Altare dello Stincone mt.2413 , Cima dell'Altare mt.2542 , Cima Colle Acquaviva mt.2200 , dal Vallone Taranta .
near Taranta Peligna, Abruzzo (Italia)
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Itinerary description
Majella luogo selvaggio , preistorico , ricco di storia di pastori che hanno alimentato per secoli le famiglie , di briganti che hanno trovato rifugio negli anfratti e grotte . Ecco , riduttivamente si puo' definire la Montagna Madre . Saliamo dal Vallone Taranta , approfittando dell'apertura della comodissima cestovia , che permette di risparmiare 700 noiosissimi metri di dislivello in una carrareccia sassosa e scomoda . L'arrivo della cestovia e' posto a circa 1400 mt e da li immediatamente si prende il sentiero H4 che senza scampo , per la brutalita' ed esposizione al sole , ci dice che la salita sara' lunga e faticosa . L'inizio e' tra sfasciumi e rocce detriticheche aggiungono difficolta' alla gia' ripida salita . Non tira un filo d'aria e il caldo e' impietoso ma e' cio' che sapevamo e saliamo . Ben presto si lascia il sentiero H4 ed inizia H6 che ciportera' alle falde dell'Altare dello Stincone . A quota 1760 mt. l'agognato fontanile , datato da un effigie 1898 , che , con una pompa azionata manualmente , permette lo sgorgare di acque freschissime naturali . Una delizia , vicino una grotta pastorale , retaggio di antichi trascorsi dei pastori durante i pascoli in quota . Il segnavia verticale indica due sentieri , noi prendiamo quello di destra che porta alla famosa fune di aiuto a superare uno speroncino roccioso , da non trascurare . L'utilizzo di queste funi va fatto con prudenza , infatti e' meglio non affidarsi completamente al loro aiuto , essendo materiale soggetto ad usura . Alla fine del breve tratto attrezzato ci si trova su una sporgenza dalla quale si puo' ammirare la salita fatta ed il notevole Vallone di Taranta ancora da percorrere . Qui il sentiero , delimitato a sinistra dalle propaggini del Macellaro e a destra da quelle della Cima Acquaviva , sale con pendenza minore rispetto a prima , ma pur sempre impegnativa ed a fatica si riesce a vedere la testata della valle con il superbo solitario Altare dello Stincone . Ci rendiamo conto di quanto ancora ci sia da camminare . Quando siamo alle pendici dell'Altare ci rendiamo conto che il dislivello e' ancora notevole rispetto alla lunghezza , brutto segno infatti per salire alla sella omonima si para un brecciato di pendenza taglia gambe che con grande fatica saliamo . Sulla sella un grosso ometto segnala H6 abbandoniamo per salire fuori sentiero , cercando di addolcire la salita all'Altare , tagliando tra sfasciumi , ma consiglio di salire in cresta dalla sella . Altare dello Stincone ! panorama superbo sulla Valle Taranta , mentre il Monte Macellaro e' in vista . Si erge come un alieno nel deserto della Majella con tracce sulle rocce di dubbia natura preistorica . Riprendiamo la marcia per dirigerci sulla Cima dell'Altare , cercando di aggirare fuori sentiero le gobbe nascoste che possono farci salire e poi scendere . Siamo sul Piano Amaro e occorre scendere un po' per poi risalire sulla Cima dell'Altare , da cui si domina un panorama immenso , dal Vallone di Macchia Lunga strapiombante soprattutto dal Monte ACQUAVIVA , posto di fronte , alla vetta di Monte Amaro , Monte S.Angelo e sotto ancora il Lago di Casoli . L'obiettivo e' ora di prendere la cresta che porta in discesa alla Cima Colle Acquaviva , ma occorre risalire e non farsi confondere dalle numerose gobbe che talvolta ci fuorviano dalla traccia . Qui non c'e' segnaletica se non preziosi ometti in pietra che delimitano un antico tratturo che percorriamo . Giunti ad un fontanile abbandonato si risale a mezza costa un traverso che conduce alla Cima Colle di Acquaviva , sul cui strapiombo si riapre la Valle Taranta . Da qui gli strapiombi sono impressionanti , molto piu' evidenti che in salita . Costeggiando fuori sentiero il ripido filo di cresta , arriviamo al segnavia H4 che da un lato porta al Rifugio Tari' e dall'altro , strapiombante porta al sentiero preso in salita . Vista la traccia di Marlow , decidiamo di andare poco piu' avanti ove ad un segnavia verticale prendiamo la traccia segnata CAI , ma senza numero , che scendera' in direzione della testata delle Grotte del Cavallone . Qui occorre sottolineare : la discesa e' su uno stretto sentiero , talvolta esposto , che passa sotto formazioni rocciose per cui sarebbe utile un elmetto di protezione , il fondo spesso e' instabile con rischio di scivolate , possibili dopo aver percorso molti km e dislivelli . Attraverso lunghi traversi ed altrettanti ripidi gomiti , ammiriamo i numerosi anfratti e grotte che si parano e che denotano frequentazioni nelle erbe di cervi o camosci . Un cancello serrato ed una piccola scalinata ci dicono che siamo sulla testata delle Grotte del Cavallone e di li a breve percorriamo il tratto staccionato che parte dalla cestovia , dove arriviamo piuttosto provati ma soddisfatti . Escursione da fare solo con ottima preparazione fisica , buon senso dell'orientamento , come si conviene sulla Majella , e senza vertigini nei tratti descritti , specie nella lunga discesa verso le Grotte del Cavallone . Il dislivello e la percorrenza sono notevoli .
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