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Anello Vallon Popera

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Trail stats

Distance
4.73 mi
Elevation gain
2,014 ft
Technical difficulty
Difficult
Elevation loss
2,014 ft
Max elevation
7,062 ft
TrailRank 
49
Min elevation
5,112 ft
Trail type
Loop
Coordinates
556
Uploaded
July 15, 2020
Recorded
July 2020
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near Comèlico Superiore, Veneto (Italia)

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Itinerary description

Partenza: Rifugio Italo Lunelli (1568m)
Snodi:
1. RIFUGIO LUNELLI – RIFUGIO BERTI
Controllata un’ultima volta la cartina, sistemate le ultime cose in macchina, siamo pronti: si parte! Sentiero 101. I primi metri li camminiamo nel piacevole bosco di Selvapiana. Piacevole perché fuori, il sole già picchia furioso, pur essendo mattina presto. Gaudio di breve durata, ahimè. Dopo pochi minuti si è catapultati nel alveo del Risena con la sua caratteristica roccia tendente al bianco atta a svolgere la funzione di catarifrangente oltre che di meraviglia della natura. Sopravvissuti anche al ‘ma devo arrivare fin lassù?!’, pensiero che assale ogni avventore della montagna alla prima vista della sagoma del Rifugio Berti, il sentiero inizia a salire, inizia a presentare tutti i suoi tornanti e tutto il dislivello. Il panorama, non serve che ve lo dica, è mozzafiato. Immaginate che la montagna vi stia abbracciando: il suo braccio sinistro sono le alte falesie della Cima dei Colesei (prende il nome da queste strutture fortificate utilizzate dai soldati durante la Grande Guerra per controllare il territorio) mentre il destro i campanili di Selvapiana e di Popera, tra i quali svetta l’omonima cima con i suoi 2707 metri. Cullati, quindi, da questa visione, che allevia la tanta fatica (il sentiero tira veramente molto!), e rinfrescati dai tanti salti che le acque del Risena compiono tra i vari tornanti, arriviamo al Rifugio Antonio Berti (1950m). E, se prima vedevamo solamente le braccia della montagna, ora si vede tutto, e tutto è compreso tra l’imponenza di Cima Undici (3090m) e la Croda Rossa di Sesto (2995m).
2. RIFUGIO BERTI – EX RIFUGIO SALA & PUNTO BELVEDERE
Consumata una rapida ma doverosa sosta al Rifugio Berti è tempo di ripartire: sentiero 122. Salendo lungo quello che abbiamo immaginato essere il braccio sinistro della montagna, dopo un primo tratto molto aperto, dolce e in una salita veramente irrisoria confronto alla precedente, il sentiero passa in costa: qui fermiamoci qualche secondo ad ammirare il panorama su tutta la Val Comelico…Chapeau! Ora però riponiamo per qualche istante la meraviglia (e le macchine fotografiche) in un cassetto perché bisogna prestare attenzione: il sentiero si assottiglia e sotto di voi c’è un salto di almeno 500 metri, per cui teniamoci alla corda d’acciaio e con passo svelto e senza esitazioni superate quest’unico tratto esposto del trekking. Giusto alla fine di questo piccolo passaggio ci troviamo di fronte all’Ex Rifugio Olivo Sala, il quale, incastonato come un diamante nella roccia, ha ospitato i soldati durante le due guerre mondiali, salvo poi essere dismesso dopo la costruzione del Rifugio Berti. A questo punto, salendo lateralmente a questa meraviglia ingegneristica ci affacciamo sul punto belvedere, il giro di boa del nostro cammino: da qui è possibile ammirare tutto il gruppo del Popera in tutta la sua magnificenza.
3. PUNTO BELVEDERE – LAGHETTO POPERA
Ora è tempo di scegliere. Salita alla forcella o discesa al Rifugio Berti? Il tempo stringe, ma ne rimane abbastanza per intraprendere una via di mezzo: il Laghetto Popera. Non seguiamo, così, nessuno dei due sentieri, ma, incamminatici in uno dei tanti viottoli che dal Punto Belvedere scendono la montagna, seguiamo la variante che ci porta al Lago. Il tratto di sentiero, seppur in viottolo (ergo: bisogna camminare uno dietro l’altro) si sviluppa a mezzacosta ed in falsopiano rendendo piacevole la camminata. Il Laghetto è veramente -etto, ai limiti del –ino, ma nelle sue acque verdastre si specchiano ridondanti di maestosità tutte le vette sopracitate.
4 – LAGHETTO POPERA – RIFUGIO BERTI – RIFUGIO LUNELLI
‘Quando arrivi in cima, non ti resta altro da fare che scendere’ disse Freddy Mercury. Ed a noi, come sosteneva il compianto frontman dei ‘The Queen’ non resta veramente altro che scendere. E, se la discesa dal Lago al Rifugio ‘Berti’ è semplice, piacevole, e gentile con i nostri arti inferiori, quella dal ‘Berti’ al Rifugio ‘Lunelli’ è tutt’altra cosa: la montagna sembra quasi arrabbiata per la nostra violazione in ascesa e, di comune accordo con le gambe, ci presenta il conto di una discesa non meno faticosa della salita svolta in mattinata. Arrivati alla macchina ce ne andiamo da questo posto con le gambe pesanti e stanchi ma con il cuore e la testa gonfi di pace e gli occhi pieni di meraviglia.
Arrivo: Rifugio Lunelli (1568m)

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