Da Rodì a Milici
near Rodì, Sicilia (Italia)
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Le origini di Milici sono molto antiche, Il nome deriva con molta probabilità dal greco Meilichios proprio l’origine del nome lascia pensare che anche l’abitato di Milici fu abitato dai greci.
Le sue origini sono antichissime come testimoniano alcuni reperti archeologici ritrovati in zona, avvalendo le tesi che il territorio circostante fu abitato dal XVIII a.C..
Si cominciano ad avere notizie più certe di Milici nel 1211, quando Hermannus de Striberg, camerario regio ed imperiale di Federico II di Svevia, cede ai Cavalieri di S. Giovanni Gerosolimitano il casale di Milici; in seguito tale donazione viene confermata anche dallo stesso imperatore l’anno successivo.
Questa donazione apportò al feudo di Milici grandi mutamenti dal punto di vista amministrativo, questo divenne infatti gestione totale dell’ordine Gerosolimitano, portando all’introduzione di nuovi coloni.
Dagli atti del cabreo del 1687 risulta nel periodo risalente al feudo un’importante produzione agricola basata principalmente sull’ulivo e sul gelso, incentivata dall’opera dei Cavalieri, inoltre Vito Amico lascia intendere che i Cavalieri avevano permesso l’immigrazione nel territorio di persone bisognose di lavoro e sostentamento.
Il feudo di Milici dura molto a lungo come del resto avviene in tutta la Sicilia che vede scomparire la feudalità nel 1811, abolita a Napoli nel 1806 e che vede proibita la promiscuità negli ex-feudi ancora più tardi rispetto al regno di Napoli.
Ai Cavalieri di Malta, in quanto contraddistinto dallo stemma raffigurante la croce ottagona appartiene anche un lavatoio poco distante dal Palazzo , ad esso le donne si recavano ad attingere l’acqua, mentre i contadini portavano ad abbeverare gli animali da soma.
Altra fontana lavatoio è presente in loco con targa in marmo che ricorda il periodo del regno di Filippo IV Re di Sicilia e di Spagna recante incisa la data del 1631
Anche la chiesa di San Rocco (XVII sec.) porta sopra il portale d'ingresso la croce ottagona dell’ordine dei Cavalieri di Malta, al suo interno il prezioso altare in stile barocco dove trova posto la bella statua del Santo . La Chiesa oggi chiusa al culto dopo anni di incuria e abbandono è in questo momento oggetto di messa in sicurezza .
Degna di nota nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie e San Giovanni Battista , attigua al Palazzo dei Cavalieri di Malta è la statua della Madonna dell’Alloro, opera di scuola Gaginiana (XVI sec.) festeggiata il Lunedì dell'Angelo con un rito molto antico , il rito si conclude con la distribuzione di foglie di alloro . Sempre in detta chiesa trovano posto tele di autori minori o ignoti ma non per questo meno importanti .
Le sue origini sono antichissime come testimoniano alcuni reperti archeologici ritrovati in zona, avvalendo le tesi che il territorio circostante fu abitato dal XVIII a.C..
Si cominciano ad avere notizie più certe di Milici nel 1211, quando Hermannus de Striberg, camerario regio ed imperiale di Federico II di Svevia, cede ai Cavalieri di S. Giovanni Gerosolimitano il casale di Milici; in seguito tale donazione viene confermata anche dallo stesso imperatore l’anno successivo.
Questa donazione apportò al feudo di Milici grandi mutamenti dal punto di vista amministrativo, questo divenne infatti gestione totale dell’ordine Gerosolimitano, portando all’introduzione di nuovi coloni.
Dagli atti del cabreo del 1687 risulta nel periodo risalente al feudo un’importante produzione agricola basata principalmente sull’ulivo e sul gelso, incentivata dall’opera dei Cavalieri, inoltre Vito Amico lascia intendere che i Cavalieri avevano permesso l’immigrazione nel territorio di persone bisognose di lavoro e sostentamento.
Il feudo di Milici dura molto a lungo come del resto avviene in tutta la Sicilia che vede scomparire la feudalità nel 1811, abolita a Napoli nel 1806 e che vede proibita la promiscuità negli ex-feudi ancora più tardi rispetto al regno di Napoli.
Ai Cavalieri di Malta, in quanto contraddistinto dallo stemma raffigurante la croce ottagona appartiene anche un lavatoio poco distante dal Palazzo , ad esso le donne si recavano ad attingere l’acqua, mentre i contadini portavano ad abbeverare gli animali da soma.
Altra fontana lavatoio è presente in loco con targa in marmo che ricorda il periodo del regno di Filippo IV Re di Sicilia e di Spagna recante incisa la data del 1631
Anche la chiesa di San Rocco (XVII sec.) porta sopra il portale d'ingresso la croce ottagona dell’ordine dei Cavalieri di Malta, al suo interno il prezioso altare in stile barocco dove trova posto la bella statua del Santo . La Chiesa oggi chiusa al culto dopo anni di incuria e abbandono è in questo momento oggetto di messa in sicurezza .
Degna di nota nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie e San Giovanni Battista , attigua al Palazzo dei Cavalieri di Malta è la statua della Madonna dell’Alloro, opera di scuola Gaginiana (XVI sec.) festeggiata il Lunedì dell'Angelo con un rito molto antico , il rito si conclude con la distribuzione di foglie di alloro . Sempre in detta chiesa trovano posto tele di autori minori o ignoti ma non per questo meno importanti .
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