Anello Lama dei Peligni - Rifugio Fonte Tarí - Grotta del Cavallone

Siamo partiti dal parcheggio dell'area picnic nei pressi della sbarra che delimita l'accesso all'area faunistica del camoscio percorrendo il sentiero H4 fino al Rifugio Fonte Tarì. Si sale in maniera costante fino al rifugio senza strappi particolari ma anche senza tratti dove rifiatare, il tutto comunque assolutamente semplice e fattibile anche per escursionisti alle prime armi. Al rifugio è possibile fare scorta d'acqua ed in normali condizioni (off covid) si può dormire e cucinare; noi abbiamo trovato comunque aperta una stanza con tavolo, sedie, un letto a castello ed un forno ed abbiamo approfittato per cambiarci ed indossare abiti asciutti perché nonostante fossimo in pieno inverno c'era un bel sole caldo anche se poi in vetta abbiamo trovato nuvole basse.
Ripartiti dal rifugio siamo saliti ancora di quota per un quarto d'ora circa fino al bivio della Grotta del Cavallone, da qui si scende in un primo tratto pietroso poi si prosegue con tornanti che portano a delle grotte dove è possibile addentrarsi e vedere anche alcune formazioni calcaree per poi giungere più in basso all'ingresso delle Grotte del Cavallone (attualmente chiuse). Continuando si giunge alla stazione a monte della cestovia con un ristorante, entrambi chiusi a tempo indeterminato e girando attorno a questa struttura si scende per una strada percorsa anche dai quad. Questo è un tratto veramente impegnativo per chi ha come me problemi alle ginocchia in quanto è completamente su pietre e ha una bella pendenza. Si prosegue su tornanti passando di volta in volta sotto la cestovia fino a giungere alla stazione a valle. Dal parcheggio si prosegue per 500 metri sull'asfalto per la strada che porta sulla statale 84 da dove torniamo al parcheggio camminando per tre chilometri su strada asfaltata (prestare massima attenzione).