Anello Monte Rotondo (1401 m), Pian di Tertena, Monte La Banditella e Monte Val di Fibbia da Fiastra
near Trebbio, Marche (Italia)
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Itinerary description
Escursione naturalistica nella parte più settentrionale della catena dei Monti Sibillini, organizzata sul filone di base del percorso G2 del Grande Anello dei Sibillini che unisce Cupi con Fiastra, interpretato per raggiungere alcune cime minori del comprensorio, sicuramente meno rinomate ma che offrono angolature a 360° molto interessanti.
Il punto di partenza può essere da qualunque stallo di parcheggio gratuito che parte dalle costruzioni a schiera che sono di poco all'esterno del centro storico di Fiastra (nella parte più in basso si incontra anche un ufficio dedicato al museo del capriolo - monti Sibilllini) e si segue via Umberto I per arrivare a via Monte Coglia, ove sita la caserma forestale, per iniziare a seguire segnavia e segni cai (con la G all'interno del fondo bianco) che indicano Cupi/Santuario del Macereto: un primo incontro avviene con un punto informativo della tratta Fiastra-Monastero, quindi un cartello dal fondo marrone che porta ad una sterrata salendo sulla sinistra, costeggiando una villetta sulla destra, per condurre i propri passi nel bosco che sino ai 1100 m risulta costituito prevalentemente da lecci, roverelle, edera, ginepro, ginestre, mirto in alcuni punti, graminacee nei tratti di radura. La prima parte boschiva sino a Fonte del Pozzo è ripida, soprattutto nei primi 1,3 km ì, il fondo è un brecciolino misto a fogliame, terra ed alcuni sassi che non rende sempre agevole l'aderenza, tuttavia la traccia di bosco è ottimamente segnalata ed anche riparata da vento e sole. In 2,5 km si guadagnano 510 m di altitudine (in ascesa e discesa, considerato che la via è la medesima a meno di una deviazione che sarà a breve illustrata).
E' di fondamentale importanza prestare attenzione ai segnavia che compaiono agli snodi con la strada bianca di via Monte Coglia, già a 600 m appare il primo che porta a seguire per pochi metri la carrareccia per poi proseguire il taglio nel bosco rientrando sulla destra. A circa 200 m vi è un nuovo incrocio con la strada bianca con un repentino aumento di ripidità lì dove si osserva la comparsa di una staccionata sulla propria sx, rimaneggiata probabilmente per essere stata utilizzata da qualche escursionista che avrà avuto necessità di appiglio, soprattutto in discesa: aggiunto alla pendenza, vi è un brecciolino molto instabile che consiglia di aggirare l'ostacolo percorrendo un po' di carrareccia per evitare cadute in un anello che non presenta alcuna peculiarità tecnica o condizione di esposizione. Superato tale tratto prosegue l'ascesa, iniziando a divenire più dolce e a consentire in punti di radura di vedere alle proprie spalle il lago di Fiastra con i borghi, la vallata ed il castello dei Megalotti: in poco più di 1 km si gode di un'opera di ingegneria umana che ha imbrigliato il fiume Fiastrone con una diga per produrre energia elettrica e ridurne l'impeto delle sue rapide, creando un contesto che si sposa bene con l'ambiente circostante. I punti di radura già mettono in evidenza un fogliame ingiallito dei primi faggi che abbracciano il rosso delle bacche della rosa canina, presenza costante sino al Monte Rotondo (quello minore, in quanto la più rinomata cima della catena supera i 2000 m ed è anche visibile in tutta la sua plasticità ed angolature in modo quasi costante una volta giunti a pian di Capriolo).
In 2,5 km si giunge a Fonte del Pozzo (su sentiero che serpeggia con in fondo in sbrecciato e ristretto), costituita da più vasche comunicanti a più livelli, la quale appare con scarsa portata di acqua, infatti si apprezza un flebile scroscio: questo dovrebbe essere quasi il culmine di Monte Coglia che prosegue in falsopiano sulla larga sbrecciata bianca dedicata ai ciclisti (difatti è detta GAB, ossia Grande Anello in Bicicletta) e percorsa anche da motociclisti che sollevano tanta polvere al loro passaggio. Per un significativo tratto di cammino (sino al km 3,9 ove si incrocia la discesa che prosegue il GAS 2) iniziano forti raffiche di vento in una giornata ottobrina calda, quasi da inizio estate, in contrasto con gli aceri ingialliti alle estremità che si incrociano sul percorso, da un versante, ed in compagnia dei bovini sull'altro, delimitati da fili dissuasori a causa delle scosse che comportano. La discesa nel bosco di abeti e pini sembra un contesto quasi fiabesco, sia per il riparo offerto dal vento che per le tonalità di verde ottanio che risaltano sul fondo bianco ed i contrasti offerti dagli aceri e dalla rosa canina con i loro colori più caldi. La discesa prosegue anche su dei gradoni di pietra che portano ad una serpentina in un punto di radura che offre alle proprie spalle ancora mirabili visioni di sottobosco che combina le sfumature di verde con il giallo ed il ruggine di alcune foglie ed il rosso di una miriade di rose canine cospicuamente rivestite di bacche che proiettano sulle colline della val di Chienti tradite ancora da sterpaglie ingiallite dall'estate.
Si giunge ad un punto in falsopiano cui appare una piccola falesia scalanata, l'enorme vasca di fonte Trocaccia e il consueto filo per i bovini, comportando un aggiramento a 90° verso destra. Si ricomincia a salire e la serpentina regala altri punti di fascino con le forcelle dei monti che si cesellano in curve declivi ed i colori estivi con quelli di inizio autunno che ospitano sui costoni le mandrie di bovini. Seguendo il sentiero si raggiunge il piano Monte Rotondo, le cui graminacee rinsecchite fanno da contrasto con il cielo e le verdi colline di Pievebovigliana e Muccia.
Non resta che abbandonare il GAS 2 che decorre in direzione SO verso cupi e procedere attraverso un tratturo non ufficiale ben visibile in direzione S, ignorando 2 svolte a sx. Ad un certo punto il tratturo incrocia il GAB, confluendovi, quindi non resta che continuare verso S, con vento molto forte che spira da NE, per impegnare il versante (senza alcuno sforzo) che attraversa Pian dei Caprioli, abbandonando di fatto la carrareccia del GAB, per giungere sino a Pian Tertena che concede la costante visione dei più elevati rilievi di Croce di Monte Rotondo, Monte Rotondo, Monte Pietralata e Monte Cacamillo che insistono in successione a SE, mentre ad ovest appaiono rilievi molto più modesti che superano di poco i 1000 m.
Proseguendo il passo, si nota che la forcella con monte La Banditella ospita una vasca ed altra organizzazione del sistema idrico per abbeverare il bestiame che pascola localmente. Incrociato nuovamente il GAB, lo si supera andando ancora verso S, sino ad incrociare un altro tratturo che fra graminacee e cardi essiccati e spuntati porta sino alla cima de La Banditella (va un po' individuata con il GPS, mancando totalmente di segni caratteristici) per accogliere ai propri occhi nuovamente le alture precedentemente nominate a SE, a S il comprensorio dei Sibillini di Castelsantangelo sul Nero e in direzione N la cresta de il Sasso e monte Val di Fibbia. Quest'ultimo resta il penultimo obiettivo di giornata e può essere raggiunto prendendo a ritroso il GAB, sino a rifugio Efro-Monte Coglia, con il suddetto percorso che regala altri profili del complesso di Monte Rotondo (in particolare un suggestivo canalone) e rende l'idea della vetta che appare come la più aerea pur non essendo la più alta.
Il rifugio sembra sorretto nel suo porticato esterno, nella parte centrale, da una serie di pietre inserite a secco a mo' di colonna e merita sicuramente un'occhiata prima di effettuare l'ascesa.
Scavalcato il solito "cavo elettrico", con i tanti bovini che osservano, si segue un tratturo (sulla sx dal punto di osservazione) probabilmente solcato dal calpestio degli animali su terreno fangoso (ne compaiono altri parallelamente nel corso dell'ascesa del versante) compiendo una svolta immaginaria verso destra, appena è visibile la suggestiva congiunzione di forcelle e brevi valichi locali per iniziare a seguire un'immaginaria linea di cresta che porterà sino alla cima di Monte Val di Fibbia (nella giornata il vento ha raggiunto anche folate di 60 km/h tali da spostare leggermente il mio corpo) per ammirare altri dettagli delle cime di SE. Si riprende il GAB scendendo in maniera diretta dal costone di monte Val di Fibbia, facendone un tratto a ritroso per guadagnare visibilità della grossa strada bianca per raggiungere Fonte del Pozzo e rientrare per i 2,5 km dell'andata e concedersi un'ultima visita al complesso Castello dei Megalotti - Chiesa di San Paolo Apostolo (edificata nel IX secolo, era costituito da 7 torrioni ed un maschio tondeggiante sui cui attuali ruderi del castello sorse la chiesa romanica di San Paolo).
L'intero anello non avendo alcuna peculiarità tecnica è consigliato a tutti (anche a famiglie con preadolescenti con possibilità di ridurne i km di percorrenza), facoltativi i bastoncini telescopici e l'organizzazione deve seguire le caratteristiche stagionali-meteorologiche del periodo cui si decide di effettuarla.
Il punto di partenza può essere da qualunque stallo di parcheggio gratuito che parte dalle costruzioni a schiera che sono di poco all'esterno del centro storico di Fiastra (nella parte più in basso si incontra anche un ufficio dedicato al museo del capriolo - monti Sibilllini) e si segue via Umberto I per arrivare a via Monte Coglia, ove sita la caserma forestale, per iniziare a seguire segnavia e segni cai (con la G all'interno del fondo bianco) che indicano Cupi/Santuario del Macereto: un primo incontro avviene con un punto informativo della tratta Fiastra-Monastero, quindi un cartello dal fondo marrone che porta ad una sterrata salendo sulla sinistra, costeggiando una villetta sulla destra, per condurre i propri passi nel bosco che sino ai 1100 m risulta costituito prevalentemente da lecci, roverelle, edera, ginepro, ginestre, mirto in alcuni punti, graminacee nei tratti di radura. La prima parte boschiva sino a Fonte del Pozzo è ripida, soprattutto nei primi 1,3 km ì, il fondo è un brecciolino misto a fogliame, terra ed alcuni sassi che non rende sempre agevole l'aderenza, tuttavia la traccia di bosco è ottimamente segnalata ed anche riparata da vento e sole. In 2,5 km si guadagnano 510 m di altitudine (in ascesa e discesa, considerato che la via è la medesima a meno di una deviazione che sarà a breve illustrata).
E' di fondamentale importanza prestare attenzione ai segnavia che compaiono agli snodi con la strada bianca di via Monte Coglia, già a 600 m appare il primo che porta a seguire per pochi metri la carrareccia per poi proseguire il taglio nel bosco rientrando sulla destra. A circa 200 m vi è un nuovo incrocio con la strada bianca con un repentino aumento di ripidità lì dove si osserva la comparsa di una staccionata sulla propria sx, rimaneggiata probabilmente per essere stata utilizzata da qualche escursionista che avrà avuto necessità di appiglio, soprattutto in discesa: aggiunto alla pendenza, vi è un brecciolino molto instabile che consiglia di aggirare l'ostacolo percorrendo un po' di carrareccia per evitare cadute in un anello che non presenta alcuna peculiarità tecnica o condizione di esposizione. Superato tale tratto prosegue l'ascesa, iniziando a divenire più dolce e a consentire in punti di radura di vedere alle proprie spalle il lago di Fiastra con i borghi, la vallata ed il castello dei Megalotti: in poco più di 1 km si gode di un'opera di ingegneria umana che ha imbrigliato il fiume Fiastrone con una diga per produrre energia elettrica e ridurne l'impeto delle sue rapide, creando un contesto che si sposa bene con l'ambiente circostante. I punti di radura già mettono in evidenza un fogliame ingiallito dei primi faggi che abbracciano il rosso delle bacche della rosa canina, presenza costante sino al Monte Rotondo (quello minore, in quanto la più rinomata cima della catena supera i 2000 m ed è anche visibile in tutta la sua plasticità ed angolature in modo quasi costante una volta giunti a pian di Capriolo).
In 2,5 km si giunge a Fonte del Pozzo (su sentiero che serpeggia con in fondo in sbrecciato e ristretto), costituita da più vasche comunicanti a più livelli, la quale appare con scarsa portata di acqua, infatti si apprezza un flebile scroscio: questo dovrebbe essere quasi il culmine di Monte Coglia che prosegue in falsopiano sulla larga sbrecciata bianca dedicata ai ciclisti (difatti è detta GAB, ossia Grande Anello in Bicicletta) e percorsa anche da motociclisti che sollevano tanta polvere al loro passaggio. Per un significativo tratto di cammino (sino al km 3,9 ove si incrocia la discesa che prosegue il GAS 2) iniziano forti raffiche di vento in una giornata ottobrina calda, quasi da inizio estate, in contrasto con gli aceri ingialliti alle estremità che si incrociano sul percorso, da un versante, ed in compagnia dei bovini sull'altro, delimitati da fili dissuasori a causa delle scosse che comportano. La discesa nel bosco di abeti e pini sembra un contesto quasi fiabesco, sia per il riparo offerto dal vento che per le tonalità di verde ottanio che risaltano sul fondo bianco ed i contrasti offerti dagli aceri e dalla rosa canina con i loro colori più caldi. La discesa prosegue anche su dei gradoni di pietra che portano ad una serpentina in un punto di radura che offre alle proprie spalle ancora mirabili visioni di sottobosco che combina le sfumature di verde con il giallo ed il ruggine di alcune foglie ed il rosso di una miriade di rose canine cospicuamente rivestite di bacche che proiettano sulle colline della val di Chienti tradite ancora da sterpaglie ingiallite dall'estate.
Si giunge ad un punto in falsopiano cui appare una piccola falesia scalanata, l'enorme vasca di fonte Trocaccia e il consueto filo per i bovini, comportando un aggiramento a 90° verso destra. Si ricomincia a salire e la serpentina regala altri punti di fascino con le forcelle dei monti che si cesellano in curve declivi ed i colori estivi con quelli di inizio autunno che ospitano sui costoni le mandrie di bovini. Seguendo il sentiero si raggiunge il piano Monte Rotondo, le cui graminacee rinsecchite fanno da contrasto con il cielo e le verdi colline di Pievebovigliana e Muccia.
Non resta che abbandonare il GAS 2 che decorre in direzione SO verso cupi e procedere attraverso un tratturo non ufficiale ben visibile in direzione S, ignorando 2 svolte a sx. Ad un certo punto il tratturo incrocia il GAB, confluendovi, quindi non resta che continuare verso S, con vento molto forte che spira da NE, per impegnare il versante (senza alcuno sforzo) che attraversa Pian dei Caprioli, abbandonando di fatto la carrareccia del GAB, per giungere sino a Pian Tertena che concede la costante visione dei più elevati rilievi di Croce di Monte Rotondo, Monte Rotondo, Monte Pietralata e Monte Cacamillo che insistono in successione a SE, mentre ad ovest appaiono rilievi molto più modesti che superano di poco i 1000 m.
Proseguendo il passo, si nota che la forcella con monte La Banditella ospita una vasca ed altra organizzazione del sistema idrico per abbeverare il bestiame che pascola localmente. Incrociato nuovamente il GAB, lo si supera andando ancora verso S, sino ad incrociare un altro tratturo che fra graminacee e cardi essiccati e spuntati porta sino alla cima de La Banditella (va un po' individuata con il GPS, mancando totalmente di segni caratteristici) per accogliere ai propri occhi nuovamente le alture precedentemente nominate a SE, a S il comprensorio dei Sibillini di Castelsantangelo sul Nero e in direzione N la cresta de il Sasso e monte Val di Fibbia. Quest'ultimo resta il penultimo obiettivo di giornata e può essere raggiunto prendendo a ritroso il GAB, sino a rifugio Efro-Monte Coglia, con il suddetto percorso che regala altri profili del complesso di Monte Rotondo (in particolare un suggestivo canalone) e rende l'idea della vetta che appare come la più aerea pur non essendo la più alta.
Il rifugio sembra sorretto nel suo porticato esterno, nella parte centrale, da una serie di pietre inserite a secco a mo' di colonna e merita sicuramente un'occhiata prima di effettuare l'ascesa.
Scavalcato il solito "cavo elettrico", con i tanti bovini che osservano, si segue un tratturo (sulla sx dal punto di osservazione) probabilmente solcato dal calpestio degli animali su terreno fangoso (ne compaiono altri parallelamente nel corso dell'ascesa del versante) compiendo una svolta immaginaria verso destra, appena è visibile la suggestiva congiunzione di forcelle e brevi valichi locali per iniziare a seguire un'immaginaria linea di cresta che porterà sino alla cima di Monte Val di Fibbia (nella giornata il vento ha raggiunto anche folate di 60 km/h tali da spostare leggermente il mio corpo) per ammirare altri dettagli delle cime di SE. Si riprende il GAB scendendo in maniera diretta dal costone di monte Val di Fibbia, facendone un tratto a ritroso per guadagnare visibilità della grossa strada bianca per raggiungere Fonte del Pozzo e rientrare per i 2,5 km dell'andata e concedersi un'ultima visita al complesso Castello dei Megalotti - Chiesa di San Paolo Apostolo (edificata nel IX secolo, era costituito da 7 torrioni ed un maschio tondeggiante sui cui attuali ruderi del castello sorse la chiesa romanica di San Paolo).
L'intero anello non avendo alcuna peculiarità tecnica è consigliato a tutti (anche a famiglie con preadolescenti con possibilità di ridurne i km di percorrenza), facoltativi i bastoncini telescopici e l'organizzazione deve seguire le caratteristiche stagionali-meteorologiche del periodo cui si decide di effettuarla.
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Comments (7)
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Estupendos paisajes y hermosos caminos al Monte Rotondo y otras singulares cumbres.
Muy bonito recorrido sin duda.
Felicidades amigo.
Bello Anello. 😉
Muchas gracias California, fue un entrenamiento que precede un período indefinible de lluvias, sumergiéndose en un comienzo tímido del otoño. Un abrazo
Nuestra ruta de hoy también tenia todo el carácter ya de ruta otoñal. Es lo que toca amigo. 😉
El otoño me gusta más que el verano, estoy esperando la multitud de colores del bosque, un espectáculo magnífico. 🍁🍂🍃
Excelente percurso, que permite apreciar diversos cenários de montanha, e ainda observar 2 belos monumentos, como o é o conjunto do "Castello dei Megalotti - Chiesa di San Paolo Apostolo".
Obrigado pela partilha,
Cumprimentos
Thank you so much for the appreciation Miguel, the path actually gives many different scenarios and colors, too bad that you still do not see the autumn colors