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Creste del fumante-Cima Carega

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Trail stats

Distance
8.24 mi
Elevation gain
3,248 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
3,248 ft
Max elevation
7,324 ft
TrailRank 
51
Min elevation
4,778 ft
Trail type
Loop
Moving time
4 hours 44 minutes
Time
8 hours 35 minutes
Coordinates
2361
Uploaded
August 9, 2020
Recorded
August 2020
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near Facci-Maltaure, Veneto (Italia)

Viewed 2397 times, downloaded 43 times

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Itinerary description

Sentiero molto panoramico, tra i più appaganti delle Piccole Dolomiti, di moderata difficoltà.
200/300 metri dopo il rifugio Campogrosso si prende a sinistra il sentiero 157 con indicazione Boale dei Fondi- cima Carega. Dopo un brevissimo tratto di prato, il sentiero si snoda attraverso il bosco con brevi sali scendi. Si incrocia dapprima il sentiero delle mole proveniente da sinistra in una prima radura poi immediatamente dopo il termine del bosco si percorre la sella del Rotolon dalla quale è ben visibile sulla sinistra, l'inizio della frana. Davanti a noi si vedono le guglie GEI e Negrin e le guglie del Fumante mentre sulla destra si vede bene il sentiero 157 del Boale dei Fondi. Subito dopo la sella sul sentiero è posto un segnavia a livello di una biforcazione. Il segnale indica esclusivamente la direzione del boale dei fondi a destra mentre il sentiero di sinistra non riporta nessuna indicazione. Si deve prendere quest'ultimo che è il 195 e si inerpica immediatamente tra i sassi. Bisogna prestare attenzione a seguire la segnalazione bianco-rossa.
Il sentiero continua tra i sassi e a tratti in trincea. Si incontra una feccia rossa indicante "Scuro": indica il sentiero alpinistico del Vajo Scuro. Ignoratela.
Anche se in un paio di tratti la traccia di sentiero sembra svanire, le indicazioni bianco rosse sono frequenti. Ad un certo punto le indicazioni sembrano portare ad un vicolo cieco, a ridosso di una parete mentre una deviazione sulla destra sembra aggirarla. Non seguitela: a ridosso della parete si apre sulla vostra destra una spaccatura sotto una guglia. Il sentiero prosegue lì per poi sbucare nel Giaron della Scala. Da qui in avanti si sale attraverso il ghiaione (troverete nuovamente un'altra indicazione per il Vajo Scuro che dovrete ignorare). La salita è ripida a brevi tornanti e piuttosto lunga. Al termine del ghiaione si giunge ad una conca tra massi e roccette: prendete il sentiero che sale a destra, quello che va a sinistra sale sulla cima del Fumante o Cima Lovaraste. La deviazione è molto breve (andata e ritorno per lo stesso) ma non di facilissimo accesso. Proseguendo per il 195 ci si inerpica salendo rapidamente. Al termine della salita si trova un breve tratto pianeggiante attrezzato con funi, molto semplice, non c'è alcuna particolare difficoltà. Si scende nuovamente per poi iniziare nuovamente la salita sul bordo del Prà degli Angeli. Ci si arrampica prestando sempre attenzione alla segnaletica bianco-rossa. Ci sono un paio di tratti un po' esposti ma nulla di preoccupante. Al termine della salita si trova un segnavia indicante a sinistra giù verso il Rifugio Pompeo Scalorbi e seguendo la cresta a destra, camminando sopra all'anfiteatro, si arriva a Bocchetta Fondi.
Arrivati a questo punto si vede benissimo tutta la catena delle Tre Croci, il Plische, lo Zevola, il Rifugio Cesare Battisti alla Gazza fino a Cima Marana. Una volta giunti a Bocchetta Fondi avete due possibilità: proseguire diritti e salire un po' per poi continuare in cresta, scelta più panoramica, oppure scendere e prendere subito a destra: scelta meno impegnativa. Comunque sono presenti indicazioni per Cima Carega.
Entrambe le scelte confluiscono all'uscita del Vajo dei Colori. Da qui è ben visibile sia Cima Carega direttamente di fronte a noi, e il Rifugio Mario Fraccaroli. Sulla destra si trova Cima Mosca. Con una serie di semplici tornanti seguendo la mulattiera, si giunge alla meta.
Il ritorno avviene per lo stesso sentiero fino a Bocchetta Fondi. Invece di proseguire per il sentiero dell'andata scendiamo verso il boale di fondi. Sentiero per la prima metà a tratti ripido e ghiaioso (che fiancheggia un ghiaione). È un sentiero lungo e noioso ma bisogna prestare attenzione a non scivolare. La seconda metà prosegue quasi pianeggiante fino alla biforcazione del mattino e infine a Campogrosso per lo stesso sentiero dell'andata.
È sentiero moderatamente difficile sia per il dislivello che complessivamente è di circa 1000 metri (compresi vari saliscendi: quota di partenza 1459, quota Cima Carega 2259), sia per alcuni passaggi non proprio agevoli.

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