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Camposampiero/Campodarsego/Camposampiero lungo l'argine del Muson Cammino di Sant'Antonio.A/R

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Trail stats

Distance
16.08 mi
Elevation gain
23 ft
Technical difficulty
Easy
Elevation loss
23 ft
Max elevation
78 ft
TrailRank 
34
Min elevation
10 ft
Trail type
Loop
Moving time
4 hours 59 minutes
Time
5 hours 24 minutes
Coordinates
4322
Uploaded
February 22, 2022
Recorded
February 2022
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near Gallo, Veneto (Italia)

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Itinerary description

Il territorio di Camposampiero in epoca romana fu certamente abitato, questa affermazione è supportata dal fatto che il paese (in quella che è la sua configurazione attuale) era attraversato in direzione verticale dalla via Aurelia nonché posto in vicinanza della via Decumana, oggi Via Desman, che rispettivamente costituivano il Cardo Maximus ed il Decumanum Maximus del graticolato romano. Oltre a poter dedurre che la zona fosse popolata grazie alla vicinanza del paese all'umbilicus (tra l'altro in una zona così densamente popolata come l'agro padovano tale da poter escludere la presenza di luoghi disabitati) questo fatto è confermato dal ritrovamento di numerosi ruderi appunto di epoca romana quali medaglie, lapidi, pignatte piene di carbone e ossa frantumate, tombe ad arcosolio e murazzi.

Ad oggi non è invece possibile affermare se l'area fosse abitata anche in periodi precedenti all'epoca romana.

Alto medioevo

Non esiste praticamente nessun documento che fornisca notizie sugli eventi che si verificarono a Camposampiero nel corso dell'Alto Medioevo, è però possibile avere un'idea generale delle vicende di questo periodo analizzando ciò che avvenne nella regione e nelle città circostanti ed in particolare nella vicina città di Padova.

È certo che Alarico I, con i Visigoti verso il 400 e Radagaiso e con gli Svevi, Burgundi e Alani verso il 405, devastarono il Veneto raggiungendo le mura di Padova e non essendo riusciti ad espugnarla attaccarono i paesi limitrofi. Alarico discese nuovamente in Italia nel 409 riuscendo questa volta ad entrare a Padova saccheggiandola.

Sempre Padova venne poi nuovamente saccheggiata nel 452 dalla mano degli Unni di Attila e vista la posizione di Camposampiero essi probabilmente si trovarono nella necessità di attraversane il territorio nell'andata e nel ritorno, per questo è facile pensare anche in questo caso i due centri abitati subirono lo stesso destino. È noto inoltre che alla voce dell'arrivo degli Unni molti abitanti della terraferma spaventati dal continuo riapparire dei barbari cercarono rifugio nelle paludi, dove avrebbero poi fondato Venezia.

Nel 476, con la fine dell'Impero romano d'Occidente, il paese seguì il destino dell'intera Italia, che venne dominata dal re degli Eruli Odoacre prima di essere conquistata dagli Ostrogoti guidati dal loro sovrano Teoderico nel 489. Sessant'anni il generale Narsete, al comando dei romani d'Oriente, dopo un lungo conflitto riuscì a sopraffare gli Ostrogoti, portando l'Italia sotto il controllo di Costantinopoli.

Tuttavia, i romani vennero a loro volta sconfitti nel 568 dai Longobardi di Alboino. La città di Padova, che nel conflitto restò fedele a Costantinopoli, opponendosi all'avanzata dei Longobardi, venne punita con la diminuzione del suo territorio e Camposampiero, assieme e Vigodarzere e Piove di Sacco, venne depredata e occupata dai duchi di Treviso[8]. Alcuni indizi fanno pensare che in questo periodo di dominazione Longobarda Camposampiero
Campodarsego
Campodàrsego (Canpodàrsego in veneto) è un comune italiano di 14 810 abitanti della provincia di Padova in Veneto, situato a nord del capoluogo di provincia. Il comune è stato riconosciuto città e fa parte della Federazione dei Comuni del Camposampierese.

Origini del nome
Il primo atto che cita Campodarsego risale al 1190 nel quale viene menzionata Villa Campi de Arsico. Il toponimo si riferisce ad un luogo disboscato e reso produttivo (campus) vicino ad un corso d'acqua (Arsicus) nominato molto spesso nel passato.

Graticolato romano
Il territorio era però abitato già da molti secoli. Il punto di partenza della storia di Campodarsego non può essere che il graticolato romano. Nel periodo paleoveneto la zona dell'Alto Padovano si presentava ricca di vegetazione, godeva di un clima mite e beneficiava della pendenza del terreno che permetteva il deflusso delle acque piovane. Era percorsa da una strada che collegava Padova ad Asolo, quella che poi diventerà la via Aurelia e, dopo ancora, la strada statale del Santo SS 307. I Romani infatti scelsero questa terra fra il Brenta ed il Muson Vecchio, per realizzare la centuriazione dell'Agro Padovano. Il gromatico, così si chiamava il tecnico incaricato alla stesura dell'insediamento, posto al centro della centuriazione segnava due assi perpendicolari fra loro: il primo chiamato Decumano Massimo, ed il Cardine Massimo. Il Graticolato Romano, probabile opera del periodo dell'imperatore Augusto (nel quale decretata la pace si era provvisto ad assegnare la terra ai veterani), è tuttora visibile. Questa interpretazione è confermata dal recente rinvenimento di monete, cocci ed embrici con il timbro di una fornace

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