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Bizzarone- parco del Lanza- colle di San Maffeo

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Trail stats

Distance
12.39 mi
Elevation gain
1,581 ft
Technical difficulty
Easy
Elevation loss
1,581 ft
Max elevation
1,797 ft
TrailRank 
66
Min elevation
1,117 ft
Trail type
Loop
Moving time
4 hours 3 minutes
Time
4 hours 56 minutes
Coordinates
3350
Uploaded
February 18, 2023
Recorded
February 2023
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near Bizzarone, Lombardia (Italia)

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Itinerary description

Stride sul foco il pesce drento l’olio
e Pallade si scampa da Mulcibero.
Berta tien stimulato sotto ’l dolio
fronde di tamariso e di giunibero;
vin muffo e forte e pan di faba e lolio
poscia espedisce quel vecchietto libero.
Milon si scotta e gli occhi spesso tange,
come uom che soi peccati al fumo piange.
69
Onde Berta sen ride e si consola
vedendo quel tant’uomo fatto coco,
a cui pel fumo e gli occhi e il naso cola
e brugiasi le gambe al troppo foco.
Milon che ben l’intende, una parola,
piangendo tuttavia, disse per gioco:
— Tre cose l’uomo cacciano di casa:
il fumo, il foco e la moglie malvasa. —
70
Berta risponde: — E pur non cura l’uomo
spiccarsi da le spalle tal urtica;
cotanto dolce fu l’acerbo pomo
ch’Adam gustò, porgendol Eva antica,
che, benché sol per lei di propria domo
scacciato fusse, parvegli fatica
lasciar la causa drieto del suo male,
perché dura è ragion al sensuale.
71
Cosí ti vien, Milon, che per la fame
d’indi non po’ levarti questo fumo. —
Egli risponde: — Son le belle dame
che ci han posto a la coda questo dumo. —
Berta ne ride, e senza voglie grame
sul pesce sparge omai di sale un grumo,
lo qual giá cotto rende saporito,
e poi lo mette in tavola sul lito.

72
Quel vecchiarello, a gentilezza dedito,
arrecavi le sue vivande povere;
egli non ha de’ campi o feudi redito,
se non la barca, il mar, il sole, ’l piovere.
Onde di simil sue ricchezze predito,
quel suo vin muffolente e pan di rovere
appone in sua presenzia, e dice: — Inopia
chi mangia di cotesta, mai non scopia.
Quanto mi trovo, tanto ne la vostra
presenzia, o miei patroni, ho qui diffuso.
In me il voler, ma no ’l poter si mostra
di far com’è tra vostri pari l’uso;
ma svaria molto questa voglia nostra:
chi tien aperto il pugno, chi ’l tien chiuso;
tal poco n’ha, che altrui quel poco imparte;
tal molto n’ha, che ruba l’altrui parte.
74
S’io avessi in arca l’oro di Tiberio
e li pomi del drago ch’ancise Ercule,
credeti a me (ciò dico a vituperio
de’ ricchi), men sarian coteste fercule.
Questi avarazzi fanno quel suo imperio
col sparagnare in fin a le cesercule,
le scope ed altre cose frali e frivole,
che per disdegno tutte non descrivole.
75
E s’io potessi, fondarei tal legge,
cui meglio non fondâr li antichi padri,
ché chi è signore e gli uomini corregge,
dricciar faria le forche a pochi ladri;
e chi la robba e vita sua ben regge,
verrebbe al sol de loghi oscuri ed adri;
ch’oggi vertú sta serva del dinaro
come ’l pover dottore a l’usuraro. —

[p. 104]

76
— Qual legge è questa? — dissegli Milone
narraci, ti pregamo, padre caro.
— Voglio — risponde — che niun ladrone
abbia d’esser appeso alcun riparo,
se piglia quel d’altrui contra ragione,
eccettuando sol ciò c’ha l’avaro;
anzi vorrei che ’l pover s’appiccasse
se, potendo, l’avaro non rubasse.
77
Tu vederesti l’integri Catoni
più grati al mondo e dal predon sicuri;
tu vederesti l’improbi Neroni
a povertade men crudeli e duri;
tu vederesti li empi Licaoni,
pigliata la lor parte, non più furi;
la parte sua, che sta ne l’altrui copia,
ché ’l tuo superfluo causa la mia inopia.

Che maladetta sia l’ingorda rabbia
di questa lupa, e chi adorar la vole!
Ché se quante son miche in questa sabbia
e quanti cascan atomi dal sole,
tanti dinari avvien che ’l miser abbia,
apre, per anche averne, mille gole,
né pur si sazia la sua mente avara;
onde, qual sia un piacer, mai non impara.
79
Tal biasmo non v’adduco senza causa;
ché ho fatto d’un avaro mille prove.
E se ’l mio dir non vi facesse nausa,
direi di lui la miser vita, e dove. —
Rispose allor Milone: — Io faccio pausa;
eccoti da mangiare; ché ’l mi move
l’aspetto tuo talmente, ch’io starei
digiuno, per udirti, giorni sei. —

l'antidoto del venefico unguento; il qual antidoto, sperimentata che se ne ebbe l'efficacia, divenne celebre sotto il nome d' Unguento dell' Impiccato (1). A questi esempi conosciuti e recenti, s'aggiunse l'autorità d'antiche memorie ; che più volte furono punite donne venefiche nufatta peste. E trovasi ricordo di untori , i quali , per mezzo di sapone, d'aghi e d'altri oggetti d'uso giornaliero, sparsero il contagio in grandi città , sulle flotte, in intere provincie e regni; nè le pene cui vennero condannati valsero ad impedire in altri malvagi lo stesso delitto.
Finchè uomini esisteranno sulla terra, accaderà mai sem
(1) Avete curiosità di sapere io che consistesse questo famoso Unguento? Ecco la ricelta che insieme con altre parecchie trovasi pel TrattaTO DI VARJ RIMEDI CONTRO LA PESTE nel libro del cavaliere Ascanio Centario intorno il contagio del 1576.
UNGUENTO Prerioso ET MIRABILE

.

Contro la peste, che fu manifestato da uno che venne per infettar Milano, che fu poi per questo giustitiato. Piglia Cera nuova .
oncie in
Olio d'oliva

oncie 11
Olio di Hellera
Olio di sasso
Foglie di anelo
Orbaghe di lauro peste

Saluia
Rosmarino

Un poco d'aceto Et tutte queste cose si fanno negli sopradetli oglij bollire tanto che ogni cosa sia bene incorporata insieme a'modo 'd' unguento del quale poi si ungono le narici del naso, ovvero li polsi della testa, o delli bracci, et sotto la suola de' piedi, usando prima il mangiare de agli, cipolle, e gu. stare dell'aceto.


pre di scoprire di tempo in tempo nuovi delitti e punirli; ma dopo la pena riproduconsi, e compressi risorgono nuovamente tale essendo il giro delle colpe come d'ogni altra umana vicenda. Da ciò si arguisce che se in altri tempi e luoghi, ed anche in Milano, audaci mortali provocarono la natura e l'inferno colle arti loro, formando , per così dire, una terza potenza distruggitrice, altrettanto poteva accadere a' giorni nostri.
Tali cose discute con lungo esame il Tadino , notando persone, luoghi, epoche , testimonj. Afferma aver veduto co' propri occhi nella contrada di San Raffaele un furfante a cavallo, che di soppiatto e destramente, allungando la mano, gettava una polvere venefica addosso ai passaggeri (1). Essendosi messo a gridare per avvertire gli astanti , colui, dato di sprone al cavallo, fuggi.
Ho conosciuta, egli prosegue, un'onesta famiglia, ch' io frequentava come medico ed amico quale perì tutta quanta per la polvere venefica e contagiosa. Due giovani nubili (a), recatesi alla chiesa de' Padri Serviti, attinsero col dito l'acqua benedetla nella pila, e si toccarono la fronte, il petto, le spalle, facendosi il segno di croce. Esse videro
(1) E come se gli unguenti non bastassero, si trovarono anche le polveri venefiche.
S'aggiunse di più, che oltre l' unguento pestilente et venefico fabricavano ancora una polvere della medlema natura et qualità, la quale spar. gevano nelli vasi dell'acqua benedetta pigliata dal popolo nelle chiese et ancora nelli luoghi della povertà dove si trovanano camminare con li piedi ignudi, attaccandose alle mani et piedi haueva tanta forza che incontinente quelle misere creature s' infettavano et morivano in brevità di tempo.
( Tadino, pag. 119.) (2) Tadino dice che erano figliuole di un Antonio Vailini di Carnvaggio.
(Pag. 121. )
dei pulviscoli ed un sedimento sabbioso, che rinase loro attaccato sulle dita é sulle vesti. Tosto s'annebbiarono gli occhi, e furono prese da vertigini e dolore aculo di testa: portate a casa, dopo quarant'ore morirono fra gli spasimi, senz' indizio veruno di peste. La madre e tutti i servi morirono anch'essi di quel male inesplicabile.
Il senatore Caccia divenne rinomato in Milano non tanto pel suo grado, ma per l'ultimo suo caso, il quale per la novità del delitto' rese a tutti notissimo il nome di lui. Un certo Ferletta (1), suo servo, ovvero uno di que' clienti che frequentano le case de' senatori ed ambiscono acconpagnarli allorchè escono di casa , si presentò una mattina tutto ossequioso e sorridente, e porse al Caccia un fiore , lodandone per avventura la specie o la fragranza. Il buon Senatore per gentilezza l'appressò alle nari, e tocco all'istante nelle parti vitali, morì in brev'ora ().
A Volpedo, nel Tortonese, si scoprirono sette malfattori: confessarono d'aver fabbricati gli unti, e mentre subivano il supplizio della ruota, si vide, sopra la macina d'un mulino vicino, una macchia di quel pestifero veleno (3). Se ne fece l'esperimento, stropicciando quell' unto con mollica di pane, che fu data in briciole ad alcune galline ; in una mezz'ora caddero morte, e sparate, si trovarono
(1) Codesto G. B. Farletla, morlo in prigione durante la procedura, veone abbruciato in effigie il 7 settembre mentre si giustiziavano il Maganza ed altri untori.
(2) Mentre odorava la superficie, nel manico ouero piede vi si trouava il veleno, et morse in brevità di tempo.
( Tadino , pag. 121.) (3) Che si trouaua di colore gialdetto oscuro. Questa prelesa unzione accadde nel settembre 1630, ed il Tadino s'appoggia alla relazione del dottore e avvocato Giuseppe Dondeo, delegato nel Tortonese.
(Pag. 122. )
le interiora nerissime. Un moscone, che forse erasi posato sopra quella macchia, vold sull'orecchio d'un cocchiere , il quale in quattro giorni morì senza dolore o sintomi d'altro male, accusando soltanto ch'era stato morsicato da quell'insetto

Waypoints

PictographPanorama Altitude 1,478 ft
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Bizzarone

PictographPanorama Altitude 1,510 ft
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Bizzarone

PictographPhoto Altitude 1,516 ft
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Bizzarone

PictographPanorama Altitude 1,536 ft
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Bizzarone

PictographPanorama Altitude 1,623 ft
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Chiesa di Santa Maria Assunta

PictographPhoto Altitude 1,758 ft
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Croce panoramica colle Sant'Ambrogio

PictographPhoto Altitude 1,202 ft
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Confine di stato

PictographPhoto Altitude 1,138 ft
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Ferrovia della Valmorea

PictographPanorama Altitude 1,364 ft
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Panorama

PictographPanorama Altitude 1,607 ft
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Colle san Maffeo

PictographPanorama Altitude 1,678 ft
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Colle san Maffeo

PictographPanorama Altitude 1,645 ft
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Colle san Maffeo

PictographPanorama Altitude 1,656 ft
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Panorama

PictographPhoto Altitude 1,502 ft
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Rodero

PictographPhoto Altitude 1,399 ft
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Rodero

PictographPhoto Altitude 1,277 ft
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PictographPhoto Altitude 1,433 ft
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PictographPhoto Altitude 1,710 ft

Santuario di Somazzo

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