Castello di Roccamandolfi (1080 m)
near Roccamandolfi, Molise (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Percorso praticamente turistico non c'è bisogno di un abbigliamento da trekking, e anche molto breve, però la zona è molto bella ed è anche interessante. Ovviamente se si hanno i mocassini o i tacchi a spillo non è il massimo camminare su un sentiero e soprattutto all'interno del Castello essendo molto sconnesso.
Si parcheggia praticamente di fianco all'inizio del sentiero e si arriva brevemente al castello, purtroppo non ci sono pannelli dove poter leggere ad esempio la storia interessante del castello in primis e magari della zona. Praticamente dopo 30 m dall'inizio del sentiero volendo, di fianco al chioschetto dove vendono prodotti tipici, si può scendere e si può raggiungere il famoso ponte tibetano sospeso, in questa registrazione non ci sono andato ma è praticamente a pochi metri. Arrivati sul castello si possono vedere ruderi che hanno tanta storia da raccontare e c'è anche un bel panorama verso Sud il Monte Miletto con tutti i circhi glaciali, verso nord Colle di Mezzo, e ai piedi del castello le gole con il torrente Callora. Qui sotto faccio un copia-incolla da un estratto che parla del castello di Roccamandolfi.
"IL CASTELLO DI ROCCAMANDOLFI"
Il piccolo centro del Matese ha origini medievali, la sua nascita risale molto probabilmente ai primi decenni del dodicesimo secolo, quando il territorio venne occupato e dominato dai signori Mandolfus, provenienti dalla Germania che qui costruirono una roccaforte. L'origine del nome viene scomposto proprio in "rocca", dal latino fortezza, costruita in genere in un luogo elevato, e "Mandolfi" dal nome della famiglia che dominò la rocca. Lo stesso nome subi però nel corso dei secoli diversi cambiamenti: da Rocca Magenula a Rocca Minolfa, fino a Rocca Ginolfi. Solo dal 1737 viene ad assumere il nome ancor oggi in uso.La rocca acquistò ben presto un ruolo rilevante, anche dal punto di vista strategico, soprat tutto per la difesa dell'accesso a questa parte del Matese. Nel 1221 Federico Il ne ordinò la distruzione proprio per evitare una resistenza a oltranza al suo potere. L'ordine finale venne eseguito nel 1270 per volere di Carlo D'Angiò. Le prime notizie attendibili che si hanno sul castello risalgono al 1195, anno in cui era in corso la guerra tra le truppe sveve dell'imperatore Enrico VI e quelle di Tancredi D'Altavilla, i quali si contendevano il Regno di Sicilia. Ma lo stesso feudo fu al centro della famosa guerra del Molise, nel 1221, quando il conte Tommaso di Celano vi si rifugiò dopo aver lasciato al sicuro la propria famiglia e gran parte delle truppe al proprio seguito nel Castello di Boiano. Purtroppo la scelta non fu molto felice, il conte Tommaso dovette lasciare il castello durante la notte e rifugiarsi a Celano. Il castello subi così un lungo assedio, al termine del quale tutte le terre del conte di Molise furono confiscate. Le mura originarie del Castello erano tipicamente difensive, molto spesse e protette da ben cinque torri, una delle quali decisamente più grande e imponente delle altre. La rampa di accesso, scavata direttamente nella roccia, immetteva in una sorta di atrio di cui oggi il piano terra è leggermente più alto rispetto a quello originale. Il piano di resi denza dei nobili doveva essere molto confortevole e ampio, così come gli spazi destinati al magazzino e agli armigeri, che dovevano contenere riserve alimentari per un lungo periodo per la sopravvivenza della fortezza. Ciò che rimane oggi dell'antica roccaforte è purtroppo poca cosa rispetto a quello che si poteva ammirare di una delle fortezze ritenute più sicure di tutto il territorio molisano.
Si parcheggia praticamente di fianco all'inizio del sentiero e si arriva brevemente al castello, purtroppo non ci sono pannelli dove poter leggere ad esempio la storia interessante del castello in primis e magari della zona. Praticamente dopo 30 m dall'inizio del sentiero volendo, di fianco al chioschetto dove vendono prodotti tipici, si può scendere e si può raggiungere il famoso ponte tibetano sospeso, in questa registrazione non ci sono andato ma è praticamente a pochi metri. Arrivati sul castello si possono vedere ruderi che hanno tanta storia da raccontare e c'è anche un bel panorama verso Sud il Monte Miletto con tutti i circhi glaciali, verso nord Colle di Mezzo, e ai piedi del castello le gole con il torrente Callora. Qui sotto faccio un copia-incolla da un estratto che parla del castello di Roccamandolfi.
"IL CASTELLO DI ROCCAMANDOLFI"
Il piccolo centro del Matese ha origini medievali, la sua nascita risale molto probabilmente ai primi decenni del dodicesimo secolo, quando il territorio venne occupato e dominato dai signori Mandolfus, provenienti dalla Germania che qui costruirono una roccaforte. L'origine del nome viene scomposto proprio in "rocca", dal latino fortezza, costruita in genere in un luogo elevato, e "Mandolfi" dal nome della famiglia che dominò la rocca. Lo stesso nome subi però nel corso dei secoli diversi cambiamenti: da Rocca Magenula a Rocca Minolfa, fino a Rocca Ginolfi. Solo dal 1737 viene ad assumere il nome ancor oggi in uso.La rocca acquistò ben presto un ruolo rilevante, anche dal punto di vista strategico, soprat tutto per la difesa dell'accesso a questa parte del Matese. Nel 1221 Federico Il ne ordinò la distruzione proprio per evitare una resistenza a oltranza al suo potere. L'ordine finale venne eseguito nel 1270 per volere di Carlo D'Angiò. Le prime notizie attendibili che si hanno sul castello risalgono al 1195, anno in cui era in corso la guerra tra le truppe sveve dell'imperatore Enrico VI e quelle di Tancredi D'Altavilla, i quali si contendevano il Regno di Sicilia. Ma lo stesso feudo fu al centro della famosa guerra del Molise, nel 1221, quando il conte Tommaso di Celano vi si rifugiò dopo aver lasciato al sicuro la propria famiglia e gran parte delle truppe al proprio seguito nel Castello di Boiano. Purtroppo la scelta non fu molto felice, il conte Tommaso dovette lasciare il castello durante la notte e rifugiarsi a Celano. Il castello subi così un lungo assedio, al termine del quale tutte le terre del conte di Molise furono confiscate. Le mura originarie del Castello erano tipicamente difensive, molto spesse e protette da ben cinque torri, una delle quali decisamente più grande e imponente delle altre. La rampa di accesso, scavata direttamente nella roccia, immetteva in una sorta di atrio di cui oggi il piano terra è leggermente più alto rispetto a quello originale. Il piano di resi denza dei nobili doveva essere molto confortevole e ampio, così come gli spazi destinati al magazzino e agli armigeri, che dovevano contenere riserve alimentari per un lungo periodo per la sopravvivenza della fortezza. Ciò che rimane oggi dell'antica roccaforte è purtroppo poca cosa rispetto a quello che si poteva ammirare di una delle fortezze ritenute più sicure di tutto il territorio molisano.
Waypoints
Intersection
3,149 ft
Intersezione: All'andata salire a destra, a sinistra si scende al Ponte tibetano
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