Croda dei Baranci dalla valle di Landro
near Seghe, Trentino-Alto Adige (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Escursione piuttosto impegnativa che raggiunge la vetta di una delle più belle cime delle Dolomiti.
La Croda dei Baranci, un pò ai margini della notorietà delle certamente più blasonate cime che tutti conoscono, è un gioiello della natura. Per arrivarci, o dalla valle fiscalina o, come in questo caso, dalla valle di Landro, bisogna scarpinare alquanto.
La "custodisce" gelosamente l'antistante cima Piatta Alta, dalla conformazione alquanto curiosa. Man a mano che vi avvicinate alla vetta della stessa (caratterizzata da un enorme costruzione metallica) spunta come per incanto, alle spalle, questa chicca. Prima si vede la croce e poi emerge in tutta la sua fragile bellezza questo "scoglio" bianco.
La stessa visione che si ha guardando da Bagnoregio la sua Civita (per chi c'è stato, capisce cosa intendo).
La scelta di salire da Landro è stata dettata al fatto che la strada che arriva al parcheggio in val Fiscalina è chiusa al traffico e per arrivare al rif. Tre Scarperi bisogna farsi quasi sei chilometri di sterrata.
Una buona idea potrebbe essere fare comunque la traversata della Forcella del Lago, prevedendo un'auto per poi rientrare al parcheggio a Landro (durante le ore diurne c'è una navetta che può portarvi dal parcheggio sotto il rifugio alla strada statale).
Partiti di buon'ora dal piccolo parcheggio un paio di chilometri dopo il lago di Landro, si inizia praticamente subito a salire lungamente e con decisione. La traccia è sempre ben evidente e praticabile, a parte un piccolo tratto recentemente franato dove biosgna fare attenzione (si passa, ma cautela).
Quindi su con continue e provvidenziali serpentine. Il primo punto significativo è una bella cascatella presso la quale ci si potrebbe rifornire d'acqua. Poi su a raggiungere una specie di pulpito dove inizia una cengia piuttosto esposta. Sempre attenzione, perchè una scivolata non lascerebbe margini... . In un punto c'è anche una catenella per potersi aiutare. Quindi più su si raggiunge una piccola costruzione in legno, privata e chiusa (Haberer Hutte). Su a dx subito ancora ripidamente e poi il sentiero spiana un pò prima di raggiungere il bel laghetto Malga di Mezzo (nessuna traccia della malga, ma un bel gregge di pecore che bazzica nei paraggi). Sopra di noi, ad altri trecento metri d+ si trova la Forcella del Lago. Siamo in uno splendido catino. Alla nostra sinistra l'enorme bastionata della cima Piatta Alta alla cui estremità sinistra si può notare la croce della Croda dei Baranci, illuminata dal sole.
Su in forcella, per godere, finalmente, della luce diretta solare (fin qui siamo in pieno nord).
Dalla forcella si apre un panorama stupendo sul circo delle Tre Cime di Lavaredo, Tre Scarperi, Croda dei Toni e tutto ciò che ci stà attorno. Alla destra la Croda dei Rondoi.
Si prende una cengia attrezzata che sale sulla sx della forcella. Un pò di esposizione, ma nulla di che. Poi un canalino di primo e su per una lunga salita, poco pendente, fino a raggiungere i 2905mt della Cima Piatta Alta. Un pò di attenzione in questo tratto, perchè ci sono tracce dappertutto. Seguire i radi bollini e ometti, ed evitare di percorrere l'esposto tratto alla nostra dx (fattibile, ma con una certa attenzione).
Dalla cima, come detto in premessa, si apre lo spettacolo della Croda.
Per arrivarci, si scendono pochi metri e poi si prende la crestina proprio nel suo culmine (ometti). La si percorre dove le tracce sono più evidenti, e si arriva ad un piccolo traverso attrezzato con catena. Dopo lo stesso inizia quasi subito l'ultimo tratto di canapone che ci deposita, con qualche metro di secondo grado, in vetta. Emozione.
Il rientro a ritroso fino al parcheggio.
La Croda dei Baranci, un pò ai margini della notorietà delle certamente più blasonate cime che tutti conoscono, è un gioiello della natura. Per arrivarci, o dalla valle fiscalina o, come in questo caso, dalla valle di Landro, bisogna scarpinare alquanto.
La "custodisce" gelosamente l'antistante cima Piatta Alta, dalla conformazione alquanto curiosa. Man a mano che vi avvicinate alla vetta della stessa (caratterizzata da un enorme costruzione metallica) spunta come per incanto, alle spalle, questa chicca. Prima si vede la croce e poi emerge in tutta la sua fragile bellezza questo "scoglio" bianco.
La stessa visione che si ha guardando da Bagnoregio la sua Civita (per chi c'è stato, capisce cosa intendo).
La scelta di salire da Landro è stata dettata al fatto che la strada che arriva al parcheggio in val Fiscalina è chiusa al traffico e per arrivare al rif. Tre Scarperi bisogna farsi quasi sei chilometri di sterrata.
Una buona idea potrebbe essere fare comunque la traversata della Forcella del Lago, prevedendo un'auto per poi rientrare al parcheggio a Landro (durante le ore diurne c'è una navetta che può portarvi dal parcheggio sotto il rifugio alla strada statale).
Partiti di buon'ora dal piccolo parcheggio un paio di chilometri dopo il lago di Landro, si inizia praticamente subito a salire lungamente e con decisione. La traccia è sempre ben evidente e praticabile, a parte un piccolo tratto recentemente franato dove biosgna fare attenzione (si passa, ma cautela).
Quindi su con continue e provvidenziali serpentine. Il primo punto significativo è una bella cascatella presso la quale ci si potrebbe rifornire d'acqua. Poi su a raggiungere una specie di pulpito dove inizia una cengia piuttosto esposta. Sempre attenzione, perchè una scivolata non lascerebbe margini... . In un punto c'è anche una catenella per potersi aiutare. Quindi più su si raggiunge una piccola costruzione in legno, privata e chiusa (Haberer Hutte). Su a dx subito ancora ripidamente e poi il sentiero spiana un pò prima di raggiungere il bel laghetto Malga di Mezzo (nessuna traccia della malga, ma un bel gregge di pecore che bazzica nei paraggi). Sopra di noi, ad altri trecento metri d+ si trova la Forcella del Lago. Siamo in uno splendido catino. Alla nostra sinistra l'enorme bastionata della cima Piatta Alta alla cui estremità sinistra si può notare la croce della Croda dei Baranci, illuminata dal sole.
Su in forcella, per godere, finalmente, della luce diretta solare (fin qui siamo in pieno nord).
Dalla forcella si apre un panorama stupendo sul circo delle Tre Cime di Lavaredo, Tre Scarperi, Croda dei Toni e tutto ciò che ci stà attorno. Alla destra la Croda dei Rondoi.
Si prende una cengia attrezzata che sale sulla sx della forcella. Un pò di esposizione, ma nulla di che. Poi un canalino di primo e su per una lunga salita, poco pendente, fino a raggiungere i 2905mt della Cima Piatta Alta. Un pò di attenzione in questo tratto, perchè ci sono tracce dappertutto. Seguire i radi bollini e ometti, ed evitare di percorrere l'esposto tratto alla nostra dx (fattibile, ma con una certa attenzione).
Dalla cima, come detto in premessa, si apre lo spettacolo della Croda.
Per arrivarci, si scendono pochi metri e poi si prende la crestina proprio nel suo culmine (ometti). La si percorre dove le tracce sono più evidenti, e si arriva ad un piccolo traverso attrezzato con catena. Dopo lo stesso inizia quasi subito l'ultimo tratto di canapone che ci deposita, con qualche metro di secondo grado, in vetta. Emozione.
Il rientro a ritroso fino al parcheggio.
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Comments (3)
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Giornata indimenticabile, in fin dei conti ormai "doc Greanes" con le sue escursioni e rispettive documentazioni sta giungendo alla cima della leggenda.
Troppo buono
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Information
Easy to follow
Scenery
Difficult
L'ho commentato e lo recensisco: "doc Greanes" è oramai sulla cima della leggenda. Come in ogni leggenda c'è del vero come sono tutte vere le montagne descritte dall'amante del creato che lui è; come in ogni leggenda c'è del proprio come è suo proprio farti innamorare delle "sue" montagne prima ancora che tu le conosca. Questo è Greanes, queste le sue escursioni, queste le sue relazioni: un favoloso compagno di viaggio, un'escursione-avventura dopo l'altra, le sue dettagliate testimonianze che vale la pena di ripercorrere.
A me il piacevole e amichevole onore di accompagnarlo (qualche volta).
Della Croda dei baranci Greanes mi disse, è da anni che l'ho in mente e sto attendendo di percorrerla. Che dire? Grazie che mi hai aspettato.
Grazie Greanes, alla prossima.