Anello Casa del Re - Monte della Scura - Sasso Simone - Torrente Semenico
near Case Barboni, Toscana (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Il percorso non è adatto ai principianti. È richiesta una certa abilità per la navigazione ed è incluso un (breve) tratto attraverso un crinale nei calanchi (non esposto - più info sotto).
Si sconsiglia di fare questo percorso quando il terreno è bagnato.
Il percorso attraversa la riserva naturale IT5310026 - Monte Carpegna e Sasso Simone e Simoncello.
La Zona di Protezione speciale “Monte Carpegna e Sasso Simone e Simoncello” si estende per un’area di 5.590 ha, nell’alto Montefeltro, al confine con Toscana ed Emilia Romagna.
Il sito è caratterizzato dalla presenza del complesso del Monte Carpegna e Sasso Simone e Simoncello che fanno parte della cosiddetta colata gravitativa della Val Marecchia. Si tratta di un complesso alloctono costituito da depositi argilliti caotici per effetto del trasporto subito da W verso E su cui galleggiano placche di materiale più rigido non coinvolti nella caoticizzazione. Il sito è estremamente interessante per la presenza di ampi boschi mesofili a Quercus cerris e formazioni riferite all'alleanza Tilio-Acerion.
(fonte: https://www.regione.marche.it/natura2000/pagina_base7832.html?id=1690)
Il punto di partenza del percorso è dall'ampio parcheggio nei pressi del Rifugio Casa del Re. La strada per arrivarci è per le ultime centinaia di metri su un tratto sterrato di buona qualità. Quindi non sarà un problema per nessuna macchina percorrere questo tratto.
Iniziamo la prima parte con una salita attraverso un bellissimo bosco (quindi con ombra). Questo è occasionalmente interrotto da prati aperti con qualche attività di pascolo e continua fino a raggiungere il Monte Della Scura. Dopodiché il nostro ambiente cambia completamente. Attraversiamo ora una zona calanchiva con a volte bella policromia.
Lungo questo tratto il segnavia del CAI non è così facile da trovare e stiamo percorrendo un'area piuttosto inospitale quindi dobbiamo prestare molta attenzione per continuare a seguire la giusta rotta. Si consiglia di seguire la traccia GPX; per essere sicuri è meglio prepararsi per poterlo fare anche offline. Ad un certo punto camminiamo attraverso i calanchi seguendo un crinale. L'area qui è molto impressionante con splendide viste. I due lati di questo crinale non scendono ripidamente e non è neanche profondo accanto a noi. Il peggio che ci può capitare è scivolare un po' giù. Quindi, ad eccezione di coloro che soffrono di estrema vertigine, o in presenza di un vento molto forte, questo tratto non rappresenterà problemi in condizioni asciutte.
Presto diventa più facile trovare il percorso e di tanto in tanto abbiamo già la vista sul Sasso di Simone, meta finale di questo itinerario. Si cammina per un po' sopra la zona dei calanchi e sotto il Sasso su un tratto con qualche albero in più fino a raggiungere un incrocio.
Lì non resta che scegliere: a sinistra per il Sasso, diritto per un'area picnic e a destra per il ritorno. Se si è pronti per uno spuntino meglio andare diritto, altrimenti si svolta a sinistra e via verso il Sasso.
La salita del Sasso è molto agevole, probabilmente perché un tempo vi era un insediamento (Città del Sole - vedere info al waypoint). In breve arriviamo alla croce in cima. Dopo la croce si può proseguire sul pianoro per la Prateria del Sasso fino ad un belvedere. Nota: non c'è alcuna recinzione, questo non è un posto per un selfie audace!
E da qui inizia la nostra discesa al punto di partenza. Prima passiamo, ovviamente, all'incrocio dove eravamo prima. Si prosegue poi su una comoda strada sterrata. Dopo poco meno di un chilometro dall'incrocio, dobbiamo stare attenti a tenere la destra al momento giusto ed entrare nuovamente nel bosco.
Nella foresta ci sono anche mucche che hanno le loro idee sui migliori sentieri da percorrere e, se lo si desidera, fanno anche sentieri aggiuntivi, in modo che dobbiamo prestare ancora una volta molta attenzione a dove si svolge il percorso.
In linea di massima la via è indicata con segnavia CAI e sono presenti occasionali cartelli didattici.
Su quest'ultimo tratto ci aspetta un altro fenomeno molto interessante lungo il torrente Semenico.
La ripa sassosa
Il nome del torrente Semenico sembra che derivi da quello di Simone. La parete ripida di fronte a noi quando siamo al lato del torrente è il prodotto della incisione della acque del torrente e mette in mostra le spettacolari contorsioni e piegature cui sono stati sottoposti gli strati di roccia che compongono questa formazione, durante i movimenti di traslazione e compressione avvenuti nel corso degli ultimi milioni di anni e che hanno dato origine ai rilievi appenninici.
Questa formazione è denominata dai geologi marnoso-arenacea e si è originata dalla ri-sedimentazione di detriti trasportati dalla terraferma verso il mare, i quali sono andati a formare una scarpata sempre più alta. Quando il suo equilibrio si è rotto (ad esempio in seguito a fenomeni sismici) si è verificata una frana sottomarina (torbidite) che poteva giungere a grandi distanze. I materiali trasportati da queste correnti di torbida si sono depositati sul fondo marino: prima quelli più pesanti, poi quelli più leggeri.
Si sono originate così le formazioni rocciose che vediamo, caratterizzate dall'alternanza ritmica e regolare di strati di materiale di tipo arenaceo, duro e compatto, con altri più fini e sottili che costituiscono le marne.
Poco dopo siamo di nuovo al punto di partenza
Qualche dettaglio in più:
Il percorso è ideato in senso orario.
Tempo impiegato: totale = 7 ore 4 minuti di cui in movimento = 3 ore 20 minuti
Presenza di tavoli picnic: a 3,8 km dall'inizio
Presenza di acqua potabile: assente
Il percorso è medio dal punto di vista tecnico. In alcuni punti può essere un po' difficile trovare la strada giusta.
Se il terreno è bagnato, questo percorso è sconsigliato: per il passaggio sui calanchi e per il fango causato dalla presenza delle mucche sui sentieri nell'ultimo tratto.
Questo itinerario è privo di tratti esposti.
Percorsi documentati inclusi in questa passeggiata:
CAI 61C: 0 > 1,2
CAI 61B: 1,2 > 2,2
CAI 61: 2,2 > 2,7
CAI 17: 2,7 > 6,0
CAI 17B: 6,0 > fine
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Waypoints
Altra recinzione, poi tenere un po' sinistra e seguire la recinzione. Segnaletica scarsa
Area ricreativa attrezzata Sasso di Simone
Cippo Città del Sasso
La Città del Sole. A metà del XVI secolo Cosimo de' Medici iniziò i lavori per un suo ambizioso quanto proibitivo progetto: edificare sull'altopiano del Sasso Simone una città-fortezza, a strapiombo sulla sottostante foresta con al suo interno tutto ciò che potesse servire allo svolgimento della vita comune. Il tutto finalizzato ad ottenere il controllo sui ducati e le contee confinanti, come si legge dalle cronache dell'epoca: "Il Sasso è luogo della massima importanza perché è elevatissimo e inespugnabile, e perché sta sui confini del piviere di Sestino, del duca d'Urbino, dei conti Giovanni e Ugo di Carpegna, del conte Carlo di Piagnano, della Chiesa e di Rimini e perché chi vi edificasse un castello, come un leone fortissimo potrebbe annientare tutti gli altri castelli e luoghi circostanti senza timore di attacchi. In caso di timor di guerra è possibile specialmente di notte far segnali a Montauto di Perugia, al monte di Assisi, a Recanati, a Sassoferrato e a molte altre terre della Chiesa: in una notte si arriva di rocca in rocca a trasmettere il segnale fino a Roma e di lassù è anche possibile vedere molti luoghi della Dalmazia". I lavori di edificazione delle strutture per ospitare oltre 300 abitanti iniziarono il 14 luglio 1566 ma Cosimo de' Medici, che probabilmente si ispirava alla vicina fortezza di San Leo, non aveva probabilmente considerato l'altitudine più che doppia del Sasso Simone. I 1200 metri infatti si fecero sentire nei gelidi inverni e tanto gli abitanti quanto i soldati resistevano sempre più malvolentieri sulla Città del Sole. La "piccola glaciazione" di inizio '600, che portò con sé inverni sempre più lunghi e freddi, spense gradualmente il sogno mediceo e nel 1674 la città era completamente diroccata. Di quell'ambizioso progetto sono tuttavia ancora visibili alcune parti delle murature e le cisterne sotterranee, ancora stagne e piene d'acqua. (Wikipedia)
La ripa sassosa - Formazioni rocciose di forme spettacolari
La ripa sassosa. Il nome del torrente Semenico sembra che derivi da quello di Simone. La parete ripida di fronte è il prodotto della incisione della acque del torrente e mette in mostra le spettacolari contorsioni e piegature cui sono stati sottoposti gli strati di roccia che componogono questa formazione, durante i movimenti di traslazione e compessione avvenuti nel corso degli ultimi milioni di anni e che hanno dato origine ai rilievi appenninici. Questa formazione è denominata dai geologi marnoso-arenacea e si è originata dalla ri-sedimentazione di detriti trasportati dalla terraferma verso il mare, i quali sono andati a formare una scarpata sempre più alta. Quando il suo equilibrio si è rotto (ad esempio in seguito a fenomeni sismici) si è verificata una frana sottomarina (torbidite) che poteva giungere a grandi distanze. I materiali trasportati da queste correnti di torbida si sono depositati sul fondo marino: prima quelli più pesanti, poi quelli più leggeri. Si sono originate così le formazioni rocciose che vediamo, caratterizzate dall'alternanza ritmica e regolare di strati di materiale di tipo arenaceo, duro e compatto, con altri più fini e sottili che costituiscono le marne.
Comments (3)
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Easy to follow
Scenery
Moderate
Bel percorso nuovo, nonostante le tante volte nella zona, peccato per la grande quantità di fango ma percorso molto bello
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Easy to follow
Scenery
Moderate
Percorso in senso orario è stato un bel giro con panorami molto belli,aiutati da una stupenda giornata per bellissime foto
@ zaffo1@libero e guerro54.
Grazie per la recensione e la verifica. È molto bello sentire che vi è piaciuto il percorso 👍👍👍
Vi auguro tante altre belle passeggiate!