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AVG - Alta via del Golfo (Rebocco/Arcola)

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Trail stats

Distance
10.79 mi
Elevation gain
2,044 ft
Technical difficulty
Easy
Elevation loss
1,939 ft
Max elevation
1,151 ft
TrailRank 
35
Min elevation
67 ft
Trail type
One Way
Coordinates
2129
Uploaded
May 26, 2020
Recorded
May 2020
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near Proffiano, Liguria (Italia)

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Itinerary description

Partenza: via Monfalcone (loc. Rebocco)

Snodi:

1) REBOCCO - SARBIA

Siamo a Rebocco ed il nostro primo obiettivo è collegarci all’Alta Via del Golfo. La risposta risiede nel numero 223, al secolo ‘Sentiero Salto del Gatto’. Lo storico percorso, dal 1998 ‘adottato’ e mantenuto dall’adiacente scuola media ‘Jean Piaget’, collega la Chiappa a Strà, attraversando i piccoli borghi di Fornello e Guercedo. Il tracciato è ben tenuto e pulito, ed opere di nuova costruzione sono state poste ad argine del franoso terreno collinare della zona. L’unico tratto nel quale prestare attenzione è sicuramente un buon consiglio è il finale: una frana ha da poco ferito la collina ed il sentiero che la saliva è ora transennato nel suo più pericoloso punto. La Chiesa di Santa Lucia è il traguardo di una salita non impegnativa ma costante. Siamo a Strà. Come preannunciatovi, emulando le scale di Hogwarts di ‘Rowlingiana’ memoria, il fondo del percorso tende a cambiare. Asfalto, carrareccia ed ora nuovamente asfalto. Anche se non per molto. All’altezza del civico 55 lasciamo la strada provinciale per imboccare il ripido sentiero che attraversa terrazzi coltivi e le pertinenze di alcune case coloniche. La rampa è decisa e spezza il fiato per qualche minuto. Tempo necessario al sentiero per spianare ed entrare in una luminosa pineta, all’interno della quale occorre fare attenzione e seguire sempre la segnaletica AVG (vi sono, infatti, parecchie ed invitanti deviazioni dal percorso principale: trattasi di vecchie vie di comunicazione pedonali o mulattiere che consentivano agli spezzini di commerciare con l'entroterra; tra queste è bene segnalare l’antica ‘via del sale’, che, attraverso la Val di Vara e il passo di Cento Croci, permettevano il trasporto di questo prezioso prodotto verso il Parmense e la Pianura Padana). Il verde attenua i rumori della città. E l’occhio, attento a trarre più nozioni possibili, cade sulla scritta ZM incisa sul ceppo di un albero che, per volere dell’uomo, ha fatto il suo tempo. ‘Zona Militare’. Qualche decina di metri dopo, infatti, il sentiero sfocia sulla strada e subito comprendiamo il significato della sigla: sul lato sinistro della provinciale corre la possente cinta muraria cittadina ottocentesca, di cui restano ancora rilevanti parti, come la non lontana Porta Castellazzo. Occupati a risolvere l’indecifrabile (si fà per dire) ‘mistero della sigla’, non ci siamo accorti di aver raggiunto la prima tappa dell’escursione. La segnaletica verticale è, però, una buona amica e ce lo ricorda: Sarbia.

2) SARBIA - VALERIANO

Continuiamo a seguire le tre lettere, fedeli compagne dell’escursione: AVG. Sulla sinistra un’altra scalinata adiacente le case ci attende. Ancora una volta: salita. Quando il sentiero, però, si trasforma improvvisamente in pista di esbosco per il legname si è ormai all’incrocio con Via Montalbano. L’incontro avviene in località Serrolungo, straordinario punto panoramico da cui si gode un’imperdibile vista su tutto il Golfo di La Spezia. Il continuo ballo della duplice anima spezzina fa da contorno al passo dell’escursionista, catapultato, in pochi metri, dal mare in piena zona collinare. Il punto panoramico si sposta da destra a sinistra, il mare scompare, così come il Golfo, in luogo delle montagne liguri (sulle quali svetta il Monte Gottero, 1661m) e la Val di Vara. Si prosegue per circa 1 km su strada asfaltata, fino a giungere ad un trivio: una strada conduce a Campasso, una a Valeriano ed un'altra al Filettino. La nostra scelta ricadrà ovviamente su? Valeriano. Esatto. Sulla destra un sentiero sale deciso a scalini la costa del monte: mi duole dirlo ma è il nostro itinerario. Salita, ancora. Corriamo paralleli a via Montalbano, sperando, da veri escursionisti, di non dover nuovamente rincasare sull’asfalto. Nel frattempo un altro spot panoramico e fotografico si lascia cogliere in vicinanze delle isolate case Ratti. Il titolo dello scatto? ‘il Golfo tra le mura'. Riposta la macchina fotografica nello zaino, seguitiamo la cresta della collina fino a riprendere, nei pressi di un bar, la via asfaltata. Ora l’itinerario originale prevederebbe l’aggiramento della vetta del Montalbano percorrendo un sentiero sulla sinistra, lungo il versante settentrionale, parallelamente alla strada provinciale che rimane invece sul lato a mezzogiorno. Proprio quest’ultima invece sarà fondo del nostro cammino fino a Valeriano. L’AVG originale, in questo tratto, è, infatti, del tutto inagibile: rovi ed un fitto sottobosco ne impediscono l’accesso. Non ci resta che degradare in direzione di Valeriano Lunense. Colore al potere nel bellissimo borgo che spesso lo spezzino ignora e della cui storia si sa pochissimo (forse creato ed appartenuto alla sfera d'influenza dei signori di Vezzano, una consorteria che durante il secolo XI controllava gran parte dell'arco costiero fra Sestri Levante e Lerici). Visitiamolo. Una lunga salita a gradini conduce tra le variopinte case alla piazza terrazzata della chiesa parrocchiale, cuore dell’abitato che nella sua fattura rispecchio in toto la sua posizione di confine tra le regioni Liguria e Toscana.

3) VALERIANO - CAROZZO

Valeriano è tappa intermedia suscitante estrema curiosità. Ma non la meta. L’AVG, infatti, piega, 500 metri sotto il borgo abitato, sulla destra verso valle. Direzione Golfo. Il sentiero scende gradatamente fra terrazzamenti ed una vegetazione bassa e molto chiusa. Per gli amanti della panoramicità poca roba. Discorso diverso per chi, invece, cacciatore da sottobosco, è pronto alla ricerca di muschi e muffe. Con grande speditezza, comunque, si giunge al passo di Buonviaggio: uno dei tanti varchi che consentono alle strade dell’entroterra di congiungersi alle colleghe cittadine. Attraversata la Statale n°330, che sfrutta l’insellatura per collegare La Spezia con la Val di Magra, seguiamo l’asfalto in direzione Vezzano Ligure. Dopo neppure un kilometro arriviamo ad un incrocio di vie. Carozzo è la nostra. Onestamente, il tratto che collega Buonviaggio al caratteristico borgo spezzino è il meno apprezzabile ed il più cittadino. Niente di che. Carozzo, al contrario, ha di che mostrare all’occhio del gitante: un piccolo nucleo abitato caratterizzato da vicoli (‘carugi’ come si suol dire a La Spezia), una via sott’arco ed abitazioni dagli intonaci coloratissimi. Il tutto gettando un occhio al Golfo dei Poeti.

4) CAROZZO - BACCANO (ARCOLA)

Lasciato il nucleo abitato alle spalle, saliamo verso monte un vicoletto a gradini imboccante il sentiero che avrà il compito di riportarci entro le mura cittadine. Tra serre, pollai e voliere dove razzolano oche e galline, mettiamo piede per qualche metro su via della Porta, antico collegamento con San Venerio Alto (borgo che leggenda vuole essersi insediato per prima nel territorio spezzino). Sfiliamo tra le case dei vicoli immersi in un gioco di luci ed ombre, abbandonando il paesino in prossimità della caratteristica chiesuola posta al suo termine. Uno strano (e privato) boschetto di bambù fa da teatro ai due tornanti che permettono al sentiero di raggiungere il crinale in corrispondenza di un bivio con la strada ex-militare di Forte Beverone: via del Monte. Assecondiamo dapprima le sinuosità della strada e, dopo aver fatto l’incontro con due tranquille caprette, procediamo su lunga e ripida discesa, il cui fine sono le case del Termo di La Spezia, località posta sulla Via Aurelia tra La Spezia e Sarzana. Attenzione alla trafficata rotonda: va attraversata. Dopo averlo fatto, spostiamoci su via Sommovigo ed iniziamo a salire in direzione Lerici. Il percorso segnalato taglia un tornante e giunto a un colmo piega a destra per via Nosedro, chiusa fra alti muri che nascondono il giardino di Villa Belvedere. Giunti alla biforcazione, sta a noi scegliere come proseguire: da una parte il sentiero originale, una volta servigio di mercanti e contadini per il commercio, ora infrascato e parzialmente coperto da rovi; dall’altra la strada provinciale. A malincuore, e con unica giustificazione la non pulizia dell’originale sentiero, torniamo sull’asfalto. Il quale, comunque non è avaro di emozioni. Prima della strettoia in concomitanza della chiesa di Baccano, infatti, dona l’ennesimo spot fotografico dell’Alta Via del Golfo: una veduta dall’alto sull’incantevole borgo di Arcola. Pochi metri dopo la strada lambisce poi il muro di cinta della villa del Chioso, dove si producono vini fra i migliori della “DOC Colli di Luni” e si svolge la famosa sagra della polenta. Baccano e la sua angusta piazza trovano collocazione davanti ai nostri occhi. All’inizio del ‘carugio’ che taglia a metà tutto il paesino ritroviamo la scritta ‘AVG’. Siamo tornati. Percorriamo via Fosella fino a Pietralba e qui, purtroppo (o per fortuna) abbiamo deciso di concludere il tour odierno.

La totalità dell’Alta Via del Golfo dovrà attendere… ma non per molto.

Arrivo: Pietralba (loc. Arcola)

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