Da Casa al Mare (Via degli Abati + Via Francigena) - Tappa 9: Da Sarzana a Massa e al MARE (fine)

Estate 2020. Le restrizioni anti COVID si sono allentate, ma quale momento più giusto per affrontare l'impresa delle imprese: ANDARE AL MARE A PIEDI.
Da tempo ormai stavamo sognando di partire a piedi da casa, dalla nostra Val Tidone con zaino in spalla e raggiungere la costa Tirrenica, il mare della nostra infanzia.
Come farlo? Quale itinerario seguire?
Il percorso era lì, sotto i nostri occhi, mentre guardavamo cartine e Google maps.
Via degli Abati fino a Pontremoli e poi giù con la Francigena, fino a Massa, fino al mare.
Non proprio uno scherzetto: un totale di circa 250 km con i primi 160 km di Via degli Abati, anche nota come la Francigena di montagna. Un percorso ugualmente antico e ufficialmente annoverato tra le Vie Francigene, più selvaggio, con meno servizi lungo il percorso e con un dislivello decisamente più impegnativo.
Una volta raggiunta Pontremoli con altre 3 tappe di Via Francigena (Pontremoli-Aulla-Sarzana) saremmo arrivati a Massa e al mare.

Tappa 1 da Caminata a Bobbio
Tappa 2 da Bobbio a Nicelli
Tappa 3 da Nicelli a Groppallo
Tappa 4 da Groppallo a Bardi
Tappa 5 da Bardi a Borgotaro
Tappa 6 da Borgotaro a Pontremoli
Tappa 7 da Pontremoli a Aulla
Tappa 8 da Aulla a Sarzana
Tappa 9 da Sarzana a Massa e al mare

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TAPPA 9
Ci svegliamo a Sarzana, nell'ottimo B&B Il Viale. La giornata è ventosa, leggermente coperta. Dal balcone arriva l'odore della salsedine e dei pini marittimi. Di colpo realizziamo che siamo all'ultima tappa, che stasera dopo 250 km a piedi arriveremo al mare. Un misto di sentimenti mentre prepariamo gli zaini per la tappa. Il Prof. e la Carla sono in ottima forma, incontriamo Alice che ha dormito in un altro B&B. Partiamo dalla Porta romana di Sarzana e ci avviamo seguendo le onnipresenti segnaletiche della Via.
Il percorso porta in brevissimo alla Fortezza di Sarzanello, imponente e massiccia, appena sopra a Sarzana. Ci fermiamo poco, la Fortezza è chiusa causa restrizioni covid ed inizia a piovigginare. Per la precisione quella condizione climatica tremenda dove non piove veramente, ma senza k-way ti bagni e col k-way si crea un effetto-serra che porta al collasso per sudore dall'interno.
Scesi dalla sommità della fortezza si cammina su asfalto in zone tranquille e residenziali. Passato Sarzanello si hanno dei begli scorci sul borgo arroccato di Castelnuovo di Magra.
Questa parte di tappa è pianeggiante e principalmente su asfalto. Raggiungiamo la frazione Canale (d'obbligo la foto per gli amici della Canale cuneese) e proseguendo oltre si attraversa per la prima volta la SS1, la Aurelia. Passiamo davanti alla famosa cantina Lunae, abbozziamo una manovra di avvicinamento per fare una degustazione, ma c'è coda fin sulla strada. Niente alcolici, anche se eravamo in orario aperitivo. Si cammina ora verso il mare, verso l'antica Luni romana. Il tratto è molto piacevole anche se sempre su asfalto, tra campi coltivati, muretti a secco e aziende agricole. Si iniziano a vedere filari di Vermentino, tipici della zona. La Carla con intraprendenza ferma un passante e gli chiede indicazioni su una cantina valida da visitare. Ci dicono che più avanti con una piccola deviazione possiamo andare "dai cugini di Lunae", la Cantina Federici. Affare fatto, passiamo sotto al cavalcavia dell'autostrada e siamo in breve alla Cantina Federici La Baia del Sole. Nonostante il periodo di piena raccolta e vinificazione i proprietari sono gentilissimi, ci dedicano tempo e ci fanno assaggiare i loro prodotti. Ne prendo un paio, tanto le bottiglie di vetro sono comode da portare nello zaino (...).
Torniamo sui nostri passi e ritroviamo i segnavia della Francigena che in poche centinaia di metri portano all'ingresso dell'area archeologica di Luni romana (chiusa per covid pure lei). La presenza del Prof. (uno dei maggiori etruscologi in Italia, non scherzo!) è provvidenziale in queste giornate di cammino sulla Via. Ci racconta la storia di Luni romana, una città talmente fiorente, ricca e sfarzosa, con i suoi preziosi marmi bianchissimi, da essere scambiata per Roma dai Vichinghi nell'840. La leggenda vuole che i barbari, assediata e rasa al suolo la città, non si siano nemmeno posti la domanda se quella era veramente la capitale dell'impero o no. Ne erano assolutamente convinti, tanto da ritenersi soddisfatti e ritirarsi. PAZZESCO.
Luni, lo scopriamo, è un po' una chimera. Evanescente, invisibile, mitologica. Ma un'idea del suo potere e ricchezza è ben rappresentata dall'anfiteatro romano. Vi stupirete di vedere un monumento di tale bellezza e rilievo storico, comparire in un quartierino residenziale, chiuso da una rete stile stadio comunale, senza fronzoli ne parcheggi, ne servizi informazioni. Sono sconvolto. In altre nazioni forse un tesoro simile sarebbe patrimonio nazionale, celebrato con banda, fanfara e gran parata d'onore. Croce e delizia del nostro meraviglioso Paese. Girare l'angolo e scoprire perle nascoste un po' dimenticate e bistrattate.
Sempre su asfalto corriamo paralleli alla Aurelia, in un tratto non proprio ameno, tra immondizia e zone industriali. Percorriamo una lunga via che porta a Avenza (o Carrara? o Carrara-Avenza? Non ho ancora capito bene come distinguere le due). Ad Avenza la Via passa davanti alla bellissima Torre di Castruccio. Subito dopo il percorso piega a gomito verso l'entroterra per iniziare a salire i rilievi che circondano la costa tra Carrara e Massa. Questo tratto, quasi sempre su asfalto, regala scorci stupendi sulla costa e sulle colline terrazzate e coltivate. Per chi conosce la Versilia è sicuramente un modo alternativo di vederla e di raggiungerla. La Via contorna i rilievi, si insinua tra le ondulazione delle colline, tra mille curve e tronanti. Si vede meglio Massa ora, dominata dall'alto dal Castello Malaspina. Una ripida discesa finale porta alle prime case della città. Si passa vicino al cimitero comunale e poi già nel lungo tratto che porta al ponte sul torrente Frigido per arrivare finalmente a Piazza degli Aranci. Massa è stupenda e a me sconosciuta, seppur frequentando da anni queste zone. Il centro è veramente da scoprire e da girare. Purtroppo abbiamo poco tempo. Abbiamo ancora un ora di luce e ci mancano ancora gli ultimi 6 km per arrivare alla costa e al mare. Potremmo fermarci a Massa, prendere un bus fino a Marina. Ma non sarebbe la stessa cosa. L'obiettivo del viaggio era partire da casa e arrivare al mare, e così deve essere. E' il momento dei saluti, con i compagni di viaggio della Francigena che abbiamo incrociato a Aulla. Sembra di conoscerci da una vita col Prof, la Carla e Alice, eppure sono solo due giorni di cammino. Il tempo assume un significato diverso e la percezione del suo scorrere cambia drasticamente quando si cammina.
Vorremmo proseguire con loro, puntare a Pietrasanta domani, ma no. Il nostro obiettivo è a 6km e sono in tutti di discesa ormai. Non importa se siamo sull'asfalto, tra macchine e scooter come mai prima d'ora durante il cammino. Non importa se camminiamo dove non c'è banchina e gli autobus ci fanno il "pelo". Acceleriamo il passo, ci diamo il cambio davanti, il Polo ed io, un po' a tirare un po' a farsi tirare. E' dura, le gambe dopo il 35esimo km non rispondono più e vanno per inerzia. Non parliamo, troppa confusione col traffico e ognuno è concentrato su se stesso, sulla meta e su quanto abbiamo percorso per arrivare qui. Ci siamo, passiamo sotto al cavalcavia dell'autostrada, storditi dal rimbombo, e puntiamo giù dritti. Ancora non si vede nulla, solo case e una strada che sembra non finire mai. Poi Marina di Massa, la gente in bicicletta che rientra dalla spiaggia, ci guarda stranita, forse qualcuno si chiede da dove arrivino sti due vagabondi che borbottano da soli e zoppicano vistosamente. La piazzetta, le palme, e giù in fondo la schiera di cabine di legno. Dietro c'è lui (o è una lei?). Attraversiamo il semaforo, la passeggiata del lungomare è gremita. Togliamo le scarpe. I piedi nella sabbia, sentiamo solo il frastuono delle onde. Il mare.

E' un cammino come un altro, non è un'impresa che sarà celebrata da libri di storia, non c'è la stampa ad accoglierci quando arriviamo a destinazione, nemmeno qualche quotidianuccio locale. Non ce ne frega niente. Perchè abbiamo i piedi nell'acqua ora, e al mare ci siamo arrivati.

CENA: Gran misto imperiale di pesce alla Lisca