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Campocatino - Eremo San Viviano

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Trail stats

Distance
4.82 mi
Elevation gain
715 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
715 ft
Max elevation
3,839 ft
TrailRank 
62
Min elevation
3,256 ft
Trail type
Loop
Moving time
one hour 20 minutes
Time
2 hours 8 minutes
Coordinates
1131
Uploaded
July 30, 2023
Recorded
July 2023
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near Vagli Sopra, Toscana (Italia)

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Itinerary description

L'OASI DI CAMPOCATINO è oasi naturale LIPU dal 1991.
Si trova nel Comune di Vagli Sotto a 1000 metri s.l.m. Ai piedi del monte Roccandagia si estende la conca primitiva a forma di catino originatasi dallo scioglimento dei ghiacci wurmiani. I bellissimi caselli che abbelliscono il paesaggio erano abitazioni dei pastori trasumanti nel periodo d'alpeggio. Alcuni sono stati recuperati secondo un rigido protocollo e fruibili come casa vacanze. Vari percorsi trekking per escursioni si diramano da qui. Unica struttura ricettiva è un rifugio ristorante con rigorosa cucina locale. Poco distante è visitabile l'eremo di S. Viviano eretto a metà del 1500, suggestiva cappella realizzata nella roccia a strapiombo nella valle d'Arnetola ai piedi del monte Roccandagia ed è proprio in questo luogo che l'eremita soleva vivere e pregare. A Viviano sono attribuiti miracoli che lo hanno elevato a Patrono dei cavatori e del Parco delle Alpi Apuane, anche la chiesetta è dedicata al Santo. Il visitatore può gioire di momenti di estasi ammaliato dalla bellezza del luogo: Da una parte le Apuane e dall'altra la vallata ove si snoda il lago contenente il paese sommerso (paese fantasma). In questa atmosfera l'animo è sospeso fra visibile e invisibile.

Waypoints

PictographCar park Altitude 3,287 ft
Photo ofParcheggio Campocatino Photo ofParcheggio Campocatino

Parcheggio Campocatino

PictographWaypoint Altitude 3,291 ft
Photo ofEntrando nel borgo e strada lastricata Photo ofEntrando nel borgo e strada lastricata Photo ofEntrando nel borgo e strada lastricata

Entrando nel borgo e strada lastricata

PictographWaypoint Altitude 3,301 ft
Photo ofIl progetto cambiovia, il parco e la transumanza Photo ofIl progetto cambiovia, il parco e la transumanza Photo ofIl progetto cambiovia, il parco e la transumanza

Il progetto cambiovia, il parco e la transumanza

IL PROGETTO CAMBIOVIA La Regione Toscana è beneficiaria di un contributo nell'ambito del programma transfrontaliero INTERREG Italia Francia Marittimo 2014-2020 finanziato dal FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) quale partner del progetto "CAMBIO-VIA - (CAMmini e BIOdiversità: Valorizzazione Itinerari e Accessibilità per la Transumanza) che contribuisce alla strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Il progetto mira a migliorare l'efficacia delle azioni pubbliche nel proteggere, promuovere e sviluppare il patrimonio naturale e culturale rappresentato da parchi, aree protette e siti storici, lungo le vie della transumanza realizzando azioni migliorative per la loro fruibilità fisica e immateriale garantendo una forte interazione tra peculiarità storiche, culturali, produttive, sviluppo sostenibile e tutela della biodiversità. I territori interessati dal progetto sono le province costiere della Toscana, le Regioni Liguria, Sardegna e Corsica. Si tratta di un progetto complesso e articolato che unisce azioni diverse per valorizzare l'agro-biodiversità, il valore ecosistemico delle produzioni e servizi di qualità e le aree ad alta valenza ambientali (parchi, oasi, riserve naturale). II recupero delle vie delle transumanza è il trait d'union di queste azioni che hanno assunto enorme rilevanza tanto che la civiltà della transumanza è stata riconosciuta patrimonio culturale immateriale dall'UNESCO. IL PARCO E LA TRANSUMANZA Istituito nel 1985, il Parco Regionale delle Alpi Apuane comprende il complesso montuoso che si estende per oltre quaranta chilometri in direzione Nord-Ovest / Sud-Est parallelamente alla costa tirrenica, tra le province di Lucca e Massa Carrara, coinvolgendo 15 comuni ricompresi tra Garfagnana, Media Valle del Serchio, Alta Versilia e Lunigiana. Le imponenti pareti e guglie carbonatiche (marmi, calcari e dolomie) della catena montuosa spiccano tra i fitti boschi che la circondano a corona, passando, verso l'alto, dalla macchia mediterranea ai castagneti, alle faggete e alla praterie soprasilvatiche. La flora delle Alpi Apuane è ricchissima di specie endemiche e relitte, oltre a rappresentare uno dei luoghi di maggiore biodiversità vegetale d'italia e d'Europa. Una completa rassegna delle piante più tipiche dell'area apuana è raccolta nell'Orto Botanico "Pellegrini-Ansaldi" a Pian della Fioba (Massa). Da 27 secoli qui si estrae marmo, con tecnologie sempre più avanzate da permettere ritmi di escavazione impensabili alla metà dello scorso secolo, quando ancora i grandi blocchi bianchi scendevano lentamente a valle lungo le via di lizza trattenuti dalla sola forza di corde e uomini ("lizzatori"). Il paesaggio delle Alpi Apuane è ancora caratterizzato dai segni di passate attività agro-silvo-pastorali, soprattuto nella fascia degli Alpeggi (Campocatino, Puntato, Vergheto, Alpe di S. Antonio, San Luigi, Capanne del Giovo, ecc.) che ci ricordano l'epoca in cui ancora si viveva di allevamento di animali e coltivazione di campi terrazzati, mentre i boschi formivano legna e carbone vegetale. Già nel XVII secolo, Campocatino era un luogo dedicato alla pastorizia, dove si portavano le greggi a pascolare dopo lunghe transumanze. Queste migrazioni di uomini e animali avvenivano due volte l'anno, passando dai pascoli apuani alle pianure sottostanti e viceversa. Numerose famiglie di pastori trasferivano le proprie pecore con estenuanti marce a piedi verso i monti d'estate, per poi far ritorno alla pianura in autunno. La transumanza estiva iniziava i primi di giugno con intere greggi che attraversavano tutta la valle del Serchio provenienti dalle terre toscane dove avevano svernato, ripopolando Campocatino durante la migliore stagione. 1 "caselli" di questo insediamento stagionale, costruiti in pietra locale (marmo, calcescisti, calcari selciferi), sono tutti collocati nella parte più soleggiata della grande conca glaciale del M. Roccandagia. II piano inferiore di queste costruzioni era destinato agli attrezzi e agli animali, che con il loro calore scaldavano i pastori alloggiati al piano superiore. Gli ingressi ai due piani erano indipendenti, mentre lo spazio intorno veniva utilizzato come orto (le "porchette*), magari con qualche albero da frutto. Le condizioni socio-economiche del Dopoguerra del pastori subirono un forte cambiamento. Solamente negli anni *60, con il boom economico e una nuova concezione del vivere, Campocatino è risorto come luogo di vacanza e di riposo, parallelamente al recupero abitativo di tutti quei "caselli" andati in malora nel tempo.

PictographWaypoint Altitude 3,310 ft
Photo ofStatua di David Bowie e cartelli segnavia sul CAI 177 Photo ofStatua di David Bowie e cartelli segnavia sul CAI 177

Statua di David Bowie e cartelli segnavia sul CAI 177

PictographWaypoint Altitude 3,304 ft
Photo ofPannelli informativi e foto delle Alpi Apuane Photo ofPannelli informativi e foto delle Alpi Apuane Photo ofPannelli informativi e foto delle Alpi Apuane

Pannelli informativi e foto delle Alpi Apuane

Si trova nel Comune di Vagli Sotto a 1000 metri s.l.m. Ai piedi del monte Roccandagia si estende la conca primitiva a forma di catipo originatasi dallo scioglimento dei ghiacci wurmiani. I bellissimi caselli che abbelliscono il paesaggio erano abitazioni dei pastori trasumanti nel periodo d'alpeggio. Alcuni sono stati recuperati secondo un rigido protocollo e fruibili come casa vacanze. Vari percorsi trekking per escursioni si diramano da qui. Unica struttura ricettiva è un rifugio ristorante con rigorosa cucina locale. Poco distante è visitabile l'eremo di S. Viviano eretto a metà del 1500, suggestiva cappella realizzata nella roccia a strapiombo nella valle d'Arnetola ai piedi del monte Roccandagia ed è proprio in questo luogo che l'eremita soleva vivere e pregare. A Viviano sono attribuiti miracoli che lo hanno elevato a Patrono dei cavatori e del Parco delle Alpi Apuane, anche la chiesetta è dedicata al Santo. Il visitatore può gioire di momenti di estasi ammaliato dalla bellezza del luogo: Da una parte le Apuane e dall'altra la vallata ove si snoda il lago contenente il paese sommerso (paese fantasma). In questa atmosfera l'animo è sospeso fra visibile e invisibile. Campocatino è oasi naturale LIPU dal 1991

PictographWaypoint Altitude 3,297 ft
Photo ofFontanella, abbeveratoio, case e area pic-nic Photo ofFontanella, abbeveratoio, case e area pic-nic Photo ofFontanella, abbeveratoio, case e area pic-nic

Fontanella, abbeveratoio, case e area pic-nic

PictographWaypoint Altitude 3,297 ft
Photo ofIl pratone e le sculture in marmo Photo ofIl pratone e le sculture in marmo Photo ofIl pratone e le sculture in marmo

Il pratone e le sculture in marmo

PictographReligious site Altitude 3,320 ft
Photo ofCappella di San Viviano Photo ofCappella di San Viviano Photo ofCappella di San Viviano

Cappella di San Viviano

PictographWaypoint Altitude 3,310 ft
Photo ofParco giochi e pannelli del Ministero dell'ambiente, sul parco e su Campocatino Photo ofParco giochi e pannelli del Ministero dell'ambiente, sul parco e su Campocatino Photo ofParco giochi e pannelli del Ministero dell'ambiente, sul parco e su Campocatino

Parco giochi e pannelli del Ministero dell'ambiente, sul parco e su Campocatino

Il cartello più piccolo parla del villaggio pastorale di Campocatino che deve il suo nome all'ampio circo glaciale che caratterizza la morfologia del luogo. Sui due cordoni morenici, e particolarmente su quello meglio soleggiato, si è insediato l'antico agglomerato dei "caselli" (piccole capanne adibite a stalla e ad abitazione temporanea) che sopravvive da secoli grazie al tramandarsi della tradizione agro pastorale della comunità di Vagli. Il vasto terrazzamento agrario che ancora oggi si legge sui versanti circostanti è la testimonianza di una consistente attività agricola svoltasi per secoli ai piedi del Monte Roccandagia (ml 1.707), localmente noto come Penna di Campocatino. Sulle ripide e rocciose pendici meridionali del monte Si trova l'Eremo di San Viviano, una cappella d'abri (sotto roccia) molto suggestiva, di remote origini, della quale si consiglia la visita. Il seconodo pannello del ministero dell'ambiente a fondo giallino, mostra una grande mappa con varie icone e il dettaglio oltre che su Campocatino su Roggio, Roccalberti, e Puglianella. ROGGIO: Un antico borgo protetto da fortificazioni che culminavano nella parte elevata del paese dove oggi sorge il bel complesso della chiesa intitolata a San Bartolomeo e della torre campanaria. ROCCALBERTI: Piccolo paese sviluppatosi nel Medioevo come luogo fortificato con il nome di Rocca di Alberto" Meritevoli di visita le singolari guglie basaltiche che caratterizzano il paesaggio della zona. PUGLIANELLA: Antico insediamento di origine alto medievale già ricordato in un documento dell'anno 795: La chiesa custodisce una preziosa statua lignea del XIV secolo raffigurante la Madonna col bambino. a fondo azzurro un pannello grande spiega i ghiacciai delle Alpi Apuane: I GHIACCIAI DELLE ALPI APUANE Durante i lunghi periodi freddi del Quaternario, tra 2 milioni e 10.000 anni fa, anche l'Appennino e le Alpi Apuane sono stati interessati dal fenomeno delle glaciazioni. Le testimonianze della presenza di antichi ghiacciai son rappresentate da morfologie che hanno modellato il paesaggio montano (circhi glaciali, valli ad U, conche di sovraescavazione, rocce striate) e da depositi glaciali, chiamati morene, costituiti da detriti rocciosi erosi e trasportati dall'azione del ghiacciaio durante la fase di avanzamento e successivamente depositati durante il progressivo ritiro della massa glaciale. Nelle Alpi Apuane sono stati distinti sei ghiacciai principali (Gramolazzo, Solco di Equi, Gorfigliano, Vagli, Campo Cécina e Foce di Mosceta). Le testimonianze più significative e meglio preservate del glacialismo sono quelle di Campocatino dove forme e depositi sono da ricondurre all'Ultimo Periodo Glaciale che, nelle Alpi Apuane, corrisponde a un intervallo temporale compreso tra circa 75.000 e 12.000 anni fa. DOPO IL RITIRO DEL GHIACCIAIO: PLEOAMBIENTE E IMPATTO ANTROPICO Studi multidisciplinari sui depositi che caratterizzano il geosito di Campocatino sono stati condotti dall'Istituto di Geoscienze e Georisorse (CNR, Pisa). I depositi di Campocatino sono costituiti da limi argillosi e sabbie ghiaiose, con granuli provenienti da rocce metamorfiche (filladi), associati a cristalli di quarzo (foto a) e noduli ferro-manganesiferi (foto b). Si trovano inoltre diffusi resti vegetali carbonizzati (foto c) o vetrificati (foto d). Sui resti di materia organica vegetale sono state eftettuate delle datazioni con il metodo del radiocarbonio, che hanno fornito eta comprese tra i 4.523 anni e i 3.477 anni fa. Analisi paleobotaniche hanno consentito di attribuire i resti vegetali carbonizzati ad un'unica specie conosciuta come abete bianco (Abies alba Miller). Dopo il ritiro del ghiacciaio nel corso del Optimum climatico dell'Olocene, Campocatino ospitava un bosco composto quasi esclusivamente dal maestoso abet bianco. I resti carbonizzati e verificati di Campocatino testimoniano probabilmente una delle prime interferenze antropiche con impatti ambientali significativi nelle Alpi Apuane. Durante l'eta del Bronzo, infatti, le popolazioni presenti hanno provocato incendi boschivi intenzionali, a scopo di ottenere pascoli e ridurre a coltura e fertilizzare i terreni, danneggiando in questo modo le abetine che ancora resistevano all'avanzata prepotente del faggio nel periodo neoglaciale. IL GEOSITO DI CAMPOCATINO Alla fine dell'Ultimo Periodo Glaciale, corrispondente a circa 12.000 anni fa, l'area di Campocatino era ancora ricoperta dal ghiacciaio di Vagli, uno dei principali ghiacciai delle Alpi Apuane. Per avere l'accumulo di neve necessario alla formazione di un ghiacciaio di tali dimensioni, le nevi cadute ogni anno non devono sciogliersi completamente. Sono quindi indispensabili due condizioni: forti nevicate invernali ed estati fredde. Questa concomitanza di fattori si è verificata lungo il fianco interno esposto a nord della catena montuosa apuana favorendo l'accumulo e la conservazione di grandi spessori di neve a quote relativamente basse per le nostre latitudini. Il circo glaciale di Campocatino si è impostato lungo la parete rocciosa del monte Roccandagia formata dai marmi delle Alpi Apuane. La parte più a valle del ghiacciaio si è invece sviluppata su rocce metamorfiche più glovani e a composizione silicea costituite da filladi e arenarie. Nel corso del progressivo ritiro del ghiacciaio, la conca di Campocatino si è trasformata in un'area lacustre e/o palustre e successivamente in una zona di accumulo, dove si depositavano i sedimenti glaciali presenti a monte, erosi e trasportati dalle acque del reticolo idrografico superficiale. Le condizioni climatiche più calde e meno umide dell'Optimum Climatico dell'Olocene, hanno permesso lo sviluppo di boschi caratterizzati dall'abete bianco. Queste condizioni ambientali hanno lavorito l'insediamento di comunità umane che hanno attuato diboscamenti sistematici, bruciando intere porzioni di foresta originaria per rendere più fertile il suolo e destinarlo alle coltivazioni e al pascolo. Campocatino registra quindi uno dei primi impatti significativi sul paesaggio naturale delle Alpi Apuane da parte dell'attività antropica. Attualmente il geosito glaciale di Campocatino è classificabile come geomorfosito glaciale complesso ed è caratterizzato da un'ampia depressione esposta verso est, Interpretata come un bacino di sovraescavazione che — compreso all'interno di un anfiteatro morenico, formato da più cerchie concentriche e ripetuti cordoni morenici Isolati — termina nella sua parte frontale con la tipica forma arcuata. Sono stati riconosciuti più cordoni morenici (almeno tre) lungo il margine settentrionale, almeno due lungo il margine meridionale ed alcuni più occidentali, con i diversi lembi che marcano le diverse fasi di arretramento e stasi del ghiacciaio. Il sito è reso ancora più particolare dalla presenza del piccolo villaggio pastorale costruito lungo i margini della conca glaciale e caratterizzato da piccole case in pietra e dal terrazzamento a ciglioni erbosi dei cordoni morenici settentrionali.

PictographCar park Altitude 3,478 ft
Photo ofParcheggio per l'eremo e inizio cammino Photo ofParcheggio per l'eremo e inizio cammino Photo ofParcheggio per l'eremo e inizio cammino

Parcheggio per l'eremo e inizio cammino

PictographWaypoint Altitude 3,632 ft
Photo ofIntersezione sentiero 147 Photo ofIntersezione sentiero 147 Photo ofIntersezione sentiero 147

Intersezione sentiero 147

PictographWaypoint Altitude 3,730 ft
Photo ofStazione antenna Ray Way Vagli di Sotto Photo ofStazione antenna Ray Way Vagli di Sotto Photo ofStazione antenna Ray Way Vagli di Sotto

Stazione antenna Ray Way Vagli di Sotto

PictographWaypoint Altitude 3,809 ft
Photo ofArea pic nic e cartelli segnavia sentiero 147 Eremo San Viviano Photo ofArea pic nic e cartelli segnavia sentiero 147 Eremo San Viviano Photo ofArea pic nic e cartelli segnavia sentiero 147 Eremo San Viviano

Area pic nic e cartelli segnavia sentiero 147 Eremo San Viviano

PictographWaypoint Altitude 3,829 ft
Photo ofinizio Sentiero verso l'Eremo di San Viviano Photo ofinizio Sentiero verso l'Eremo di San Viviano Photo ofinizio Sentiero verso l'Eremo di San Viviano

inizio Sentiero verso l'Eremo di San Viviano

PictographWaypoint Altitude 3,822 ft
Photo ofPunto panoramico e inizio discesa Photo ofPunto panoramico e inizio discesa Photo ofPunto panoramico e inizio discesa

Punto panoramico e inizio discesa

PictographWaypoint Altitude 3,809 ft
Photo ofSerie di scalini scendendo verso l'Eremo Photo ofSerie di scalini scendendo verso l'Eremo Photo ofSerie di scalini scendendo verso l'Eremo

Serie di scalini scendendo verso l'Eremo

PictographWaypoint Altitude 3,760 ft
Photo ofSerie di scalini scendendo verso l'Eremo Photo ofSerie di scalini scendendo verso l'Eremo Photo ofSerie di scalini scendendo verso l'Eremo

Serie di scalini scendendo verso l'Eremo

PictographWaypoint Altitude 3,737 ft
Photo ofCavo trasportatore con carrellino scendendo all'Eremo Photo ofCavo trasportatore con carrellino scendendo all'Eremo Photo ofCavo trasportatore con carrellino scendendo all'Eremo

Cavo trasportatore con carrellino scendendo all'Eremo

PictographWaypoint Altitude 3,553 ft
Photo ofCartelli e pannello informativo presso l'Eremo Photo ofCartelli e pannello informativo presso l'Eremo Photo ofCartelli e pannello informativo presso l'Eremo

Cartelli e pannello informativo presso l'Eremo

Documenti di una visita pastorale risalenti al 1568 testimoniano dell'esistenza delle reliquie del Beato Viviano, La leggenda popolare della comunità di Vagli ci tramanda storia, gesta e miracoli dello sconosciuto asceta proveniente dal reggiano, sul quale la religiosità locale ha costruito culto evenerazione. Il piccolo santuario di San Viviano o Viano rappresenta una singolare cappella d'abri (sotto roccia) in area apuana. Oggetto di studio e di approfondimento culturale, la storia del Beato Viviano ha da sempre creato interesse e curiosità nell'immaginario collettivo, fino a riconoscere al Santo segni ed attributi legati ad una tradizione che risale fino ad epoca paleocristiana. Nel 1993 il casuale ritrovamento della cassetta contenente le ossa del Santo ed il loro esame scientifico ha confermato l'eta presunta di un soggetto maschio di trenta anni risalente quanto meno ad epoca medioevale.

PictographWaypoint Altitude 3,612 ft
Photo ofAccedendo all'Eremo Photo ofAccedendo all'Eremo Photo ofAccedendo all'Eremo

Accedendo all'Eremo

PictographWaypoint Altitude 3,645 ft
Photo ofAll'interno dell'Eremo Photo ofAll'interno dell'Eremo Photo ofAll'interno dell'Eremo

All'interno dell'Eremo

PictographWaypoint Altitude 3,684 ft
Photo ofUscendo sulla terrazza dell'Eremo Photo ofUscendo sulla terrazza dell'Eremo Photo ofUscendo sulla terrazza dell'Eremo

Uscendo sulla terrazza dell'Eremo

PictographWaypoint Altitude 3,583 ft
Photo ofInizio sentiero sulla parete rocciosa presso l'Eremo Photo ofInizio sentiero sulla parete rocciosa presso l'Eremo Photo ofInizio sentiero sulla parete rocciosa presso l'Eremo

Inizio sentiero sulla parete rocciosa presso l'Eremo

PictographWaypoint Altitude 3,583 ft
Photo ofSul sentiero con cavi della parete rocciosa presso l'Eremo

Sul sentiero con cavi della parete rocciosa presso l'Eremo

PictographPanorama Altitude 3,579 ft
Photo ofVeduta verso il lago di vagli e la parete rocciosa Photo ofVeduta verso il lago di vagli e la parete rocciosa Photo ofVeduta verso il lago di vagli e la parete rocciosa

Veduta verso il lago di vagli e la parete rocciosa

PictographPanorama Altitude 3,740 ft
Photo ofPunto panoramico verso la Cava Photo ofPunto panoramico verso la Cava Photo ofPunto panoramico verso la Cava

Punto panoramico verso la Cava

PictographPhoto Altitude 3,402 ft
Photo ofCampocatino con raduno Ferrari e altre auto d'epoca scendendo il 147 Photo ofCampocatino con raduno Ferrari e altre auto d'epoca scendendo il 147

Campocatino con raduno Ferrari e altre auto d'epoca scendendo il 147

PictographPanorama Altitude 3,337 ft
Photo ofGuardando dal finestrino il lago di Vagli scendendo in auto il 147 Photo ofGuardando dal finestrino il lago di Vagli scendendo in auto il 147

Guardando dal finestrino il lago di Vagli scendendo in auto il 147

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