Camarda. Cascata dello Schizzataro - Grotte pastorali - Chiesa dei Santi Cristante e Daria - Monte Rofano - Tholos pastorali
near Camarda, Abruzzo (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Ai piedi del massiccio del Gran Sasso si susseguono altipiani, colline e gole che vanno a costituire uno dei più bei paesaggi del Centro Italia. Qui, a poca distanza da Assergi, si può compiere un anello che permette di attraversare in parte questo splendido paesaggio ma ancor di più, si possono osservare elementi geologici e manufatti umani che narrano la lunga storia di queste terre.
Dal piccolo paese di Camarda si prende la stretta via Perchiana per lasciare l'auto su di un ampio spiazzo nella zona rurale accanto alle piccole attività agricole.
Il benvenuto ce lo da un cagnone che altro non vuole che carezze senza sosta.
Andando avanti lungo la carrareccia si è accolti più o meno simpaticamente da altri cani che fanno la guardia alle proprietà private. Uno di questi, un grosso maremmano, ha trovato il modo di uscire dalla recinzione con l'unico scopo di giocare, saltare e lasciarsi accarezzare fino allo sfinimento. Andando oltre in direzione della Cascata dello Schizzataro non si incontreranno più cani.
Lungo la piccola gola sovrastata sulla destra dal borgo di Filetto si incontra la pittoresca cascata dello Schizzataro incastonata in un anfiteatro roccioso creato dall'erosione dell'acqua. Questa che incessante ma modesta scende dal canalone sovrastante ha nei secoli generato un accumulo sedimentario che arriva a sfiorare il piccolo bacino di raccolta dell'acqua che viene poi canalizzata e trasportata a valle
Risalendo il ripido e scivoloso costone si giunge sul pianoro sovrastante dove un allevamento di vacche e tori fa da sfondo alla rupe sulla quale fu costruito in epoca bizantina il feudo di Filetto. In un periodo di contrasti tra i domini longobardi e quelli Bizantini, ogni via di passaggio venne puntellata con fortilizi militari posti ad ogni passo di montagna. In epoca normanna, il ricongiungimento amministrativo e militare del Sud Italia con il Centro, permise una più fiorente ripresa della pratica della transumanza attraverso gli antichi tratturi che risalivano dal Tavoliere delle Puglie fin su agli altipiani aquilani dove in primavera e in estate si trovava il foraggio fresco.
Il sentiero deviando a sinistra risale la collina, un cartello ci indica la presenza prossima dei ricoveri pastorali che si susseguiranno numerosi e di diversa grandezza lungo tutta la salita mentre l'obbiettivo finale sarà la Chiesa dei Santi Cristante e Daria costruita tra il XII-XIII secolo. Dai tipici caratteri architettonici ed artistici tosco-umbro-abruzzesi, la chiesa, un tempo Abbazia, dipendeva dalla più nota Abbazia di Bominaco e mostra all'interno un ciclo di affreschi (ora staccati e conservati a L'Aquila) di chiaro stampo bizantino con la storia della Vergine e dei Santi Cristante e Daria. La chiesa è bene sottolinearlo, risulta chiusa e solo il pannello informativo esterno offre un quadro storico, artistico e anche geologico della zona.
Si prosegue seguendo il tracciolino tra gli alti fusti di pini neri piantati a scopo di rimboschimento agli inizi del '900 dal corpo forestale (pratica superata per la scarsa praticità della pianta nel resistere ad incendi e bufere di neve) si arriva alla Fonte Cisterna. Proseguendo in salita si risale il Monte Rofano, basterà seguire intuitivamente gli omini in pietra tra il saliscendi del terreno fino alla fine del bosco fin quando non apparirà nella sua interezza il panorama su tutto l'Appennino Centrale appagando lo scopo principale di questa escursione.
Arrivare alla cima del Monte Rofano 1479m è tutt'altro che impegnativo. Si cammina allo scoperto tra ampi valloni con antichi stazzi pastorali e un panorama straordinario seppur ridotto nella sua bellezza dalla scarsità della neve dovuta a questo inverno caldo e asciutto. Lasciato il Monte Rofano e raggiunta la cima del monte adiacente si ha la possibilità di vedere meglio il verde Prato Fonno con quel che rimane del Lago di Filetto e la tortuosa via Fontebella che scorre sotto l'aguzzo Monte Ruzza.
Si scende tornando alla Fonte Cisterna per chiudere l'anello lungo il sentiero immerso tra alti pini neri e spogli faggi. A catturare l'attenzione sarà un altro esempio di ricovero pastorale, una capanna in pietra tra muretti a secco che prende il nome di tholos. Questo tipo di struttura ha chiare corrispondenze con i ricoveri pastorali pugliesi e ci racconta ancora una volta di come gli uomini per millenni si siano sforzati a plasmare il territorio pulendolo dalle rocce, addomesticandolo erigendo muretti a secco e capanne, costruendo stazzi e scavando neviere con lo scopo di portare avanti un'umile fonte di reddito esempio di quell'economia di sussistenza che ha caratterizzato da sempre la vita del nostro Paese.
L'escursione si conclude tornando al punto di partenza laddove le case degli abitanti di Camarda hanno resistito al terremoto del 2009, accanto ad esse il triste esempio di strutture ricettive costruite con i fondi della ricostruzione e lasciati marcire inutili e dimenticati.
Dal piccolo paese di Camarda si prende la stretta via Perchiana per lasciare l'auto su di un ampio spiazzo nella zona rurale accanto alle piccole attività agricole.
Il benvenuto ce lo da un cagnone che altro non vuole che carezze senza sosta.
Andando avanti lungo la carrareccia si è accolti più o meno simpaticamente da altri cani che fanno la guardia alle proprietà private. Uno di questi, un grosso maremmano, ha trovato il modo di uscire dalla recinzione con l'unico scopo di giocare, saltare e lasciarsi accarezzare fino allo sfinimento. Andando oltre in direzione della Cascata dello Schizzataro non si incontreranno più cani.
Lungo la piccola gola sovrastata sulla destra dal borgo di Filetto si incontra la pittoresca cascata dello Schizzataro incastonata in un anfiteatro roccioso creato dall'erosione dell'acqua. Questa che incessante ma modesta scende dal canalone sovrastante ha nei secoli generato un accumulo sedimentario che arriva a sfiorare il piccolo bacino di raccolta dell'acqua che viene poi canalizzata e trasportata a valle
Risalendo il ripido e scivoloso costone si giunge sul pianoro sovrastante dove un allevamento di vacche e tori fa da sfondo alla rupe sulla quale fu costruito in epoca bizantina il feudo di Filetto. In un periodo di contrasti tra i domini longobardi e quelli Bizantini, ogni via di passaggio venne puntellata con fortilizi militari posti ad ogni passo di montagna. In epoca normanna, il ricongiungimento amministrativo e militare del Sud Italia con il Centro, permise una più fiorente ripresa della pratica della transumanza attraverso gli antichi tratturi che risalivano dal Tavoliere delle Puglie fin su agli altipiani aquilani dove in primavera e in estate si trovava il foraggio fresco.
Il sentiero deviando a sinistra risale la collina, un cartello ci indica la presenza prossima dei ricoveri pastorali che si susseguiranno numerosi e di diversa grandezza lungo tutta la salita mentre l'obbiettivo finale sarà la Chiesa dei Santi Cristante e Daria costruita tra il XII-XIII secolo. Dai tipici caratteri architettonici ed artistici tosco-umbro-abruzzesi, la chiesa, un tempo Abbazia, dipendeva dalla più nota Abbazia di Bominaco e mostra all'interno un ciclo di affreschi (ora staccati e conservati a L'Aquila) di chiaro stampo bizantino con la storia della Vergine e dei Santi Cristante e Daria. La chiesa è bene sottolinearlo, risulta chiusa e solo il pannello informativo esterno offre un quadro storico, artistico e anche geologico della zona.
Si prosegue seguendo il tracciolino tra gli alti fusti di pini neri piantati a scopo di rimboschimento agli inizi del '900 dal corpo forestale (pratica superata per la scarsa praticità della pianta nel resistere ad incendi e bufere di neve) si arriva alla Fonte Cisterna. Proseguendo in salita si risale il Monte Rofano, basterà seguire intuitivamente gli omini in pietra tra il saliscendi del terreno fino alla fine del bosco fin quando non apparirà nella sua interezza il panorama su tutto l'Appennino Centrale appagando lo scopo principale di questa escursione.
Arrivare alla cima del Monte Rofano 1479m è tutt'altro che impegnativo. Si cammina allo scoperto tra ampi valloni con antichi stazzi pastorali e un panorama straordinario seppur ridotto nella sua bellezza dalla scarsità della neve dovuta a questo inverno caldo e asciutto. Lasciato il Monte Rofano e raggiunta la cima del monte adiacente si ha la possibilità di vedere meglio il verde Prato Fonno con quel che rimane del Lago di Filetto e la tortuosa via Fontebella che scorre sotto l'aguzzo Monte Ruzza.
Si scende tornando alla Fonte Cisterna per chiudere l'anello lungo il sentiero immerso tra alti pini neri e spogli faggi. A catturare l'attenzione sarà un altro esempio di ricovero pastorale, una capanna in pietra tra muretti a secco che prende il nome di tholos. Questo tipo di struttura ha chiare corrispondenze con i ricoveri pastorali pugliesi e ci racconta ancora una volta di come gli uomini per millenni si siano sforzati a plasmare il territorio pulendolo dalle rocce, addomesticandolo erigendo muretti a secco e capanne, costruendo stazzi e scavando neviere con lo scopo di portare avanti un'umile fonte di reddito esempio di quell'economia di sussistenza che ha caratterizzato da sempre la vita del nostro Paese.
L'escursione si conclude tornando al punto di partenza laddove le case degli abitanti di Camarda hanno resistito al terremoto del 2009, accanto ad esse il triste esempio di strutture ricettive costruite con i fondi della ricostruzione e lasciati marcire inutili e dimenticati.
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