Cima Carega. Sentiero attrezzato Pojesi e ferrata Campalani
near Malga San Giorgio, Veneto (Italia)
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Itinerary description
Incursione in quel della valle d'Illasi.
Dopo molto tempo di attesa, oggi siamo stati sul Carega. La maggior elevazione di quel gruppo di belle montagne che sono note come Piccole Dolomiti.
Partenza nottetempo per la lunga trasferta in auto. E in previsione dell'altrettanto lunga escursione.
Si esce dalla a4 a Soave e si percorre tutta la valle dell'Illasi.
Si arriverebbe in auto al rifugio Revolto, ma, essendo la strada in manutenzione, bisogna partire dal rifugio Boschetto (ottimo rapporto qualità/prezzo).
Si sale usufruendo delle innumerevoli scorciatoie (altrimenti lo sviluppo diventerebbe veramente notevole, e, in questa parte, anche noioso).
Si passa davanti al rifugio Revolto (un caritatevole pittore potrebbe cambiare l'orribile colore rosa sbiadito). Si continua a salire per raggiungere, duecento metri d+ più sopra, il rifugio Pertica (all'omonimo passo).
Qui si prende il sentiero attrezzato Pojesi (un cartello di vecchia dice dice essere chiuso... non si capisce la coerenza con le indicazioni più recenti della segnaletica orrizzontale che lo riporta con 3,5 ore per il monte Carega).
Senza nessun dubbio si inizia il lungo percorso, sempre protetto, che ci porta sulla forcella che precede la cima Tibet, Fare attenzione ad alcuni punti sdrucciolevoli. Percorso di media difficoltà da evitare in caso di tempo non sicuro (non vorrei mai trovarmi in quei traversi durante un acquazzone...).
Dalla forcella, ammirati i numerosi camosci che ci guardano incuriositi, si raggiunge cima Tibet (chissà perchè questo nome).
Quindi si prosegue in cresta verso il Carega, passando per cima della Madonnina (evidente il motivo della denominazione, essendo dominata da una bella statua della Madonna, posizionata nel 1950).
Su ancora, aggirando a est l'ultima anonima elevazione, per raggiungere la forcelletta che separa il rifugio Fraccaroli dalla cima Carega. Ultimo breve sforzo e siamo sulla vetta delle piccole Dolomiti.
Da qui, ridiscesi alla forcella, si procede verso est, sul filo di cresta della elevazione che sta alla sx della cima. Più avanti indicazione di una ferrata non nominata (chissà perchè) che è la ferrata Campalani.
Si sale in cima all'elevazione e poi i segue il filo di cresta in discesa verso il rifugio Scalorbi.
Attenzione perchè in discesa la cresta può risultare abbastanza impegnativa ed è totalmente sprotetta.
Si arriva alla fine della cresta e si trova la fune che, appena posizionata, molto ben tesa, ci porterà, con passaggi difficili, alla base della parete. Da qui siamo scesi attraverso i prati e le mughete, verso la sterrata che sale allo Scalorbi. Innestati su traccia di sentiero non segnalato sulla Tabacco ( e privo di qualsiasi bollinatura) si procede verso ovest, fino a scendere sulla sterrata, in corrispondenza della malga Campobrun. Quindi, a ritroso, al punto di partenza.
PS: il dislivello indicato da wikiloc è sbagliato di parecchio, essendo quello reale di circa 1300mt.
Dopo molto tempo di attesa, oggi siamo stati sul Carega. La maggior elevazione di quel gruppo di belle montagne che sono note come Piccole Dolomiti.
Partenza nottetempo per la lunga trasferta in auto. E in previsione dell'altrettanto lunga escursione.
Si esce dalla a4 a Soave e si percorre tutta la valle dell'Illasi.
Si arriverebbe in auto al rifugio Revolto, ma, essendo la strada in manutenzione, bisogna partire dal rifugio Boschetto (ottimo rapporto qualità/prezzo).
Si sale usufruendo delle innumerevoli scorciatoie (altrimenti lo sviluppo diventerebbe veramente notevole, e, in questa parte, anche noioso).
Si passa davanti al rifugio Revolto (un caritatevole pittore potrebbe cambiare l'orribile colore rosa sbiadito). Si continua a salire per raggiungere, duecento metri d+ più sopra, il rifugio Pertica (all'omonimo passo).
Qui si prende il sentiero attrezzato Pojesi (un cartello di vecchia dice dice essere chiuso... non si capisce la coerenza con le indicazioni più recenti della segnaletica orrizzontale che lo riporta con 3,5 ore per il monte Carega).
Senza nessun dubbio si inizia il lungo percorso, sempre protetto, che ci porta sulla forcella che precede la cima Tibet, Fare attenzione ad alcuni punti sdrucciolevoli. Percorso di media difficoltà da evitare in caso di tempo non sicuro (non vorrei mai trovarmi in quei traversi durante un acquazzone...).
Dalla forcella, ammirati i numerosi camosci che ci guardano incuriositi, si raggiunge cima Tibet (chissà perchè questo nome).
Quindi si prosegue in cresta verso il Carega, passando per cima della Madonnina (evidente il motivo della denominazione, essendo dominata da una bella statua della Madonna, posizionata nel 1950).
Su ancora, aggirando a est l'ultima anonima elevazione, per raggiungere la forcelletta che separa il rifugio Fraccaroli dalla cima Carega. Ultimo breve sforzo e siamo sulla vetta delle piccole Dolomiti.
Da qui, ridiscesi alla forcella, si procede verso est, sul filo di cresta della elevazione che sta alla sx della cima. Più avanti indicazione di una ferrata non nominata (chissà perchè) che è la ferrata Campalani.
Si sale in cima all'elevazione e poi i segue il filo di cresta in discesa verso il rifugio Scalorbi.
Attenzione perchè in discesa la cresta può risultare abbastanza impegnativa ed è totalmente sprotetta.
Si arriva alla fine della cresta e si trova la fune che, appena posizionata, molto ben tesa, ci porterà, con passaggi difficili, alla base della parete. Da qui siamo scesi attraverso i prati e le mughete, verso la sterrata che sale allo Scalorbi. Innestati su traccia di sentiero non segnalato sulla Tabacco ( e privo di qualsiasi bollinatura) si procede verso ovest, fino a scendere sulla sterrata, in corrispondenza della malga Campobrun. Quindi, a ritroso, al punto di partenza.
PS: il dislivello indicato da wikiloc è sbagliato di parecchio, essendo quello reale di circa 1300mt.
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