Custoza
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CAPITOLO XXXVI
Dell’Unione delle cose miste e dell’introduzione di una forma di vita più
nobile e sensibile.
Più la forma d’una cosa è nobile, più è pronta e disposta a ricevere e più ha
potenza d’agire ed è così che gli effetti incomprensibili delle cose appaiono
meravigliosi quando queste sono impiegate nel momento propizio e preparate
in miscugli atti a conciliare loro le stelle, la vita e l’anima sensibile. Le materie
preparate, dopo aver ricevuto la dovuta forma, acquistano un sovrano potere,
cancellando con la perfetta mescolanza la contrarietà ordinaria e la loro
complessione diventa tanto più perfetta, quanto più la mescolanza è lontana
dalla contrarietà. Ora il cielo, che è onnipossente, quando genera alcunché con
la digestione perfetta della materia, comunica insieme alla vita le celesti
influenze e qualità tanto più meravigliose, quanto più nella vita stessa e
nell’anima sensibile del nuovo essere si riscontrino capacità e disposizione a
ricevere le più nobili e sublimi virtù. Inoltre talora la proprietà celeste è
assopita, come è nello zolfo lontano dal fuoco o dalla fiamma, e talora altresì
arde nel corpo vivente, come lo zolfo acceso che rispande i suoi vapori su tutto
quanto gli è vicino. In tal modo si rendono possibili certe operazioni così
meravigliose come quelle che si leggono nel libro di Nemith, detto anche le
Leggi di Plutone, perché simili generazioni sono mostruose e non si compiono
secondo le leggi naturali. E’ noto che i vermi generano le zanzare, i cavalli le
vespe, che le api provengono dai bovini, che il granchio privato delle zampe e
sepolto produce lo scorpione, che l’oca incenerita e Sparsa nell’acqua genera le
rane e, cotta intera tagliata a pezzi e riposta in luogo umido sotterra, genera i
rospi, che il basilico schiacciato fra due pietre genera scorpioni, che i capelli
d’una donna che abbia le sue regole, nascosti sotto il letame, diventano
serpenti; che un pelo della coda d’un cavallo, gettato nell’acqua, prende vita e
Si trasforma in un verme venefico e che infine per artificio si può far generare
da un uovo di gallina un essere di forma umana, cosa che io stesso ho visto e
che ho saputo compiere e che i magi chiamano la vera mandragora.
Bisogna dunque conoscere quali sieno le materie rese perfette dalla natura o
dall’arte, o quelle composte dalla riunione di più materie che più sieno capaci di
ricevere le influenze celesti, perché il rapporto o la congruenza delle cose
naturali alle celesti è sufficiente ad attirare le influenze superiori e tutto ciò che
è perfetto e puro non può essere incapace di ricevere le loro virtù. E v’hanno
tali legami e connessioni tra la materia e l’anima del mondo, la quale influisce
quotidianamente sulle cose naturali e su tutto ciò che la natura ha elaborato,
che è impossibile che la materia predisposta non possa ricevere una vita
CAPITOLO XXXVII
In che modo, con certe preparazioni naturali e artificiali, ci sia dato attrarre
dall’alto alcuni benefici celesti e vitali.
Dicono gli Accademici con Trismegisto e con Iarchas il bramano, e
confermano i Mecubali ebraici, che tutto quanto si trova in questo mondo
sublunare e inferiore è soggetto alla generazione e alla corruzione e lo stesso
avviene nel mondo celeste, ma in un certo modo celeste e anche nel mondo
intellettuale, sebbene in modo più perfetto, e finalmente in modo perfettissimo
nell’archetipo. E dicono che ogni cosa inferiore corrisponde secondo il proprio
genere alla sua superiore e riceve da esso e dai cieli quella forza celeste che si
chiama quintaessenza o Spirito del mondo, o natura mediana, e dal mondo
intellettuale il vigore spirituale e vivente, che supera ogni virtù proveniente da
qualsivoglia qualità e infine dall’archetipo, attraverso i suoi intermediari e
secondo il suo grado, la virtù originale di ogni perfezione. In questo modo ogni
cosa può essere ridotta dalle cose inferiori agli astri, dagli astri alle loro
intelligenze e di là qualsiasi cosa può in modo acconcio essere ridotta al suo
archetipo; dalla serie delle quali cose ogni magia e ogni più occulta filosofia
procede poiché quotidianamente si forma alcunché di naturale mercé l’arte e
alcunché di divino a mezzo del naturale.
Ciò considerando, gli Egiziani hanno chiamato maga la natura, vale a dire
forza magica, perché essa attira le cose simili per mezzo delle sue simili e le
cose convenienti mercé le convenienti. E i Greci hanno chiamato simpatia
questa attrazione mutua delle cose tra loro, vale a dire delle superiori verso le
inferiori e viceversa.
In tal modo la terra conviene all’acqua per la freschezza, l’acqua all’aria per
l’umore, l’aria al fuoco pel calore, il fuoco al cielo per la materia e il fuoco non
si mischia all’acqua che mercé l’aria ne l’aria alla terra che per l’acqua. L’anima
così non si mescola al corpo che per lo Spirito e l’intelletto Si mescola allo
spirito per l’intermediario dell’anima. Ciò fa sì che la natura, nel dar forma al
feto, tragga lo spirito dall’universo, e questo spirito è l’esca nello spirito e nel
corpo per conseguire divinamente l’intelligenza e la mente, come nel legno si
ha la secchezza per agevolare la penetrazione dell’olio. L’olio imbevuto nel
legno è l’esca per il fuoco ed il fuoco è il veicolo della luce.
Tali esempi ci mostrano come mercé certe preparazioni naturali e artificiali
si possano attrarre a noi alcuni benefici celesti. Perché le pietre e i metalli
convengono alle erbe, le erbe agli animali, gli animali al cielo, il cielo alle
intelligenze, le intelligenze alle proprietà divine e agli attributi della divinità,
nonché alla stessa divinità, a immagine e somiglianza della quale tutte le cose
sono state create. Ora la prima immagine della divinità è il mondo, quella del
mondo è l’uomo quella dell’uomo l’animale, quella dell’animale il zoofito, quella
del zoofito la pianta, quella della pianta i metalli, quella dei metalli le pietre. La
pianta si accomuna all’animale per la vegetazione, l’animale all’uomo pei sensi,
l’uomo ai geni per l’intelletto, i geni alla divinità per l’immortalità. La divinità si
congiunge alla mente, la mente all’intelletto, questo all’intenzione, l’intenzione
all’immaginazione, l’immaginazione alla sensazione, la sensazione ai sen
Dell’Unione delle cose miste e dell’introduzione di una forma di vita più
nobile e sensibile.
Più la forma d’una cosa è nobile, più è pronta e disposta a ricevere e più ha
potenza d’agire ed è così che gli effetti incomprensibili delle cose appaiono
meravigliosi quando queste sono impiegate nel momento propizio e preparate
in miscugli atti a conciliare loro le stelle, la vita e l’anima sensibile. Le materie
preparate, dopo aver ricevuto la dovuta forma, acquistano un sovrano potere,
cancellando con la perfetta mescolanza la contrarietà ordinaria e la loro
complessione diventa tanto più perfetta, quanto più la mescolanza è lontana
dalla contrarietà. Ora il cielo, che è onnipossente, quando genera alcunché con
la digestione perfetta della materia, comunica insieme alla vita le celesti
influenze e qualità tanto più meravigliose, quanto più nella vita stessa e
nell’anima sensibile del nuovo essere si riscontrino capacità e disposizione a
ricevere le più nobili e sublimi virtù. Inoltre talora la proprietà celeste è
assopita, come è nello zolfo lontano dal fuoco o dalla fiamma, e talora altresì
arde nel corpo vivente, come lo zolfo acceso che rispande i suoi vapori su tutto
quanto gli è vicino. In tal modo si rendono possibili certe operazioni così
meravigliose come quelle che si leggono nel libro di Nemith, detto anche le
Leggi di Plutone, perché simili generazioni sono mostruose e non si compiono
secondo le leggi naturali. E’ noto che i vermi generano le zanzare, i cavalli le
vespe, che le api provengono dai bovini, che il granchio privato delle zampe e
sepolto produce lo scorpione, che l’oca incenerita e Sparsa nell’acqua genera le
rane e, cotta intera tagliata a pezzi e riposta in luogo umido sotterra, genera i
rospi, che il basilico schiacciato fra due pietre genera scorpioni, che i capelli
d’una donna che abbia le sue regole, nascosti sotto il letame, diventano
serpenti; che un pelo della coda d’un cavallo, gettato nell’acqua, prende vita e
Si trasforma in un verme venefico e che infine per artificio si può far generare
da un uovo di gallina un essere di forma umana, cosa che io stesso ho visto e
che ho saputo compiere e che i magi chiamano la vera mandragora.
Bisogna dunque conoscere quali sieno le materie rese perfette dalla natura o
dall’arte, o quelle composte dalla riunione di più materie che più sieno capaci di
ricevere le influenze celesti, perché il rapporto o la congruenza delle cose
naturali alle celesti è sufficiente ad attirare le influenze superiori e tutto ciò che
è perfetto e puro non può essere incapace di ricevere le loro virtù. E v’hanno
tali legami e connessioni tra la materia e l’anima del mondo, la quale influisce
quotidianamente sulle cose naturali e su tutto ciò che la natura ha elaborato,
che è impossibile che la materia predisposta non possa ricevere una vita
CAPITOLO XXXVII
In che modo, con certe preparazioni naturali e artificiali, ci sia dato attrarre
dall’alto alcuni benefici celesti e vitali.
Dicono gli Accademici con Trismegisto e con Iarchas il bramano, e
confermano i Mecubali ebraici, che tutto quanto si trova in questo mondo
sublunare e inferiore è soggetto alla generazione e alla corruzione e lo stesso
avviene nel mondo celeste, ma in un certo modo celeste e anche nel mondo
intellettuale, sebbene in modo più perfetto, e finalmente in modo perfettissimo
nell’archetipo. E dicono che ogni cosa inferiore corrisponde secondo il proprio
genere alla sua superiore e riceve da esso e dai cieli quella forza celeste che si
chiama quintaessenza o Spirito del mondo, o natura mediana, e dal mondo
intellettuale il vigore spirituale e vivente, che supera ogni virtù proveniente da
qualsivoglia qualità e infine dall’archetipo, attraverso i suoi intermediari e
secondo il suo grado, la virtù originale di ogni perfezione. In questo modo ogni
cosa può essere ridotta dalle cose inferiori agli astri, dagli astri alle loro
intelligenze e di là qualsiasi cosa può in modo acconcio essere ridotta al suo
archetipo; dalla serie delle quali cose ogni magia e ogni più occulta filosofia
procede poiché quotidianamente si forma alcunché di naturale mercé l’arte e
alcunché di divino a mezzo del naturale.
Ciò considerando, gli Egiziani hanno chiamato maga la natura, vale a dire
forza magica, perché essa attira le cose simili per mezzo delle sue simili e le
cose convenienti mercé le convenienti. E i Greci hanno chiamato simpatia
questa attrazione mutua delle cose tra loro, vale a dire delle superiori verso le
inferiori e viceversa.
In tal modo la terra conviene all’acqua per la freschezza, l’acqua all’aria per
l’umore, l’aria al fuoco pel calore, il fuoco al cielo per la materia e il fuoco non
si mischia all’acqua che mercé l’aria ne l’aria alla terra che per l’acqua. L’anima
così non si mescola al corpo che per lo Spirito e l’intelletto Si mescola allo
spirito per l’intermediario dell’anima. Ciò fa sì che la natura, nel dar forma al
feto, tragga lo spirito dall’universo, e questo spirito è l’esca nello spirito e nel
corpo per conseguire divinamente l’intelligenza e la mente, come nel legno si
ha la secchezza per agevolare la penetrazione dell’olio. L’olio imbevuto nel
legno è l’esca per il fuoco ed il fuoco è il veicolo della luce.
Tali esempi ci mostrano come mercé certe preparazioni naturali e artificiali
si possano attrarre a noi alcuni benefici celesti. Perché le pietre e i metalli
convengono alle erbe, le erbe agli animali, gli animali al cielo, il cielo alle
intelligenze, le intelligenze alle proprietà divine e agli attributi della divinità,
nonché alla stessa divinità, a immagine e somiglianza della quale tutte le cose
sono state create. Ora la prima immagine della divinità è il mondo, quella del
mondo è l’uomo quella dell’uomo l’animale, quella dell’animale il zoofito, quella
del zoofito la pianta, quella della pianta i metalli, quella dei metalli le pietre. La
pianta si accomuna all’animale per la vegetazione, l’animale all’uomo pei sensi,
l’uomo ai geni per l’intelletto, i geni alla divinità per l’immortalità. La divinità si
congiunge alla mente, la mente all’intelletto, questo all’intenzione, l’intenzione
all’immaginazione, l’immaginazione alla sensazione, la sensazione ai sen
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