Alpi Feltrine: Pulpito dei Camòrz o Pulpito dei Camosci per la bancata sud-ovest del Monte Pizzocco
near Roncoi, Veneto (Italia)
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Itinerary description
Salita a una piccola cima – o meglio un pulpito – che si nota da molte angolazioni, e che si stacca dalla cresta occidentale del Monte Pizzocco con una forcella detta Forzèla del Cavàl.
Questo bel punto di osservazione sta sopra la Forcella del Pizzocco, che divide il Monte Pizzocco dalle Torri di Cìmia o Torri di Zìmia o Barèta del Prete.
Per arrivarci bisogna salire la larga bancata sud-ovest del Monte Pizzocco: larga ma tutt’altro che regolare, dove bisogna fare i conti con tutto un sistema di cenge, roccette e ghiaie.
Il passaggio che caratterizza l’escursione è lo strettissimo camino di circa 30 metri che dà accesso alla bancata superiore.
La discesa di questo camino avviene con calata in corda doppia e, a mio giudizio, è opportuna un’altra breve calata in discesa su un saltino di roccia poco sopra il camino (tanto la corda bisogna comunque averla, ed è meglio “farla lavorare”).
La cosa che più sorprende dalla vetta del pulpito è senz’altro la vista spettacolare e insolita verso il Monte Pizzocco: non sembra neanche lui!
**********
La guida di riferimento è la solita “Agneléze Erèra Pizzòcco” a cura di Pietro Sommavilla e Paolo Bonetti.
La salita di oggi è emblematica dei problemi che si possono incontrare in una registrazione GPS.
L’altissima e verticale fascia rocciosa del Monte Pizzocco crea dei rimbalzi di segnale se si procede nelle vicinanze: tra salita e discesa si notano tracce parallele ben distanziate che possono dipendere dalla diversa posizione del terminale, o tra il corpo e la parete o all’esterno.
Naturalmente, nello strettissimo camino e sotto tratti particolarmente aggettanti, c’era un “concerto di BIP” che segnalava perdite e ritrovamenti continui di segnale.
Ho fatto qualche aggiustamento manuale nei punti in cui le tracce GPS registrate erano sconclusionate.
Qui bisogna fare affidamento su tracce a terra, ometti ed esperienza personale.
Le linee del GPS (e le coordinate dei waypoint) possono dare solo un’idea generale della direzione dell’escursione.
Salita al Pulpito dei Camòrz o Pulpito dei Camosci per la bancata sud-ovest del Monte Pizzocco
L’avvicinamento inizia raggiungendo il solito incrocio di sentieri tra Bivacco Palia, Monte Piz, Rifugio Casera Ere e via normale del Monte Pizzocco verso Pian del Lach – oggi ho scelto di salire per la più breve, dal parcheggio alto al divieto di transito per il Rifugio Casera Ere e passando per il Bivacco Palia.
Dall’incrocio si va verso il Monte Pizzocco e si esce dal sentiero in corrispondenza di una curva secca a destra a quota 1.720 circa.
Ci sono delle esili tracce che all’inizio superano la dolce dorsale che sta di fronte.
Oggi all’andata sono stato un po’ più alto delle tracce per trovare un miglior punto foto verso il Pizzocco e il Pizochèt, mentre al ritorno ho fatto un giro più basso e largo … all’inseguimento (non riuscito) di un qualcosa che, nell’erba alta, sembrava e poteva essere della “categoria fagiani di monte”.
Comunque, le tracce sono multiple e labili, e conducono a scendere di circa 70 metri di dislivello fino all’attraversamento dell’impluvio della parte alta del ramo sinistro della Val Cavalèr – ben prima dell’arrivo all’impluvio si vede l’impronta del sentierino che prosegue oltre.
Il sentierino dopo l’impluvio è di discreta evidenza e, con qualche piccolo ometto, accompagna sotto l’alta fascia rocciosa stando sempre a poca distanza.
Il punto chiave di orientamento è a 300 metri circa in linea d’aria (quindi un po’ di più di cammino effettivo) dall’impluvio della Val Cavalèr.
Dopo una sporgenza-sperone c’è un’interruzione di verticalità della parete di destra che lascia spazio alla base di un variegato canale roccioso – e più avanti della base canale verso sinistra si nota qualche traccia che prosegue: non bisogna proseguire.
In effetti la guida indica molto chiaramente che bisogna salire un camino di 30 metri con due massi incastrati, ma l’attacco del camino vero e proprio non è visibile dal punto in cui si interrompe la fascia rocciosa verticale.
Io ho proseguito un po’ per errore, ma continuavo a girarmi all’indietro per capire, e ho visto il camino con i massi incastrati: ho scattato una foto generale che non avrei potuto fare senza l’errore, e sono tornato indietro.
La guida indica di imboccare il canale aggirando lo sperone precedente su base erbosa: va benissimo, ma oggi ho trovato una placca bagnata e ho attaccato il canale pochi metri più avanti su roccette asciutte.
Dopo pochi metri su facili saltini, si entra in una “esse” sinistra-destra e si arriva al camino.
È stretto: bisogna avere tutta l’attrezzatura dentro lo zaino e si stringono pure le spalle per passare.
Oggi era molto umido ma in salita non ci sono problemi (in discesa è diverso).
La guida indica due massi incastrati con passaggio sotto il primo e evitando il secondo a destra per buona roccia appigliata.
Io ne ho contati tre, uno all’inizio e due ravvicinati alla fine:
La guida non menziona la catena, che dev’essere molto recente, ma una doppia sosta con cordini che si trova pochi metri dopo un po’ spostata a sinistra.
Ora si continua la salita stando inizialmente a fianco della fascia rocciosa.
Con uno spostamento di pochi metri verso l’esterno si finisce sotto un saltino roccioso (tre metri di dislivello circa nel punto più basso ma verticale) dove si nota un ometto sul bordo superiore: direi II° grado sicuro tenendo conto degli appigli non ben formati.
L’ho affrontato un po’ in diagonale da sinistra verso destra, ed è quello della breve calata supplementare in discesa.
Subito dopo il saltino c’è una serie di ometti ben ravvicinati: è l’unico punto di tutta la salita in cui ci sono ometti ravvicinati, e credo servano per guidare in discesa verso il punto corretto per affrontare il saltino roccioso.
Ora si sta ancora nei pressi della fascia rocciosa per poi allargarsi puntando a un evidente prato con qualche mugo sparso (c’è un ULTIMO OMETTO che guida nel punto di passaggio di un canale trasversale dirupato: in salita sono stato troppo alto e sono arrivato all’ometto da sopra, ma è stato molto utile memorizzarlo per la discesa successiva nella nebbia).
Il prato porta sotto un saltino roccioso (credo sia quello segnalato in guida) mediamente sporco di ghiaie: fattibile ma l’ho evitato con una doppia diagonale destra-sinistra.
Poi ancora in su abbastanza diretti verso una fascia rocciosa frontale, con la forcella obiettivo – Forzèla del Cavàl – ben visibile a destra.
Un po’ prima della fascia rocciosa (come ho fatto in salita) o per tracce sotto fascia (che ho percorso in discesa) ci si sposta nuovamente tutto sulla destra per andare in forcella.
Dalla Forzèla del Cavàl rimangono pochi facili metri per il Pulpito dei Camòrz (39 metri di dislivello secondo i dati ufficiali, da 2.045 a 2.084).
Note per la discesa dal Pulpito dei Camòrz o Pulpito dei Camosci
Intanto è bene memorizzare i riferimenti importanti in salita: se, come oggi, capita la nebbia improvvisa si riesce a scendere ma bisogna ricordare bene.
Consiglio, specialmente in caso di roccette umide come oggi, la breve calata supplementare che, in discesa, arriva dopo la serie di ometti ravvicinati.
Mentre salivo pensavo che avrei dovuto piazzare un cordino, ma poi (solo scendendo) ne ho visto uno ben messo, e ho utilizzato quello.
Conviene già imbragarsi in questo punto, perché tanto la “calata vera” nel camino arriva poco dopo.
La guida indica 30 metri di camino e avevo con me la corda di 60 metri.
Agganciandomi alla catena nuova ho avanzato circa 5 metri di corda doppia: immagino che dalla doppia sosta con cordini, che sta più alta, non avanzi quasi nulla.
La catena è piazzata benissimo: la corda viene giù diritta e, accompagnandola per bene in discesa, il recupero poi è stato molto fluido nonostante il camino non sia esattamente regolare.
Attenzione: durante la fase di recupero sono venuti giù anche alcuni sassi con la corda.
**********
Il dislivello reale dell’escursione è di circa 1.350 metri e non oltre 1.700 come indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
Questo bel punto di osservazione sta sopra la Forcella del Pizzocco, che divide il Monte Pizzocco dalle Torri di Cìmia o Torri di Zìmia o Barèta del Prete.
Per arrivarci bisogna salire la larga bancata sud-ovest del Monte Pizzocco: larga ma tutt’altro che regolare, dove bisogna fare i conti con tutto un sistema di cenge, roccette e ghiaie.
Il passaggio che caratterizza l’escursione è lo strettissimo camino di circa 30 metri che dà accesso alla bancata superiore.
La discesa di questo camino avviene con calata in corda doppia e, a mio giudizio, è opportuna un’altra breve calata in discesa su un saltino di roccia poco sopra il camino (tanto la corda bisogna comunque averla, ed è meglio “farla lavorare”).
La cosa che più sorprende dalla vetta del pulpito è senz’altro la vista spettacolare e insolita verso il Monte Pizzocco: non sembra neanche lui!
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La guida di riferimento è la solita “Agneléze Erèra Pizzòcco” a cura di Pietro Sommavilla e Paolo Bonetti.
La salita di oggi è emblematica dei problemi che si possono incontrare in una registrazione GPS.
L’altissima e verticale fascia rocciosa del Monte Pizzocco crea dei rimbalzi di segnale se si procede nelle vicinanze: tra salita e discesa si notano tracce parallele ben distanziate che possono dipendere dalla diversa posizione del terminale, o tra il corpo e la parete o all’esterno.
Naturalmente, nello strettissimo camino e sotto tratti particolarmente aggettanti, c’era un “concerto di BIP” che segnalava perdite e ritrovamenti continui di segnale.
Ho fatto qualche aggiustamento manuale nei punti in cui le tracce GPS registrate erano sconclusionate.
Qui bisogna fare affidamento su tracce a terra, ometti ed esperienza personale.
Le linee del GPS (e le coordinate dei waypoint) possono dare solo un’idea generale della direzione dell’escursione.
Salita al Pulpito dei Camòrz o Pulpito dei Camosci per la bancata sud-ovest del Monte Pizzocco
L’avvicinamento inizia raggiungendo il solito incrocio di sentieri tra Bivacco Palia, Monte Piz, Rifugio Casera Ere e via normale del Monte Pizzocco verso Pian del Lach – oggi ho scelto di salire per la più breve, dal parcheggio alto al divieto di transito per il Rifugio Casera Ere e passando per il Bivacco Palia.
Dall’incrocio si va verso il Monte Pizzocco e si esce dal sentiero in corrispondenza di una curva secca a destra a quota 1.720 circa.
Ci sono delle esili tracce che all’inizio superano la dolce dorsale che sta di fronte.
Oggi all’andata sono stato un po’ più alto delle tracce per trovare un miglior punto foto verso il Pizzocco e il Pizochèt, mentre al ritorno ho fatto un giro più basso e largo … all’inseguimento (non riuscito) di un qualcosa che, nell’erba alta, sembrava e poteva essere della “categoria fagiani di monte”.
Comunque, le tracce sono multiple e labili, e conducono a scendere di circa 70 metri di dislivello fino all’attraversamento dell’impluvio della parte alta del ramo sinistro della Val Cavalèr – ben prima dell’arrivo all’impluvio si vede l’impronta del sentierino che prosegue oltre.
Il sentierino dopo l’impluvio è di discreta evidenza e, con qualche piccolo ometto, accompagna sotto l’alta fascia rocciosa stando sempre a poca distanza.
Il punto chiave di orientamento è a 300 metri circa in linea d’aria (quindi un po’ di più di cammino effettivo) dall’impluvio della Val Cavalèr.
Dopo una sporgenza-sperone c’è un’interruzione di verticalità della parete di destra che lascia spazio alla base di un variegato canale roccioso – e più avanti della base canale verso sinistra si nota qualche traccia che prosegue: non bisogna proseguire.
In effetti la guida indica molto chiaramente che bisogna salire un camino di 30 metri con due massi incastrati, ma l’attacco del camino vero e proprio non è visibile dal punto in cui si interrompe la fascia rocciosa verticale.
Io ho proseguito un po’ per errore, ma continuavo a girarmi all’indietro per capire, e ho visto il camino con i massi incastrati: ho scattato una foto generale che non avrei potuto fare senza l’errore, e sono tornato indietro.
La guida indica di imboccare il canale aggirando lo sperone precedente su base erbosa: va benissimo, ma oggi ho trovato una placca bagnata e ho attaccato il canale pochi metri più avanti su roccette asciutte.
Dopo pochi metri su facili saltini, si entra in una “esse” sinistra-destra e si arriva al camino.
È stretto: bisogna avere tutta l’attrezzatura dentro lo zaino e si stringono pure le spalle per passare.
Oggi era molto umido ma in salita non ci sono problemi (in discesa è diverso).
La guida indica due massi incastrati con passaggio sotto il primo e evitando il secondo a destra per buona roccia appigliata.
Io ne ho contati tre, uno all’inizio e due ravvicinati alla fine:
- Il primo, molto alto, si passa salendo normalmente le roccette di fondo camino senza che sia di alcun impedimento
- Il secondo, ha delle roccette a destra effettivamente ben appigliate, che (a parte la grande umidità odierna) richiedono più movimenti di II° grado “abbondante”; si può passare sotto (e l’ho fatto) togliendo lo zaino e spingendolo in avanti, quasi al “passo del verme”; c’è una larga “maniglia di cordino” avvolta a uno speroncino posteriore del masso incastrato – è chiaro che in discesa con la corda doppia qui si passa sopra
- Il terzo, è appoggiato sul fondo del camino e l’ho passato salendo prima sul bordo destro e poi con mezzo passo di spaccata sulla sinistra per facili prese
La guida non menziona la catena, che dev’essere molto recente, ma una doppia sosta con cordini che si trova pochi metri dopo un po’ spostata a sinistra.
Ora si continua la salita stando inizialmente a fianco della fascia rocciosa.
Con uno spostamento di pochi metri verso l’esterno si finisce sotto un saltino roccioso (tre metri di dislivello circa nel punto più basso ma verticale) dove si nota un ometto sul bordo superiore: direi II° grado sicuro tenendo conto degli appigli non ben formati.
L’ho affrontato un po’ in diagonale da sinistra verso destra, ed è quello della breve calata supplementare in discesa.
Subito dopo il saltino c’è una serie di ometti ben ravvicinati: è l’unico punto di tutta la salita in cui ci sono ometti ravvicinati, e credo servano per guidare in discesa verso il punto corretto per affrontare il saltino roccioso.
Ora si sta ancora nei pressi della fascia rocciosa per poi allargarsi puntando a un evidente prato con qualche mugo sparso (c’è un ULTIMO OMETTO che guida nel punto di passaggio di un canale trasversale dirupato: in salita sono stato troppo alto e sono arrivato all’ometto da sopra, ma è stato molto utile memorizzarlo per la discesa successiva nella nebbia).
Il prato porta sotto un saltino roccioso (credo sia quello segnalato in guida) mediamente sporco di ghiaie: fattibile ma l’ho evitato con una doppia diagonale destra-sinistra.
Poi ancora in su abbastanza diretti verso una fascia rocciosa frontale, con la forcella obiettivo – Forzèla del Cavàl – ben visibile a destra.
Un po’ prima della fascia rocciosa (come ho fatto in salita) o per tracce sotto fascia (che ho percorso in discesa) ci si sposta nuovamente tutto sulla destra per andare in forcella.
Dalla Forzèla del Cavàl rimangono pochi facili metri per il Pulpito dei Camòrz (39 metri di dislivello secondo i dati ufficiali, da 2.045 a 2.084).
Note per la discesa dal Pulpito dei Camòrz o Pulpito dei Camosci
Intanto è bene memorizzare i riferimenti importanti in salita: se, come oggi, capita la nebbia improvvisa si riesce a scendere ma bisogna ricordare bene.
Consiglio, specialmente in caso di roccette umide come oggi, la breve calata supplementare che, in discesa, arriva dopo la serie di ometti ravvicinati.
Mentre salivo pensavo che avrei dovuto piazzare un cordino, ma poi (solo scendendo) ne ho visto uno ben messo, e ho utilizzato quello.
Conviene già imbragarsi in questo punto, perché tanto la “calata vera” nel camino arriva poco dopo.
La guida indica 30 metri di camino e avevo con me la corda di 60 metri.
Agganciandomi alla catena nuova ho avanzato circa 5 metri di corda doppia: immagino che dalla doppia sosta con cordini, che sta più alta, non avanzi quasi nulla.
La catena è piazzata benissimo: la corda viene giù diritta e, accompagnandola per bene in discesa, il recupero poi è stato molto fluido nonostante il camino non sia esattamente regolare.
Attenzione: durante la fase di recupero sono venuti giù anche alcuni sassi con la corda.
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Il dislivello reale dell’escursione è di circa 1.350 metri e non oltre 1.700 come indicato nei dati di riepilogo Wikiloc.
Waypoints
Waypoint
5,647 ft
06 - Uscita diritti a una curva destra del sentiero della via normale del Monte Pizzocco
Waypoint
5,462 ft
09 - Punto foto in avvicinamento al camino di accesso alla bancata superiore verso il Pulpito dei Camòrz
Waypoint
5,515 ft
10 - Punto foto in avvicinamento al camino di accesso alla bancata superiore verso il Pulpito dei Camòrz
Waypoint
5,571 ft
11 - Punto foto a uno dei covoli in avvicinamento al camino di accesso alla bancata superiore verso il Pulpito dei Camòrz
Waypoint
5,562 ft
12 - Punto foto in avvicinamento al camino di accesso alla bancata superiore verso il Pulpito dei Camòrz
Waypoint
5,614 ft
13 - Roccette alla base del canale sotto il camino di accesso alla bancata superiore verso il Pulpito dei Camòrz
Waypoint
5,699 ft
14 - Punto foto nel camino di accesso alla bancata superiore verso il Pulpito dei Camòrz
Waypoint
5,745 ft
15 - Catena a fine camino di accesso alla bancata superiore verso il Pulpito dei Camòrz
Waypoint
5,879 ft
16 - Punto foto dopo l'uscita in alto dal camino di accesso alla bancata superiore verso il Pulpito dei Camòrz
Waypoint
6,002 ft
28 - Breve calata in corda doppia su insidioso saltino di roccia scendendo dal Pulpito dei Camòrz
Waypoint
5,745 ft
29 - Inizio calata in corda doppia nel camino di 30 metri scendendo dal Pulpito dei Camòrz
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