Alpi Feltrine: Viàz delle Fontanìe dalla Pendana di Ramezza, Giazzèra di Ramezza e Sorgente Torrente Stien
near Lasen, Veneto (Italia)
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Itinerary description
Premetto che devo ringraziare l’amico bafiet che ha percorso prima di me questo bell’itinerario, e poi me lo ha segnalato inviandomi pure la sua registrazione GPS.
È un viàz equilibrato nel suo intervallo di difficoltà: non ci sono punte estreme e non ci sono tratti banali.
È lungo, e se percorso con il bel tempo asciutto darà soddisfazione.
Il nome “Fontanìe” fa capire che si attraversano vari punti con sorgenti, rigagnoli e gocciolamenti vari: dunque è inevitabile (almeno a inizio stagione) qualche breve passaggio scivoloso per umidità/bagnato.
Da evitare in periodi di possibile ghiaccio.
Con il rientro per la Giazzèra di Ramezza e la Sorgente del Torrente Stien, diventa un itinerario di gran valore storico.
A Malga Ramezza Alta, c’è una targa muraria con scritto: «In questa malga di Ramezza alta subito dopo l’8 settembre 1943 trovarono rifugio i primi resistenti feltrini. La notte del 30 settembre 1944 per Giazèra, Fontanìe e Ramezza bassa filtrarono indenni attraverso il rastrellamento nemico i partigiani della brigata Gramsci ponendo le basi della liberazione di Feltre il 1 maggio 1945.»
Dunque, “mentre noi ci si diverte per viàz e grotte” c’è stato chi …
**********
La guida di riferimento è “Sentieri e Viaz Riscoperti delle Alpi Feltrine e Val del Mis” (di Aldo de Zordi, Paolo Lovat, Ivan de Zordi e Renato Sperandio).
A mio giudizio ci sono un paio di imprecisioni nei riferimenti che creano più di qualche dubbio sulle linee da seguire.
Però c’è il grande merito di aver reso disponibile questo bel viàz anche con un enorme lavoro di taglio nei mughi.
**********
Questo viàz va inquadrato nel territorio con il Viàz Alto Sopra le Fontanìe – vedi → Alpi Feltrine: Viàz Alto Sopra le Fontanìe dalla Pendana di Ramezza al Passo di Ramezza, e Scalon del Piètena.
Salta subito all’occhio che si potrebbe fare un’andata e ritorno tutta su viàz – sicuramente possibile (iniziano e finiscono praticamente negli stessi punti) ma, a mio giudizio, diventa un po’ troppo lunga, ci vuol tempo per andare in sicurezza su questi terreni.
Meglio due escursioni separate con due finali diversi per differenziarle del tutto.
I due viàz sono collegabili nel vallone-canalino erboso che si trova appena prima (nel senso di percorrenza est→ovest) della Pala delle Fontanìe.
Avvicinamento al Viàz delle Fontanie dal parcheggio del Ponte Grava Bianca in Val di San Martino
Dal ponte di fine tratto transitabile della Val di San Martino, si segue semplicemente il sentiero CAI 803 in direzione di Malga Ramezza Alta.
Cinque minuti prima di arrivare alla malga, e poco sotto i 1.500 metri di quota, si nota a sinistra un ampio prato con grande muro a secco che è quel che resta di una vecchia “pendana”, ovvero il ricovero all'aperto con solo tettoia che fungeva da stalla per le vacche: questo è il punto di uscita dal sentiero.
Dalla Pendana di Ramezza si comincia a traversare verso sud (in pratica si torna indietro) MANTENENDO LA QUOTA: le prime decine di metri sono su prato e poi si entra per qualche altra decina di metri nel bosco.
Non c’è un sentiero ben marcato a terra, ma basta mantenere la quota fino al doppiaggio di una costola poco pronunciata dove inizia un taglio di mughi e dove si nota (sulla sinistra rispetto al taglio) un gran bollo rosso sbiadito su roccia piatta a terra.
Questo è l’inizio del Viàz delle Fontanìe.
Dalla Pendana di Ramezza al bollo rosso, sono circa 110 metri lineari in linea d’aria, probabilmente circa 150 camminati perché, nel seguire la conformazione del terreno, si procede “ad arco”.
Percorrenza del Viàz delle Fontanìe
Dopo il primo breve taglio di mughi, si entra in una zona boschiva da attraversare sempre su traccia di sentierino finendo sotto una bella fascia rocciosa nera con qualche striatura bianca.
Si rimonta sotto fascia trovando quasi subito un piccolo covolo, e si inizia ad andare per bancata-cengia superando subito dopo un altro covolo ben più grande: oggi “doccia inclusa nel prezzo” per i gocciolamenti.
Ora, senza incertezze e in modo vario e scenografico, si prosegue fino alla bella, ariosa ed erbosa Pala delle Fontanìe.
Al canalino erboso che si attraversa appena prima della Pala delle Fontanie si può “saltar su” e collegarsi al Viàz Alto Sopra le Fontanìe (però almeno la prima volta eviterei i collegamenti, è meglio godersi da solo questo percorso).
Si attraversa facilmente, senza traccia precisa, la pala con deviazione obbligatoria alla caratteristica sorgente.
Dopo la pala si entra in un boschetto di faggi dove compare un sentierino e lo si segue in salita fino a dove quasi scompare al doppiaggio di una piccola costola/dorsale.
Qui ho scavalcato la costola con breve saltino in discesa in taglio di mughi; poi verso destra in direzione di uno spigoletto di roccia da aggirare: passaggio stretto ed esposto con buoni appigli; infine provvidenziale breve taglio di mughi enormi che, salendo, riporta in linea di bancata-cengia sotto fascia rocciosa.
(Qui, cancellandolo dalla registrazione GPS, ho provato a cercare un collegamento più in alto con il boschetto di faggi. In effetti ci sono delle tracce decise che ritornano verso i faggi più alti e potrebbero far evitare l’aggiramento esposto dello spigoletto roccioso: bisogna però mettere in conto un 5/10 metri di “full-immersion” nei mughi.)
Ritrovata la bella linea di cengia, serve molta attenzione per uscirne nel punto giusto.
Ora, in successione e sempre sulla linea di cengia:
C’è un salto oltre al più classico dei massi incastrati che ne impediscono la risalita centrale.
Però il fianco sinistro (visto in salita) è svasato e si può risalire su “labile e intelligente” traccia che passa (sfilando un grande covolo) in mezzo ad alcune piccole (altezza d’uomo sì e no) torrette di roccia: infine con breve traverso su traccia più evidente ci si riporta in centro canalone ben sopra il masso incastrato.
(Io ho raggiunto, ammetto per errore, la “forcella ingannevole”, e vale la pena andarci perché è panoramica e perché guardando all’indietro ci si rende ben conto del senso della prosecuzione del viàz.)
Il resto del canale è ripido ma si risale bene su un misto di erba e fondo duro dove si trova sempre l’appoggio per i piedi.
All’uscita in alto si sale ancora abbastanza ripidi in corridoio naturale tra arbusti e mughi con tendenza in leggera diagonale, e si finisce di fronte a un gran bollo rosso.
Al bollo si piega a destra e ben presto inizia un lungo, ma veramente lungo taglio di mughi cha fa rimontare e percorrere una cresta in direzione nord.
La cresta va contro una grande formazione rocciosa e si scende a sinistra, sempre nei tagli, prima di arrivare sotto roccia.
Adesso c’è il finale molto scenografico che scorre sul fianco destro direzione salita (sinistra idrografica) della grande valle che punta in direzione del Passo di Ramezza.
Finiti i tagli di mughi c’è subito l’attraversamento, su roccia sporca di pietrisco, della testata di un primo valloncello-canale.
Poi si continua sempre su tratti di cengia più o meno comoda con qualche altro breve passaggio in testata di canalini secondari che potrebbero essere definiti anche come intagli.
È un leggero saliscendi.
Si arriva al passaggio chiave, segnalato in guida, di una più lunga/larga placca, che ho trovato esposta, abbastanza pulita dal pietrisco e con discreti appigli.
Ho visto tre chiodi di cui il 2° e il 3° con anello.
Nei pressi del 3° chiodo c’era una gran macchia di bagnato che sorgeva dalla roccia, e mi sono alzato sul solido per aggirarla.
Infine sentierino che conduce a un bel terrazzino roccioso su brevissima cengia di pochi metri, e ancora tracce di sentiero fino a raggiungere il centro del larghissimo vallone di salita verso il Passo di Ramezza: qui si può “dichiarare” la fine del Viàz delle Fontanìe.
Chiusura dell’escursione dalla fine del Viàz delle Fontanìe per la Giazzèra o Giazèra di Ramezza e la Sorgente del Torrente Stien
Bisogna risalire la valle pietrosa fin quasi al Passo di Ramezza.
Qui bisogna andare ad intercettare il sentierino, segnato con bolli rossi ed ometti, che sale diretto dalla Pendana di Ramezza.
Dal punto di scollinamento verso la discesa, all’inizio ho tagliato in modo libero verso sinistra sulle dolcissime pendenze della parte alta fino a incrociare un evidentissimo ometto con bollo rosso poco sotto (girandosi all’indietro si vedono altri ometti-bolli del tracciato ufficiale).
In 2/3 minuti di discesa più diretta si finisce alla Giazzèra o Giazèra di Ramezza, la grande grotta che conserva neve e ghiaccio per tutto l’anno, e che ha vissuto pure una breve stagione di magro sfruttamento commerciale: attenzione a non cascare dentro per fare la “bella foto” a neve e ghiaccio.
Poi si seguono sempre ometti e bolli rossi fino al ritorno alla Pendana di Ramezza: inizialmente con varie svolte fra rada vegetazione, poi giù per una ripida pala erbosa, ancora fra tagli di mughi e piccoli fossi naturali, e infine nel boschetto.
Dalla Pendana di Ramezza si ritorna per lo stesso sentiero di salita fino a circa 1.050 metri di quota (è un più o meno perché il GPS non segna quote precisissime sotto il fogliame molto sviluppato nel bosco): qui c’è un evidente ometto in corrispondenza di un sentiero che devia a destra rispetto a quello CAI 803.
Il sentiero si segue facilmente all’inizio in leggera discesa, poi diretto giù su una dorsale e traverso finale fino alla Sorgente del Torrente Stien.
È una sorgente che può sorprendere per la sua forza iniziale.
Dalla sorgente si va ancora su sentierino fino all’immissione nel CAI 812 che scende dal Pian dei Violini, e da qui si rientra al parcheggio.
È un viàz equilibrato nel suo intervallo di difficoltà: non ci sono punte estreme e non ci sono tratti banali.
È lungo, e se percorso con il bel tempo asciutto darà soddisfazione.
Il nome “Fontanìe” fa capire che si attraversano vari punti con sorgenti, rigagnoli e gocciolamenti vari: dunque è inevitabile (almeno a inizio stagione) qualche breve passaggio scivoloso per umidità/bagnato.
Da evitare in periodi di possibile ghiaccio.
Con il rientro per la Giazzèra di Ramezza e la Sorgente del Torrente Stien, diventa un itinerario di gran valore storico.
A Malga Ramezza Alta, c’è una targa muraria con scritto: «In questa malga di Ramezza alta subito dopo l’8 settembre 1943 trovarono rifugio i primi resistenti feltrini. La notte del 30 settembre 1944 per Giazèra, Fontanìe e Ramezza bassa filtrarono indenni attraverso il rastrellamento nemico i partigiani della brigata Gramsci ponendo le basi della liberazione di Feltre il 1 maggio 1945.»
Dunque, “mentre noi ci si diverte per viàz e grotte” c’è stato chi …
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La guida di riferimento è “Sentieri e Viaz Riscoperti delle Alpi Feltrine e Val del Mis” (di Aldo de Zordi, Paolo Lovat, Ivan de Zordi e Renato Sperandio).
A mio giudizio ci sono un paio di imprecisioni nei riferimenti che creano più di qualche dubbio sulle linee da seguire.
Però c’è il grande merito di aver reso disponibile questo bel viàz anche con un enorme lavoro di taglio nei mughi.
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Questo viàz va inquadrato nel territorio con il Viàz Alto Sopra le Fontanìe – vedi → Alpi Feltrine: Viàz Alto Sopra le Fontanìe dalla Pendana di Ramezza al Passo di Ramezza, e Scalon del Piètena.
Salta subito all’occhio che si potrebbe fare un’andata e ritorno tutta su viàz – sicuramente possibile (iniziano e finiscono praticamente negli stessi punti) ma, a mio giudizio, diventa un po’ troppo lunga, ci vuol tempo per andare in sicurezza su questi terreni.
Meglio due escursioni separate con due finali diversi per differenziarle del tutto.
I due viàz sono collegabili nel vallone-canalino erboso che si trova appena prima (nel senso di percorrenza est→ovest) della Pala delle Fontanìe.
Avvicinamento al Viàz delle Fontanie dal parcheggio del Ponte Grava Bianca in Val di San Martino
Dal ponte di fine tratto transitabile della Val di San Martino, si segue semplicemente il sentiero CAI 803 in direzione di Malga Ramezza Alta.
Cinque minuti prima di arrivare alla malga, e poco sotto i 1.500 metri di quota, si nota a sinistra un ampio prato con grande muro a secco che è quel che resta di una vecchia “pendana”, ovvero il ricovero all'aperto con solo tettoia che fungeva da stalla per le vacche: questo è il punto di uscita dal sentiero.
Dalla Pendana di Ramezza si comincia a traversare verso sud (in pratica si torna indietro) MANTENENDO LA QUOTA: le prime decine di metri sono su prato e poi si entra per qualche altra decina di metri nel bosco.
Non c’è un sentiero ben marcato a terra, ma basta mantenere la quota fino al doppiaggio di una costola poco pronunciata dove inizia un taglio di mughi e dove si nota (sulla sinistra rispetto al taglio) un gran bollo rosso sbiadito su roccia piatta a terra.
Questo è l’inizio del Viàz delle Fontanìe.
Dalla Pendana di Ramezza al bollo rosso, sono circa 110 metri lineari in linea d’aria, probabilmente circa 150 camminati perché, nel seguire la conformazione del terreno, si procede “ad arco”.
Percorrenza del Viàz delle Fontanìe
Dopo il primo breve taglio di mughi, si entra in una zona boschiva da attraversare sempre su traccia di sentierino finendo sotto una bella fascia rocciosa nera con qualche striatura bianca.
Si rimonta sotto fascia trovando quasi subito un piccolo covolo, e si inizia ad andare per bancata-cengia superando subito dopo un altro covolo ben più grande: oggi “doccia inclusa nel prezzo” per i gocciolamenti.
Ora, senza incertezze e in modo vario e scenografico, si prosegue fino alla bella, ariosa ed erbosa Pala delle Fontanìe.
Al canalino erboso che si attraversa appena prima della Pala delle Fontanie si può “saltar su” e collegarsi al Viàz Alto Sopra le Fontanìe (però almeno la prima volta eviterei i collegamenti, è meglio godersi da solo questo percorso).
Si attraversa facilmente, senza traccia precisa, la pala con deviazione obbligatoria alla caratteristica sorgente.
Dopo la pala si entra in un boschetto di faggi dove compare un sentierino e lo si segue in salita fino a dove quasi scompare al doppiaggio di una piccola costola/dorsale.
Qui ho scavalcato la costola con breve saltino in discesa in taglio di mughi; poi verso destra in direzione di uno spigoletto di roccia da aggirare: passaggio stretto ed esposto con buoni appigli; infine provvidenziale breve taglio di mughi enormi che, salendo, riporta in linea di bancata-cengia sotto fascia rocciosa.
(Qui, cancellandolo dalla registrazione GPS, ho provato a cercare un collegamento più in alto con il boschetto di faggi. In effetti ci sono delle tracce decise che ritornano verso i faggi più alti e potrebbero far evitare l’aggiramento esposto dello spigoletto roccioso: bisogna però mettere in conto un 5/10 metri di “full-immersion” nei mughi.)
Ritrovata la bella linea di cengia, serve molta attenzione per uscirne nel punto giusto.
Ora, in successione e sempre sulla linea di cengia:
- Roccetta scivolosa in discesa con l’aiuto di un cordino fisso annodato.
- Placca da salire non difficile ma oggi bagnatissima e scivolosissima: si può evitare dove ci sono dei piccoli gradini su fondo duro dal lato della placca che si innesta nei mughi.
- Buon tratto fino a una prima evidente piccola forcella da dove ben si nota in avanti una “ingannevole” forcella più grande.
- Arrivo all’aggiramento di una costola dalle sembianze di forcella: nella guida è definita “forcella”; si scende su breve salto di roccette dove serve attenzione → c’è un chiodo con anello.
- Prosecuzione verso la forcella ingannevole, che inganna e “attrae con forza” perché c’è una bellissima e larga diagonale in salita di cengia per raggiungerla, ma … non è da raggiungere.
C’è un salto oltre al più classico dei massi incastrati che ne impediscono la risalita centrale.
Però il fianco sinistro (visto in salita) è svasato e si può risalire su “labile e intelligente” traccia che passa (sfilando un grande covolo) in mezzo ad alcune piccole (altezza d’uomo sì e no) torrette di roccia: infine con breve traverso su traccia più evidente ci si riporta in centro canalone ben sopra il masso incastrato.
(Io ho raggiunto, ammetto per errore, la “forcella ingannevole”, e vale la pena andarci perché è panoramica e perché guardando all’indietro ci si rende ben conto del senso della prosecuzione del viàz.)
Il resto del canale è ripido ma si risale bene su un misto di erba e fondo duro dove si trova sempre l’appoggio per i piedi.
All’uscita in alto si sale ancora abbastanza ripidi in corridoio naturale tra arbusti e mughi con tendenza in leggera diagonale, e si finisce di fronte a un gran bollo rosso.
Al bollo si piega a destra e ben presto inizia un lungo, ma veramente lungo taglio di mughi cha fa rimontare e percorrere una cresta in direzione nord.
La cresta va contro una grande formazione rocciosa e si scende a sinistra, sempre nei tagli, prima di arrivare sotto roccia.
Adesso c’è il finale molto scenografico che scorre sul fianco destro direzione salita (sinistra idrografica) della grande valle che punta in direzione del Passo di Ramezza.
Finiti i tagli di mughi c’è subito l’attraversamento, su roccia sporca di pietrisco, della testata di un primo valloncello-canale.
Poi si continua sempre su tratti di cengia più o meno comoda con qualche altro breve passaggio in testata di canalini secondari che potrebbero essere definiti anche come intagli.
È un leggero saliscendi.
Si arriva al passaggio chiave, segnalato in guida, di una più lunga/larga placca, che ho trovato esposta, abbastanza pulita dal pietrisco e con discreti appigli.
Ho visto tre chiodi di cui il 2° e il 3° con anello.
Nei pressi del 3° chiodo c’era una gran macchia di bagnato che sorgeva dalla roccia, e mi sono alzato sul solido per aggirarla.
Infine sentierino che conduce a un bel terrazzino roccioso su brevissima cengia di pochi metri, e ancora tracce di sentiero fino a raggiungere il centro del larghissimo vallone di salita verso il Passo di Ramezza: qui si può “dichiarare” la fine del Viàz delle Fontanìe.
Chiusura dell’escursione dalla fine del Viàz delle Fontanìe per la Giazzèra o Giazèra di Ramezza e la Sorgente del Torrente Stien
Bisogna risalire la valle pietrosa fin quasi al Passo di Ramezza.
Qui bisogna andare ad intercettare il sentierino, segnato con bolli rossi ed ometti, che sale diretto dalla Pendana di Ramezza.
Dal punto di scollinamento verso la discesa, all’inizio ho tagliato in modo libero verso sinistra sulle dolcissime pendenze della parte alta fino a incrociare un evidentissimo ometto con bollo rosso poco sotto (girandosi all’indietro si vedono altri ometti-bolli del tracciato ufficiale).
In 2/3 minuti di discesa più diretta si finisce alla Giazzèra o Giazèra di Ramezza, la grande grotta che conserva neve e ghiaccio per tutto l’anno, e che ha vissuto pure una breve stagione di magro sfruttamento commerciale: attenzione a non cascare dentro per fare la “bella foto” a neve e ghiaccio.
Poi si seguono sempre ometti e bolli rossi fino al ritorno alla Pendana di Ramezza: inizialmente con varie svolte fra rada vegetazione, poi giù per una ripida pala erbosa, ancora fra tagli di mughi e piccoli fossi naturali, e infine nel boschetto.
Dalla Pendana di Ramezza si ritorna per lo stesso sentiero di salita fino a circa 1.050 metri di quota (è un più o meno perché il GPS non segna quote precisissime sotto il fogliame molto sviluppato nel bosco): qui c’è un evidente ometto in corrispondenza di un sentiero che devia a destra rispetto a quello CAI 803.
Il sentiero si segue facilmente all’inizio in leggera discesa, poi diretto giù su una dorsale e traverso finale fino alla Sorgente del Torrente Stien.
È una sorgente che può sorprendere per la sua forza iniziale.
Dalla sorgente si va ancora su sentierino fino all’immissione nel CAI 812 che scende dal Pian dei Violini, e da qui si rientra al parcheggio.
Waypoints
Waypoint
1,816 ft
01 - Parcheggio alla fine del tratto transitabile in Val di San Martino
Waypoint
4,754 ft
03 - Inizio Viàz delle Fontanìe con bollo rosso su roccia piatta a terra prima di taglio di mughi
Waypoint
4,692 ft
04 - Inizio fascia rocciosa nera dopo il primo tratto boschivo nel Viàz delle Fontanìe
Waypoint
5,153 ft
12 - Scavalcanmento piccola costola-dorsale del bosco di faggi nel Viàz delle Fontanìe
Waypoint
5,243 ft
18 - Seconda e PICCOLA forcella su costola nel tratto sud-ovest del Viàz delle Fontanìe
Waypoint
5,340 ft
19 - Terza ed EVIDENTISSIMA forcella CHE NON FA PARTE del tratto sud-ovest del Viàz delle Fontanìe
Waypoint
5,311 ft
20 - Punto foto verso il canalone di uscita dal tratto sud-ovest del Viàz delle Fontanìe
Waypoint
5,410 ft
22 - Punto foto nel canalone di uscita dal tratto sud-ovest del Viàz delle Fontanìe
Waypoint
5,507 ft
23 - Punto foto dopo la testa del canalone di uscita dal tratto sud-ovest del Viàz delle Fontanìe
Waypoint
5,864 ft
30- Larga placca esposta con chiodi di assicurazione lungo il lato ovest del Viàz delle Fontanìe
Waypoint
5,955 ft
33 - Fine del Viàz delle Fontanìe e inizio risalita verso la zona del Passo di Ramezza
Waypoint
5,611 ft
37 - Ripido erboso scendendo dalla Giazzèra o Giazèra di Ramezza verso la Pendana di Ramezza
Waypoint
3,461 ft
39 - Bivio con ometto nel sentiero CAI 803: seguire a destra in discesa per la Sorgente del Torrente Stien
Waypoint
2,750 ft
41 - Immissione nel sentiero CAI 812 in discesa dalla Sorgente del Torrente Stien
Comments (3)
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Ciao zio Mario sono sempre affascinato dai tuoi percorsi e volevo chiederti
:sono un esperto escursionista ben allenato ma non ho mai fatto viaz
Conosci guide alpine che accompagnano clienti in queste avventure perché mi piacerebbe provare anche con qualcosa di più semplice di quelli proposti da te
Grazie per una tua risposta
Sei veramente in gamba ..
Intanto grazie per i complimenti.
Non conosco direttamente delle guide che accompagnano o organizzano gite specifiche per viàz/cenge.
Però, visto che le guide (valutate le capacità) ti portano dove vuoi, basta chiedere nelle zone dove sono più numerosi gli itinerari stile viàz.
La maggior parte dei più significativi che ho fatto io è in zona Feltre o Val di Zoldo (qualcosa in agordino e altro).
Dunque partirei contattando o il CAI Feltre o il CAI Val di Zoldo.
Aldo De Zordi, autore di un paio di libri che cito spesso, è guida alpina ma non ho suoi riferimenti diretti: puoi provare a chiedere al CAI Feltre, ma non so se De Zordi esercita ancora la professione.
Un sito dove ho trovato una bella relazione per due dei viàz più famosi è http://www.zoldoclub.it/index.html, e l’ho citato nelle mie relazioni su Wikiloc: puoi provare a scrivere anche a loro.
Una buona soluzione può essere la pagina facebook “Amici dei Monti del Sole ,Val del Mis, Pizzocco”: io non ho account facebook, ma conosco alcuni che sono molto attivi in quel gruppo, e lì puoi chiedere e trovare qualche dritta o compagno informato – quella è una zona ad ALTISSIMA DENSITÀ di cenge/viàz.
Spero di esserti stato utile.
Ti auguro una grande stagione di escursioni!
Grazie mille x le info
Continuerò a seguirti con una certa "invidia"....
Ciao