sarebbe una bellissima visuale completa sulla Zéngia del Re - come ho visto su una guida -, ma la luce buona arriva nel primo pomeriggio.
All'orario del mio passaggio la Zéngia del Re è tutta in ombra e non fotografabile da lontano.

PictographWaypoint Altitude 5,611 ft
Photo of19 - Punto foto su selletta poco prima di entrare nella Zéngia del Re

19 - Punto foto su selletta poco prima di entrare nella Zéngia del Re

PictographWaypoint Altitude 5,620 ft
Photo of20 - Inizio Zéngia del Re Photo of20 - Inizio Zéngia del Re Photo of20 - Inizio Zéngia del Re

20 - Inizio Zéngia del Re

PictographWaypoint Altitude 5,671 ft
Photo of21 - Punto foto nella Zéngia del Re Photo of21 - Punto foto nella Zéngia del Re

21 - Punto foto nella Zéngia del Re

PictographWaypoint Altitude 5,684 ft
Photo of22 - Due brevi tratti consecutivi tipo 'Passo del Gatto' nella Zéngia del Re Photo of22 - Due brevi tratti consecutivi tipo 'Passo del Gatto' nella Zéngia del Re Photo of22 - Due brevi tratti consecutivi tipo 'Passo del Gatto' nella Zéngia del Re

22 - Due brevi tratti consecutivi tipo 'Passo del Gatto' nella Zéngia del Re

PictographWaypoint Altitude 5,763 ft
Photo of23 - Fine Zéngia del Re e breve risalita verso imbocco canale

23 - Fine Zéngia del Re e breve risalita verso imbocco canale

PictographWaypoint Altitude 5,810 ft
Photo of24 - Imbocco ripido canale dopo la Zéngia del Re Photo of24 - Imbocco ripido canale dopo la Zéngia del Re Photo of24 - Imbocco ripido canale dopo la Zéngia del Re

24 - Imbocco ripido canale dopo la Zéngia del Re

Qui c'è da "ravanare".
Se si è in gruppo attenzione a chi sta dietro: è molto facile "buttare giù qualcosa".

PictographWaypoint Altitude 6,083 ft
Photo of25 - Uscita a fine canale su crestina alquanto 'aerea'

25 - Uscita a fine canale su crestina alquanto 'aerea'

PictographWaypoint Altitude 6,257 ft
Photo of26 - Punto foto poco prima di raggiungere la Spalla Occidentale del Monte Coro Photo of26 - Punto foto poco prima di raggiungere la Spalla Occidentale del Monte Coro

26 - Punto foto poco prima di raggiungere la Spalla Occidentale del Monte Coro

PictographWaypoint Altitude 6,243 ft
Photo of27 - Spalla Occidentale Monte Coro e bivio per rientro o continuazione per Cengia Van del Castèl (o cengia dei Camosci) Photo of27 - Spalla Occidentale Monte Coro e bivio per rientro o continuazione per Cengia Van del Castèl (o cengia dei Camosci) Photo of27 - Spalla Occidentale Monte Coro e bivio per rientro o continuazione per Cengia Van del Castèl (o cengia dei Camosci)

27 - Spalla Occidentale Monte Coro e bivio per rientro o continuazione per Cengia Van del Castèl (o cengia dei Camosci)

PictographWaypoint Altitude 6,287 ft
Photo of28 - Ometto - l'unico incontrato nella Cengia Van del Castèl - al doppiaggio dello Spallone Sud del Monte Coro Photo of28 - Ometto - l'unico incontrato nella Cengia Van del Castèl - al doppiaggio dello Spallone Sud del Monte Coro Photo of28 - Ometto - l'unico incontrato nella Cengia Van del Castèl - al doppiaggio dello Spallone Sud del Monte Coro

28 - Ometto - l'unico incontrato nella Cengia Van del Castèl - al doppiaggio dello Spallone Sud del Monte Coro

A dire il vero, tutte le varie guide che ho consultato indicano il doppiaggio dello Spallone Sud del Monte Coro in corrispondenza di un caratteristico torrioncino roccioso che sta qualche metro sopra l'ometto di questo waypoint.
Quando sono arrivato nei pressi del torrioncino - che è ben visibile anche da lontano - ho notato una traccia che proseguiva quasi in piano verso l'esterno: l'ho seguita per curiosità e sono giunto alla piazzola con l'ometto.
Poi ho visto dall'altro lato che ci si collegava facilmente con la prosecuzione della cengia. Alla fine si può dire che sono due possibilità altrettanto valide per superare questo punto spettacolare.

PictographWaypoint Altitude 6,078 ft
Photo of29 - Punto foto nella Cengia Van del Castèl o Cengia dei Camosci Photo of29 - Punto foto nella Cengia Van del Castèl o Cengia dei Camosci Photo of29 - Punto foto nella Cengia Van del Castèl o Cengia dei Camosci

29 - Punto foto nella Cengia Van del Castèl o Cengia dei Camosci

PictographWaypoint Altitude 6,036 ft
Photo of30 - Fine Cengia Van del Castèl o Cengia dei Camosci e inizio raccordo verso CAI 537 Photo of30 - Fine Cengia Van del Castèl o Cengia dei Camosci e inizio raccordo verso CAI 537 Photo of30 - Fine Cengia Van del Castèl o Cengia dei Camosci e inizio raccordo verso CAI 537

30 - Fine Cengia Van del Castèl o Cengia dei Camosci e inizio raccordo verso CAI 537

PictographWaypoint Altitude 6,082 ft
Photo of31 - Immissione in CAI 537 da raccordo Cengia Van del Castèl o Cengia dei Camosci Photo of31 - Immissione in CAI 537 da raccordo Cengia Van del Castèl o Cengia dei Camosci Photo of31 - Immissione in CAI 537 da raccordo Cengia Van del Castèl o Cengia dei Camosci

31 - Immissione in CAI 537 da raccordo Cengia Van del Castèl o Cengia dei Camosci

PictographWaypoint Altitude 5,310 ft
Photo of32 - Ruderi della Casèra del Castelàz

32 - Ruderi della Casèra del Castelàz

Non si nota dalla foto, ma questo tratto di prato è una "fabbrica di ortiche".

PictographWaypoint Altitude 4,178 ft
Photo of33 - Rifugio Furio Bianchet al Pian dei Gat Photo of33 - Rifugio Furio Bianchet al Pian dei Gat Photo of33 - Rifugio Furio Bianchet al Pian dei Gat

33 - Rifugio Furio Bianchet al Pian dei Gat

Grande collezione di grappe al rifugio. 😊
Peccato non poter pernottare e darci dentro!

PictographWaypoint Altitude 2,404 ft

34 - Svolta da strada forestale per raccordo diretto verso SR 203

PictographWaypoint Altitude 1,601 ft
Photo of35 - Immissione nella SR 203 al km 15-VII nei pressi della fermata autobus

35 - Immissione nella SR 203 al km 15-VII nei pressi della fermata autobus

Se non si è organizzati con doppia auto, si può anche scegliere di parcheggiare qui vicino alla fermata dell'autobus, e farsi il tratto asfaltato con il fresco del mattino.
Io preferisco l'altro parcheggio perché l'auto non è a bordo strada come sarebbe alla fermata autobus.

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