Anello Brentino - Santuario della Madonna della Corona - Spiazzi - Ferrara di Monte Baldo - Brentino
near Brentino, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Questo anello parte dal paese di Brentino Belluno dove è facile trovare parcheggio per la presenza di molti pellegrini per la visita al Santuario.
Lasciata la macchina, si seguono le indicazioni molto chiare verso il Santuario che porta ad attraversare il paese fino a raggiungere una scalinata a sin.
Il sentiero, che collega il fondo valle con le alture del Baldo, il CAI 73 chiamato anche "Sentiero della Speranza", porta al santuario con una salita a piedi di 600 m di dislivello (e 1740 gradini!) con gradini ricavati nella roccia inizialmente dolci ma che diventano sempre più erti via via che il sentiero si inerpica sul crinale roccioso. Le stazioni dei Misteri che compongono il Rosario, cinque per ciascuno (Gaudiosi, della Luce, Dolorosi, Gloriosi), e che si snodono lungo il sentiero sono una scusa per una breve pausa e per riprendere fiato!
Il Santuario con la sua facciata ed il campanile sembra un luogo sospeso tra cielo e terra, incastonata nel cuore delle rocce del monte Baldo. Documenti medievali attestano che già intorno all'anno Mille nell'area del Baldo vivevano degli eremiti legati all'Abbazia di San Zeno in Verona e che almeno dalla seconda metà del 1200 esistevano un monastero ed una cappella dedicata a S. Maria di Montebaldo accessibili attraverso uno stretto e pericoloso sentiero nella roccia. Tradizionalmente, la nascita del Santuario della Madonna della Corona era riferita al 1522, datazione poi smentita dall'esistenza di un dipinto di una Madonna con bambino, di fattura trecentesca, che costituì la prima immagine venerata nell'originaria chiesetta, che da essa prese nome.
Non seguite la mia traccia dal santuario verso Spiazzi perché ho fatto diversi saliscendi in quanto non trovavo la traccia originaria da cui ero partita (wiki mi diceva che stavo lasciando il percorso in più occasioni).
Dalla piazza del santuario, seguendo le indicazioni del bar, attraversa dapprima un tunnel scavato nella roccia e poi la provinciale su asfalto fino all'ennesima salita a gradini (da prendere a dx) che porta al paese a monte: Spiazzi.
Da lì segui la carrabile su asfalto fino a Ferrara di monte Baldo che offre comodi tavoli e panche da picnic per un pranzo al sacco.
Lasciato il paese, si percorrono dei tornanti sempre in salita, e ci si addentra nel bosco che segna l’inizio della via di ritorno. Scopro strada facendo che sto percorrendo il “Sentiero Naturalistico del M. Baldo” che passa prima dalla malga Orsa, devia verso il ponte tibetano e ritorna a Brentino.
Tempo per il ponte tibetano non c’è quindi continuo sul CAI 75 solo per escursionisti esperti che sconsiglio vivamente a chi non è allenato e soffre di vertigini. Un’ alternativa può essere scendere al ponte tibetano e riallacciarsi alla discesa di gradini del percorso di andata.
Il sentiero 75 è impervio, con rocce che spuntano da tutte le parti, molto ripido e esposto in molti tratti. Il sentiero non concede molte distrazioni, se non qualche occasionale squarcio con dei bellissimi panorami sul Santuario aggrappato alle rocce (come io mi sento aggrappata alla vita!). Bastoni da trekking e calzature adeguate d’obbligo.
Per i più avventurosi che decidono di intraprendere il 75 c’è una bella ricompensa al bar della paese. Un’ottima birra e aperitivo come ci siamo concesse!
Escursione da non perdere.
Lasciata la macchina, si seguono le indicazioni molto chiare verso il Santuario che porta ad attraversare il paese fino a raggiungere una scalinata a sin.
Il sentiero, che collega il fondo valle con le alture del Baldo, il CAI 73 chiamato anche "Sentiero della Speranza", porta al santuario con una salita a piedi di 600 m di dislivello (e 1740 gradini!) con gradini ricavati nella roccia inizialmente dolci ma che diventano sempre più erti via via che il sentiero si inerpica sul crinale roccioso. Le stazioni dei Misteri che compongono il Rosario, cinque per ciascuno (Gaudiosi, della Luce, Dolorosi, Gloriosi), e che si snodono lungo il sentiero sono una scusa per una breve pausa e per riprendere fiato!
Il Santuario con la sua facciata ed il campanile sembra un luogo sospeso tra cielo e terra, incastonata nel cuore delle rocce del monte Baldo. Documenti medievali attestano che già intorno all'anno Mille nell'area del Baldo vivevano degli eremiti legati all'Abbazia di San Zeno in Verona e che almeno dalla seconda metà del 1200 esistevano un monastero ed una cappella dedicata a S. Maria di Montebaldo accessibili attraverso uno stretto e pericoloso sentiero nella roccia. Tradizionalmente, la nascita del Santuario della Madonna della Corona era riferita al 1522, datazione poi smentita dall'esistenza di un dipinto di una Madonna con bambino, di fattura trecentesca, che costituì la prima immagine venerata nell'originaria chiesetta, che da essa prese nome.
Non seguite la mia traccia dal santuario verso Spiazzi perché ho fatto diversi saliscendi in quanto non trovavo la traccia originaria da cui ero partita (wiki mi diceva che stavo lasciando il percorso in più occasioni).
Dalla piazza del santuario, seguendo le indicazioni del bar, attraversa dapprima un tunnel scavato nella roccia e poi la provinciale su asfalto fino all'ennesima salita a gradini (da prendere a dx) che porta al paese a monte: Spiazzi.
Da lì segui la carrabile su asfalto fino a Ferrara di monte Baldo che offre comodi tavoli e panche da picnic per un pranzo al sacco.
Lasciato il paese, si percorrono dei tornanti sempre in salita, e ci si addentra nel bosco che segna l’inizio della via di ritorno. Scopro strada facendo che sto percorrendo il “Sentiero Naturalistico del M. Baldo” che passa prima dalla malga Orsa, devia verso il ponte tibetano e ritorna a Brentino.
Tempo per il ponte tibetano non c’è quindi continuo sul CAI 75 solo per escursionisti esperti che sconsiglio vivamente a chi non è allenato e soffre di vertigini. Un’ alternativa può essere scendere al ponte tibetano e riallacciarsi alla discesa di gradini del percorso di andata.
Il sentiero 75 è impervio, con rocce che spuntano da tutte le parti, molto ripido e esposto in molti tratti. Il sentiero non concede molte distrazioni, se non qualche occasionale squarcio con dei bellissimi panorami sul Santuario aggrappato alle rocce (come io mi sento aggrappata alla vita!). Bastoni da trekking e calzature adeguate d’obbligo.
Per i più avventurosi che decidono di intraprendere il 75 c’è una bella ricompensa al bar della paese. Un’ottima birra e aperitivo come ci siamo concesse!
Escursione da non perdere.
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