Alpi Feltrine: Viàz Integrale delle Pale Grigie salendo il Sass Bianch e rientro per il Sentiero dei Covoli in Val di Lamen
near Lamen, Veneto (Italia)
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Itinerary description
Questa è la “versione hard” dell’itinerario → Alpi Feltrine: Creste delle Pale Grigie salendo per il Sass Bianch e rientro per il Monte Pafagai dalla Val di Lamen.
La guida di riferimento è: “Sentieri e Viaz Riscoperti delle Alpi Feltrine e Val del Mis” (di Aldo de Zordi, Paolo Lovat, Ivan de Zordi e Renato Sperandio), con ottima descrizione in questo caso.
La guida dichiara in copertina 61 itinerari, ma in realtà sono 62 perché questo viàz è inserito all’inizio senza numerazione – immagino per presentarlo come itinerario simbolo di tutta l’opera.
È una “fatica” vera e propria degli autori:
Senza considerare la chiusura dell’escursione che può essere fatta in tanti modi, la parte che differenzia versione hard e soft (soft per modo di dire) è decisamente breve come sviluppo metrico sul totale, ma alla fine si avrà l’impressione di aver fatto due cose molto diverse.
La prima parte del viàz fino al ricongiungimento con la via normale è nettamente più impegnativa della seconda, sia per difficoltà tecnica dei singoli passaggi sia per la necessità di mantenere la concentrazione costantemente ad alto livello.
Itinerario molto completo con la ciliegina sulla torta di una calata in corda doppia su parete quasi verticale.
All’interno di tutto il percorso, passa quasi in secondo piano la risalita del Sass Bianch: non è affatto uno scherzo neanche questa, ed è una risalita che da sola vale un’escursione.
Per essere ben concentrati sulla prima parte del Viàz Integrale delle Pale Grigie penso sia meglio fare prima un’uscita sulla variante base.
AVVICINAMENTO AL SASS BIANCH
Si parte dal solito parcheggio all’area pic-nic in Val di Lamen dove inizia il sentiero CAI 815, e si svolta a destra al bivio con il Sentiero dei Covoli in Val di Lamen.
Dopo meno di 10 minuti – dove la traccia del sentiero dei covoli inizia a scendere – c’è un bivio con un’altra buona traccia che a sinistra conduce verso il Sass Bianch.
L’impronta a terra (inizialmente buona) più si va avanti e più ”va e viene”: tuttavia ci sono vari piccoli bolli rossi e pochi ometti nell’ultima parte dell’avvicinamento al Sass Bianch.
Il senso generale è che bisogna raggiungere una fascia rocciosa, piegare a destra per doppiare una costola che fa entrare nel vallone del Sass Bianch, e risalire questo vallone in costante diagonale (ovviamente con varie svolte perché le pendenze lo richiedono).
RISALITA DEL SASS BIANCH
Confrontando le rilevazioni del mio GPS (che non possono essere precise in una gola rocciosa) con quelle dell’altimetro a pressione, la risalita del Sass Bianch dovrebbe essere sui 65/70 metri di dislivello.
Data un’occhiata alla placca rocciosa si nota subito che sulla sinistra c’è un fianco erboso MOLTO RIPIDO ma “frequentabile” con MOLTA CAUTELA; da sotto si nota anche qualche gradino di appoggio e qualche breve accenno di traccia.
Dopo una piccola placchetta rocciosa iniziale (l’ho sempre trovata umida) si possono calzare i ramponcini da prato e salire sempre con i piedi su fondo terra/erba e le mani che si appigliano a piccole roccette che affiorano.
Ci sono svariati chiodi, sia con anello che con cordino, che consentono eventualmente di assicurarsi.
Appena prima dell’uscita ho tolto i ramponcini perché c’è una placca rocciosa di 4/5 metri che chiude il pendio: sulla sinistra c’è una fessura che aiuta molto e ho visto un altro chiodo con anello più un cordino agganciato a una sporgenza.
Fatta la placca bisogna saltare sopra l’impluvio del gran colatoio (che sta a fianco del Sass Bianch) che in quel punto casca perfettamente verticale molto più in basso: sono pochi movimenti su discreti appigli/appoggi; si va, ma è meglio non guardare giù, MOLTO ESPOSTO, specialmente gli ultimi 3/4 passi.
Mentre si traversa si nota un chiodo con cordino, e appena usciti si nota sulla destra una sosta con catena.
Ricapitolando, il tutto si può assimilare a un I° grado di base con vari spunti di II° grado, sia su base rocciosa che su base terra/erba (nella guida citata all’inizio si indica anche III° grado: può essere, gli autori hanno più esperienza di me da queste parti).
Viste le molte possibilità di assicurazione, un gruppetto ben affiatato può salire in sicurezza.
RISALITA ALLA FORCELLA DI SAN PIERO
Dall’uscita sopra il Sass Bianch c’è un largo e mediamente ripido vallone erboso un po’ “ondeggiante” nella sezione trasversale.
Si inizia diritti per un primo valloncello e poi bisogna comunque piegare a destra verso una fascia rocciosa dove si nota un gran bollo rosso, poi di nuovo su diritti ed è tutto abbastanza intuitivo.
DALLA FORCELLA DI SAN PIERO ALL’ATTACCO DEL VIÀZ INTEGRALE DELLE PALE GRIGIE
Affacciandosi verso il bosco a nord della Forcella di San Piero, si nota sulla destra una forcelletta che si raggiunge con poche decine di facili metri quasi in piano; avvicinandosi si notano un primo bollo rosso e una discreta traccia che la sorpassa e porta in vista di una seconda forcelletta appena più in basso nella stessa direzione: non bisogna puntare a questa seconda forcelletta, ma bisogna seguire una traccia che piega a destra e poi torna indietro in salita (25-30 metri circa di dislivello) per arrivare alla giusta forcella di inizio del Viàz Integrale delle Pale Grigie.
PERCORRENZA DELLA PRIMA PARTE DEL VIÀZ INTEGRALE DELLE PALE GRIGIE
Intanto conviene salire con pochi passi sul facile spuntone che si stacca dal corpo della montagna e dà forma alla forcella.
Da questa piccola sopraelevazione si nota bene tutto il primo ULTRA-ESPOSTO traverso da fare sul lato destro-ovest dell’inizio a nord delle Pale Grigie (circa 35 metri secondo la guida): da qui si noterà anche qualche “puntino rosso”, ovvero i chiodi che si utilizzeranno per auto assicurarsi.
Non fissatevi di individuare sempre un chiodo rosso, qualcuno non è dipinto, e tutti insieme (sono molto ravvicinati) garantiscono la possibilità di assicurarsi con discreta facilità anche in solitaria (il mio caso di oggi).
La guida indica passaggi di II° e III° grado, e concordo; gli appigli solidi per le mani si trovano, e serve MASSIMA attenzione a dove si mettono i piedi.
A fine traverso si doppia una piccola costola trovando un terrazzino utile per sostare senza essere appesi.
Dal terrazzino ci si abbassa leggermente e si entra in un vallone erboso ASSAI VERTICALE che in alto finisce dentro un canalino di misto roccette e fondo terra-erba.
Bisogna traversare da sinistra a destra il valloncello per ritrovare un’altra serie ravvicinata di chiodi che aiuta a salire il canalino in sicurezza dal lato destro: in questa breve traversata c’è differenza tra l’essere da soli o in gruppo.
La testata del canalino finisce in un minuscolo forcellino-intaglio: qui si sale a destra sul filo di cresta che porterà (con discesetta-cengetta intermedia sul lato sinistro-est) sulla vetta della prima pala lato nord delle Pale Grigie: finalmente una sosta panoramica senza preoccupazioni.
Il panorama è bello a nord verso le Vette Feltrine, ed è bella pure la vista a sud verso la prosecuzione del viàz con la pala più alta delle Pale Grigie ormai a portata di mano.
Le due pale sono divise dall’immancabile forcella che bisogna raggiungere; c’è un fianco erboso ripido e c’è una sosta per chi vuol scendere in doppia.
In guida questa discesa è valutata di I° e II° grado: a mio giudizio, scegliendo con calma la linea, non si supera mai il I°, ma è comunque terreno potenzialmente scivoloso.
Dalla forcella si risale in modo logico a sinistra-est con vari chiodi e cordini di aiuto nei primi ripidi metri rocciosi; poi in salita diagonale si giunge sul filo di cresta evitando i tronchi sparsi di alcuni mughi totalmente rinsecchiti; dal punto di arrivo in cresta breve e facile cavalcata fino ai due ometti di vetta della pala più alta delle Pale Grigie.
Ora si va verso il passaggio che forse caratterizza tutto il percorso dal punto di vista spettacolare: una bella calata in corda doppia di poco meno di 30 metri di dislivello su parete quasi verticale.
Dai due ometti di vetta si prosegue seguendo verso est la cresta per circa 40/45 metri per trovare la sosta di ancoraggio per la calata: ATTENZIONE agli ultimissimi metri in discesa su terreno “sporco” e scivoloso.
Questa calata conduce sull’ennesima forcella con di fronte (o di schiena dal punto di vista della calata) un gendarme che la separa dalla forcella di arrivo della via normale per le Creste delle Pale Grigie.
Dalla forcella di calata, guardando il gendarme si notano subito un paio di chiodi con cordini che segnalano l’inizio della breve esposta traversata verso destra per l’altra forcella.
Prima di concludere la breve traversata, si può seguire una evidente traccia a sinistra che conduce sulla vetta del gendarme roccioso (non ci sono chiodi di aiuto in questa deviazione, ma non è difficile e si arriva in un bel punto di osservazione).
PERCORRENZA CRESTE DELLE PALE GRIGIE O SECONDA PARTE DEL VIÀZ INTEGRALE DELLE PALE GRIGIE
Provenendo dalla prima parte del Viàz Integrale delle Pale Grigie, alla forcella di arrivo della via normale si prosegue diritti verso sud.
L’inizio è “aereo ma non troppo”, si cammina con attenzione e si appoggiano poco le mani per equilibrio nei singoli punti esposti.
In una decina di minuti si arriva al punto chiave delle Creste delle Pale Grigie: bisogna superare due torrioni facendo “uno slalom di cresta” fra i due.
Arrivati al primo torrione si nota subito un chiodo che fa capire che bisogna calarsi verso destra-ovest: un paio di metri sotto si nota bene anche un altro chiodo.
Dunque si scende per un tre metri (più o meno) di dislivello e si prosegue in FORTE ESPOSIZIONE per pochi metri ancora per risalire subito a sinistra su una forcelletta che divide i due torrioni.
Dalla forcelletta si notano un paio di chiodi con cordini (quasi nuovi) che invitano a scendere per un paio di metri (in modo un po’ contorto) per finire sopra una cengetta che ora scorre sul lato est della cresta a completare “lo slalom di cui sopra”.
La cengetta “sorpassa” alla base il secondo torrione e la definirei INFIDA → È STRETTA E MOLTO ESPOSTA: tuttavia ci sono molti chiodi in questo tratto, e in gruppo è facile organizzare (con corda, rinvii e quant’altro serve) una traversata assicurata.
Dopo il tratto chiave si arriva in breve in un punto dove si inizia a scendere su base erbosa sopra due canali-valloni “gemelli” che guardano verso sinistra-est: bisogna prendere il secondo cioè quello di destra guardando in direzione est; già da sopra si notano due grandi bolli rossi nella strettoia in basso (circa 25 metri di dislivello per questa strettoia secondo il GPS).
Passata la strettoia si aggira verso destra la fascia rocciosa e ci si riporta in modo intuitivo sopra la cresta.
Oggi ho seguito bene i bolli rossi in questo tratto, ma si può tagliare anche un po’ più in alto percorrendo così qualche metro in meno di dislivello (poca roba comunque).
Dal punto di risalita in 2/3 minuti si arriva ad un intaglio (sopra una forcelletta) da superare con facile passaggio di roccia: c’è un evidente bollo rosso, e visto che è l’ultimo si può dire che le Creste delle Pale Grigie siano finite qui anche perché poi è tutto facile rispetto a quanto fatto finora.
CHIUSURA DELL’ESCURSIONE PER IL SENTIERO TEMATICO DEI COVOLI IN VAL DI LAMEN
Dall’intaglio con facile passaggio di roccia si risale brevemente sopra il profilo di cresta e si punta il Monte Pafagai che si vede in lontananza più in basso.
Compare una traccia a terra che con attenzione non si dovrebbe mai perdere e si continua fino alla larga Forcella di Val Falomega: qui si scende dalla cresta (ormai dorsale vista la larghezza) verso destra sempre su traccia, e si rientra poco dopo per proseguire (in tratti più boschivi) fino ad immettersi nel Sentiero Tematico dei Covoli in Val di Lamen (alla Forcella dell’Ou o Forcella dell’Orso) – da qui si, come chiusura alternativa, si potrebbe salire in breve alla vetta del Monte Pafagai e poi scendere in Val di Lamen a circa 700 metri di strada sterrata dal parcheggio di partenza.
Oggi sono ritornato al parcheggio seguendo sempre il Sentiero dei Covoli in Val di Lamen, facile e ombreggiato, e tralasciando una possibile scorciatoia nel finale che avrebbe permesso di “disegnare una traccia ad anello perfetto”.
***
Il dislivello reale dell’escursione è di circa 900 metri e non oltre 1.100 come indicato nei dati di riepilogo di Wikiloc.
La guida di riferimento è: “Sentieri e Viaz Riscoperti delle Alpi Feltrine e Val del Mis” (di Aldo de Zordi, Paolo Lovat, Ivan de Zordi e Renato Sperandio), con ottima descrizione in questo caso.
La guida dichiara in copertina 61 itinerari, ma in realtà sono 62 perché questo viàz è inserito all’inizio senza numerazione – immagino per presentarlo come itinerario simbolo di tutta l’opera.
È una “fatica” vera e propria degli autori:
- È stato aperto da loro nel febbraio 2017: recentissimo!
- Grande lavoro con chiodi e soste per rendere questo percorso proponibile come escursionismo di alto livello.
Senza considerare la chiusura dell’escursione che può essere fatta in tanti modi, la parte che differenzia versione hard e soft (soft per modo di dire) è decisamente breve come sviluppo metrico sul totale, ma alla fine si avrà l’impressione di aver fatto due cose molto diverse.
La prima parte del viàz fino al ricongiungimento con la via normale è nettamente più impegnativa della seconda, sia per difficoltà tecnica dei singoli passaggi sia per la necessità di mantenere la concentrazione costantemente ad alto livello.
Itinerario molto completo con la ciliegina sulla torta di una calata in corda doppia su parete quasi verticale.
All’interno di tutto il percorso, passa quasi in secondo piano la risalita del Sass Bianch: non è affatto uno scherzo neanche questa, ed è una risalita che da sola vale un’escursione.
Per essere ben concentrati sulla prima parte del Viàz Integrale delle Pale Grigie penso sia meglio fare prima un’uscita sulla variante base.
AVVICINAMENTO AL SASS BIANCH
Si parte dal solito parcheggio all’area pic-nic in Val di Lamen dove inizia il sentiero CAI 815, e si svolta a destra al bivio con il Sentiero dei Covoli in Val di Lamen.
Dopo meno di 10 minuti – dove la traccia del sentiero dei covoli inizia a scendere – c’è un bivio con un’altra buona traccia che a sinistra conduce verso il Sass Bianch.
L’impronta a terra (inizialmente buona) più si va avanti e più ”va e viene”: tuttavia ci sono vari piccoli bolli rossi e pochi ometti nell’ultima parte dell’avvicinamento al Sass Bianch.
Il senso generale è che bisogna raggiungere una fascia rocciosa, piegare a destra per doppiare una costola che fa entrare nel vallone del Sass Bianch, e risalire questo vallone in costante diagonale (ovviamente con varie svolte perché le pendenze lo richiedono).
RISALITA DEL SASS BIANCH
Confrontando le rilevazioni del mio GPS (che non possono essere precise in una gola rocciosa) con quelle dell’altimetro a pressione, la risalita del Sass Bianch dovrebbe essere sui 65/70 metri di dislivello.
Data un’occhiata alla placca rocciosa si nota subito che sulla sinistra c’è un fianco erboso MOLTO RIPIDO ma “frequentabile” con MOLTA CAUTELA; da sotto si nota anche qualche gradino di appoggio e qualche breve accenno di traccia.
Dopo una piccola placchetta rocciosa iniziale (l’ho sempre trovata umida) si possono calzare i ramponcini da prato e salire sempre con i piedi su fondo terra/erba e le mani che si appigliano a piccole roccette che affiorano.
Ci sono svariati chiodi, sia con anello che con cordino, che consentono eventualmente di assicurarsi.
Appena prima dell’uscita ho tolto i ramponcini perché c’è una placca rocciosa di 4/5 metri che chiude il pendio: sulla sinistra c’è una fessura che aiuta molto e ho visto un altro chiodo con anello più un cordino agganciato a una sporgenza.
Fatta la placca bisogna saltare sopra l’impluvio del gran colatoio (che sta a fianco del Sass Bianch) che in quel punto casca perfettamente verticale molto più in basso: sono pochi movimenti su discreti appigli/appoggi; si va, ma è meglio non guardare giù, MOLTO ESPOSTO, specialmente gli ultimi 3/4 passi.
Mentre si traversa si nota un chiodo con cordino, e appena usciti si nota sulla destra una sosta con catena.
Ricapitolando, il tutto si può assimilare a un I° grado di base con vari spunti di II° grado, sia su base rocciosa che su base terra/erba (nella guida citata all’inizio si indica anche III° grado: può essere, gli autori hanno più esperienza di me da queste parti).
Viste le molte possibilità di assicurazione, un gruppetto ben affiatato può salire in sicurezza.
RISALITA ALLA FORCELLA DI SAN PIERO
Dall’uscita sopra il Sass Bianch c’è un largo e mediamente ripido vallone erboso un po’ “ondeggiante” nella sezione trasversale.
Si inizia diritti per un primo valloncello e poi bisogna comunque piegare a destra verso una fascia rocciosa dove si nota un gran bollo rosso, poi di nuovo su diritti ed è tutto abbastanza intuitivo.
DALLA FORCELLA DI SAN PIERO ALL’ATTACCO DEL VIÀZ INTEGRALE DELLE PALE GRIGIE
Affacciandosi verso il bosco a nord della Forcella di San Piero, si nota sulla destra una forcelletta che si raggiunge con poche decine di facili metri quasi in piano; avvicinandosi si notano un primo bollo rosso e una discreta traccia che la sorpassa e porta in vista di una seconda forcelletta appena più in basso nella stessa direzione: non bisogna puntare a questa seconda forcelletta, ma bisogna seguire una traccia che piega a destra e poi torna indietro in salita (25-30 metri circa di dislivello) per arrivare alla giusta forcella di inizio del Viàz Integrale delle Pale Grigie.
PERCORRENZA DELLA PRIMA PARTE DEL VIÀZ INTEGRALE DELLE PALE GRIGIE
Intanto conviene salire con pochi passi sul facile spuntone che si stacca dal corpo della montagna e dà forma alla forcella.
Da questa piccola sopraelevazione si nota bene tutto il primo ULTRA-ESPOSTO traverso da fare sul lato destro-ovest dell’inizio a nord delle Pale Grigie (circa 35 metri secondo la guida): da qui si noterà anche qualche “puntino rosso”, ovvero i chiodi che si utilizzeranno per auto assicurarsi.
Non fissatevi di individuare sempre un chiodo rosso, qualcuno non è dipinto, e tutti insieme (sono molto ravvicinati) garantiscono la possibilità di assicurarsi con discreta facilità anche in solitaria (il mio caso di oggi).
La guida indica passaggi di II° e III° grado, e concordo; gli appigli solidi per le mani si trovano, e serve MASSIMA attenzione a dove si mettono i piedi.
A fine traverso si doppia una piccola costola trovando un terrazzino utile per sostare senza essere appesi.
Dal terrazzino ci si abbassa leggermente e si entra in un vallone erboso ASSAI VERTICALE che in alto finisce dentro un canalino di misto roccette e fondo terra-erba.
Bisogna traversare da sinistra a destra il valloncello per ritrovare un’altra serie ravvicinata di chiodi che aiuta a salire il canalino in sicurezza dal lato destro: in questa breve traversata c’è differenza tra l’essere da soli o in gruppo.
La testata del canalino finisce in un minuscolo forcellino-intaglio: qui si sale a destra sul filo di cresta che porterà (con discesetta-cengetta intermedia sul lato sinistro-est) sulla vetta della prima pala lato nord delle Pale Grigie: finalmente una sosta panoramica senza preoccupazioni.
Il panorama è bello a nord verso le Vette Feltrine, ed è bella pure la vista a sud verso la prosecuzione del viàz con la pala più alta delle Pale Grigie ormai a portata di mano.
Le due pale sono divise dall’immancabile forcella che bisogna raggiungere; c’è un fianco erboso ripido e c’è una sosta per chi vuol scendere in doppia.
In guida questa discesa è valutata di I° e II° grado: a mio giudizio, scegliendo con calma la linea, non si supera mai il I°, ma è comunque terreno potenzialmente scivoloso.
Dalla forcella si risale in modo logico a sinistra-est con vari chiodi e cordini di aiuto nei primi ripidi metri rocciosi; poi in salita diagonale si giunge sul filo di cresta evitando i tronchi sparsi di alcuni mughi totalmente rinsecchiti; dal punto di arrivo in cresta breve e facile cavalcata fino ai due ometti di vetta della pala più alta delle Pale Grigie.
Ora si va verso il passaggio che forse caratterizza tutto il percorso dal punto di vista spettacolare: una bella calata in corda doppia di poco meno di 30 metri di dislivello su parete quasi verticale.
Dai due ometti di vetta si prosegue seguendo verso est la cresta per circa 40/45 metri per trovare la sosta di ancoraggio per la calata: ATTENZIONE agli ultimissimi metri in discesa su terreno “sporco” e scivoloso.
Questa calata conduce sull’ennesima forcella con di fronte (o di schiena dal punto di vista della calata) un gendarme che la separa dalla forcella di arrivo della via normale per le Creste delle Pale Grigie.
Dalla forcella di calata, guardando il gendarme si notano subito un paio di chiodi con cordini che segnalano l’inizio della breve esposta traversata verso destra per l’altra forcella.
Prima di concludere la breve traversata, si può seguire una evidente traccia a sinistra che conduce sulla vetta del gendarme roccioso (non ci sono chiodi di aiuto in questa deviazione, ma non è difficile e si arriva in un bel punto di osservazione).
PERCORRENZA CRESTE DELLE PALE GRIGIE O SECONDA PARTE DEL VIÀZ INTEGRALE DELLE PALE GRIGIE
Provenendo dalla prima parte del Viàz Integrale delle Pale Grigie, alla forcella di arrivo della via normale si prosegue diritti verso sud.
L’inizio è “aereo ma non troppo”, si cammina con attenzione e si appoggiano poco le mani per equilibrio nei singoli punti esposti.
In una decina di minuti si arriva al punto chiave delle Creste delle Pale Grigie: bisogna superare due torrioni facendo “uno slalom di cresta” fra i due.
Arrivati al primo torrione si nota subito un chiodo che fa capire che bisogna calarsi verso destra-ovest: un paio di metri sotto si nota bene anche un altro chiodo.
Dunque si scende per un tre metri (più o meno) di dislivello e si prosegue in FORTE ESPOSIZIONE per pochi metri ancora per risalire subito a sinistra su una forcelletta che divide i due torrioni.
Dalla forcelletta si notano un paio di chiodi con cordini (quasi nuovi) che invitano a scendere per un paio di metri (in modo un po’ contorto) per finire sopra una cengetta che ora scorre sul lato est della cresta a completare “lo slalom di cui sopra”.
La cengetta “sorpassa” alla base il secondo torrione e la definirei INFIDA → È STRETTA E MOLTO ESPOSTA: tuttavia ci sono molti chiodi in questo tratto, e in gruppo è facile organizzare (con corda, rinvii e quant’altro serve) una traversata assicurata.
Dopo il tratto chiave si arriva in breve in un punto dove si inizia a scendere su base erbosa sopra due canali-valloni “gemelli” che guardano verso sinistra-est: bisogna prendere il secondo cioè quello di destra guardando in direzione est; già da sopra si notano due grandi bolli rossi nella strettoia in basso (circa 25 metri di dislivello per questa strettoia secondo il GPS).
Passata la strettoia si aggira verso destra la fascia rocciosa e ci si riporta in modo intuitivo sopra la cresta.
Oggi ho seguito bene i bolli rossi in questo tratto, ma si può tagliare anche un po’ più in alto percorrendo così qualche metro in meno di dislivello (poca roba comunque).
Dal punto di risalita in 2/3 minuti si arriva ad un intaglio (sopra una forcelletta) da superare con facile passaggio di roccia: c’è un evidente bollo rosso, e visto che è l’ultimo si può dire che le Creste delle Pale Grigie siano finite qui anche perché poi è tutto facile rispetto a quanto fatto finora.
CHIUSURA DELL’ESCURSIONE PER IL SENTIERO TEMATICO DEI COVOLI IN VAL DI LAMEN
Dall’intaglio con facile passaggio di roccia si risale brevemente sopra il profilo di cresta e si punta il Monte Pafagai che si vede in lontananza più in basso.
Compare una traccia a terra che con attenzione non si dovrebbe mai perdere e si continua fino alla larga Forcella di Val Falomega: qui si scende dalla cresta (ormai dorsale vista la larghezza) verso destra sempre su traccia, e si rientra poco dopo per proseguire (in tratti più boschivi) fino ad immettersi nel Sentiero Tematico dei Covoli in Val di Lamen (alla Forcella dell’Ou o Forcella dell’Orso) – da qui si, come chiusura alternativa, si potrebbe salire in breve alla vetta del Monte Pafagai e poi scendere in Val di Lamen a circa 700 metri di strada sterrata dal parcheggio di partenza.
Oggi sono ritornato al parcheggio seguendo sempre il Sentiero dei Covoli in Val di Lamen, facile e ombreggiato, e tralasciando una possibile scorciatoia nel finale che avrebbe permesso di “disegnare una traccia ad anello perfetto”.
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Il dislivello reale dell’escursione è di circa 900 metri e non oltre 1.100 come indicato nei dati di riepilogo di Wikiloc.
Waypoints
Waypoint
2,471 ft
01 - Parcheggio nell'area pic-nic in località Fornace in Val di Lamen
Waypoint
2,790 ft
02 - Uscita sentiero CAI 815 per Sentiero Tematico Covoli in Val di Lamen
Waypoint
2,968 ft
03 - Bivio fra Sentiero Tematico Covoli in Val di Lamen e sentiero verso il Sass Bianch
Waypoint
3,286 ft
04 - Aggiramento costola ed ingresso nel vallone che conduce al Sass Bianch
Waypoint
3,747 ft
05 - Grande colatoio nero che precede il Sass Bianch
Waypoint
4,478 ft
11 - Forcelletta con bollo rosso verso l'attacco del Viàz Integrale delle Pale Grigie
Waypoint
4,669 ft
16 - Testata uscita ripido canalino nel Viàz Integrale delle Pale Grigie e inizio percorso in cresta
Waypoint
4,679 ft
23 - Gendarme roccioso che separa la forcella di calata dalla forcella della via normale delle Creste delle Pale Grigie
Waypoint
4,634 ft
24 - Forcella di arrivo della via normale di accesso alle Creste delle Pale Grigie
Waypoint
4,660 ft
25 - Inizio tratto chiave nelle Creste delle Pale Grigie o seconda parte del Viàz Integrale delle Pale Grigie
Waypoint
4,644 ft
26 - Punto foto nelle Creste delle Pale Grigie o seconda parte del Viàz Integrale delle Pale Grigie
Waypoint
4,593 ft
27 - Inizio discesa sul vallone destro di un doppio canale erboso rivolto ad est
Waypoint
4,301 ft
28 - Facile saltino roccioso e fine Creste delle Pale Grigie o seconda parte del Viàz Integrale delle Pale Grigie
Waypoint
3,334 ft
30 - Forcella dell'Ou o Forcella dell'Orso e immissione nel Sentiero Tematico dei Covoli in Val di Lamen
Waypoint
3,494 ft
31 - Punto foto verso il Sass Bianch dal Sentiero Tematico dei Covoli in Val di Lamen
Waypoint
3,460 ft
33 - Ripari Alti o Covoi de la Scaléta nel Sentiero Tematico dei Covoli in Val di Lamen
Waypoint
3,454 ft
34 - Punto foto verso il Sass Bianch dal Sentiero Tematico dei Covoli in Val di Lamen
Waypoint
2,913 ft
35 - Facile tratto attrezzato nel Sentiero Tematico dei Covoli in Val di Lamen
Waypoint
3,245 ft
36 - Punto foto verso il Cóvol Strigà dal Sentiero Tematico dei Covoli in Val di Lamen
Waypoint
2,947 ft
37 - Ripari Tomàss o Covol dei Bele nel Sentiero Tematico dei Covoli in Val di Lamen
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