Anello Monte Gualdo, Monte Cimaiolo e Li Vurgacci da Pioraco
near Pioraco, Marche (Italia)
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Itinerary description
Anello escursionistico di tipo naturalistico improntato in differenti panoramiche boschive, con una prima parte di impegno fisico in ascesa ed una progressiva discesa che diviene ripida in pochi punti per raggiungere Sefro e camminare in costante compagnia del torrente Scarsito, seguito sino al noto sentiero de Li Vurgacci. La letteratura relativa alla prima parte dell'anello è pressoché assente, Li Vurgacci sono notoriamente una della attrazioni che conducono a Pioraco.
I sentieri CAI su cui è costruito l'anello sono i seguenti: 245C, 245, 245B, 244 ed un tratto non ufficiale che da Sefro costeggia il corso d'acqua.
L'ascesa di 2,8 km che conduce all'apice di Monte Gualdo è l'unico tratto impegnativo, sia per un repentino guadagno di 660 m di dislivello concentrati particolarmente in alcuni punti, che per caratteristiche del fondo terroso che diviene fango con precipitazioni occulte e non, limitando l'aderenza di suola: come se non bastasse, il castagneto appare come ceduo e l'orientamento è ostacolato anche da alberi abbattuti ed altri caduti, determinando la perdita di sentiero che non si può escludere possa essere stato interessato da fenomeni di frana nel suo decorso. La presenza di questo tratto comporta la classificazione dell'intero anello come moderato in quanto occorrono un minimo di esperienza e capacità di orientamento per affrontarlo senza alcuna difficoltà.
La partenza avviene dai parcheggi situati nei pressi di basse abitazioni di tonalità di arancio, una volta superato il ponte delle Capre che dovrà essere ripercorso e poi svoltare a destra per intercettare l'attacco del CAI 245 C che si individua con un cartello rudimentale che indica la salita sulla sx per "Castagneto Alto/Via Francescana/Crinale Monte Gualdo". Ci si incammina in un boschetto a ceduo fatto di castagni, pungitopo, qualche ginestra e ciclamini, il cui fondo è prevalentemente terra mista a fogliame e qualche sasso che non sono mai preponderanti e sicuramente innalzerebbero la capacità di aderenza al suolo nella giornate umide: questo aspetto è da tenere conto nei periodi di pioggia, in quanto il fango di questo areale può diventare un importare ostacolo all'incedere dei propri passi. Il tratto di maggiore difficoltà lo si affronta a partire dai 600 m agli 1,4 km, condizione cui si vede aumentare la presenza di ricci al suolo: sui fusti iniziano ad apparire oltre che ai segni CAI, cui è consigliabile seguirne le svolte (tenere la via che porta al "Castagneto alto"), anche linee e segni a X di colore rosa salmone nei punti di radura generati da un'ingente opera di abbattimento.
In questo tratto si perdono segni CAI (che secondo app e cartina dovrebbero volgersi verso est (ossia a sx, in salita)) ed anche il decorso del sentiero, "inquinato" da residui di taglio, tronchi, rami e il corpo di piante vive, quindi si è seguito un criterio immaginario in direzione ovest per aggirare i punti di maggiore pendenza e tenuta da parte del terreno fangoso per guadagnare un piano maggiormente stabile e ricercare il punto di attacco con app ed eventualmente segni CAI spostandosi con cambi di passo verso est, su spezzoni di traccia non sempre puliti. Ripreso il sentiero, si prosegue il cammino sino al trivio del km 1,4, al castagneto basso della Gola di Pioraco ove i segnavia conducono con svolta a U verso dx verso il crinale di Monte Gualdo e a sx verso Sefro.
Il sentiero di mezza costa nel castagneto alto è maggiormente appagante per colori e scenario, si aggiunge anche qualche roverella e qualche raro acero con i colori d'autunno ed anche il passaggio per un nuovo contesto di taglio di alberi non determina la perdita di traccia, pur utilizzando i medesimi metodi di scavalcamento dei cumuli di tronchi impiegato nel castagneto basso: è un piacere anche apprezzare al suolo il copioso tappeto di ricci.
Effettuata un'altra svolta a sx si percorre il vero crinale di monte gualdo, caratterizzato dalla comparsa di giovani querce, qualche faggio ed altre piante arbustive e da una pendenza sempre più forte in brevissimi tornantini che serpeggiano la barriera boschiva che non intralcia mai il cammino: giunti al km 2,3 si può apprezzare il punto panoramico che si apre sul profilo occidentale di monte Primo e Colle Pidocchio, ove il cielo terso del mattino combina i giochi cromatici della bianca roccia con il predominante verde e qualche timida macchia di colori caldi d'autunno.
Si passa salendo su alcune roccette ripide (ma non troppo) e si guadagna la cima, preceduta dall'ultima parte di fusti dalle foglie gialle ed arancio, per avere l'ampiamento di vista su tutto l'areale circostante: a E-SE si apprezza la successione dei profili di Monte Primo, Colle Pidocchio e monte Mistrano, a N-NE si notano le cuspidi del Tre Pizzi ed in successione di monte Castel Santa Maria con la presenza dell'atmosfera autunnale dei pochi alberi di cima e di crinale, a SO si osservano monte Vermenone e Colle Corno. E' importante sottolineare che la cima non è identificata in alcun modo e anche il prosieguo su cresta è dettato dalla propria capacità di orientamento fra erba ed alberi e di saper intercettare i segni CAI del 245 che condurranno con piacevoli passaggi boschivi fra faggi, roverelle ed aceri sino al Passo di Sefro che offre affaccio dalla parte di vallata opposta alla Gola di Pioraco, su Fiuminata e che regala ancora i colori caldi del periodo che ancora non sono esplosi.
Il prosieguo verso monte Cimaiolo (non panoramica) avviene a mezza costa su traccia ben visibile e abbastanza ampia da evitare l'esposizione occulta della parte di incontro fra Gola di Pioraco e le località di Vigari e Fiari (come mostrato anche dalle curve di livello sulle cartine), passando per un tratto più aperto fra ginepri e ginestre che proietta verso monte Linguaro e la bellissima foresta di conifere che popolano il crinale di Passo Semegna: difatti, al bivio fra questa direzione e quella di Colle Pertori si ha un repentino passaggio da un bosco misto di roverelle, querce, faggi e qualche pino ad uno prettamente di conifere con i pini che sovrastano i più lucenti abeti che accompagnano in giochi di luce sino al bivio fra 257 che conduce al suddetto colle ed a Sefro ed il 245B che è un tratto di via Francescana cui inizia una pietraia fatta di alcune curve ripide, ma stabili da un punto di vista del fondo, sino a giungere a Sefro.
Da qui si intraprende un sentiero non ufficiale che decorre accanto alla sponda di sx del torrente Scarsito in direzione di Pioraco, incrociando anche il tratto del laghetto di Sefro, sino a giungere ad una biforcazione della via Francescana: a sx un cammino più impegnativo che in salita porta sino al castagneto alto di monte Gualdo ed a dx la classica via Francescana che per falesie e qualche saliscendi prosegue con il torrente accanto sino a giungere al centro di Pioraco per ammirare i lavatoi, il Ponte Marmone e l'antica via Flaminia, tutto a ridosso del Fiume Potenza che si potrà ammirare da vicino varcando una porta che proietta proprio su di esso.
Li Vurgacci sono un sentiero per famiglie cui si apprezza forra, falesie, salti e cascate del fiume e ove sono site anche le antiche cartiere (risalenti al 1300) di un borgo molto caratteristico.
Gli accorgimenti da possedere si riducono a idonee calzature da trekking, bastoncini telescopici che aiutano soprattutto nei punti fangosi se si pensasse di percorrere via Francescana e la rete sentieristica che porta a Monte Gualdo.
Nel caso de Li Vurgacci non occorrono particolari attrezzature.
I sentieri CAI su cui è costruito l'anello sono i seguenti: 245C, 245, 245B, 244 ed un tratto non ufficiale che da Sefro costeggia il corso d'acqua.
L'ascesa di 2,8 km che conduce all'apice di Monte Gualdo è l'unico tratto impegnativo, sia per un repentino guadagno di 660 m di dislivello concentrati particolarmente in alcuni punti, che per caratteristiche del fondo terroso che diviene fango con precipitazioni occulte e non, limitando l'aderenza di suola: come se non bastasse, il castagneto appare come ceduo e l'orientamento è ostacolato anche da alberi abbattuti ed altri caduti, determinando la perdita di sentiero che non si può escludere possa essere stato interessato da fenomeni di frana nel suo decorso. La presenza di questo tratto comporta la classificazione dell'intero anello come moderato in quanto occorrono un minimo di esperienza e capacità di orientamento per affrontarlo senza alcuna difficoltà.
La partenza avviene dai parcheggi situati nei pressi di basse abitazioni di tonalità di arancio, una volta superato il ponte delle Capre che dovrà essere ripercorso e poi svoltare a destra per intercettare l'attacco del CAI 245 C che si individua con un cartello rudimentale che indica la salita sulla sx per "Castagneto Alto/Via Francescana/Crinale Monte Gualdo". Ci si incammina in un boschetto a ceduo fatto di castagni, pungitopo, qualche ginestra e ciclamini, il cui fondo è prevalentemente terra mista a fogliame e qualche sasso che non sono mai preponderanti e sicuramente innalzerebbero la capacità di aderenza al suolo nella giornate umide: questo aspetto è da tenere conto nei periodi di pioggia, in quanto il fango di questo areale può diventare un importare ostacolo all'incedere dei propri passi. Il tratto di maggiore difficoltà lo si affronta a partire dai 600 m agli 1,4 km, condizione cui si vede aumentare la presenza di ricci al suolo: sui fusti iniziano ad apparire oltre che ai segni CAI, cui è consigliabile seguirne le svolte (tenere la via che porta al "Castagneto alto"), anche linee e segni a X di colore rosa salmone nei punti di radura generati da un'ingente opera di abbattimento.
In questo tratto si perdono segni CAI (che secondo app e cartina dovrebbero volgersi verso est (ossia a sx, in salita)) ed anche il decorso del sentiero, "inquinato" da residui di taglio, tronchi, rami e il corpo di piante vive, quindi si è seguito un criterio immaginario in direzione ovest per aggirare i punti di maggiore pendenza e tenuta da parte del terreno fangoso per guadagnare un piano maggiormente stabile e ricercare il punto di attacco con app ed eventualmente segni CAI spostandosi con cambi di passo verso est, su spezzoni di traccia non sempre puliti. Ripreso il sentiero, si prosegue il cammino sino al trivio del km 1,4, al castagneto basso della Gola di Pioraco ove i segnavia conducono con svolta a U verso dx verso il crinale di Monte Gualdo e a sx verso Sefro.
Il sentiero di mezza costa nel castagneto alto è maggiormente appagante per colori e scenario, si aggiunge anche qualche roverella e qualche raro acero con i colori d'autunno ed anche il passaggio per un nuovo contesto di taglio di alberi non determina la perdita di traccia, pur utilizzando i medesimi metodi di scavalcamento dei cumuli di tronchi impiegato nel castagneto basso: è un piacere anche apprezzare al suolo il copioso tappeto di ricci.
Effettuata un'altra svolta a sx si percorre il vero crinale di monte gualdo, caratterizzato dalla comparsa di giovani querce, qualche faggio ed altre piante arbustive e da una pendenza sempre più forte in brevissimi tornantini che serpeggiano la barriera boschiva che non intralcia mai il cammino: giunti al km 2,3 si può apprezzare il punto panoramico che si apre sul profilo occidentale di monte Primo e Colle Pidocchio, ove il cielo terso del mattino combina i giochi cromatici della bianca roccia con il predominante verde e qualche timida macchia di colori caldi d'autunno.
Si passa salendo su alcune roccette ripide (ma non troppo) e si guadagna la cima, preceduta dall'ultima parte di fusti dalle foglie gialle ed arancio, per avere l'ampiamento di vista su tutto l'areale circostante: a E-SE si apprezza la successione dei profili di Monte Primo, Colle Pidocchio e monte Mistrano, a N-NE si notano le cuspidi del Tre Pizzi ed in successione di monte Castel Santa Maria con la presenza dell'atmosfera autunnale dei pochi alberi di cima e di crinale, a SO si osservano monte Vermenone e Colle Corno. E' importante sottolineare che la cima non è identificata in alcun modo e anche il prosieguo su cresta è dettato dalla propria capacità di orientamento fra erba ed alberi e di saper intercettare i segni CAI del 245 che condurranno con piacevoli passaggi boschivi fra faggi, roverelle ed aceri sino al Passo di Sefro che offre affaccio dalla parte di vallata opposta alla Gola di Pioraco, su Fiuminata e che regala ancora i colori caldi del periodo che ancora non sono esplosi.
Il prosieguo verso monte Cimaiolo (non panoramica) avviene a mezza costa su traccia ben visibile e abbastanza ampia da evitare l'esposizione occulta della parte di incontro fra Gola di Pioraco e le località di Vigari e Fiari (come mostrato anche dalle curve di livello sulle cartine), passando per un tratto più aperto fra ginepri e ginestre che proietta verso monte Linguaro e la bellissima foresta di conifere che popolano il crinale di Passo Semegna: difatti, al bivio fra questa direzione e quella di Colle Pertori si ha un repentino passaggio da un bosco misto di roverelle, querce, faggi e qualche pino ad uno prettamente di conifere con i pini che sovrastano i più lucenti abeti che accompagnano in giochi di luce sino al bivio fra 257 che conduce al suddetto colle ed a Sefro ed il 245B che è un tratto di via Francescana cui inizia una pietraia fatta di alcune curve ripide, ma stabili da un punto di vista del fondo, sino a giungere a Sefro.
Da qui si intraprende un sentiero non ufficiale che decorre accanto alla sponda di sx del torrente Scarsito in direzione di Pioraco, incrociando anche il tratto del laghetto di Sefro, sino a giungere ad una biforcazione della via Francescana: a sx un cammino più impegnativo che in salita porta sino al castagneto alto di monte Gualdo ed a dx la classica via Francescana che per falesie e qualche saliscendi prosegue con il torrente accanto sino a giungere al centro di Pioraco per ammirare i lavatoi, il Ponte Marmone e l'antica via Flaminia, tutto a ridosso del Fiume Potenza che si potrà ammirare da vicino varcando una porta che proietta proprio su di esso.
Li Vurgacci sono un sentiero per famiglie cui si apprezza forra, falesie, salti e cascate del fiume e ove sono site anche le antiche cartiere (risalenti al 1300) di un borgo molto caratteristico.
Gli accorgimenti da possedere si riducono a idonee calzature da trekking, bastoncini telescopici che aiutano soprattutto nei punti fangosi se si pensasse di percorrere via Francescana e la rete sentieristica che porta a Monte Gualdo.
Nel caso de Li Vurgacci non occorrono particolari attrezzature.
Waypoints
Comments (4)
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Bonitos senderos boscosos disfrutando de hermosas vistas y unos pueblos maravillosos.
Felicidades amigo.
Muchas gracias California! 🍃🍂
Preciosa ruta
Gracias, Emilio