Catenanuova-Castel di Judica, percorso ad anello ricordando gli sfollati del 43'

Mentre i soldati canadesi, nel luglio del 43, avanzavano per liberare Catenanuova dalle truppe tedesche, la popolazione civile locale, perlopiù vecchi, donne e bambini, stravolti e provati dalle brutture della guerra, cercava di rifugiarsi in luoghi più sicuri. Le mete più accreditate erano Centuripe e Castel di Judica. I più fortunati, fra cui i miei nonni con una sua nutrita schiera di ben 6 minorenni, si rifugiarono a Castel di Judica zona ritenuta franca. Altri ancora sfollarono verso Centuripe dove però si annidavano truppe tedesche; e Franco che l'ha vissuta quella vicenda, mi ricorda di avere temuto per la sua nonna, allorquando sfollavano verso Centuripe ed uno Stukas sorvolando li bombardò e li mancò. Le vicende si risolsero come tutti sappiamo e noi oggi, dopo ben 72 anni da quegli avvenimenti, ripercorriamo le vecchie strade di allora, quasi a ricalcare le vecchie impronte lasciate dai nostri nonni scampati e mai cancellate nella nostra memoria. Strada facendo si incontrano le vecchie fattorie ormai ruderi, abbeveratoi, ulivi millenari, colline incantate, un cimitero di vecchie carcasse di elettrodomestici riconvertite a mangiatoie, un universo sotto l'occhio vigile del mongibello. La stanchezza ti passa sotto lo sguardo attento e muto di un bambino mentre si sorseggia un buon caffè in una atmosfera da movida, così si chiama il chiosco, dove solo qualche moscerino ti ronza tra le orecchie. E lungo il cammino si resta, quasi, folgorati sulla via di Himakara, la vecchia Scarpello, il tentativo di convertire a chi di professione converte è molto difficile se non impossibile; noi si resta a camminare a piedi poichè sappiamo che il mezzo bipede ci porterà lontano e gli altri con le quattro ruote chissà se un giorno potranno mai convertirsi, poichè lungo la via si rimane folgorati solo se si avrà il tempo di camminare a piedi, lentamente, guardandosi dentro e attorno.