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Asiago: mille storie che si intrecciano

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Trail stats

Distance
5.48 mi
Elevation gain
906 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
906 ft
Max elevation
3,961 ft
TrailRank 
34
Min elevation
3,277 ft
Trail type
Loop
Coordinates
109
Uploaded
March 23, 2021
Recorded
March 2021
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near Asiago, Veneto (Italia)

Viewed 896 times, downloaded 15 times

Trail photos

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Itinerary description

Percorso culturale e naturalistico tra le contrade di Asiago

Creato da: www.feelgood.holiday

Descrizione breve (segue descrizione dettagliata)
Questo percorso, dall'elevato fascino storico e paesaggistico, ci porterà a fare un viaggio tra la cultura e l'architettura di Asiago: partendo dal più recente centro storico, dove si è circondati da palazzi in stile "liberty" che fanno da cornice al Duomo di San Matteo, alla Fontana del Fauno e al Palazzo Podestarile, si va alla scoperta delle contrade nord, che ancora oggi custodiscono il loro carattere originario dato dallo stile dei caseggiati tipici della cultura cimbra.

Durante il percorso saremo circondati dalla natura, a partire dal Laghetto Lumera, per poi salire e addentrarci tra le contrade, camminando tra piccole stradine contorte che si sviluppano in mezzo a vecchie case e stalle che mantengono un fascino senza tempo.

Il cammino alla fine ci farà giungere in uno dei punti più alti della conca asiaghese, il Monte Bi: da questa cima il panorama è incredibile e merita una sosta di qualche minuto per godere dell'unicità di questo meraviglioso Altopiano. E poi, vecchie case, strade, fattorie, pietre, prati ed alberi ci riaccompegneranno al ritorno verso le contrade.. raccontando non una, ma mille storie, come ha fatto Mario Rigoni Stern, scrittore locale che ha usato l'Altopiano come lo sfondo di tutti i suoi famosi racconti.

Descrizione dettagliata
Girovagando per il centro si possono osservare diversi dipinti affrescati sulle abitazioni che contornano le piazze, oppure che decorano il Municipio od il Duomo, edifici di particolare pregio che meritano una visita più approfondita.

Nota storica: Nonostante sia da secoli il capoluogo dell’Altopiano, Asiago è uno degli ultimi centri a nascere. Essendo il più centrale si sviluppa molto velocemente e diventa il principale comune della zona. Con la Grande Guerra e con lo sviluppo delle seconde case la tessitura originale del paesaggio, che aveva le sembianze di un grande pascolo costellato di gruppi di case (le contrade, appunto), è perlopiù persa.
Dirigendosi verso il campanile si imbocca via Oberdan e poi a sinistra via Lumera: in meno di cento metri siamo già in mezzo alla natura, lontani dal chiasso e dal traffico.

Nota naturalistica: Il Laghetto Lumera è l’ultimo residuo di una serie di laghi palustri che caratterizzavano il centro di Asiago, prosciugati per far spazio alle piazze ed alle case.
Costeggiato il laghetto, si prosegue dritti lungo il sentiero che continua per contrada Oba. Da lì si esce sulla curva di una strada comunale, che una volta attraversata ci porta nell’abitato di San Domenico, con l’omonima chiesetta ricca di suggestivi pitture. Tenendo la destra si costeggiano un paio di stalle e si scende verso la contrada Guardinalti e poi su strada asfaltata si arriva in contrada Rodeghieri.

Di qui si può salire sul Monte Bi attraverso la strada omonima per gustare uno dei migliori panorami asiaghesi, da cui si notano soprattutto le cupole dell’Osservatorio astronomico, il grande aeroporto, le case del Regista Olmi e dello scrittore Mario Rigoni Stern.

Dalla cima del monte poi attraverso un altro sentiero si può ritornare al centro della contrada: non è molto ben segnalato ma seguendo la mappa o chiedendo agli abitanti del posto si trova subito il sentiero. Imboccando la strada sterrata detta dell’Hinterbegh, si arriva alla contrada Bosco sita ai piedi del Monte Interrotto e del Monte Mosciagh.

Nel piccolo centro facilmente si individuano delle segnavie bianche-rosse che indicano un vecchia stradina che congiunge la pozza della contrada all’abitato dei Camplan. Qui, ancora una volta, si lasciano le abitazioni seguendo una strada delimitata da grandi lastre di pietra, chiamate Stoan-Platten

Nota storica: le Stoan-Platten sono delle laste di pietra che avevano lo scopo di delimitare i sentieri e proteggere i raccolti.
Finita la strada costeggiata dalle Stoan-Platten, si riconosce la chiesetta di San Domenico e il sentiero di contrada Oba che in pochi minuti ci riconduce al centro del paese e quindi al punto di partenza.

Waypoints

PictographWaypoint Altitude 3,278 ft

Al Forno dei Keple B&B

PictographWaypoint Altitude 3,281 ft

Piazza Carli

“Il paese era ormai stato ricostruito, solamente qualche baracca restava qua e là; il nuovo municipio, tutto in blocchi di marmo rosa a vista, aspettava il principe Umberto di Savoia per essere inaugurato. Anche le sei nuove campane, posate sui tronchi davanti alle porte della chiesa, erano in attesa che il campanile venisse terminato per salire nella cella campanaria (…) / Fu qualche giorno prima della festa patronale di San Matteo apostolo che vennero tirate sul campanile, e tirate è la parola giusta perché con argani, paranchi, carrucole e funi allestite dall’impresa dei fratelli Masain, tutto il paese si riunì per issarle come in un grande tiro alla fume. Anche i ragazzi delle scuole, attraverso gli insegnanti, furono invitati a partecipare. Le campane erano state preparate ai piedi del campanile; a una a una furono legate e innalzate con una lunghissima e grossa corda che ridiscendeva a terra attraverso l’armatura preparata nella cella campanaria. La lunga fila della gente partiva da sotto il campanile, passava davanti alla bottega degli Stern, risaliva per la strada del Mazzacavalli e arrivava fino al Croxebech.” / Testo tratto dal libro “Le stagioni di Giacomo” di Mario Rigoni Stern / Photocredit

PictographWaypoint Altitude 3,297 ft

Laghetto Lumera

PictographWaypoint Altitude 3,825 ft

Monte Bi (o Monte Katz)

“Nel pomeriggio era salito sul monte Katz, poi dal bosco del Gharto aveva trascinato sulla neve, poco sotto la croce, un grande mucchio di rami secchi tagliati dalle piante in piedi, e aspettò il grande evento davanti alla hutta dei Runz. Da lassù udiva le fanfare suonare a tutto fiato e il brusio del popolo. Dopo la fantasmagoria dei fuochi, e dopo che l’eco dei botti si spense per le montagne e i cani smisero di latrare, allora accese il suo fuoco solitario e bevette un sorso di grappa da una bottiglietta che aveva portato con sé. Laggiù in paese più d’uno vide il suo fuoco e i nostri della contrada, che erano scesi a far festa con tutti gli altri, ammiccavano tra loro, allegri”. / Testo tratto dal libro "Storia di Tönle" di Mario Rigoni Stern /

PictographWaypoint Altitude 3,291 ft

Kantun Von Stern

“La mia casa, la casa dove non sono nato, e che gli antenati avevano costruito cinque secoli fa, era al centro del paese e faceva angolo con una strada che collegava le contrade a nord con la piazza… La casa non era grande perché tra le prime in muratura costruite dopo quelle in tronchi, bruciate nel 1447 dai soldati di Sigismondo d’Austria. Le stanze erano basse, con il soffitto in legno, tranne al piano terreno che era in pietre e volta. Sopra i tre piani il tetto era molto ripido, coperto di scandole e senza camini” (…) testo tratto dal libro "Amore di Confine" di Mario Rigoni Stern / Photocredit

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