Anello dei Campi (Campo di Summonte, San Giovanni e Maggiore), vetta Tuppetiello da Forcetelle
near Summonte, Campania (Italia)
Viewed 196 times, downloaded 1 times
Trail photos
Itinerary description
Escursione naturalistico estiva improntata ad una discreta distanza nell'ombrato bosco per visitare luoghi che raccolgono scampoli primaverili irraggiati dalla potenza della calura estiva nelle parti più esposte al sole. Tutti i sentieri percorsi sono classificati dal CAI come E ed è stato compiuto un unico spostamento all'infuori di essi è soltanto un'ascesa diretta alla vetta del Tuppetiello che offre una limitata finestra panoramica. I valloni offrono una frizzante aria fresca nel primo mattino dalle parti del Vallone Rusterna.
L'anello è costituito dal CAI 224, 214, 231, 215 ed una brevissima parte di 217. Fra essi soltanto il 215 ha presentato un fondo sconnesso, interessato da detriti e franato a mo' di letto torrente-canalone con una parte molto probabilmente franata (e non più esistente) che ha reso necessario individuarlo nuovamente con ausilio di GPS e qualche intuizione che ha comportato anche un breve scavallamento di roccette.
Un importante dettaglio che tutti gli escursionisti dovranno considerare è l'imponente attività pastorale di ovini (ma anche importanti spostamenti di bovini, in particolare vacche e tori podolici) cui non sempre si incontra disponibilità e buon senso; un episodio che ha destato molta perplessità è la promiscuità a Campo Maggiore di famiglie con bambini per un pic-nic e tavolate di pastori con pecore e cani guardiani a seguito, con questi ultimi lasciati liberi (non tutti, ma il pericolo resta in agguato)...
Un altro appunto che non si può risparmiare è l'improprio impiego dell'ambiente come pattumiera, non solo bottiglie, qualche ombrello e qualche carta, ma soprattutto pneumatici (sembra una moda soprattutto nella località Quadrelle) e una carcassa arrugginita di auto corroborando il timore che dove giunga mano (e piede) umano venga meno un'opportuna e rispettosa convivenza con flora e fauna!
La partenza avviene da Rifugio Forcetelle e avviene una prima discesa sulla pietraia coperta da un letto di foglie (e ai lati si notano con occhio attento i lapilli di passate eruzioni del Vesuvio) che entro 1 km conduce a Campo di Summonte, pianoro di grande bellezza e varietà di macchia mediterranea ove le felci convivono non solo con qualche quercia e cardi, ma anche con ginestre, tasso bardasso, verbasco fiorito di giallo e sambuco lebbio in bianco. La via di attraversamento del pianoro, esposta al primo sole del mattino, può essere impegnata sino ad un certo punto per ammirare lo spettacolo floreale e la cresta dei Monti d'Avella cui si nota il ripetitore di Toppa Riviezzo, tuttavia la barriera di felci alte almeno 160 cm rende necessario ritornare indietro nel sentiero boschivo che procede quasi in piano fra i faggi che si presentano anche con crescita di funghi dalla consistenza lignea di certe dimensioni. Lungo la via boschiva si presentano margini di sambuco lebbio fiorito che ospitano davvero miriadi di farfalle (cavolaie, le aranciate colias myrmidone, licene azzurre, fabriciane niobe), il cui volo di gruppo crea una danza che rimanda ad un'atmosfera fiabesca. I fiori sono popolati anche da bombi, scarabei ed api.
Rientrati nel bosco, si costeggia il canalone di Vallone Rusterna, da cui proviene una balsamica aria rinfrescante, con il bosco che alterna passaggi su terra (ancora umida) e altri a mo' di canale che rende visibile e ad altezza della propria testa le radici dei predominanti faggi e qualche tratto di fondo rimasto fangoso poiché permanentemente all'ombra. In un battibaleno si raggiunge rifugio San Giovanni in un'altra zona di pianoro e rattrista vederne la devastazione causata da atti vandalici di ogni sorta su una struttura realizzata in pietra e tufo. Resta la consolazione di vedere la grandissima vasca di Fonte San Giovanni ricolma di acqua ed in adeguate condizioni dopo la pulizia e la manutenzione cui fu sottoposta nel 2021: è una fonte cui poter attingere acqua oltre alla propria riserva personale ed un importante abbeveratoio per animali domestici e selvatici. Non resta che scendere per incamminarsi verso il sentiero 231 che non è individuabile da nessuna parte, infatti i segnavia seguono lo stesso destino di un altro edificio adibito a rifugio (ed alimentato dalla fonte locale) il quale è stato altrettanto vandalizzato e devastato e resta un'emozione distinta fra rabbia e delusione per l'annichilimento dell'enorme potenziale della struttura che si può apprezzare in foto. Si compiono una serie di serpentine, in discesa, fra tratti di fondo cui si apprezza un ruscello nato proprio da fonte San Giovanni che decorre verso NO, impegnando Vallone Rusterna e scorrendo anche attraverso una propria via autonoma, ristretta, solcando terreno, sassi e roccette.
Si impegna un tratto cui scorre acqua, quindi il sentiero presenta molto raramente qualche segno CAI, ma diviene una vera e propria carrareccia su fondo sbrecciato, riprendendo la salita sino ad incrociare un quadrivio al km 4,9, ove si compie una netta svolta a U a sx. Per 700 m si continua una piacevole salita nel bosco di faggi, sino ad incrociare un punto di radura cui si inizia a compiere un vero e proprio ripido traverso su un fondo di fogliame sino a raggiungere un punto in cui si apprezzano sul fusto degli alberi tre "binari" rossi paralleli verniciati, filo conduttore della salita verso il Monte Tuppetiello, dirigendosi verso la propria destra (nettamente ad E, lievemente a S).
Premetto che l'ascesa sarà compiuta in circa 500m per 135 m di dislivello disomogeneo e più irto in alcuni punti, cui sarà un valido aiuto il sostegno di almeno un bastone su fondo fatto di terra e foglie che dà lieve sensazione di frana. Tale impegno fisico (non necessario poiché è indubbiamente un fuori traccia seppur ci siano periodicamente i "tre binari verdi e/o rossi" sui fusti dei faggi, nel complesso anche in maniera molto più preponderante dei segni CAI incontrati sui sentieri ufficiali) porterà sino alla vetta del Tuppetiello: la florida distesa di felci ed i rami di qualche faggio mozzeranno una veduta che offre soprattutto Monte Vergine, riconoscibile dalle inconfondibili antenne.
Si riscende compiendo in maniera variabile una serie di deviazioni in diagonale su punti di terreno più comodi (si può dire che questa sia una parte cui sono richiesti forza fisica, esperienza, equilibrio e soprattutto orientamento), sino a riguadagnare il CAI 214, prima camminando comodamente su una traccia evidente fatta da un consistente tappeto di fogliame, poi incrociando il vero e proprio CAI 214 che decorre nel bosco di Faiabella, nella località de Le Melelle, in discesa con un comportamento simile a canalone: pur essendo grande come una carrareccia presenta fondo sconnesso come fosse attraversato da una canalino irregolare che comporta di dover indirizzare i propri passi da una parte e dall'altra, sino a raggiungere il quadrivio con il CAI 215: A SO si va verso Acqua del Litto passando per Valle Fredda, in direzione SE verso Campo Maggiore.
Lo snodo in questione sembra preannunciare una condizione di disagio non solo orientativo, legato ad un fondo sconnesso ed irregolare, seppur la traccia che si diparte al fianco del costone sembri più ardua (e non va infatti percorsa), raccogliendo pure una serie di pneumatici. L'imbocco è alla sx di un grande segno CAI su un fusto che riporta il numero 215, per compiere nuovamente un'ascesa. Si può tranquillamente asserire che questo sarà il punto maggiormente impegnativo dell'intero percorso per peculiarità tecniche non previste neanche dai manuali CAI che lo classificano E.
I primi 700 m saranno forieri di un sentiero fragile al fondo, quasi fosse attraversato da un canalone che comporta di passare da una parte all'altra per evitare di impegnarlo. Arrivati lì dove sembrerebbe apparire una svolta (che tale non è), occorre andare dritto e poi verso dx e ancora verso sx: la traccia pubblicata non è pulita in questo contasto, poiché probabilmente il 215 è franato in uno o più punti andando a deviare rispetto cartina e GPS proprio verso la dx e poi a sx. Di qui, sembra di imboccare un vicolo cieco con rocce alte circa 4 metri (guardare foto) che dovranno essere arrampicate, avendo cura di verificare l'appoggio su un terreno franabile. Giunti su, con l'ausilio del GPS ci si dirige in direzione NO, sino a riconoscere un probabile sentiero, confermato da un segno CAI. Può essere utile (preso come waypoint) come punto di riferimento i pneumatici (che purtroppo non credo saranno mai rimossi) lungo il sentiero per avere la certezza di proseguire nella corretta direzione. Al km 9,8 è opportuno fare una precisazione orientativa a salvaguardia della propria incolumità: il sentiero come un arco verso dx, delimitando un canalone costituito da grosse pietre, nel mezzo di questo arco; seppur sembri più conveniente per avere maggiore superficie calpestabile il canalino verso la sx (foto al km 9,8) non è è quella la direzione da impegnare, ma proseguire verso la dx, con un punto in terreno paragonabile ad una stretta cengia, con potenziale (e sensazione) franabile proprio sukl grosso canalone con salto di almeno 4-5 metri.
Per questi pochi metri occorre cautela e sangue freddo per proseguire sul 215 che sarà dipartito in una serie di tornanti accompagnati da segni CAI: purtroppo, anche quandpo sembra che la perdita della traccia e le difficoltà siano terminate, occorre salire questa parte di costone di bosco esclusivamente per raggiungere quanto prima l'asfalto, prima attraverso dei simil-gradini (in realtà sono dei terrazzamenti che favoriscono il deflusso delle acque piovane), scorgendo anche i resti della carcassa arrugginita di un'auto.
Raggiunta l'asfaltata, si può decidere di ritornare a Forcetelle o concedersi la visione di Campo Maggiore nella sua versione estiva, quando massivamente frequentata da famiglie ed anche pastori che allestiscono tavolate tenendo con sé i propri greggi di pecore ed alcuni cani guardiani liberi... La promiscuità ed il potenziale pericolo anzitutto per i bambini, quindi degli altri frequentatori, ruba un po' della magia di questo ultimo pianoro visitato.
Necessari idonee calzature da escursione, bastoncini telescopici, un'adeguata scorta di acqua (unica fonte incontrata è quella di San Giovanni) e tutte le precauzioni corrispondenti ai periodi caldi. La difficoltà del sentiero è inquadrabile come moderata che scatta ad impegnativa nella salita e discesa del Tuppetiello per sforzo fisico, ripidità ed orientamento mentre nel caso del 215 occorre Maggiore attenzione per il sentiero disastrato oltre che per l'orientamento, una breve arrampicata ed il passaggio simil cengia sul canalone.
L'anello è costituito dal CAI 224, 214, 231, 215 ed una brevissima parte di 217. Fra essi soltanto il 215 ha presentato un fondo sconnesso, interessato da detriti e franato a mo' di letto torrente-canalone con una parte molto probabilmente franata (e non più esistente) che ha reso necessario individuarlo nuovamente con ausilio di GPS e qualche intuizione che ha comportato anche un breve scavallamento di roccette.
Un importante dettaglio che tutti gli escursionisti dovranno considerare è l'imponente attività pastorale di ovini (ma anche importanti spostamenti di bovini, in particolare vacche e tori podolici) cui non sempre si incontra disponibilità e buon senso; un episodio che ha destato molta perplessità è la promiscuità a Campo Maggiore di famiglie con bambini per un pic-nic e tavolate di pastori con pecore e cani guardiani a seguito, con questi ultimi lasciati liberi (non tutti, ma il pericolo resta in agguato)...
Un altro appunto che non si può risparmiare è l'improprio impiego dell'ambiente come pattumiera, non solo bottiglie, qualche ombrello e qualche carta, ma soprattutto pneumatici (sembra una moda soprattutto nella località Quadrelle) e una carcassa arrugginita di auto corroborando il timore che dove giunga mano (e piede) umano venga meno un'opportuna e rispettosa convivenza con flora e fauna!
La partenza avviene da Rifugio Forcetelle e avviene una prima discesa sulla pietraia coperta da un letto di foglie (e ai lati si notano con occhio attento i lapilli di passate eruzioni del Vesuvio) che entro 1 km conduce a Campo di Summonte, pianoro di grande bellezza e varietà di macchia mediterranea ove le felci convivono non solo con qualche quercia e cardi, ma anche con ginestre, tasso bardasso, verbasco fiorito di giallo e sambuco lebbio in bianco. La via di attraversamento del pianoro, esposta al primo sole del mattino, può essere impegnata sino ad un certo punto per ammirare lo spettacolo floreale e la cresta dei Monti d'Avella cui si nota il ripetitore di Toppa Riviezzo, tuttavia la barriera di felci alte almeno 160 cm rende necessario ritornare indietro nel sentiero boschivo che procede quasi in piano fra i faggi che si presentano anche con crescita di funghi dalla consistenza lignea di certe dimensioni. Lungo la via boschiva si presentano margini di sambuco lebbio fiorito che ospitano davvero miriadi di farfalle (cavolaie, le aranciate colias myrmidone, licene azzurre, fabriciane niobe), il cui volo di gruppo crea una danza che rimanda ad un'atmosfera fiabesca. I fiori sono popolati anche da bombi, scarabei ed api.
Rientrati nel bosco, si costeggia il canalone di Vallone Rusterna, da cui proviene una balsamica aria rinfrescante, con il bosco che alterna passaggi su terra (ancora umida) e altri a mo' di canale che rende visibile e ad altezza della propria testa le radici dei predominanti faggi e qualche tratto di fondo rimasto fangoso poiché permanentemente all'ombra. In un battibaleno si raggiunge rifugio San Giovanni in un'altra zona di pianoro e rattrista vederne la devastazione causata da atti vandalici di ogni sorta su una struttura realizzata in pietra e tufo. Resta la consolazione di vedere la grandissima vasca di Fonte San Giovanni ricolma di acqua ed in adeguate condizioni dopo la pulizia e la manutenzione cui fu sottoposta nel 2021: è una fonte cui poter attingere acqua oltre alla propria riserva personale ed un importante abbeveratoio per animali domestici e selvatici. Non resta che scendere per incamminarsi verso il sentiero 231 che non è individuabile da nessuna parte, infatti i segnavia seguono lo stesso destino di un altro edificio adibito a rifugio (ed alimentato dalla fonte locale) il quale è stato altrettanto vandalizzato e devastato e resta un'emozione distinta fra rabbia e delusione per l'annichilimento dell'enorme potenziale della struttura che si può apprezzare in foto. Si compiono una serie di serpentine, in discesa, fra tratti di fondo cui si apprezza un ruscello nato proprio da fonte San Giovanni che decorre verso NO, impegnando Vallone Rusterna e scorrendo anche attraverso una propria via autonoma, ristretta, solcando terreno, sassi e roccette.
Si impegna un tratto cui scorre acqua, quindi il sentiero presenta molto raramente qualche segno CAI, ma diviene una vera e propria carrareccia su fondo sbrecciato, riprendendo la salita sino ad incrociare un quadrivio al km 4,9, ove si compie una netta svolta a U a sx. Per 700 m si continua una piacevole salita nel bosco di faggi, sino ad incrociare un punto di radura cui si inizia a compiere un vero e proprio ripido traverso su un fondo di fogliame sino a raggiungere un punto in cui si apprezzano sul fusto degli alberi tre "binari" rossi paralleli verniciati, filo conduttore della salita verso il Monte Tuppetiello, dirigendosi verso la propria destra (nettamente ad E, lievemente a S).
Premetto che l'ascesa sarà compiuta in circa 500m per 135 m di dislivello disomogeneo e più irto in alcuni punti, cui sarà un valido aiuto il sostegno di almeno un bastone su fondo fatto di terra e foglie che dà lieve sensazione di frana. Tale impegno fisico (non necessario poiché è indubbiamente un fuori traccia seppur ci siano periodicamente i "tre binari verdi e/o rossi" sui fusti dei faggi, nel complesso anche in maniera molto più preponderante dei segni CAI incontrati sui sentieri ufficiali) porterà sino alla vetta del Tuppetiello: la florida distesa di felci ed i rami di qualche faggio mozzeranno una veduta che offre soprattutto Monte Vergine, riconoscibile dalle inconfondibili antenne.
Si riscende compiendo in maniera variabile una serie di deviazioni in diagonale su punti di terreno più comodi (si può dire che questa sia una parte cui sono richiesti forza fisica, esperienza, equilibrio e soprattutto orientamento), sino a riguadagnare il CAI 214, prima camminando comodamente su una traccia evidente fatta da un consistente tappeto di fogliame, poi incrociando il vero e proprio CAI 214 che decorre nel bosco di Faiabella, nella località de Le Melelle, in discesa con un comportamento simile a canalone: pur essendo grande come una carrareccia presenta fondo sconnesso come fosse attraversato da una canalino irregolare che comporta di dover indirizzare i propri passi da una parte e dall'altra, sino a raggiungere il quadrivio con il CAI 215: A SO si va verso Acqua del Litto passando per Valle Fredda, in direzione SE verso Campo Maggiore.
Lo snodo in questione sembra preannunciare una condizione di disagio non solo orientativo, legato ad un fondo sconnesso ed irregolare, seppur la traccia che si diparte al fianco del costone sembri più ardua (e non va infatti percorsa), raccogliendo pure una serie di pneumatici. L'imbocco è alla sx di un grande segno CAI su un fusto che riporta il numero 215, per compiere nuovamente un'ascesa. Si può tranquillamente asserire che questo sarà il punto maggiormente impegnativo dell'intero percorso per peculiarità tecniche non previste neanche dai manuali CAI che lo classificano E.
I primi 700 m saranno forieri di un sentiero fragile al fondo, quasi fosse attraversato da un canalone che comporta di passare da una parte all'altra per evitare di impegnarlo. Arrivati lì dove sembrerebbe apparire una svolta (che tale non è), occorre andare dritto e poi verso dx e ancora verso sx: la traccia pubblicata non è pulita in questo contasto, poiché probabilmente il 215 è franato in uno o più punti andando a deviare rispetto cartina e GPS proprio verso la dx e poi a sx. Di qui, sembra di imboccare un vicolo cieco con rocce alte circa 4 metri (guardare foto) che dovranno essere arrampicate, avendo cura di verificare l'appoggio su un terreno franabile. Giunti su, con l'ausilio del GPS ci si dirige in direzione NO, sino a riconoscere un probabile sentiero, confermato da un segno CAI. Può essere utile (preso come waypoint) come punto di riferimento i pneumatici (che purtroppo non credo saranno mai rimossi) lungo il sentiero per avere la certezza di proseguire nella corretta direzione. Al km 9,8 è opportuno fare una precisazione orientativa a salvaguardia della propria incolumità: il sentiero come un arco verso dx, delimitando un canalone costituito da grosse pietre, nel mezzo di questo arco; seppur sembri più conveniente per avere maggiore superficie calpestabile il canalino verso la sx (foto al km 9,8) non è è quella la direzione da impegnare, ma proseguire verso la dx, con un punto in terreno paragonabile ad una stretta cengia, con potenziale (e sensazione) franabile proprio sukl grosso canalone con salto di almeno 4-5 metri.
Per questi pochi metri occorre cautela e sangue freddo per proseguire sul 215 che sarà dipartito in una serie di tornanti accompagnati da segni CAI: purtroppo, anche quandpo sembra che la perdita della traccia e le difficoltà siano terminate, occorre salire questa parte di costone di bosco esclusivamente per raggiungere quanto prima l'asfalto, prima attraverso dei simil-gradini (in realtà sono dei terrazzamenti che favoriscono il deflusso delle acque piovane), scorgendo anche i resti della carcassa arrugginita di un'auto.
Raggiunta l'asfaltata, si può decidere di ritornare a Forcetelle o concedersi la visione di Campo Maggiore nella sua versione estiva, quando massivamente frequentata da famiglie ed anche pastori che allestiscono tavolate tenendo con sé i propri greggi di pecore ed alcuni cani guardiani liberi... La promiscuità ed il potenziale pericolo anzitutto per i bambini, quindi degli altri frequentatori, ruba un po' della magia di questo ultimo pianoro visitato.
Necessari idonee calzature da escursione, bastoncini telescopici, un'adeguata scorta di acqua (unica fonte incontrata è quella di San Giovanni) e tutte le precauzioni corrispondenti ai periodi caldi. La difficoltà del sentiero è inquadrabile come moderata che scatta ad impegnativa nella salita e discesa del Tuppetiello per sforzo fisico, ripidità ed orientamento mentre nel caso del 215 occorre Maggiore attenzione per il sentiero disastrato oltre che per l'orientamento, una breve arrampicata ed il passaggio simil cengia sul canalone.
Waypoints
Waypoint
4,128 ft
Non impegnare questo canalino, si va a destra seguendo l'arco di parabola che racchiude un grosso canalone.
Comments (4)
You can add a comment or review this trail
Magnífica circular montañera con zonas de arbolado para protegerse las altas temperaturas estivales. Magnifico.
Muchas gracias, hoy solo sombra del bosque.
Percorso da poter fare anche nei periodi di maggior calura, si svolge per il 90% in tratti coperti.
Grazie per la valutazione... Probabilmente i Campi potrebbero essere un'ottima idea per una ciaspolata, magari salendo dal 224