Anello della Macchia Grande e Ponte del Diavolo dalla stazione di Manziana
near Manziana, Lazio (Italia)
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Itinerary description
La passeggiata è possibile raggiungendo Manziana tramite la ferrovia Roma-Viterbo (approx 1:10 ore da Roma Ostiense), modalità di avvicinamento che conferisce un sapore particolare alla gita.
La diramazione per il Ponte del Diavolo richiede l'accesso ad un' area chiusa con un cancello munito di un vistoso catenaccio senza lucchetto: tralasciando il cancello, osservare con attenzione la rete sulla sinistra: c' é (almeno alla data corrente) la possibilità di sganciarla e passare, salvo poi richiudere dopo il passaggio. Oltre il cancello si segue la strada, che dopo poche decine di metri, gira a sinistra per giungere in una radura senza una prosecuzione evidente. Qui si dovrebbe riscontrare, sulla destra, una qualche traccia di passaggio nell' erba che poi, inoltrandosi nella macchia, diventa più evidente e facile da seguire.
La prima evidenza della presenza del ponte, oltre a tratti di basolato in non buone condizioni, è la presenza di una struttura in grandi blocchi squadrati sulla sinistra del sentiero in uno slargo (presumo quanto resta di un terrapieno o di un argine). Il ponte da questo lato nascosto dalla vegetazione, occorre quindi avanzare ancora di poco sul sentiero per superare la vegetazione per vedere sulla propria sinistra l' arco (ad oggi sostenuto con tubazioni metalliche). Il sentiero prosegue ma non so per quanto né dove arrivi. Da quanto si capisce, salire sul ponte, ammesso di riuscire a farsi strada tra la vegetazione, sembrerebbe alquanto rischioso.
Il fascino del luogo, pure a poche centinaia di metri dalla strada, è dato forse più dal trovarsi nel fitto di una macchia che ci fa immaginare di essere "fuori dal mondo" che dal rudere in sé. Una descrizione e qualche foto chiarificatrice si trovano sulla relativa scheda registrata tra i "luoghi del cuore" del FAI.
La diramazione per il Ponte del Diavolo richiede l'accesso ad un' area chiusa con un cancello munito di un vistoso catenaccio senza lucchetto: tralasciando il cancello, osservare con attenzione la rete sulla sinistra: c' é (almeno alla data corrente) la possibilità di sganciarla e passare, salvo poi richiudere dopo il passaggio. Oltre il cancello si segue la strada, che dopo poche decine di metri, gira a sinistra per giungere in una radura senza una prosecuzione evidente. Qui si dovrebbe riscontrare, sulla destra, una qualche traccia di passaggio nell' erba che poi, inoltrandosi nella macchia, diventa più evidente e facile da seguire.
La prima evidenza della presenza del ponte, oltre a tratti di basolato in non buone condizioni, è la presenza di una struttura in grandi blocchi squadrati sulla sinistra del sentiero in uno slargo (presumo quanto resta di un terrapieno o di un argine). Il ponte da questo lato nascosto dalla vegetazione, occorre quindi avanzare ancora di poco sul sentiero per superare la vegetazione per vedere sulla propria sinistra l' arco (ad oggi sostenuto con tubazioni metalliche). Il sentiero prosegue ma non so per quanto né dove arrivi. Da quanto si capisce, salire sul ponte, ammesso di riuscire a farsi strada tra la vegetazione, sembrerebbe alquanto rischioso.
Il fascino del luogo, pure a poche centinaia di metri dalla strada, è dato forse più dal trovarsi nel fitto di una macchia che ci fa immaginare di essere "fuori dal mondo" che dal rudere in sé. Una descrizione e qualche foto chiarificatrice si trovano sulla relativa scheda registrata tra i "luoghi del cuore" del FAI.
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