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Anello Linea Cadorna - Cima di Lemma (2321 m)

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Trail stats

Distance
8.41 mi
Elevation gain
2,641 ft
Technical difficulty
Moderate
Elevation loss
2,641 ft
Max elevation
7,615 ft
TrailRank 
32
Min elevation
5,442 ft
Trail type
Loop
Coordinates
1439
Uploaded
August 13, 2022
Recorded
August 2022
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near Cambrembo, Lombardia (Italia)

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Itinerary description

Anello dalla durata di 4.30 h

Si percorrono le mulattiere militari costruite durante la Grande Guerra, tra gli ampi panorami sulle Orobie e le tracce storiche della Linea Cadorna, che testimoniano l'incredibile sforzo di quegli uomini che qui costruirono fortificazioni, caserme, osservatori, batterie di tiro e strade di collegamento tra le cime delle montagne.
Segnalo il tratto di difficoltà moderata che collega il Passo di Lemma alla Cima di Lemma, che prevede il superamento di alcune roccette con l'uso di mani su tratti aerei lungo la linea di cresta, quindi consigliato ai camminatori con un minimo di abilità e esperienza. Anche il tratto che porta ai Laghi del Porcile dalla bocchetta dopo il Passo Tartano prevede un minimo di impegno ed equilibrio nel superare a balzi una colata di massi detritici.
Sentiero sempre ben segnalato, tanti sentieri possibili per ridurre o aumentare a piacimento il proprio itinerario. Purtroppo però non ho trovato fontanelle di acqua potabile lungo il percorso.

Parcheggiata l'auto agli impianti di San Simone, si prosegue a piedi sulla larga strada sterrata (o su un sentiero per prati alla sua sinistra) che supera in breve salita un dosso erboso ed entra nell'ampio anfiteatro pascolivo dei Piani d'Arale, verde conca puntellata da alpeggi e casere oltre che dalla lunga Baita del Camoscio e dalle ingombranti strutture della stazione sciistica.

Dal piazzale sterrato della Baita si riconosce un sentiero che oltrepassa una collinetta erbosa e che si ricongiunge alla strada sterrata, evitandone una inutile deviazione. Si prosegue quindi sulla sterrata in falsopiano, attraversando i colletti erbosi che si adagiano ai piedi dei versanti pascolivi. Tutt'attorno si riconoscono le montagne che ci accompagneranno nella nostra esplorazione: il Monte Cavallo, il Monte Pegherolo, la Cima dei Siltri, il Pizzo Rotondo e di fronte il verde versante della Cima di Lemma, sul quale si nota lo zigzagare della mulattiera che ne risale il fianco.
Arrivati alla palina del sentiero 101, si prosegue per poche decine di metri e si prende a sinistra l'inizio della mulattiera militare segnalata dal numero 116.

Si inizia quindi a risalire in regolare pendenza il versante erboso, su bel sentiero terroso e roccioso. Gli ampi tornanti ci ricordano che il sentiero è invece una mulattiera, adibita in passato al trasporto di tutte le attrezzature militari verdo la soprastante Linea Cadorna. Il men che non si dica si raggiunge una quota considerevole, e il panorama inizia ad aprirsi sull'alta vallata terminale della Valleve.

Raggiunti i ruderi di un apprestamento militare, un ulteriore tornantino precede l'ultimo tratto più aereo della mulattiera che conduce quindi al Passo di Lemma, una bocchetta intagliata che si apre sulla dolce e ampia testata della Val di Lemma. In concomitanza della scritta di vernice sulla roccia a destra, inizia il tratto aereo lungo il crinale, su un sentierino a tratti labile.

Il percorso di cresta è veramente panoramico e a tratti persino vertiginoso, affacciandosi a precipizio sull'adiacente Valleve. Con equilibrio e attenzione si superano delle roccette a gradoni e si procede lungo tutto il crinale fino a raggiungere la modesta Cima di Lemma, più un valico che una cima (non c'è nemmeno la croce). Ampio panorama sulle Retiche e sulle vicine vette orobiche, dal bel contrasto tra le scure e antiche rocce dei monti Valegino e Cadelle e i chiari calcari dei monti Cavallo e Pegherolo, con la caratteristica cuspide sommitale formata da strati calcarei a giacitura orizzontale.

Si cala verso est su un ripido sentierino che porta velocemente alla bianca croce del Passo di Tartano, dove si intercettano le linee di difesa delle trincee con i fori portamunizioni ottimamente conservate. È possibile visitare anche una piccola costruzione ristrutturata, un riparo in grotta e un deposito munizioni ipogeo con balconcino che si affaccia sul versante valtellinese.

il Passo Tartano è un crocevia di numerosi sentieri: qui ci si ricollega al 101 lasciato in precedenza. Si percorre verso est il sentiero lungo la breve cresta fortificata del Passo (segnavia 201). Alla sinistra del sentiero è un susseguirsi di piazzole e postazioni di tiro, delimitate da muretti a secco. Il sentiero di cresta ci avvicina alla prospiciente conca glaciale che ospita i tre Laghi di Porcile, adagiati su tre differenti balconi naturali su tre livelli.

Arrivati alla palina di direzione nei pressi di una bocchetta, per raggiungere i laghi si ridiscende a sinistra il sentiero 201 dentro un canalino scavato nell'argilla, tra zolle di terra e massi smossi. Prestando attenzione, la breve e ripida discesa avviene su gradoni di terra e roccia. Poco oltre il sentiero intercetta una colata di grandi massi detritici, che si superano con saltelli e con ampie falcate.

In breve si giunge alla palina nei pressi del torrentello emissario del primo laghetto superiore. A destra in pochi passi, ecco aprirsi l'ameno circo di origine glaciale che ospita il primo Lago di Porcile, cinto dagli erti fianchi ghiaiosi del Monte Valegino. Sosta meritata con tanto di tavolo e panchina di legno.

Per chiudere il giro ad anello, si ritorna alla bocchetta scavata nell'argilla e si prosegue per intercettare l'evidente sentiero che scende dal Passo Tartano. Una palina ci indica le prossime tappe: Baite Saline e Baite Fontanini. Si taglia in graduale discesa tutto il versante meridionale della Cima di Lemma, su un facile e agevole sentiero che ci ricorda il suo scopo militare.

Mantenendo la destra alla prima grande malga, sempre seguendo il segnavia 101, si ridiscende con due tornantini la mulattiera che poi si assesta in gradevolissimo falsopiano sfiorando le propaggini superiori dei boschi di abete della Valleve. Dopo un breve tratto su ghiaione e un saliscendi, il sentiero ridiventa mulattiera a tratti selciata, ricongiungendosi poco oltre le Baite Fontanini al percorso di andata, per poi scendere alla Baita Camoscio e ai piazzali di San Simone.

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