da Catenanuova al castello Poira

Questo è un vecchio tratto di via consolare e/o trazzera regia che hanno percorso nei secoli passati (e sono tanti se non addirittura millenni) eserciti, imperatori, re, grandi viaggiatori del settecento che da Catania si avventuravano via terra a raggiungere Palermo.Ciò che è rimasto a testimonianza di questo tratto è ancora lì nel più assoluto oblìo; ed allora ripercorriamolo a piedi prima che il tempo e l'indifferenza lo cancelli definitivamente nella memoria. Si parte da Catenanuova, confluentia delle 2 grandi arterie del passato (trazzera regia CT-PA e trazzera delle vacche) e dopo appena 1 km.raggiungiamo il Casello Margio; qui il solo nome evoca gli antichi nostri avi siculi che si ribellarono alla colonizzazione dei greci; l'unica emergenza del luogo è un pozzo rifatto nel 700. Superata la SS 192 è un lunghissimo tratto rettilineo di strada fino alla stazione di muglia che costeggia bellissimi agrumeti;a 2 km appare sulla destra il maestoso fondaco di Cubba, già locanda, posta per il cambio dei cavalli, caravanserraglio, stationes romana accennata sulla tavola peuntigeriana ai piedi di Centoruppa. Che dire di questo luogo che rischia il crollo: che ci lasciarono le loro impronte i Cesari, lo Stupor Mundi, El Idisi, Goethe per citarne solo alcuni; insomma da qui stazionarono tutti prima di raggiungere Catania. Sopraggiunti a Muglia ed attraversato il torrente Aranciaro, dove i banditi erano soliti appostarsi per tendere i loro agguati, si attraversano ancora agrumeti e laghetti costeggiando Pietraperciata, una bella concrezione che per le sue forme evoca le più svariate fantasie. Si continua fino a raggiungere il tratto di s.p. per Biancavilla, a tutti nota come la strada dei Calanchi-Valanchi, strane e fantastiche concrezioni argillose dalle forme sinuose che sembrano tanti dorsi di enormi dinosauri in letargo e qui, è stata una famosissima location del film colossal La Bibbia. Ma prima di sopraggiungere ad essi, i Valanghi, si innesta sulla destra la trazzera che conduce al poggio Poira dove al suo apice si staglia l'imponente mole del Castello Poira o meglio, ciò che resta dell'imponente costruzione.Pare che prima della edificazione del cosiddetto castello (in effetti trattasi di una tipica e grande masseria di tal Barone Spitalieri, padrone dell'esteso e sconfinato latifondo comprendente parte dei territori di Centuripe, Adrano e Biancavilla)gli archeologi hanno rinvenuto reperti di un ergastolarum romano; ad sostenere l'ipotesi che il nostro tracciato a piedi di cui scriviamo tra queste riga, e che coincida con un tratto di via consolare romana e trazzera che da Catania portava a Palermo, è l'esistenza oltre del suddetto carcere romano, il vicino ponte sul Simeto le cui arcate sono ancora ben visibili.