Castel del Rio - Castellaccio - Monte Fune - Passo del Colonnello - Montepedina - Sant'Andrea - controllo dopo frane 23
near Castel del Rio, Emilia-Romagna (Italia)
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Itinerary description
Sono tornato nell'amata valle del Santerno per verificare lo stato dei sentieri in autunno dopo gli eventi di maggio 23.
Prima di partire occorre sempre guardare prima il sito (ottimo) del CAI di Imola e, per zone vicine quelli di Faenza e Lugo.
Qui si trattava di percorrere i sentieri 707 (da Castel a Morara), 727 (nella parte di crinale) e 717 (dal passo del Colonnello alla provicniale). La situazione dei sentieri è qui descritta [aggiornata a ottobre 23]: https://www.cai-imola.it/sentieri/ .
il 707 è dato come "percorribile", il 727 è dato come "PERCORRIBILE" se si rimane sulla strada, il 717 (che era completamente inagibile fino a poco tempo fa):"è da ritenersi solo parzialmente percorribile, riservato per ora ad escursionisti esperti. Se ne sconsiglia il transito con terreno bagnato. (aggiornamento ottobre 2023)".
Quindi, armato di pazienza e prudenza, sono partito.
Si lascia l'auto a Castel poi si sale subito sulla via Massa di Sant'Ambrogio e, nel giro di 1 km, si arriva ai bei resti del castello, purtroppo oggi privato e visitabile solo su appuntamento.
Si lascia l'asfalto ma si prosegue sulla via salendo velocemente fino a ritrovare l'asfalto della via Montefune che porta velocemente a Morara. Qui si può proseguire sulla strada o prendere il sentiero sulla sinistra, come ho fatto io. Attenzione ai castagni molto invitanti, i padroni ne sono molto gelosi e chiamano persino i carabinieri se beccano qualcuno a raccogliere (non è il mio caso ma me l'hanno già raccontato più volte). Per quanto mi riguarda io seguo la semplice regola che in trekking non si prende e non si lascia nulla. I marroni di Castel del Rio sono buonissimi e quando finisco passo all'azienda agricola Franceschelli a comprarli, più semplice e corretto.
Da Morara si arriva alla bella chiesa di Montefune, purtroppo chiusa anche questa, ma che ha una bella storia. E si è ormai sul crinale e i paesaggi sono notevoli. Da qui al psso del Colonnello, con il monumento che ricorda l'eroico ufficiale, è un attimo.
Qui sento dai ragazzi che stanno organizzando la corsa com'è lo stato del 717. Loro dicono che la frana è troppo grossa per poterla superare. Ma io mi fido del CAI di Imola e proseguo. Di lì a poco la frana si presenta. Ha fatto veramente un bel buco. Ma, con attenzione e prudenza, si supera.
Si scende adesso verso Lama dei Ronchi. Stavolta non passo dal rifugio di Nagheredole per vedere se ci sono altre frane. Infatti, poco più avanti, in località Ladrino, un'altra super frana sembra rendere impossibile il passaggio. Si devia verso monte e si passa. Ma prima: splendidi panormai sulla vale del Santerno e uno dei castagneti vivi più belli dell'Appennino (vivo nel senso di alberi da produzione non semplicemente come alla Selva di Quedina, fantastica, secolari). Anche qui si passa e non si tocca!
Si scende poi alla bella pieve di Sant'Andrea e da qui all'inevitabile tratto sulla provinciale che non può essere evitato.
In sintesi: due frane importanti che richiedono attenzione, ma percorso percorribile per intero. Alcune chiese storiche, un monumento in un punto altamente spettacolare, bei panorami, castagneti fantastici. Almeno metà su asfalto
Prima di partire occorre sempre guardare prima il sito (ottimo) del CAI di Imola e, per zone vicine quelli di Faenza e Lugo.
Qui si trattava di percorrere i sentieri 707 (da Castel a Morara), 727 (nella parte di crinale) e 717 (dal passo del Colonnello alla provicniale). La situazione dei sentieri è qui descritta [aggiornata a ottobre 23]: https://www.cai-imola.it/sentieri/ .
il 707 è dato come "percorribile", il 727 è dato come "PERCORRIBILE" se si rimane sulla strada, il 717 (che era completamente inagibile fino a poco tempo fa):"è da ritenersi solo parzialmente percorribile, riservato per ora ad escursionisti esperti. Se ne sconsiglia il transito con terreno bagnato. (aggiornamento ottobre 2023)".
Quindi, armato di pazienza e prudenza, sono partito.
Si lascia l'auto a Castel poi si sale subito sulla via Massa di Sant'Ambrogio e, nel giro di 1 km, si arriva ai bei resti del castello, purtroppo oggi privato e visitabile solo su appuntamento.
Si lascia l'asfalto ma si prosegue sulla via salendo velocemente fino a ritrovare l'asfalto della via Montefune che porta velocemente a Morara. Qui si può proseguire sulla strada o prendere il sentiero sulla sinistra, come ho fatto io. Attenzione ai castagni molto invitanti, i padroni ne sono molto gelosi e chiamano persino i carabinieri se beccano qualcuno a raccogliere (non è il mio caso ma me l'hanno già raccontato più volte). Per quanto mi riguarda io seguo la semplice regola che in trekking non si prende e non si lascia nulla. I marroni di Castel del Rio sono buonissimi e quando finisco passo all'azienda agricola Franceschelli a comprarli, più semplice e corretto.
Da Morara si arriva alla bella chiesa di Montefune, purtroppo chiusa anche questa, ma che ha una bella storia. E si è ormai sul crinale e i paesaggi sono notevoli. Da qui al psso del Colonnello, con il monumento che ricorda l'eroico ufficiale, è un attimo.
Qui sento dai ragazzi che stanno organizzando la corsa com'è lo stato del 717. Loro dicono che la frana è troppo grossa per poterla superare. Ma io mi fido del CAI di Imola e proseguo. Di lì a poco la frana si presenta. Ha fatto veramente un bel buco. Ma, con attenzione e prudenza, si supera.
Si scende adesso verso Lama dei Ronchi. Stavolta non passo dal rifugio di Nagheredole per vedere se ci sono altre frane. Infatti, poco più avanti, in località Ladrino, un'altra super frana sembra rendere impossibile il passaggio. Si devia verso monte e si passa. Ma prima: splendidi panormai sulla vale del Santerno e uno dei castagneti vivi più belli dell'Appennino (vivo nel senso di alberi da produzione non semplicemente come alla Selva di Quedina, fantastica, secolari). Anche qui si passa e non si tocca!
Si scende poi alla bella pieve di Sant'Andrea e da qui all'inevitabile tratto sulla provinciale che non può essere evitato.
In sintesi: due frane importanti che richiedono attenzione, ma percorso percorribile per intero. Alcune chiese storiche, un monumento in un punto altamente spettacolare, bei panorami, castagneti fantastici. Almeno metà su asfalto
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