Alpi Feltrine: Viàz del Tavernàz da Zorzoi di Sovramonte
near Zorzoi, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Il Viàz del Tavernaz è un sentiero che raggiunge da due lati il Posto di Sorveglianza Forestale Tavernazzo, vale a dire la ex Malga Tavernazzo o Bivacco Tavernaz.
Con le stradette di collegamento si percorre un anello che, a mio giudizio, si può fare in tutti e due i sensi.
L’unico problema è che nei pressi della ex Malga Tavernazzo ci sono vari grossi alberi schiantati dalla Tempesta Vaia di fine 2018: si possono aggirare facilmente, ma di fatto occultano per bene le tracce a terra dei primi metri di discesa delle due direttrici (specialmente quella che oggi ho fatto in salita).
Dunque, può essere che si perda tempo a trovare l’imbocco della discesa se non si è mai fatta in salita.
In questo caso la traccia GPS può aiutare un po’ visto che nei pressi della ex malga il GPS riceve abbastanza bene; nelle strette vallette più in basso il segnale è scadente … ma sarà ben difficile decidere di uscire dalla traccia del sentiero! 😊
Nell’itinerario Alpi Feltrine: Malga Tavernazzo, Bosco Schenèr, Malga Agnerola, Monte Vallazza e Bivacco Le Prese da Moline in Val Cismon avevo affrontato in salita la discesa odierna dalla ex Malga Tavernazzo, e se si sovrappongono le due registrazioni si noteranno vari scarti.
I segnavia (a parte gli originali vecchissimi e sbiaditissimi bolli rossi) sono a bande bianco-rosse (doppie o triple) più qualche piccola tabella plasticata sempre bianco-rossa con scritta “Biv. TAVERNAZ”.
Il Viàz del Tavernàz è mappato con questo nome anche sulle mappe OpenMTBMap.
Salita da ovest a Malga Tavernazzo per il Viàz del Tavernàz
L’avvicinamento è facilissimo: si parte da Zorzoi seguendo le stradette (asfalto fino a Bettola) della Via dello Schenèr con i segnavia bianco-azzurri.
Dopo l’ormai invisibile rudere del Castello dello Schenèr, si scende sempre su stradetta fino all’impluvio del Torrente Rosna: qui a sinistra continua la Via dello Schenèr e a destra inizia il sentiero del Viàz del Tavernàz con grande scritta più freccia rossa su roccia.
Dopo quasi 100 metri di larga mulattiera bisogna risalire un breve salto di terra franosa sulla sinistra: c’è un evidente segnavia e oggi c’era pure una comoda corda rossa di nylon che ha evitato le classiche prese sugli arbusti.
Da qui è tutto stretto sentiero quasi sempre ben marcato a terra, e con più segnavia della parte oggi affrontata in discesa.
Fino a poco prima del valloncello finale di uscita, ci sono un paio di punti con vecchi e grandi alberi schiantati a terra che con un minimo di ragionamento si possono aggirare senza rischi per sé e per il proprio abbigliamento.
Di passaggio c’è qualche breve cavetto di acciaio che funge da corrimano nei pochi metri esposti con notevole profondità.
Nel valloncello finale si notano le conseguenze della Tempesta Vaia, ma si notano anche le tracce di bipedi e quadrupedi che sono già passati.
Inizialmente sono stato a destra direzione salita; poi ho tagliato tutto a sinistra fin sotto la bianca fascia rocciosa che sta da quel lato passando sotto un paio di tronchi che lasciavano spazio; infine ho seguito da vicino la fascia rocciosa fino a ritrovare il sentiero che in quel punto esce dal vallone verso sinistra con impronta molto larga ed evidente.
Usciti dal valloncello c’è un tratto libero e si arriva in breve a Malga Tavernazzo evitando verso destra senza problemi qualche altro schianto appena prima della malga.
Discesa a est da Malga Tavernazzo per il Viàz del Tavernàz
L’inizio è un lungo traverso più o meno in direzione sud-est e in leggera discesa fino al riattraversamento dell’impluvio del Torrente Rosna.
Anche in questo lungo traverso c’è qualche albero abbattuto che costringe a brevi aggiramenti o a qualche “passo del gatto”.
Poco dopo metà traverso, c’è l’unico gruppo di tronchi che non conviene “affrontare direttamente”: con 30/50 metri circa di percorrenza lineare dal lato verso monte si risolve anche questa.
Non ci sono acrobazie da fare, ma bisogna stare attenti a non perdere la “connessione mentale” su dove può proseguire la traccia che si abbandona quando scompare sotto un albero abbattuto.
Dopo il Torrente Rosna il sentierino è più esposto; lungo questo tratto si dovrebbe individuare una statuetta di Sant’Antonio incassata nella roccia con la novità (mai visto nei miei precedenti passaggi) di una piccola piantana con lampada a led e mini pannello solare; dopo un ultimo isolato albero abbattuto che conviene aggirare dal lato valle, si arriva in testata di un ripido vallone boschivo dove il sentiero è ben marcato e senza problemi di esposizione.
Si arriva a una forcelletta che anticipa un secondo e più breve ripido su fondo per lo più di roccette sporche di sassolini: serve più attenzione perché fino a pochi metri prima le scarpe facevano buona presa, ma qui no.
Alla base del ripido si piega a sinistra e si arriva in breve all’attraversamento di un ruscello boschivo che scorre su pietre nere MOLTO scivolose: la stretta base di passaggio è piatta MA È MOLTO SCIVOLOSA.
Subito dopo c’è una piccola rampa che introduce su traccia nettamente migliore per un lungo traverso ora in direzione sud-ovest.
Però la traccia buona, come spesso capita, in almeno tre punti attraversa dei valloni boschivi dove quasi scompare per pochissimi metri su terreno franoso: pochi passi, ma non si deve andare troppo rilassati, non è scontato fermarsi se si scivola.
In questo modo si arriva alla fine est del Viàz del Tavernaz in corrispondenza della dorsale di Costa della Fratta, dove si ritrovano altre stradette che riportano verso Bettola e Zorzoi.
Nota finale
Il Viàz del Tavernàz non è un sentiero per principianti.
Un escursionista di buon livello si può divertire senza preoccupazioni se il terreno è PERFETTAMENTE ASCIUTTO.
Il Viàz del Tavernàz è quasi infotografabile per la sua natura contorta e per l’ambiente chiuso in cui si sviluppa, ma è un’ottima passeggiata in sé come tecnica, e va benissimo per iniziare a rifarsi l’occhio su sentieri selvaggi dopo un lungo periodo di fermo, e prima di lanciarsi su itinerari più difficili.
Con le stradette di collegamento si percorre un anello che, a mio giudizio, si può fare in tutti e due i sensi.
L’unico problema è che nei pressi della ex Malga Tavernazzo ci sono vari grossi alberi schiantati dalla Tempesta Vaia di fine 2018: si possono aggirare facilmente, ma di fatto occultano per bene le tracce a terra dei primi metri di discesa delle due direttrici (specialmente quella che oggi ho fatto in salita).
Dunque, può essere che si perda tempo a trovare l’imbocco della discesa se non si è mai fatta in salita.
In questo caso la traccia GPS può aiutare un po’ visto che nei pressi della ex malga il GPS riceve abbastanza bene; nelle strette vallette più in basso il segnale è scadente … ma sarà ben difficile decidere di uscire dalla traccia del sentiero! 😊
Nell’itinerario Alpi Feltrine: Malga Tavernazzo, Bosco Schenèr, Malga Agnerola, Monte Vallazza e Bivacco Le Prese da Moline in Val Cismon avevo affrontato in salita la discesa odierna dalla ex Malga Tavernazzo, e se si sovrappongono le due registrazioni si noteranno vari scarti.
I segnavia (a parte gli originali vecchissimi e sbiaditissimi bolli rossi) sono a bande bianco-rosse (doppie o triple) più qualche piccola tabella plasticata sempre bianco-rossa con scritta “Biv. TAVERNAZ”.
Il Viàz del Tavernàz è mappato con questo nome anche sulle mappe OpenMTBMap.
Salita da ovest a Malga Tavernazzo per il Viàz del Tavernàz
L’avvicinamento è facilissimo: si parte da Zorzoi seguendo le stradette (asfalto fino a Bettola) della Via dello Schenèr con i segnavia bianco-azzurri.
Dopo l’ormai invisibile rudere del Castello dello Schenèr, si scende sempre su stradetta fino all’impluvio del Torrente Rosna: qui a sinistra continua la Via dello Schenèr e a destra inizia il sentiero del Viàz del Tavernàz con grande scritta più freccia rossa su roccia.
Dopo quasi 100 metri di larga mulattiera bisogna risalire un breve salto di terra franosa sulla sinistra: c’è un evidente segnavia e oggi c’era pure una comoda corda rossa di nylon che ha evitato le classiche prese sugli arbusti.
Da qui è tutto stretto sentiero quasi sempre ben marcato a terra, e con più segnavia della parte oggi affrontata in discesa.
Fino a poco prima del valloncello finale di uscita, ci sono un paio di punti con vecchi e grandi alberi schiantati a terra che con un minimo di ragionamento si possono aggirare senza rischi per sé e per il proprio abbigliamento.
Di passaggio c’è qualche breve cavetto di acciaio che funge da corrimano nei pochi metri esposti con notevole profondità.
Nel valloncello finale si notano le conseguenze della Tempesta Vaia, ma si notano anche le tracce di bipedi e quadrupedi che sono già passati.
Inizialmente sono stato a destra direzione salita; poi ho tagliato tutto a sinistra fin sotto la bianca fascia rocciosa che sta da quel lato passando sotto un paio di tronchi che lasciavano spazio; infine ho seguito da vicino la fascia rocciosa fino a ritrovare il sentiero che in quel punto esce dal vallone verso sinistra con impronta molto larga ed evidente.
Usciti dal valloncello c’è un tratto libero e si arriva in breve a Malga Tavernazzo evitando verso destra senza problemi qualche altro schianto appena prima della malga.
Discesa a est da Malga Tavernazzo per il Viàz del Tavernàz
L’inizio è un lungo traverso più o meno in direzione sud-est e in leggera discesa fino al riattraversamento dell’impluvio del Torrente Rosna.
Anche in questo lungo traverso c’è qualche albero abbattuto che costringe a brevi aggiramenti o a qualche “passo del gatto”.
Poco dopo metà traverso, c’è l’unico gruppo di tronchi che non conviene “affrontare direttamente”: con 30/50 metri circa di percorrenza lineare dal lato verso monte si risolve anche questa.
Non ci sono acrobazie da fare, ma bisogna stare attenti a non perdere la “connessione mentale” su dove può proseguire la traccia che si abbandona quando scompare sotto un albero abbattuto.
Dopo il Torrente Rosna il sentierino è più esposto; lungo questo tratto si dovrebbe individuare una statuetta di Sant’Antonio incassata nella roccia con la novità (mai visto nei miei precedenti passaggi) di una piccola piantana con lampada a led e mini pannello solare; dopo un ultimo isolato albero abbattuto che conviene aggirare dal lato valle, si arriva in testata di un ripido vallone boschivo dove il sentiero è ben marcato e senza problemi di esposizione.
Si arriva a una forcelletta che anticipa un secondo e più breve ripido su fondo per lo più di roccette sporche di sassolini: serve più attenzione perché fino a pochi metri prima le scarpe facevano buona presa, ma qui no.
Alla base del ripido si piega a sinistra e si arriva in breve all’attraversamento di un ruscello boschivo che scorre su pietre nere MOLTO scivolose: la stretta base di passaggio è piatta MA È MOLTO SCIVOLOSA.
Subito dopo c’è una piccola rampa che introduce su traccia nettamente migliore per un lungo traverso ora in direzione sud-ovest.
Però la traccia buona, come spesso capita, in almeno tre punti attraversa dei valloni boschivi dove quasi scompare per pochissimi metri su terreno franoso: pochi passi, ma non si deve andare troppo rilassati, non è scontato fermarsi se si scivola.
In questo modo si arriva alla fine est del Viàz del Tavernaz in corrispondenza della dorsale di Costa della Fratta, dove si ritrovano altre stradette che riportano verso Bettola e Zorzoi.
Nota finale
Il Viàz del Tavernàz non è un sentiero per principianti.
Un escursionista di buon livello si può divertire senza preoccupazioni se il terreno è PERFETTAMENTE ASCIUTTO.
Il Viàz del Tavernàz è quasi infotografabile per la sua natura contorta e per l’ambiente chiuso in cui si sviluppa, ma è un’ottima passeggiata in sé come tecnica, e va benissimo per iniziare a rifarsi l’occhio su sentieri selvaggi dopo un lungo periodo di fermo, e prima di lanciarsi su itinerari più difficili.
Waypoints
Waypoint
2,086 ft
01 - Parcheggio di fronte alla fermata autobus all'ingresso di Zorzoi
Waypoint
2,275 ft
02 - Località Bettola e bivio andata-ritorno
Waypoint
2,374 ft
03 - Località Castello di Schenèr
Waypoint
2,201 ft
05 - Risalita breve terrapieno friabile con corda di aiuto lungo il Viàz del Tavernàz
Waypoint
3,291 ft
10 - Punto foto al ritorno lungo il Viàz del Tavernàz poco prima dell'inizio di un ripido in discesa
Waypoint
2,907 ft
12 - Passaggio scivoloso su rocce viscide di un ruscello boschivo lungo il Viàz del Tavernàz
Waypoint
2,661 ft
14 - Fine del sentiero denominato Viàz del Tavernàz e inizio rientro per stradette varie
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