Anello Moncuni (o Monte Cuneo) da Reano
near Reano, Piemonte (Italia)
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Itinerary description
Dai pannelli illustrativi;:
Dalla vetta piramidale di 641 metri del Montecuneo, Moncun-i in dialetto, si gode un pregevole panorama sull'ampia conca di Giaveno, con le alte montagne della Val Sangone (tra cui spiccano il Rocciavrè e il monte Robinet e dietro le quali emerge il Monviso). Sul lato opposto, dietro l'inconfondibile sagoma della Sacra di San Michele, si vede il Rocciamelone e si può seguire tutta la dorsale a nord della Val di Susa, fino al Musinè. Al di sotto si intravede il mosaico di campi della piatta torbiera di Trana e alla sua destra i due laghi di Avigliana. Rivolgendosi
A sud, vediamo il monte Pietroborga, con sotto il paese di Trana, e a est gran parte della collina morenica di Rivoli-Avigliana. Le rocce del Moncuni, vecchie di oltre 130 milioni di anni, non rappresentano il normale substrato dell'anfiteatro morenico, ma un avamposto della catena alpina, una sorta di scoglio duro, eretto sull'antistante pianura: molto prima delle glaciazioni, sui cui fianchi, morene si sono semplicemente appoggiate. La conservazione di questo scoglio è stata resa possibile grazie alla sua natura litologica, molto resistente all'erosione. Le rocce (Lherzoliti) sono dei particolari tipi di peridotiti, cioè delle rocce eruttive ultrabasiche costituite da silicati di ferro e magrsio, che qui affiorano ossidate dalla lunga esposizione alle intemperie. Riguardo la vegetazione, invece, la presenza dei licheni indica che qui l'aria è ancora abbastanza pulita.
Nelle radure sono presenti oltre 500 specie vegetali, le più interessanti sono quelle delle praterie aride del Moncuni, dove si trovano due specie endemiche e quattro specie protette. Qui è presente anche il ginepro (Juniperus communis), una specie dioica, cioè con infiorescenze maschili e femminili portate da individui diversi. Le sue bacche sono molto apprezzate in cucina e hanno proprietà medicinali toniche, diuretiche e antisettiche.
Dalla vetta piramidale di 641 metri del Montecuneo, Moncun-i in dialetto, si gode un pregevole panorama sull'ampia conca di Giaveno, con le alte montagne della Val Sangone (tra cui spiccano il Rocciavrè e il monte Robinet e dietro le quali emerge il Monviso). Sul lato opposto, dietro l'inconfondibile sagoma della Sacra di San Michele, si vede il Rocciamelone e si può seguire tutta la dorsale a nord della Val di Susa, fino al Musinè. Al di sotto si intravede il mosaico di campi della piatta torbiera di Trana e alla sua destra i due laghi di Avigliana. Rivolgendosi
A sud, vediamo il monte Pietroborga, con sotto il paese di Trana, e a est gran parte della collina morenica di Rivoli-Avigliana. Le rocce del Moncuni, vecchie di oltre 130 milioni di anni, non rappresentano il normale substrato dell'anfiteatro morenico, ma un avamposto della catena alpina, una sorta di scoglio duro, eretto sull'antistante pianura: molto prima delle glaciazioni, sui cui fianchi, morene si sono semplicemente appoggiate. La conservazione di questo scoglio è stata resa possibile grazie alla sua natura litologica, molto resistente all'erosione. Le rocce (Lherzoliti) sono dei particolari tipi di peridotiti, cioè delle rocce eruttive ultrabasiche costituite da silicati di ferro e magrsio, che qui affiorano ossidate dalla lunga esposizione alle intemperie. Riguardo la vegetazione, invece, la presenza dei licheni indica che qui l'aria è ancora abbastanza pulita.
Nelle radure sono presenti oltre 500 specie vegetali, le più interessanti sono quelle delle praterie aride del Moncuni, dove si trovano due specie endemiche e quattro specie protette. Qui è presente anche il ginepro (Juniperus communis), una specie dioica, cioè con infiorescenze maschili e femminili portate da individui diversi. Le sue bacche sono molto apprezzate in cucina e hanno proprietà medicinali toniche, diuretiche e antisettiche.
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