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Da Pergola-Marsico Nuovo al lago di Mandranello. Sulle tracce delle brigantesse

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Trail stats

Distance
10.48 mi
Elevation gain
1,575 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
1,575 ft
Max elevation
3,925 ft
TrailRank 
39
Min elevation
3,014 ft
Trail type
Loop
Coordinates
500
Uploaded
March 10, 2019
Recorded
March 2019
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near Manca Cozzaro, Basilicata (Italia)

Viewed 1684 times, downloaded 28 times

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Itinerary description

L’escursione parte da Via Manca Cicchetti di Pergola su un ampio sterrato in leggera salita. Dopo circa un chilometro e mezzo la pendenza si addolcisce e il nostro cammino prosegue in pianura. Attraversiamo un bosco ceduo di faggio e castagno ed un bosco di quercia con sottobosco di agrifoglio e pungitopo; rileviamo la presenza di pomacee selvatiche, qualche nocciolo, ginestre, biancospino e rosa canina. Finito lo sterrato, cammineremo anche sull’asfalto, ma questo disagio sarà ripagato dalla vista che si aprirà alla nostra sinistra… Dopo circa 6 chilometri, attraversando il bosco di faggi ci ritroviamo in territorio campano ed incontriamo la prima struttura della ex polveriera militare di Padula, la più grande d’Europa, composta da 82 costruzioni, ormai dismessa dagli anni ottanta e mai bonificata. Nella zona di Mandranello i nostri piedi saranno finalmente allietati dal camminare su un terreno erboso e pieno di fiori come crochi, mammole e pansé gialle. Avremo intanto incontrato segni del passaggio di cinghiali, tassi, talpe, volpi, cavalli, mucche e “qualche” rospo. Durante il cammino potremo ascoltare il canto di merli, fringuelli, ghiandaie, cinciallegre e passere scopaiole. Dopo la pausa pranzo riprendiamo il cammino in direzione di una maestosa ed inaspettata faggeta; a questo punto rientriamo nel territorio di Marsico Nuovo. Dopo una brevissima salita, usciti dal bosco, ci ritroviamo a percorrere prati alternati a sterrati fino a ricongiungerci al sentiero iniziale.
Durante il nostro cammino avremo toccato le zone di Fontana del Carpine, Piana Barrese, Belvedere Cuozz’ Vaccar’, Casone Mandranello, Iazz’ V’rnil’, Vadda C’rasa (zona della cattura di Maria Rosa Marinelli), Cuozz’ o’ Lago, Parch’tiedd’, Vadda Fazzatora (ingresso faggeta), valico Vadda Vavuso

Waypoints

PictographWaypoint Altitude 3,017 ft
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001INIZIO E FINE ESCURSIONE

Lunghezza ca. 18 km Ascesa totale ca. 399 m Tempo percorrenza ca. 6 h (escluse le soste e le sorprese) Difficoltà T-E (Turistico-Escursionistica) Coordinate punto di partenza N 40° 25.140’ E 015° 41.215’ Quota massima 1.248 m Il percorso non presenta particolari difficoltà tecniche e/o tratti esposti. Alla partenza non sono presenti fontane e sorgenti.

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2 SORGENTE

Una escursione evento rivolta in particolare alle donne. Il tema di quest’anno: “le brigantesse”. In particolare Maria Rosa Marinelli e Filomena Cianciarulo, che hanno vissuto tra le montagne, le strade ed i boschi della zona di Marsico Nuovo . Calpesteremo le loro tracce cercando un pezzo di identità, che sicuramente ci appartiene come donne lucane: “il coraggio di essere libere, la forza di resistere, l’entusiasmo di migliorare il mondo”. Club Alpino Italiano Sezione di Potenza

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3 LAGO MADRANELLO

La tenuta Mandranello è ora di proprietà comunale: si potrà, quindi, iniziare a lavorare per il recupero dell’ex polveriera di Padula, al centro dell’attenzione per lo stato di incuria e degrado in cui versa ormai da anni. “Dopo un percorso di accreditamento presso il Demanio e il Ministero della Difesa, abbiamo ottenuto da pochi giorni il decreto di trasferimento della tenuta Mandranello al Comune di Padula. Dobbiamo, entro 120 giorni, convocare il consiglio comunale per la reale immissione in possesso”, dichiara il sindaco Paolo Imparato. Altro progetto di cui parla il primo cittadino di Padula è quello relativo all’acquedotto Sant’Andrea: “Abbiamo candidato al bando dell’accelerazione il progetto dell’acquedotto per 3 milioni di euro – sottolinea – Si potrà risolvere così un altro grave problema, che da anni affligge la zona a sud di Padula: non possiamo più consentire che, durante il periodo estivo, ci siano nostri concittadini che non abbiano acqua nelle loro case”.

Comments  (1)

  • Photo of @Seguilatraccia
    @Seguilatraccia Mar 10, 2019

    Nella storia del brigantaggio post-unitario, che coinvolse pure la Basilicata attraverso vari ed importanti episodi, suscita grande sorpresa la presenza di un considerevole numero di donne nelle bande dei briganti.

    Brigantesse lucane
    Tra esse spiccano Giuseppina Vitale, Filomena Pennacchio e Maria Giovanna Tito della banda di Crocco, rispettivamente compagne dei briganti Schiavone, Sacchetiello e Crocco.

    Seguono, tra le più note, Maria Lucia Di Nella, diciottenne compagna di Ninco Nanco, condannata a venti anni di carcere; Maria Angela Consiglio e Filomena Di Pote, Lucia Pagana, Reginalda Cariello, Arcangela Cotugno, Michelina De Cesare.

    Di moltissime altre non ci sono pervenuti i nomi, probabilmente per la riservatezza che la condizione di donna e, spesso, di donna di un brigante, richiedeva. Di molte ci sono pervenuti persino i connotati fisici, attraverso significative fotografie d’epoca, che le ritraggono da sole o in gruppo, in costume locale o con eleganti abiti e cappelli cittadini, sempre in atteggiamento di sfida ed imbracciando minacciose un fucile o con la pistola infilata sotto il corpetto.

    Queste donne pare che non costituissero delle bande autonome, solo alcune ebbero il coraggio di assurgere a capo di bande, tutte dovettero assumere compiti ardui e rischiosi, ponendosi sullo stesso piano degli uomini: cavalcarono con la stessa disinvoltura, condivisero i medesimi disagi e le peripezie, violente e feroci, coraggiose ad accoltellare e ad uccidere, se necessario.

    Tutte seppero dare un valido contributo alle imprese delle bande: messaggere di fiducia, capaci di affrontare la dura vita dei boschi e di appostarsi nei punti strategici per deviare il corso dei soldati, pronte anche a subire l’emarginazione nella società del tempo per le loro scelte di vita discordanti dai canoni del tempo.

    Non furono infrequenti gli episodi di amore e di gelosia tra queste brigantesse e i corrispettivi loro compagni: il Pani Rossi ci racconta di Rosa Giuliani, favorita di Schiavone che, vedendosi sostituita da Filomena Pennacchio, denunzia l’amato; questi però, prima di essere fucilato, va a trovarla, le si inginocchia davanti e le bacia i capelli e le mani, chiedendole perdono con un ultimo bacio d’amore.

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