Calà del Sasso e Sentiero del Vu
near Mori, Veneto (Italia)
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Itinerary description
Il percorso unisce 3 celebri sentieri nella zona di Valstagna, la Calà del Sasso, il 775 o Sentiero del Vù e una sezione dell'Alta Via del Tabacco, usata come raccordo al ritorno.
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- La Calà del Sasso è un percorso realizzato nel XIV secolo per portare a valle i tronchi destinati a Venezia per la costruziona di navi e remi, consta di 4444 gradini affiancati da una rampa dalla quale venivano fatti scivolare i trochi che venivano imbarcati su "zattere" a Valstagna e poi, lungo la Brenta, fino alle Zattere di Venezia. La Calà del Sasso è tuttora perfettamente conservato anche perchè è stato restaurato dopo una disastrosa inondazione del 1967.
- Il Sentiero del Vù ripercorre un tracciato interamente nel bosco usato nella Prima Guerra Mondiale per ragggiungere le postazioni di tiro e di osservazione lungo lo sperone che scende dal Col d'Astiago fino a Valstagna. La vista sulla Valsugana è incredibile: a nord le Dolomiti del Cadore, il forte Lisser, il forte Leone, la Scala di Primolano; di fronte, il Col Moschin, e, a sud, Valstagna, Oliero, Solagna, i colli alti di Pove del Grappa, Bassano e la pianura Veneta. Lungo il sentiero si incontrano una galleria di 60 metri, 84 ricoveri di soldati, diverse postazioni di tiro e osservazione e un balcone panoramico. Da qui, partiva il fuoco di copertura italiano in appoggio ai fanti che riconquistarono il Col Moschin.
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L'itinerario prende avvio dal piccolo parcheggio posto al secondo tornante lungo la strada che da Valstagna sale e Foza. Segue una mulattiera in piano che costeggia il Torrente Valstagna e passa la Palestra di Roccia (tiri di 6 e 7 grado) e si addentra nel canyon fino a una sorgente che cola dalla destra orografica. Da qui iniziano i 4444 che salgono costanti con soli alcuni strappi lungo la valle laterale sinistra che arriva a Casere Lobba (Sasso). Lungo il percorso si ignorano tutti i bivi e si segue senza indugio il percorso, passando santelle, cappelle votive, sassi notevoli, muretti a secco e un varco molto stretto tra le pareti rocciose (calcolate almeno 1:30 di salita in ombra, ma senza acqua).
Il sentiero termina in un anonimo prato nei pressi di una segheria: il paese di Sasso è a 5 minuti verso destra.
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Il nostro itinerario però procede lungo la sterrata a sinistra che procede in piano nel bosco fino a una radura con una pozza (spesso secca); nei pressi di un palo si abbandona la strada e si sale un ripido sentiero nel bosco che si addentra a sinistra e che in pochi minuti porta a un ampio pascolo poco distante dalla dorsale e dal Rifugio Lazzarotto.
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Si continua per mulattiera costegggiando una casera privata a sinistra e la cava di marmo che si nasconde nel bosco, e si punta le casere più alte (Malga Col dei Remi). Poco prima di arrivare alla Malga, sulla curva si stacca una traccia che per pascolo conduce al Col d'Astiago poco sopra: volendo è possibile seguire la mulattiera e arrivare direttamente alla Malga Col d'Astiago.
Sul colle è presente un orribile manufatto in cemento armato usato per l'acquedotto e il pompaggio delle acque da Oliero in quota per le malghe. Almeno si gode un bel panorama sull'altopiano di Asiago e il Massiccio del Grappa.
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Dall'acquedotto si scende verso la Malga Col d'Astiago e passando a destra del cancello della proprietà, si continua lungo la mulattiera che poco più avanti diventa sentiero e inizia il Sentiero del Vù.
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Il sentiero si stacca sulla destra e scende deciso nel bosco per tornantini e ripide rampe. Poco più avanti si passa all'altezza di una galleria di 60 metri visitabile con una torcia. Attenzione fondo scivoloso. Si procede ripidi verso valle passando un colletto rinforzato da un ponte di pietra e all'altezza di un pinnacolo si stacca una breve traccia per un punto di tiro: una stanza 2x2,5 m in cemento senza tetto molto interssante perchè sullo stipite della porta i soldati hanno inciso l'anno di costruzione (MCMXVIII) e una casa con degli alberi.
Da qui si segue una trincea protetta verso nord fino a un roccolo con un intaglio che si apre verso sud con uno splendido balcone sulla Valsugana fino a Bassano. Passati alcuni tratti prottetti con cavi d'acciaio, si penetra nel bosco in un anfiteatro solcato da lunghi traversi che perdono quota fino a ripassate sotto lo sperore di roccia sul quale era posto il balcone panoramico. Un ardito taglio sotto la cengia porta a un lungo traverso su un esile sentiero tra roccia e prato. Attenzione il tratto è aperto e pare non esposto, ma è su un salto molto ripido cui porre cura in caso di pioggia.
Si arriva a un bivio che si ignora per perdere ancora quota e arrivare a un bivio con l'Alta Via del Tabacco che si imbocca in direzione sinistra.
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Da qui si segue un piacevole tratto a mezza costa che passa i boschi sopra Valstagna e si riporta in direzione Calà del Sasso. Si ignorano tutti i bivi a scendere e si passano le diverse casere che si incontrano lungo il sentiero. Alcuni strappi fanno riprendere quota e tagliano lo sperone sopra Casa Postarnia, una casera poco sotto il sentiero. Da qui in breve si perviene al bivio con la Calà del Sasso che si discende fino alla fine per arrivare al punto di partenza.
Note:
- A parte a Sasso, che si lambisce solo, non c'è acqua per tutto il percorso.
- Anche se quasi tutto nel bosco, nei mesi estivi il caldo si fa sentire quindi partire presto o farlo nelle stagioni mezzo. La Calà è fattibile anche in inverno, ma attenzione al ghiaccio e attenzione alla discesa per il Sentiero del Vù.
- I tratti attrezzati sono solo 2 e servono più a salire che a scendere, ma il percorso è ripido quindi scarpe adatte.
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- La Calà del Sasso è un percorso realizzato nel XIV secolo per portare a valle i tronchi destinati a Venezia per la costruziona di navi e remi, consta di 4444 gradini affiancati da una rampa dalla quale venivano fatti scivolare i trochi che venivano imbarcati su "zattere" a Valstagna e poi, lungo la Brenta, fino alle Zattere di Venezia. La Calà del Sasso è tuttora perfettamente conservato anche perchè è stato restaurato dopo una disastrosa inondazione del 1967.
- Il Sentiero del Vù ripercorre un tracciato interamente nel bosco usato nella Prima Guerra Mondiale per ragggiungere le postazioni di tiro e di osservazione lungo lo sperone che scende dal Col d'Astiago fino a Valstagna. La vista sulla Valsugana è incredibile: a nord le Dolomiti del Cadore, il forte Lisser, il forte Leone, la Scala di Primolano; di fronte, il Col Moschin, e, a sud, Valstagna, Oliero, Solagna, i colli alti di Pove del Grappa, Bassano e la pianura Veneta. Lungo il sentiero si incontrano una galleria di 60 metri, 84 ricoveri di soldati, diverse postazioni di tiro e osservazione e un balcone panoramico. Da qui, partiva il fuoco di copertura italiano in appoggio ai fanti che riconquistarono il Col Moschin.
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L'itinerario prende avvio dal piccolo parcheggio posto al secondo tornante lungo la strada che da Valstagna sale e Foza. Segue una mulattiera in piano che costeggia il Torrente Valstagna e passa la Palestra di Roccia (tiri di 6 e 7 grado) e si addentra nel canyon fino a una sorgente che cola dalla destra orografica. Da qui iniziano i 4444 che salgono costanti con soli alcuni strappi lungo la valle laterale sinistra che arriva a Casere Lobba (Sasso). Lungo il percorso si ignorano tutti i bivi e si segue senza indugio il percorso, passando santelle, cappelle votive, sassi notevoli, muretti a secco e un varco molto stretto tra le pareti rocciose (calcolate almeno 1:30 di salita in ombra, ma senza acqua).
Il sentiero termina in un anonimo prato nei pressi di una segheria: il paese di Sasso è a 5 minuti verso destra.
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Il nostro itinerario però procede lungo la sterrata a sinistra che procede in piano nel bosco fino a una radura con una pozza (spesso secca); nei pressi di un palo si abbandona la strada e si sale un ripido sentiero nel bosco che si addentra a sinistra e che in pochi minuti porta a un ampio pascolo poco distante dalla dorsale e dal Rifugio Lazzarotto.
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Si continua per mulattiera costegggiando una casera privata a sinistra e la cava di marmo che si nasconde nel bosco, e si punta le casere più alte (Malga Col dei Remi). Poco prima di arrivare alla Malga, sulla curva si stacca una traccia che per pascolo conduce al Col d'Astiago poco sopra: volendo è possibile seguire la mulattiera e arrivare direttamente alla Malga Col d'Astiago.
Sul colle è presente un orribile manufatto in cemento armato usato per l'acquedotto e il pompaggio delle acque da Oliero in quota per le malghe. Almeno si gode un bel panorama sull'altopiano di Asiago e il Massiccio del Grappa.
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Dall'acquedotto si scende verso la Malga Col d'Astiago e passando a destra del cancello della proprietà, si continua lungo la mulattiera che poco più avanti diventa sentiero e inizia il Sentiero del Vù.
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Il sentiero si stacca sulla destra e scende deciso nel bosco per tornantini e ripide rampe. Poco più avanti si passa all'altezza di una galleria di 60 metri visitabile con una torcia. Attenzione fondo scivoloso. Si procede ripidi verso valle passando un colletto rinforzato da un ponte di pietra e all'altezza di un pinnacolo si stacca una breve traccia per un punto di tiro: una stanza 2x2,5 m in cemento senza tetto molto interssante perchè sullo stipite della porta i soldati hanno inciso l'anno di costruzione (MCMXVIII) e una casa con degli alberi.
Da qui si segue una trincea protetta verso nord fino a un roccolo con un intaglio che si apre verso sud con uno splendido balcone sulla Valsugana fino a Bassano. Passati alcuni tratti prottetti con cavi d'acciaio, si penetra nel bosco in un anfiteatro solcato da lunghi traversi che perdono quota fino a ripassate sotto lo sperore di roccia sul quale era posto il balcone panoramico. Un ardito taglio sotto la cengia porta a un lungo traverso su un esile sentiero tra roccia e prato. Attenzione il tratto è aperto e pare non esposto, ma è su un salto molto ripido cui porre cura in caso di pioggia.
Si arriva a un bivio che si ignora per perdere ancora quota e arrivare a un bivio con l'Alta Via del Tabacco che si imbocca in direzione sinistra.
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Da qui si segue un piacevole tratto a mezza costa che passa i boschi sopra Valstagna e si riporta in direzione Calà del Sasso. Si ignorano tutti i bivi a scendere e si passano le diverse casere che si incontrano lungo il sentiero. Alcuni strappi fanno riprendere quota e tagliano lo sperone sopra Casa Postarnia, una casera poco sotto il sentiero. Da qui in breve si perviene al bivio con la Calà del Sasso che si discende fino alla fine per arrivare al punto di partenza.
Note:
- A parte a Sasso, che si lambisce solo, non c'è acqua per tutto il percorso.
- Anche se quasi tutto nel bosco, nei mesi estivi il caldo si fa sentire quindi partire presto o farlo nelle stagioni mezzo. La Calà è fattibile anche in inverno, ma attenzione al ghiaccio e attenzione alla discesa per il Sentiero del Vù.
- I tratti attrezzati sono solo 2 e servono più a salire che a scendere, ma il percorso è ripido quindi scarpe adatte.
Waypoints
Waypoint
1,724 ft
Lora Alta
Waypoint
1,731 ft
Bivio Alta Via del Tabacco
Waypoint
3,584 ft
Inzio discesa Sentiero del Vù
Waypoint
3,866 ft
Malga Col d'Astiago
Waypoint
3,045 ft
Arrivo Calà del Salto
Waypoint
1,178 ft
Alta Via del Tabacco
Waypoint
936 ft
Fonte Bessele
Waypoint
884 ft
Guado
Waypoint
955 ft
Inizio Calà del Sasso
Waypoint
717 ft
Parchegggio
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Information
Easy to follow
Scenery
Difficult
La descrizione è perfetta ma non dà l'idea esatta di com'è il sentiero del vú, molto più pericoloso di come lo immaginavo prima di farlo. Ovviamente è colpa mia perché ho sempre usato cartine topografiche dove potevo capire quanto ripido forse il percorso. Questa volta mi sono affidato a Vickiloc ma il percorso è poco segnato e non dà l'idea del ripido