Anello Toppa Spino da Sant'Angelo a Scala (Ruderi Incoronata- Forcetelle - Campo Maggiore - Toppa Spino - San Silvestro - Carafa
near Sant'Angelo A Scala, Campania (Italia)
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Itinerary description
Lunga escursione sul filo di Monte Vallatrone e Monte Vergine che raccoglie l'animo storico-culturale, oltre che naturalistico della catena del Partenio: in sintesi, in considerazione degli ambienti visitati, si può definire una traversata di catarsi di un pellegrino, passando nell'arco di una mattinata dalle rovine dei ruderi dell'Incoronata sino alla bellezza di Campo Maggiore, ascendendo sino in vetta a Toppa Spino (senza sentieri CAI, solo con GPS e proprio istinto, addentrandosi nel bosco verso una cima senza letteratura) e poi al santuario rupestre di San Silvestro, rientrando con passaggio lungo una facciata di Palazzo Carafa a Sant'Angelo a Scala.
Il complesso anello prevede la percorrenza dei seguenti sentieri CAI, nell'ordine: 206, SI 90, 217, 215, 213, 224, 204, 205 ed infine E1.
Fra questi, indubbiamente il 206 - Sentiero Giancarlo Nebbia/Fra' Diavolo può essere definito un E+ nella sua normale percorrenza (vedasi la traccia https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/ruderi-incoronata-sopra-larenella-monte-vallatrone-summonte-torre-angioina-105915592 ) di 7,5 km, in questo caso può essere addirittura definito un EE visto che è stato abbreviato in 3,9 km sino a Sopra L'Arenella per 700 m di dislivello. Sino ai ruderi messi a ferro e fuoco in epoca napoleonica il CAI 206 è seguito nella sua decorrenza, fra muretti a secco, castagneto e ginestre in fiore su fondo prettamente acciottolato cui non occorrono nemmeno troppi segni CAI per restare in traccia. Giunti al km 2, al bivio sulla dx con i faggi secolari ed un sentierino che serpeggia sulla sx che conduce verso un punto di belvedere su strapiombo che offre la veduta dei Picentini, in particolar modo di Pizzo San Michele e il profilo roccioso del Monte Vallatrone che ospita le rovine camaldolesi che saranno raggiunte in pochi minuti per immergersi non solo nel contesto storico delle immense mura che resistono al tempo, ma anche al connubio boschivo dei profumi balsamici dell'aglio orsino con i canti di usignoli, cinciarelle, merli, zigoli, luì piccolo, verdoni, scriccioli e cardellini. Dopo una breve pausa, si attraversa il piazzale, si scavalca il muretto per compiere il primo taglio ed escludere il passaggio per Campitello Sant'Angelo (ed un passaggio fra roccette con cavo d'acciaio) andando dritto in piena salita fra roccette ed un canalone, aiutandosi in alcuni tratti con le mani, sino a guadagnare nuovamente il 206 all'altezza del km 3 di cammino ed un grande recinto. Sino a questo punto, si passa nel bosco di faggi per giungere nel predetto punto di radura, andando verso la sx rispetto al recinto, su fondo terroso-sabbioso, fra ginestre, ranuncoli e fioriture bianche dell'aglio orsino (visibili solo nei punti soleggiati). Si individuano alcune tracce nel tappeto di sottobosco fatto soprattutto da aglio che appare ingiallito e si ricomincia con un'ascesa che diviene a mano mano sempre più ripida, tagliando nettamente la carrareccia del 206, sino a spuntare sull'asfaltata di Sopra L'Arenella, quasi dimezzando l'intera percorrenza del sentiero CAI.
Da qui in poi, saranno 4 km rilassanti e per nulla impegnativi in cui si godranno gli olezzi del bosco, la fioritura di violette, trifoglio, tarassaco, aglio orsino e ginestra con la faggeta che concederà molti punti di ombra; passato rifugio Forcetelle, snodo di tantissimi sentieri che conducono tanto a Campo San Giovanni, tanto sulla cima più alta di Monte Vergine quanto sul Vallatrone, si continua a seguire questo tratto per ciclisti (classificato come CAI 200), incrociando il sentiero dei Valloni sulla dx, quindi su Piano del Cupone che precede di poco Campo Maggiore.
Giunti in questo pianoro, è impossibile non provare una forte emozione nei confronti di uno scenario primaverile molto caratteristico: nonostante il CAI parli di sentiero 215 e 213, non si nota negli ampi spazi alcuna traccia da seguire, di per sé non sarebbe neanche necessario poiché la barriera di faggi che popolano i promontori di Monte Vergine, Calvarine e Toppa Spino sono più che sufficienti assieme al laghetto carsico che riluce al sole. È il momento di una pausa in prossimità del grosso specchio d'acqua che ospita miriadi di girini nel silenzio squarciato dai canti degli uccelli e dal gracidare, con il vento che accarezza i prati e le fioriture che amalgamano i colori a mo' di una tela: il verde è screziato dal rosso della romix acetosella, dal bianco della camomilla, dal giallo dei ranuncoli e quello più timido dei gigli di Provenza e dal viola delle violette. Camminando, si incontra una dolina carsica in cui qualcuno particolarmente dotato di intelligenza ci ha gettato una bicicletta...
Il 213 appare come un tratturo persino solcato in alcuni punti di percorrenza che permette di andare alle spalle dei rilievi che racchiudono Campo Maggiore, permettendo inaspettate esplorazioni del territorio appartenente a Toppa Spino fra balzette rocciose [in parte anche in sabbia], boschetti cui appaiono per la prima volta pini e abeti (anche tavoli e panche in legno da picnic che fanno intuire che un tempo possa esserci stato un sentiero che si inerpica nel bosco), ma soprattutto una parte di anticima prettamente rocciosa in cui l'ambiente cambia totalmente e permette anche la visione panoramica: un'altra parte del Partenio, i Picentini ed il Vesuvio in lontananza conferiscono una parte importante della magia. Il resto dei passaggi sono una ricerca della cima di Toppa Spino che non è panoramica, ma è guadagnata con esperienza di movimento ed orientamento nel bosco in passaggi meno puliti ed una salita che in pochi metri si configura come una direttissima alla vetta che permette di sbucare con una discesa irta (cui occorre il corretto movimento dei piedi, alternandosi a dx e sx diretto e trasverso - non la consiglio ai meno allenati/esperti) su Campo Maggiore.
È visibile quel che rimane di una falesia artificiale di arrampicata e di un rifugio che mi limito a definire disastrato (ho evitato di inserire le foto del caos interno creato da vandali), ma che occorre per riguadagnare una via boschiva interna (non CAI), incrociando l'asfaltata. Dopo 1 km è a fondo cieco e tocca scendere sull'asfaltata percorrendo 200m per quasi 100 m di dislivello negativo: sconsiglio di fare tale esplorazione per evitare possibili cadute rovinose causa pendenza, il terreno se assecondato sotto controllo potrebbe persino aiutare. Arrivato a Forcetelle percorro il 224 (ammirando qualche scorcio su Monte Vergine e Summonte) sino all'incrocio con il 204, sentiero CAI di mezzacosta detto "della devozione" da cui si arriva al santuario rupestre di San Silvestro.
Nonostante sia classificato E, il fondo è insidioso in più parti, poiché il terriccio umido si rivela sdrucciolevole, alcuni tratti sono occultamente esposti e la più bella fioritura della ginestra invade il cammino in tratti ristretti ed è anche frequentato da api e bombi. Oltre a ciò, il castagneto e le ginestre lasciano lo scenario ad un contesto maggiormente roccioso che passando su un canalone si inerpica, poi, sino a parti di costone del Vallatrone, ove ci si aiuta un po' con le mani; in 1,2 km si è sul 205 che subito dopo il suo innesto ha caratteristiche di scivolosità maggiori del 204 sui tratti in terreno.
Arrivati alla piazzola, non resta che prendere un attimo di respiro, ammirare i Picentini ed i profili spigolosi inverditi o bianchi del Vallatrone per concedersi ad un luogo di preghiera meglio descritto in https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/anello-di-san-silvestro-108598032 .
Attenzione alla discesa, oltre alla scarsa aderenza di suola sul terriccio, il fondo è irto e sconnesso.
Ultima tappa sono le rovine di Palazzo Carafa, a Sant'Angelo a Scala.
La classificazione di "molto difficile" è legata alla distanza, al dislivello totale e quello complessivo in alcuni punti (sia in salita che in discesa), tratti in cui ci si arrampica in maniera semplice, presenza di "fuori traccia", condizioni del terreno ed infine il tempo di percorrenza in un'intera mattinata legato all'esigenza di evitare di incorrere in forti temporali del primo pomeriggio che interessano tutta l'area.
Consigliate anzitutto idonee calzature da escursionismo, bastoncini telescopici, allenamento e tutte le misure legate alla variazione climatica e stagionale.
La chiosa finale non può che essere la bellezza dell'intero comprensorio, soprattutto Campo Maggiore.
Il complesso anello prevede la percorrenza dei seguenti sentieri CAI, nell'ordine: 206, SI 90, 217, 215, 213, 224, 204, 205 ed infine E1.
Fra questi, indubbiamente il 206 - Sentiero Giancarlo Nebbia/Fra' Diavolo può essere definito un E+ nella sua normale percorrenza (vedasi la traccia https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/ruderi-incoronata-sopra-larenella-monte-vallatrone-summonte-torre-angioina-105915592 ) di 7,5 km, in questo caso può essere addirittura definito un EE visto che è stato abbreviato in 3,9 km sino a Sopra L'Arenella per 700 m di dislivello. Sino ai ruderi messi a ferro e fuoco in epoca napoleonica il CAI 206 è seguito nella sua decorrenza, fra muretti a secco, castagneto e ginestre in fiore su fondo prettamente acciottolato cui non occorrono nemmeno troppi segni CAI per restare in traccia. Giunti al km 2, al bivio sulla dx con i faggi secolari ed un sentierino che serpeggia sulla sx che conduce verso un punto di belvedere su strapiombo che offre la veduta dei Picentini, in particolar modo di Pizzo San Michele e il profilo roccioso del Monte Vallatrone che ospita le rovine camaldolesi che saranno raggiunte in pochi minuti per immergersi non solo nel contesto storico delle immense mura che resistono al tempo, ma anche al connubio boschivo dei profumi balsamici dell'aglio orsino con i canti di usignoli, cinciarelle, merli, zigoli, luì piccolo, verdoni, scriccioli e cardellini. Dopo una breve pausa, si attraversa il piazzale, si scavalca il muretto per compiere il primo taglio ed escludere il passaggio per Campitello Sant'Angelo (ed un passaggio fra roccette con cavo d'acciaio) andando dritto in piena salita fra roccette ed un canalone, aiutandosi in alcuni tratti con le mani, sino a guadagnare nuovamente il 206 all'altezza del km 3 di cammino ed un grande recinto. Sino a questo punto, si passa nel bosco di faggi per giungere nel predetto punto di radura, andando verso la sx rispetto al recinto, su fondo terroso-sabbioso, fra ginestre, ranuncoli e fioriture bianche dell'aglio orsino (visibili solo nei punti soleggiati). Si individuano alcune tracce nel tappeto di sottobosco fatto soprattutto da aglio che appare ingiallito e si ricomincia con un'ascesa che diviene a mano mano sempre più ripida, tagliando nettamente la carrareccia del 206, sino a spuntare sull'asfaltata di Sopra L'Arenella, quasi dimezzando l'intera percorrenza del sentiero CAI.
Da qui in poi, saranno 4 km rilassanti e per nulla impegnativi in cui si godranno gli olezzi del bosco, la fioritura di violette, trifoglio, tarassaco, aglio orsino e ginestra con la faggeta che concederà molti punti di ombra; passato rifugio Forcetelle, snodo di tantissimi sentieri che conducono tanto a Campo San Giovanni, tanto sulla cima più alta di Monte Vergine quanto sul Vallatrone, si continua a seguire questo tratto per ciclisti (classificato come CAI 200), incrociando il sentiero dei Valloni sulla dx, quindi su Piano del Cupone che precede di poco Campo Maggiore.
Giunti in questo pianoro, è impossibile non provare una forte emozione nei confronti di uno scenario primaverile molto caratteristico: nonostante il CAI parli di sentiero 215 e 213, non si nota negli ampi spazi alcuna traccia da seguire, di per sé non sarebbe neanche necessario poiché la barriera di faggi che popolano i promontori di Monte Vergine, Calvarine e Toppa Spino sono più che sufficienti assieme al laghetto carsico che riluce al sole. È il momento di una pausa in prossimità del grosso specchio d'acqua che ospita miriadi di girini nel silenzio squarciato dai canti degli uccelli e dal gracidare, con il vento che accarezza i prati e le fioriture che amalgamano i colori a mo' di una tela: il verde è screziato dal rosso della romix acetosella, dal bianco della camomilla, dal giallo dei ranuncoli e quello più timido dei gigli di Provenza e dal viola delle violette. Camminando, si incontra una dolina carsica in cui qualcuno particolarmente dotato di intelligenza ci ha gettato una bicicletta...
Il 213 appare come un tratturo persino solcato in alcuni punti di percorrenza che permette di andare alle spalle dei rilievi che racchiudono Campo Maggiore, permettendo inaspettate esplorazioni del territorio appartenente a Toppa Spino fra balzette rocciose [in parte anche in sabbia], boschetti cui appaiono per la prima volta pini e abeti (anche tavoli e panche in legno da picnic che fanno intuire che un tempo possa esserci stato un sentiero che si inerpica nel bosco), ma soprattutto una parte di anticima prettamente rocciosa in cui l'ambiente cambia totalmente e permette anche la visione panoramica: un'altra parte del Partenio, i Picentini ed il Vesuvio in lontananza conferiscono una parte importante della magia. Il resto dei passaggi sono una ricerca della cima di Toppa Spino che non è panoramica, ma è guadagnata con esperienza di movimento ed orientamento nel bosco in passaggi meno puliti ed una salita che in pochi metri si configura come una direttissima alla vetta che permette di sbucare con una discesa irta (cui occorre il corretto movimento dei piedi, alternandosi a dx e sx diretto e trasverso - non la consiglio ai meno allenati/esperti) su Campo Maggiore.
È visibile quel che rimane di una falesia artificiale di arrampicata e di un rifugio che mi limito a definire disastrato (ho evitato di inserire le foto del caos interno creato da vandali), ma che occorre per riguadagnare una via boschiva interna (non CAI), incrociando l'asfaltata. Dopo 1 km è a fondo cieco e tocca scendere sull'asfaltata percorrendo 200m per quasi 100 m di dislivello negativo: sconsiglio di fare tale esplorazione per evitare possibili cadute rovinose causa pendenza, il terreno se assecondato sotto controllo potrebbe persino aiutare. Arrivato a Forcetelle percorro il 224 (ammirando qualche scorcio su Monte Vergine e Summonte) sino all'incrocio con il 204, sentiero CAI di mezzacosta detto "della devozione" da cui si arriva al santuario rupestre di San Silvestro.
Nonostante sia classificato E, il fondo è insidioso in più parti, poiché il terriccio umido si rivela sdrucciolevole, alcuni tratti sono occultamente esposti e la più bella fioritura della ginestra invade il cammino in tratti ristretti ed è anche frequentato da api e bombi. Oltre a ciò, il castagneto e le ginestre lasciano lo scenario ad un contesto maggiormente roccioso che passando su un canalone si inerpica, poi, sino a parti di costone del Vallatrone, ove ci si aiuta un po' con le mani; in 1,2 km si è sul 205 che subito dopo il suo innesto ha caratteristiche di scivolosità maggiori del 204 sui tratti in terreno.
Arrivati alla piazzola, non resta che prendere un attimo di respiro, ammirare i Picentini ed i profili spigolosi inverditi o bianchi del Vallatrone per concedersi ad un luogo di preghiera meglio descritto in https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/anello-di-san-silvestro-108598032 .
Attenzione alla discesa, oltre alla scarsa aderenza di suola sul terriccio, il fondo è irto e sconnesso.
Ultima tappa sono le rovine di Palazzo Carafa, a Sant'Angelo a Scala.
La classificazione di "molto difficile" è legata alla distanza, al dislivello totale e quello complessivo in alcuni punti (sia in salita che in discesa), tratti in cui ci si arrampica in maniera semplice, presenza di "fuori traccia", condizioni del terreno ed infine il tempo di percorrenza in un'intera mattinata legato all'esigenza di evitare di incorrere in forti temporali del primo pomeriggio che interessano tutta l'area.
Consigliate anzitutto idonee calzature da escursionismo, bastoncini telescopici, allenamento e tutte le misure legate alla variazione climatica e stagionale.
La chiosa finale non può che essere la bellezza dell'intero comprensorio, soprattutto Campo Maggiore.
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Comments (5)
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Fantastic route, with a slightly difficult slope, but with breathtaking landscapes. Campo Maggiore and the mountain views are amazing.
Thanks for sharing
Thank you very much. It’s a pleasure to share these beauties with those who appreciate them 😀
Bellissimo percorso, impegnativo ma penso ne valga davvero la pena!!
I must say that your routes always delight me
Big congratulations
Thank you Susy7 and Mehdi 🌞