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Anello Monte Taburno con Direttissima da Serra

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Trail stats

Distance
8.14 mi
Elevation gain
2,500 ft
Technical difficulty
Difficult
Elevation loss
2,198 ft
Max elevation
4,730 ft
TrailRank 
32
Min elevation
2,650 ft
Trail type
One Way
Time
4 hours 50 minutes
Coordinates
13833
Uploaded
July 21, 2022
Recorded
May 2022
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near Serra, Campania (Italia)

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Itinerary description

Escursione svolta su sentieri di traccia nell'ascesa alla vetta del Taburno, mentre solo in discesa attraverso sentiero CAI che riporta al punto partenza, ossia la strada Provinciale 140 del Taburno, frazione Serra, punto iniziale di percorso; trattandosi di una traccia, si intraprende attraverso una sterrata il cui tratto iniziale è sconnesso e con pavimentaziona petrosa, sino ad addentrarsi nella tipica vegetazione boschiva del monte più alto del comprensorio Taburno-Camposauro, ossia frassini, aceri, ontani, cerri, roverelle e pruni selvatic. Tale tratto di sentiero decorre fra i prati con fondo terroso accompagnato da ciuffi di erba ed almeno sino alla "Montagna Spaccata" sarà facile da seguire.
L'avvicinamento a questo ristretto passaggio fra costoni di roccia si inizia a riconoscere dalla presenza di steccati in legno con andamento a scala, muniti di rete metallica e dalla conversione del paesaggio da boschivo ad una presenza di rocce sempre più consistente, tanto è vero che anche la luce diviene penombra; le rocce sono al suolo accompagnate da foglie arrugginite e alcuni tratti si attraversano anche aiutandosi con le mani, sormontando un passaggio che consta solo di esse, sino a portarsi alla fenditura fra 2 grosse pareti sassose ed inverdite, in quello che è uno scenario inaspettato e non privo di fascino. Sembra letteralmente un passaggio in tunnel, per quanto angusto.
Lasciato alle spalle questo passaggio, dopo almeno 2,5 km di cammino, si spunta in uno spazio maggiormente aperto definito "Chianezza", nel quale non è facile tenere la traccia, infatti il sottoscritto si è recato verso i prati del crinale attraverso mero orientamento di GPS e senza più individuare la traccia sentiero; la difficoltà maggiore è legata all'erba alta fatta di borragine, cardi, ginestra, rara forsizia ed in alcuni punti rovi e non è stato raro ritrovare sui propri pantaloni qualche zecca...
Dal km 3,1 inizia la panoramica salita (ma "spezzagambe", poiché il primo tratto concentra 250 m di dislivello in 800 m di cammino) dell'erboso crinale, ingiallito dalla fioritura di ranuncolo e tarassaco, con la sottostante veduta di Bonea, Montesarchio con il suo castello, Cervinara e Cirignano, completamente esposto al sole, sino a giungere a roccette che aiutano l'ascesa anche offrendo una superficie d'appoggio per fare leva nella propria progressione. Si passa per il cosiddetto "Scalandrone", ove inizia a comparire qualche segno CAI a "bandiera polacca", passando in cresta alternando rocce e parti boschive caratterizzate da sterrata terrosa ricoperta da foglie e qualche timido segno CAI. In questi passaggi restano di grande bellezza i passaggi rocciosi alla propria sinistra (con alcuni punti esposti cui fare attenzione) e parti di sentiero irregolare con pendenza verso il lato dx (in ascesa). Si giunge alla vetta del Taburno, riconoscibile per l'imponente croce in ferro di oltre 9 metri.
Ci si può rilassare, dopo 4,8 km, alla visione di un panorama mozzafiato, con il comprensorio irpino-sannita sormontato dalla catene del Partenio e più in lontananza, con moderata foschia, sono riconoscibili Costiera Amalfitana, il Vesuvio ed il Golfo di Napoli. La discesa verrà fatta su sentiero CAI, in direzione delle "Quattro Vie", prima sulle roccette della cresta est, quindi mediante i passaggi nel bosco che non saranno facili da seguire e neanche comodi, poiché il terreno è declive verso il lato dx e piuttosto friabile, quindi ci si può aiutare con i bastoncini telescopici, ma in alcuni casi, soprattutto se si ha esperienza, farsi trascinare consensualmente in questo contesto di terra e fogliame, sino a recuperare il percorso CAI (sino a questo punto aiutano un pochino dei nastri azzurri abbastanza grandi legati agli alberi, anche qualcuno di essi è fuorviante in quanto porta ad un tratto scoseso di crinale sicuramente non percorribile e consigliabile), evidente nel suo decorso nel bosco, grazie ai tipici segnali molto più frequenti. Il contesto boschivo è ombreggiato, coperto soprattutto da faggi, accompagnato per un lungo, comodo e piacevole tratto da aglio selvatico in bianca fioritura, con il suo olezzo.
Giunti in prossimità di Piana Melaino si va verso destra, sino a reincrociare il sentiero iniziale che consentirà il recupero della propria auto, agevolmente parcheggiata su strada.

L'intera escursione è stata classificata difficile per varie motivazioni: la difficoltà nel reperire la traccia di sentiero in ascesa, i passaggi completamente fuori traccia fra erba alta e rovi, la salita del crinale in campo aperto al sole (meglio farlo in periodi in cui non ci sono alte temperature) con pendenza impegnativa e molti tratti di terreno friabile cui facilmente si può scivolare, soprattutto quando inumiditi.
Indispensabili allenamento, bastoncini telescopici e crema solare.

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