Alpi Feltrine: salita al Magheron o Masieron e successivo anello per la Cascata Acqua Caent dal Passo Croce d’Aune
near Passo Croce d'Aune, Veneto (Italia)
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Trail photos
Itinerary description
Itinerario ad anello che fa il giro completo del Magheron o Masieron, ovvero la panoramica cima che da nord-est “sorveglia” il Passo Croce d’Aune.
La guida di riferimento è: “Sentieri e Viaz Riscoperti delle Alpi Feltrine e Val del Mis” (di Aldo de Zordi, Paolo Lovat, Ivan de Zordi e Renato Sperandio).
Rispetto alla proposta della guida ho aggiunto la deviazione per la vetta.
Una caratteristica da tener presente è che lungo la “parte più selvaggia” (che inizia dalla Forcella Nord del Magheron) di fatto non ci sono i soliti ometti o rami tagliati che aiutano in questo tipo di itinerari.
Compare qualche aiutino nel tecnicamente facile finale di raccordo verso il Passo Croce d’Aune.
La parte più tecnica centrale segue una serie di canali-valloni collegati da piccole forcelle e tratti “stile viàz” di sentierini-tracce, con qualche breve discontinuità dove serve attenzione per non finire fuori linea ed affrontare poi recuperi faticosi.
Spettacolare il salto della Cascata Acqua Caent anche con poca portata d’acqua come in questo giro di inizio novembre – meriterebbe una visita nel periodo del disgelo: per capire basta osservarla … con il binocolo da vari punti delle Pale Grigie dall’altro lato della Val di Lamen.
Consiglio di infilare nello zaino i ramponcini forestali o ramponcini da prato o “Fer da tac”: visto il tipo di tracciato molto vario che cambia spesso fondo, è difficile dire prima dove si useranno, ma da qualche parte si useranno.
Salita al Magheron o Masieron e avanzamento fino alla Forcella Nord del Magheron
Dal Passo Croce d’Aune si segue semplicemente il solito sentiero CAI 801 che va verso il Rifugio dal Piaz.
Poco oltre i 1.600 metri di quota il sentiero si immette, eseguendo un tornante verso sinistra, per un tratto sulla stradetta ciclabile che sale al rifugio.
Il punto di immissione è quasi esattamente ad ovest della vetta del Magheron, e per raggiungerla bisogna risalire il RIPIDO pendio prativo che sta sul lato a monte della stradetta – qui ho calzato i ramponcini per faticare meno e perché, essendo esposto ad ovest, c’era ancora la brina del mattino.
Dopo un primo tratto più o meno sulla massima pendenza, si evitano verso sinistra un paio di formazioni rocciose e poi si segue la dorsale fino al paletto di vetta.
Dalla vetta, per andare più direttamente verso la Forcella Nord del Magheron, si torna indietro qualche metro e si scende per la dorsale nord-ovest.
Quasi subito compare una traccia nell’erba, che poi diventa sentierino puntando verso una mini-forcelletta sotto una fascia rocciosa.
Dalla forcelletta si continua a sinistra sotto la fascia rocciosa dove ho visto anche un paio di rami tagliati di segnalazione lungo il sentierino.
Si arriva così all’immissione nella ben nota scorciatoia del CAI 801 detta “Il Calvario”, e con una sessantina di metri di dislivello di salita si arriva alla Forcella Nord del Magheron dove si abbandona il tracciato CAI.
(Da questa forcella inizia anche l’itinerario → Alpi Feltrine: Viàz del Cóvol Strigà e prima parte del Cordín delle Vette dal Passo Croce d’Aune).
Dalla Forcella Nord del Magheron alla Cascata Acqua Caent
Dalla Forcella Nord del Magheron si inizia in discesa verso est per il grande e ripido “imbuto” per lo più prativo, ma con tratti a fondo roccioso e varie coste che creano dei canali separati.
La forcella è tutta a destra dell’imbuto, mentre il lato sinistro è delimitato dai torrioni dove in basso c’è il Cóvol Strigà.
Bisogna andare proprio a sfiorare di lato il Cóvol Strigà verso sinistra, ma si inizia la discesa tutto sulla destra.
******************************
A inizio stagione estiva questo canale di destra direzione discesa potrebbe presentare ancora degli accumuli di neve.
Nel caso bisogna stare verso il centro dell’imbuto.
Nel dubbio, è possibile osservare preventivamente il pendio da vari punti della Val di Lamen / Pale Grigie.
******************************
Il canale secondario di destra dell’imbuto è quasi tutto a fondo erboso con vari radi arbusti, e bisogna scendere per circa 115/120 metri di dislivello per traversare a sinistra (prima di un “quasi salto”) e portarsi una trentina di metri sotto il Cóvol Strigà: qui, come da registrazione GPS, ho risalito fino alla base del covolo (dove non si entra in assetto escursionistico) per scattare qualche foto.
Da sotto il Cóvol Strigà si è nel “cannello” inferiore dell’imbuto, ovvero un canale a questo punto unico.
Si scende in questo canale per circa una settantina di metri di dislivello (dipende da come si è traversato più in alto) fino alla fine della fascia rocciosa di sinistra, e si esce a sinistra sfruttando un camminamento-cengia di pochi metri dove serve ATTENZIONE.
Appena girato l’angolo si nota lo spigoletto di roccia strapiombante citato in guida (sembra un “doppio becco”), e inizia un bel tratto di “viàz” su traccia continua sotto una bella lastronata rocciosa.
Qui la guida indica di seguire la traccia attraversando due canali prima di salire su uno spigolo.
In realtà io ho notato un solo canale appena prima dello spigolo.
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Qui i termini “spigolo” utilizzati dalla guida hanno due significati: 1) sporgenza rocciosa da una fascia verticale; 2) affilata e ripida costa del pendio.
******************************
Comunque si avanza in discesa per poco più di 150 metri in linea d’aria, e si attraversa il canale che si imbocca con qualche passo poco stabile.
Oltre il canale, la risalita allo spigolo è su una RIPIDISSIMA costa erbosa, e lo spigolo stesso è a fondo erboso che si risale per pochi metri fino a entrare in un vallone di bosco coprente: quasi tutti faggi con qualche abete.
Il vallone scende verso est e bisogna stare tendenzialmente verso destra, perché dopo circa 90 metri di dislivello (dipende dal punto esatto in cui si entra) c’è il salto e si esce per una comoda forcelletta verso destra in direzione più o meno sud / sud-est.
Qui inizia un altro vallone in bosco rado con qualche apertura prativa, e si scende stando più verso sinistra tenendo d’occhio la comparsa di una fascia rocciosa.
Dopo una settantina di metri di dislivello, c’è una selletta sulla sinistra che immette facilmente in un vallone parallelo nuovamente di bosco coprente, e ci si cala dentro svariati metri sotto la fascia rocciosa di cui sopra.
Ora si continua a scendere per almeno un centinaio di metri di dislivello in questo terzo vallone, e si gira verso destra intorno alla fine della fascia-costa rocciosa di destra per uscire: la quota di inizio uscita è più o meno tra i 1.300 e 1.320 metri, ma è variabile perché ci sono più tracce discontinue di animali e il pendio è arrotondato lasciando spazio a più interpretazioni.
Adesso ci sono oltre 200 metri in linea d’aria di traverso verso sud-ovest per arrivare alla base della Cascata Acqua Caent.
La guida indica che la Cascata Acqua Caent è 50 metri più in basso come quota rispetto all’inizio del traverso (1.250 contro 1.300) ma alla fine io ho rilevato praticamente la stessa quota.
Non c’è un sentierino unico in questo traverso, e bisogna sfruttare le varie tracce di animali parallele e discontinue che si trovano.
Io sono stato un po’ basso pensando ai 50 metri in meno della Cascata Acqua Caent e ho dovuto risalire qualche metro alla fine.
Si entra alla base della cascata su traccia con qualche passo esposto poco dopo aver attraversato una “lingua” di ghiaie indurite.
Chiusura anello dalla Cascata Acqua Caent
Dopo l’attraversamento del canale della cascata inizia una traccia in leggera salita diagonale che va ad aggirare la costa del pendio successivo (circa 100 metri di camminamento).
Aggirata la costa la traccia termina e bisogna risalire il ripido boschivo per 60/70 metri di dislivello fino alla base della fascia rocciosa sovrastante.
Qui, come spesso capita, emerge un sentierino-camminamento abbastanza evidente e lo si segue verso sinistra-sud.
Dopo un po’ il sentierino si stacca di qualche metro dalla fascia rocciosa e serve concentrazione per seguirlo e non dover faticare fuori traccia.
Si attraversa un canale e con una piega a sinistra in direzione sud-est si arriva su una selletta con mini-pulpito panoramico di fronte che sta sopra un torrioncino roccioso.
Dalla selletta si continua ancora verso sud su tracce più difficiline da individuare, e si arriva in un largo canale svariati metri sotto due evidentissimi e imponenti torrioni rocciosi.
Qui c’è della ramaglia a terra che confonde, ma risalendo pochi metri in direzione dei torrioni ho ritrovato una discreta traccia.
Ora il sentierino, nel bosco coprente di alto fusto, migliora e ho individuato addirittura qualche ramo tagliato di segnalazione e un paio di piccoli ma brillanti bolli rossi.
La direzione è sud-est, e il sentiero esce dal bosco di alto fusto con un arco verso sud e subito dopo sud-ovest.
Si entra infine in “zone erbose” secondo la guida, ma nel frattempo sono ricresciuti molti arbusti che confondono le idee.
In mezzo agli arbusti ho notato ancora qualche rametto tagliato, ma alla fine ho semplicemente seguito con tendenza leggera discesa i corridoi naturali.
Non è un tratto lungo e il pendio è molto poco inclinato lateralmente, e quindi non c’è pericolo se si va per qualche tratto un po’ fuori linea.
In questo modo sono arrivato, alla ripresa del bosco coprente o quasi, a un gruppetto di alberi abbattuti sopra un muretto a secco e a quel che sembravano i miseri resti del basamento di una costruzione, forse una vecchia casera.
Probabilmente era proprio una vecchia casera perché subito dopo il gruppo di alberi abbattuti (che ho dovuto aggirare) inizia un bel “sentiero di servizio”, sempre facile da seguire con solo un paio di altri aggiramenti di singoli alberi abbattuti.
Si arriva così, poco dopo l’attraversamento di un macereto e un ultimo grande bollo rosso, all’immissione dentro la solita stradetta ciclabile che dal Passo Croce d’Aune conduce al Rifugio Dal Piaz.
La guida di riferimento è: “Sentieri e Viaz Riscoperti delle Alpi Feltrine e Val del Mis” (di Aldo de Zordi, Paolo Lovat, Ivan de Zordi e Renato Sperandio).
Rispetto alla proposta della guida ho aggiunto la deviazione per la vetta.
Una caratteristica da tener presente è che lungo la “parte più selvaggia” (che inizia dalla Forcella Nord del Magheron) di fatto non ci sono i soliti ometti o rami tagliati che aiutano in questo tipo di itinerari.
Compare qualche aiutino nel tecnicamente facile finale di raccordo verso il Passo Croce d’Aune.
La parte più tecnica centrale segue una serie di canali-valloni collegati da piccole forcelle e tratti “stile viàz” di sentierini-tracce, con qualche breve discontinuità dove serve attenzione per non finire fuori linea ed affrontare poi recuperi faticosi.
Spettacolare il salto della Cascata Acqua Caent anche con poca portata d’acqua come in questo giro di inizio novembre – meriterebbe una visita nel periodo del disgelo: per capire basta osservarla … con il binocolo da vari punti delle Pale Grigie dall’altro lato della Val di Lamen.
Consiglio di infilare nello zaino i ramponcini forestali o ramponcini da prato o “Fer da tac”: visto il tipo di tracciato molto vario che cambia spesso fondo, è difficile dire prima dove si useranno, ma da qualche parte si useranno.
Salita al Magheron o Masieron e avanzamento fino alla Forcella Nord del Magheron
Dal Passo Croce d’Aune si segue semplicemente il solito sentiero CAI 801 che va verso il Rifugio dal Piaz.
Poco oltre i 1.600 metri di quota il sentiero si immette, eseguendo un tornante verso sinistra, per un tratto sulla stradetta ciclabile che sale al rifugio.
Il punto di immissione è quasi esattamente ad ovest della vetta del Magheron, e per raggiungerla bisogna risalire il RIPIDO pendio prativo che sta sul lato a monte della stradetta – qui ho calzato i ramponcini per faticare meno e perché, essendo esposto ad ovest, c’era ancora la brina del mattino.
Dopo un primo tratto più o meno sulla massima pendenza, si evitano verso sinistra un paio di formazioni rocciose e poi si segue la dorsale fino al paletto di vetta.
Dalla vetta, per andare più direttamente verso la Forcella Nord del Magheron, si torna indietro qualche metro e si scende per la dorsale nord-ovest.
Quasi subito compare una traccia nell’erba, che poi diventa sentierino puntando verso una mini-forcelletta sotto una fascia rocciosa.
Dalla forcelletta si continua a sinistra sotto la fascia rocciosa dove ho visto anche un paio di rami tagliati di segnalazione lungo il sentierino.
Si arriva così all’immissione nella ben nota scorciatoia del CAI 801 detta “Il Calvario”, e con una sessantina di metri di dislivello di salita si arriva alla Forcella Nord del Magheron dove si abbandona il tracciato CAI.
(Da questa forcella inizia anche l’itinerario → Alpi Feltrine: Viàz del Cóvol Strigà e prima parte del Cordín delle Vette dal Passo Croce d’Aune).
Dalla Forcella Nord del Magheron alla Cascata Acqua Caent
Dalla Forcella Nord del Magheron si inizia in discesa verso est per il grande e ripido “imbuto” per lo più prativo, ma con tratti a fondo roccioso e varie coste che creano dei canali separati.
La forcella è tutta a destra dell’imbuto, mentre il lato sinistro è delimitato dai torrioni dove in basso c’è il Cóvol Strigà.
Bisogna andare proprio a sfiorare di lato il Cóvol Strigà verso sinistra, ma si inizia la discesa tutto sulla destra.
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A inizio stagione estiva questo canale di destra direzione discesa potrebbe presentare ancora degli accumuli di neve.
Nel caso bisogna stare verso il centro dell’imbuto.
Nel dubbio, è possibile osservare preventivamente il pendio da vari punti della Val di Lamen / Pale Grigie.
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Il canale secondario di destra dell’imbuto è quasi tutto a fondo erboso con vari radi arbusti, e bisogna scendere per circa 115/120 metri di dislivello per traversare a sinistra (prima di un “quasi salto”) e portarsi una trentina di metri sotto il Cóvol Strigà: qui, come da registrazione GPS, ho risalito fino alla base del covolo (dove non si entra in assetto escursionistico) per scattare qualche foto.
Da sotto il Cóvol Strigà si è nel “cannello” inferiore dell’imbuto, ovvero un canale a questo punto unico.
Si scende in questo canale per circa una settantina di metri di dislivello (dipende da come si è traversato più in alto) fino alla fine della fascia rocciosa di sinistra, e si esce a sinistra sfruttando un camminamento-cengia di pochi metri dove serve ATTENZIONE.
Appena girato l’angolo si nota lo spigoletto di roccia strapiombante citato in guida (sembra un “doppio becco”), e inizia un bel tratto di “viàz” su traccia continua sotto una bella lastronata rocciosa.
Qui la guida indica di seguire la traccia attraversando due canali prima di salire su uno spigolo.
In realtà io ho notato un solo canale appena prima dello spigolo.
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Qui i termini “spigolo” utilizzati dalla guida hanno due significati: 1) sporgenza rocciosa da una fascia verticale; 2) affilata e ripida costa del pendio.
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Comunque si avanza in discesa per poco più di 150 metri in linea d’aria, e si attraversa il canale che si imbocca con qualche passo poco stabile.
Oltre il canale, la risalita allo spigolo è su una RIPIDISSIMA costa erbosa, e lo spigolo stesso è a fondo erboso che si risale per pochi metri fino a entrare in un vallone di bosco coprente: quasi tutti faggi con qualche abete.
Il vallone scende verso est e bisogna stare tendenzialmente verso destra, perché dopo circa 90 metri di dislivello (dipende dal punto esatto in cui si entra) c’è il salto e si esce per una comoda forcelletta verso destra in direzione più o meno sud / sud-est.
Qui inizia un altro vallone in bosco rado con qualche apertura prativa, e si scende stando più verso sinistra tenendo d’occhio la comparsa di una fascia rocciosa.
Dopo una settantina di metri di dislivello, c’è una selletta sulla sinistra che immette facilmente in un vallone parallelo nuovamente di bosco coprente, e ci si cala dentro svariati metri sotto la fascia rocciosa di cui sopra.
Ora si continua a scendere per almeno un centinaio di metri di dislivello in questo terzo vallone, e si gira verso destra intorno alla fine della fascia-costa rocciosa di destra per uscire: la quota di inizio uscita è più o meno tra i 1.300 e 1.320 metri, ma è variabile perché ci sono più tracce discontinue di animali e il pendio è arrotondato lasciando spazio a più interpretazioni.
Adesso ci sono oltre 200 metri in linea d’aria di traverso verso sud-ovest per arrivare alla base della Cascata Acqua Caent.
La guida indica che la Cascata Acqua Caent è 50 metri più in basso come quota rispetto all’inizio del traverso (1.250 contro 1.300) ma alla fine io ho rilevato praticamente la stessa quota.
Non c’è un sentierino unico in questo traverso, e bisogna sfruttare le varie tracce di animali parallele e discontinue che si trovano.
Io sono stato un po’ basso pensando ai 50 metri in meno della Cascata Acqua Caent e ho dovuto risalire qualche metro alla fine.
Si entra alla base della cascata su traccia con qualche passo esposto poco dopo aver attraversato una “lingua” di ghiaie indurite.
Chiusura anello dalla Cascata Acqua Caent
Dopo l’attraversamento del canale della cascata inizia una traccia in leggera salita diagonale che va ad aggirare la costa del pendio successivo (circa 100 metri di camminamento).
Aggirata la costa la traccia termina e bisogna risalire il ripido boschivo per 60/70 metri di dislivello fino alla base della fascia rocciosa sovrastante.
Qui, come spesso capita, emerge un sentierino-camminamento abbastanza evidente e lo si segue verso sinistra-sud.
Dopo un po’ il sentierino si stacca di qualche metro dalla fascia rocciosa e serve concentrazione per seguirlo e non dover faticare fuori traccia.
Si attraversa un canale e con una piega a sinistra in direzione sud-est si arriva su una selletta con mini-pulpito panoramico di fronte che sta sopra un torrioncino roccioso.
Dalla selletta si continua ancora verso sud su tracce più difficiline da individuare, e si arriva in un largo canale svariati metri sotto due evidentissimi e imponenti torrioni rocciosi.
Qui c’è della ramaglia a terra che confonde, ma risalendo pochi metri in direzione dei torrioni ho ritrovato una discreta traccia.
Ora il sentierino, nel bosco coprente di alto fusto, migliora e ho individuato addirittura qualche ramo tagliato di segnalazione e un paio di piccoli ma brillanti bolli rossi.
La direzione è sud-est, e il sentiero esce dal bosco di alto fusto con un arco verso sud e subito dopo sud-ovest.
Si entra infine in “zone erbose” secondo la guida, ma nel frattempo sono ricresciuti molti arbusti che confondono le idee.
In mezzo agli arbusti ho notato ancora qualche rametto tagliato, ma alla fine ho semplicemente seguito con tendenza leggera discesa i corridoi naturali.
Non è un tratto lungo e il pendio è molto poco inclinato lateralmente, e quindi non c’è pericolo se si va per qualche tratto un po’ fuori linea.
In questo modo sono arrivato, alla ripresa del bosco coprente o quasi, a un gruppetto di alberi abbattuti sopra un muretto a secco e a quel che sembravano i miseri resti del basamento di una costruzione, forse una vecchia casera.
Probabilmente era proprio una vecchia casera perché subito dopo il gruppo di alberi abbattuti (che ho dovuto aggirare) inizia un bel “sentiero di servizio”, sempre facile da seguire con solo un paio di altri aggiramenti di singoli alberi abbattuti.
Si arriva così, poco dopo l’attraversamento di un macereto e un ultimo grande bollo rosso, all’immissione dentro la solita stradetta ciclabile che dal Passo Croce d’Aune conduce al Rifugio Dal Piaz.
Waypoints
Waypoint
3,347 ft
01 - Parcheggio Passo Croce d'Aune
Waypoint
5,362 ft
03 - Uscita dal sentiero CAI 801 sul pendio ovest della vetta del Magheron o Masieron
Waypoint
5,564 ft
07 - Immissione nella scorciatoia del sentiero CAI 801 detta «Il Calvario»
Waypoint
5,170 ft
12 - Foto nella seconda parte della discesa dalla Forcella Nord del Magheron o Masieron
Waypoint
4,993 ft
13 - Uscita verso sinistra dalla serie di canali di discesa dalla Forcella Nord del Magheron o Masieron
Waypoint
4,951 ft
14 - Foto lungo il sentierino-viàz dopo l'uscita dalla serie di canali di discesa dalla Forcella Nord del Magheron o Masieron
Waypoint
4,846 ft
15 - Arrivo all'attraversamento di un canale con uscita molto ripida su costa erbosa
Waypoint
4,671 ft
19 - Selletta di passaggio dal primo al secondo vallone di discesa verso la Cascata Acqua Caent
Waypoint
4,586 ft
20 - Foto in tratto aperto del secondo vallone di discesa verso la Cascata Acqua Caent
Waypoint
4,442 ft
21 - Selletta di passaggio dal secondo al terzo vallone di discesa verso la Cascata Acqua Caent
Waypoint
4,258 ft
22 - Uscita da terzo vallone di discesa per traverso finale a sud-ovest verso la Cascata Acqua Caent
Waypoint
4,310 ft
24 - Inizio risalita ripido boschivo dopo il traverso di ripartenza dalla Cascata Acqua Caent
Waypoint
4,522 ft
25 - Arrivo sotto fascia rocciosa dopo la risalita del ripido boschivo successivo alla Cascata Acqua Caent
Waypoint
4,623 ft
26 - Attraversamento canale in allontanamento dalla Cascata Acqua Caent
Waypoint
4,730 ft
28 - Rialzo di livello del sentiero in corrispondenza di un largo canale tra due altissimi torrioni
Waypoint
4,635 ft
29 - Inizio segnavia lungo i sentieri-tracce di rientro verso il Passo Croce d'Aune
Waypoint
4,632 ft
30 - Inizio tratto a fondo erba ricoperto di molti arbusti rientrando verso il Passo Croce d'Aune
Waypoint
4,474 ft
31 - Inizio ottimo sentiero appena a valle di resti di muretti a secco ricoperti da alberi abbattuti
Waypoint
4,196 ft
32 - Attraversamento pietraia-macereto e ripresa sentiero con bollo rosso subito dopo
Comments (2)
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Information
Easy to follow
Scenery
Difficult
Grazie Zio Mario, non so chi tu sia, ma mi hai fatto raggiungere posti, sconosciuti ai più, ma incantevoli. Il Masieron e l'acqua Caent sono tra questi. Il tutto senza farmi perdere e senza" faticosi recuperi" , come dici tu. Grazie ancora e ai prossimi percorsi
Daniele
Ciao Daniele,
è una soddisfazione leggere un commento come questo, perché provo sempre a mettere un tocco di originalità in rapporto alle potenzialità della zona.
Poi questa originalità cerco di renderla il più semplice possibile da capire mettendomi nei panni di chi segue i miei percorsi perché molto probabilmente andrà a farli per la prima volta.
E siccome anche per me sono tutte prime volte (totali o parziali) so cosa significa incasinarsi e non capire come venirne fuori.
Buon cammino! 😉