Anzù, Santuario SS. Vittore e Corona, monte Miesna, vincheto di Celarda

Il percorso ad anello parte dal parcheggio di Anzù situato in prossimità della salita per il santuario dei SS. Vittore e Corona. Imboccata la strada asfaltata, in salita, dopo circa 100 metri si prende sulla destra il sentiero a scalini che sale per alcune centinaia di metri fino a sbucare davanti al suggestivo capitello dell'Angelo. Da qui si gode una stupenda vista sul santuario risalente all' XI° secolo. Si procede oltre, si sale la grande scalinata fino a giungere dirimpettai al santuario. Una visita alla chiesa e al chiostro è d'obbligo per godere di arte e sacralità. Dopo l'immersione di anima e corpo tra le mura e i silenzi del santuario, sul lato sinistro esterno della chiesa comincia il "sentiero natura di San Vittore", che, proseguendo in salita, subito si addentra in un bosco fino a giungere alla sommità della Rocchetta (panca per una sosta), con vista sul sottostante torrente Sonna e, poco più lontano, sul fiume Piave. Lungo il percorso sono posizionate delle targhette piantate in prossimità di ogni tipo di pianta o fiore degni di attenzione. Dalla Rocchetta il sentiero dapprima scende per un breve tratto (prestare attenzione) per subito risalire lungo il crinale, quasi sempre ventoso, fintanto a incrociare una strada forestale. Da qui è possibile scendere sulla sinistra, per chi desidera effettuare un percorso più breve, ma noi procediamo oltre. Percorriamo la strada in salita che subito diventa asfaltata, si prosegue per circa 100 metri e sulla destra si imbocca un sentiero che funge da scorciatoia fino a incrociare, più a monte, la stessa strada, che poi per lungo tratto prosegue in falsopiano fino alla cima del monte Miesna. Il tutto all'interno di un bosco di carpini neri e di faggi. Giunti poco sotto la cima del monte la strada comincia a scendere repentinamente e quando si giunge a uno slargo si imbocca la strada di sinistra. Fra poco ci si addentra in un tratto di percorso circondato da molti faggi schiantati dalla tempesta VAIA dell'ottobre 2018. Un vero disastro! Sempre in discesa si percorre la strada forestale senza mai abbandonarla, anche se questa traccia GPS porterebbe a percorrere un sentiero posto sulla destra. Un sentiero sicuramente suggestivo per il suo addentrarsi nel bosco, ma sconsigliabile per la sua insidiosità. Proseguendo sempre lungo la strada forestale in poco tempo si sbuca nel piccolo paese di Celarda. Qui merita una visita la riserva naturale del Vincheto, una zona umida di interesse internazionale protetta dalla convenzione di Ramsar. All'interno della riserva esistono alcune strutture di Carabinieri Forestali. Da evidenziare un maneggio e dei recinti dove vengono allevati in cattività caprioli, cervi, daini e mufloni e un centro dove sono tenuti alcuni rapaci già gravemente feriti e ora incapaci di ritornare liberi in natura. Merita una sosta la piccola osteria, godendo nel contempo del lento fluire dell'acqua lungo piccoli canali e della vista di numerose anatre selvatiche. Dall'abitato di Celarda si riparte per rientrare al punto di partenza, percorrendo per un chilometro o poco più un tratto asfaltato. Poi, voltando sulla sinistra, si percorre in saliscendi il tratto sterrato dei Colesei, fino a giungere alla periferia di Anzù e in breve tempo si rientra al punto di partenza.