Activity

Discesa dal Petroso

Download

Trail photos

Photo ofDiscesa dal Petroso Photo ofDiscesa dal Petroso Photo ofDiscesa dal Petroso

Author

Trail stats

Distance
7.7 mi
Elevation gain
46 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
3,917 ft
Max elevation
7,349 ft
TrailRank 
38
Min elevation
608 ft
Trail type
One Way
Time
6 hours 25 minutes
Coordinates
988
Uploaded
May 13, 2012
Recorded
June 2010
Share

near Civitella Alfedena, Abruzzo (Italia)

Viewed 2123 times, downloaded 33 times

Trail photos

Photo ofDiscesa dal Petroso Photo ofDiscesa dal Petroso Photo ofDiscesa dal Petroso

Itinerary description

Alcune indicazioni utili

http://www.agraria.org/parchi/abruzzo/abruzzo.htm

Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise - Abruzzo, Lazio, Molise

Tipologia: Parco Nazionale; istituito con R.D.L. 11 gennaio 1923, n. 257; D.P.R. 30 giugno 1951, D.P.R. 10 gennaio 1990 e D.P.C.M. 26 novembre 1993.
Regione: Abruzzo, Lazio, Molise
Province: L'Aquila, Frosinone, Isernia
Il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise è stato il secondo parco nazionale italiano ad essere stato istituito (nel 1923, soltanto un mese dopo quello del Gran Paradiso). Oggi tutela una superficie di 50.683 (più 80.000 ettari di area protezione esterna), gran parte in Abruzzo, il resto nel Lazio e nel Molise (la catena montuosa delle Mainarde, a cavallo tra queste due ultime regioni, è stata inclusa nel Parco solo nel 1990). Il cuore del parco è costituito dai Monti della Meta, con le cime del Monte Petroso (2.247 m) e della Meta (2.241 m). Simbolo dell'area protetta è l'orso marsicano, sottospecie di taglia leggermente ridotta rispetto all'orso bruno delle Alpi.
Descrizione
Le catene montuose comprese nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise occupano una fascia altitudinale compresa tra i 900 e i 2.200 metri s.l.m. Il paesaggio si presenta molto vario, con l'alternanza di cime tondeggianti e di pendii rocciosi simili al paesaggio alpino. Il fiume Sangro con i suoi afflenti accupa la parte centrale, mentre nella zona più esterna del Parco scorrono altri corsi d'acqua (Giovenco, Melfa e Volturno). Il carsismo fa si che molti corsi d'acqua siano sotterranei, ritornando in superficie a valle, dove danno orgine a risorgive. Due sono i laghi all'interno del territorio del Parco: uno artificiale (lago di Barrea, alimentato dal fiume Sangro) e uno naturale (lago Vivo, che occupa una depressione di origine tettonica a circa 1.600 m di quota).
Ben visibili sono le tracce prodotte dalle antiche glaciazioni che hanno modellato il paesaggio: circhi glaciali, depositi morenici e rocce montonate lungo le valli. Le rocce del Parco sono per la maggior parte di natura calcarea (originate, tra 170 e 30 milioni di anni fa, da depositi marini tipici delle zone lagunari e di scogliera come alghe, coralli, molluschi bivalvi e gasteropodi), con presenza di dolomia nella zona della Camosciara. Sono presenti vari tipi di sedimentazione che rendono l'intera zona molto interessante dal punto di vista geologico.
Le prime testimonianze di insediamenti umani risalgono al Paleolitico (circa 20.000 anni fa). In epoca storica, questi luoghi furono abitati da popolazioni preromaniche (Marsi, Peligni e Sanniti).
Tracce dell'epoca romana sono rappresentate da lapidi e iscrizioni. Successivamente queste zone furono interessate da invasioni di longobardi e scorrerie di Saraceni. Risale al Medioevo la costruzione di molti borghi, arroccati su colli e rilievi di pietra, che ancora oggi si trovano all'interno del Parco. Una netta impronta, in epoca più recente, è stata data dal Regno Borbonico delle Due Sicilie attraverso la cultura, le tradizioni, i costumi e la lingua. Purtroppo gran parte dei patrimonio architettonico e storico più pregiato è andato perduto, sia per il terribile terremoto del 1915 che distrusse gran parte della Marsica, sia per il forte sviluppo turistico degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, che ha favorito una notevole speculazione edilizia.
Nonostante l'importanza crescente del turismo, rimangono ancora importanti le tradizionali attività come la pastorizia, l'agricoltura, l'attività forestale e l'artigianato.
Flora e fauna
Per quanto riguarda la flora, sono quasi 2.000 le specie di piante superiori presenti nel Parco, oltre muschi, licheni, alghe ed funghi. Tra le specie endemiche, merita una particolare menzione giaggiolo (Iris marsica), che cresce solo in alcune zone e che fiorisce a fine primavera. Molte le specie di orchidee, tra cui la bella scarpetta di Venere o pianella della Madonna (Cypripedium calceolus), anch'essa a fioritura tardo-primaverile. Un'altra rarità botanica è il pino nero di Villetta Barrea (Pinus nigra), specie relitta risalente probabilmente al Terziario (esemplari si trovano in alcune zone della Camosciara e della Val Fondillo). Sempre nella zona della Camosciara si trova il pino mugo (Pinus mugo), un relitto glaciale che occupa la fascia vegetazionale al di sotto delle praterie d'alta quota.
Il faggio è l'albero più comune del Parco e si trova tra i 900 e i 1.800 metri di quota, occupando più del 60% dell'intera superficie del Parco.
Oltre il limite delle foreste si incontrano il ginepro nano, il mirtillo e l'uva ursina.
Le praterie di altitudine, che insieme a prati e radure ricoprono oltre il 30% della superficie del Parco, occupano creste e sommità intorno ai 1.900-2.000 metri di quota. Nella bella stagione si possono ammirare splendide fioriture di genziane, genzianelle, primule, ciclamini, viole, anemoni, scilie, gigli, orchidee, sassifraghe, ranuncoli, asperule, dentarie, ofridi, ellebori, gigli (rosso e martagone, genziana, scarpetta della Madonna e Iris marsica.epatiche.
I principi del Parco sono sicuramente gli orsi marsicani e i lupi, questi ultimi in grave pericolo di estinzione intorno agli anni Settanta del secolo scorso e oggi invece in netta ripresa un po' in tutto l'Appennino settentrionale. Altra specie simbolo è il camoscio d'Abruzzo, strettamente imparentato con quello dei Pirenei, di cui costituisce una sottospecie (Rupicarpa pyrenaica ornata). Più snello rispetto al camoscio alpino (Rupicarpa rupicarpa), ha un diverso disegno facciale e corna più lunghe. Altri mammiferi sono lo scoiattolo, la volpe, il gatto selvatico, il cinghiale e la lince, presente con alcuni individui nelle aree più selvagge. Non mancano gli uccelli: solo di picchi sono presenti ben sette delle nove specie diffuse in Italia. Nelle formazioni di mughi (Pinus mugo) che occupano la fascia di transizione tra il limite superiore della faggeta (1.800 m) e le praterie sommitali, si trovano il merlo dal collare, il fringuello, il cardellino, la passera scopaiola e il cuculo.

Comments  (1)

  • Photo of cANTONIO
    cANTONIO Mar 24, 2023

    Grazie per la dettagliata presentazione di questa bellissima zona dell'Italia.. per tanti sconosciuta e selvaggia, ma che offre sempre tanto

You can or this trail